Un famoso monaco, Thomas Merton, scrisse: "Non c'è membro della Chiesa che non debba qualcosa al Carmelo". Il "giardino" del Carmelo ha prodotto fiori di bellezza straordinaria e non si contano i frutti di santità prodotti dall'azione misteriosa dello Spirito tra i Carmelitani... (Clicca qui)

 

         Il Giardino del Carmelo

            

 

6 Giugno: Solennità del Corpus Domini

 

        

                            

Preghiera ardente

O mia Divina Eucaristia, palpito potente del mio cuore, passione dolcissima e calamita potente della mia vita, potessi io esprimermi per la tua lode! Potessi io dire ciò che sento per Te, ciò che, per Tua grazia, è sgorgato dal mio cuore in certi momenti; ciò che Tu m'hai dato e ciò ch'io T'ho dato! Ma no! Io non lo so fare; solo tu lo sai. Solo Tu potresti rivelare tutto l'interno della mia vita, come in una misteriosa lente. Allora, o Gesù, quali colori, quale calore, quale storia si avrebbe! Bramo tanto di vivere sepolta. Eppure più d'una volta il mio cuore, ebbro del tuo amore, ha palpitato nel desiderio di espandersi e manifestare il Tuo dono, o Sacramentato Amore!

(Beata Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)

 

 

Una piccola ostia

 

Gesù, gioia dei cuori, o santo amore

un’Ostia accanto a Te esser vorrei,

felice per amor come morrei,

per dar vita di grazia ad un sol cor

 

O buon Gesù tu sei l’onnipotente

ebbene rendi pago il mio desìo

immolarmi per Te o grande Iddio

è questo ciò che anela il piccol cor

 

Una piccola Ostia bianca e pura

è il più bel ciel che tu possa trovare

ebben questo granello sfarinare

ti degna sommo amor, dolce Signor

 

Tu lo riduci in polvere, se vuoi

o pur lo caccia bene sottoterra

sì che marcendo i tuoi tesor disserra

un altro dì nel gaudio del bel Ciel

Gesù, la bianca ostia qui ti chiede

come Ignazio d’esser maciullata

dall’amore e dolore stritolata

pei poveri fratelli peccator

 

Viver di Te qui sola abbandonata

sull’Altare d’amor sempre restare

offrirmi ad ogni istante e riparare

l’oblio ch’amareggia il tuo bel cor

 

Sarà pur dolce al core il mio destino

esser la piccola Ostia del diletto

posar eternamente sul suo petto

per invocar dal Padre ampio perdon

 

La tua misericordia o Dio ne scenda

sul povero mortal che langue e geme

non isdegnare il cor che t’ama e teme

dell’ira tua risparmia il peccator

 

(Beata Elia di San Clemente)

 

 

LA FONTE

 “Cantico dell’anima che si rallegra di conoscere Dio per fede”

 

 La sorgente ben so che emana e scorre,

anche se è notte.

 

Quella fonte eterna sta nascosta,

ma io so ben dove sta riposta,

anche se è notte.

 

Sua origine non so,ché non ne ha,

ma ogni origin so che da essa viene,

anche se è notte.

 

So che esister non può cosa sì bella,

e cielo e terra bevono di quella,

anche se è notte.

 

So che suolo in essa non si trova

e che nessuno di guardarla prova,

anche se è notte.

 

La sua chiarezza mai viene offuscata,

ed ogni luce so che è da lei venuta,

anche se è notte.

Così abbondanti son le sue correnti,

 che inferno, cielo irrigano e le genti,

 anche se è notte.

 

 Il ruscello che nasce dalla fonte

 so ben essere capace e onnipotente,

 anche se è notte.

 

 La vena che da queste due procede

 so che da nessuna di esse è preceduta,

 anche se è notte.

 

Codesta fonte eterna sta nascosta

  in questo vivo pan per darci vita,

  anche se è notte.

 

 Qui se ne sta, chiamando le creature,

 che dell’acqua si sazian anche se al buio

 perché è notte.

 

 Cotesta viva fonte che io bramo,

 in questo pane di vita io la vedo,

 anche se è notte.

(San Giovanni della Croce)

 

 

LA SANTA EUCARISTIA                

 

… Appena dunque avete ricevuto nell’ostia il Signore, poiché vi trovate in presenza della sua persona, cercate di chiudere gli occhi del corpo e di aprire quelli dell’anima: fissateli in fondo al vostro cuore. Vi dico, torno a ripetervi, e vorrei dirvelo molte volte ancora che, se prendete l’abitudine di stare con lui (e questo non un giorno o due, ma ogni volta che ricevete la comunione) e se cercate di avere la coscienza talmente pura da poter godere con frequenza di questo bene, egli non si presenterà mai così trasfigurato che non ci sia possibilità di riconoscerlo, in proporzione del desiderio che abbiamo di vederlo. Potrete anche desiderarlo con un ardore tale da spingerlo a manifestarsi completamente.

Ma se quando lo ricevete, non vi curate di lui, pur essendo così vicini, e andate a cercarlo da altre parti e correte dietro alle cose della terra, cosa deve fare? Deve forse trascinarvi per forza perché lo guardiate, gli stiate accanto, a rendervi conto che vuole rivelarsi a voi? No, certo, perché non fu trattato bene quando si fece vedere da tutti dicendo chiaramente chi era, e ben pochi furono a credergli.

Pertanto, usa a noi tutti una grande misericordia nei volere che ci rendiamo conto della sua presenza nel santissimo Sacramento.

Ma farsi vedere apertamente, comunicare le sue grandezze e distribuire i suoi tesori, non vuol concederlo se non a coloro di cui scorge l’ardente desiderio che hanno di lui, perché questi sono i suoi veri amici. E io vi dico che chiunque lo offenda e non giunga a far tutto quello che può per riceverlo come tale, si risparmi d’importunarlo perché gli si dia a conoscere. Ha appena adempiuto al precetto della Chiesa, che torna a casa sua e fa in modo di cacciarlo da essa. Infatti, costui, se rientra in sé, è solo per pensare alle vanità del mondo in presenza di lui.

(S. Teresa d’Avila)

 

... SS. Comunione, quante cose direi di Te! Una mattina, mentre la Comunità riceveva Gesù Eucaristico, io ebbi un soave pensiero, una mite luce, ma con tanta spontaneità e tenerezza di cuore.
A me sembrò che quel Corpo adorabilissimo, che il sacerdote posava sulle labbra delle mie Consorelle, fosse come un preziosissimo sale posto in noi per evitare la corruzione, ogni corruzione, e custodirci intatte, anzi impreziosirci! Chi stenterà ad asserire, o Gesù mio, che lo dobbiamo soltanto a Te se le passioni, che portiamo in germe, non salgono fino all'anima nostra e non vengono a corromperci? Se dinnanzi alle rivolte dell' "io", della natura; se allo spuntar di tante miserie, che sembravano distrutte, noi possiamo sollevarci a Te e calcare ogni passione, non è, o Signore, per la virtù della tua Carne divina, ch'è stata nostro cibo e ch'è venuta a custodirci per la vita eterna? Signore Gesù, noi dobbiamo tutto a Te!  

(Beata Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)

 

 

LA COMUNIONE EUCARISTICA 

Presenza di Dio
lo ti benedico, o mio Dio e mio Signore, per avere inventato, nell'eccesso della tua carità, un mezzo tenerissimo per donarTi tutto a me e lasciarTi possedere interamente. Che dico? Tu ed io restiamo come fusi insieme. Solo allora l' anima s'appaga e solo così la vita mi è possibile!
 

Soave ricordo di fanciullezza

O Santissima Comunione! Quand' ero ancora piccina e ancora non mi s'era dato Gesù, accoglievo la mamma mia dal ritorno della SS. Comunione, quasi alla soglia di casa, e, spingendo i piedi per arrivare fino a lei, le dicevo: “A me pure il Signore!” . Mamma si abbassava con affetto e fiatava sulle mie labbra. Io subito la lasciavo, e incrociando e stringendo le mani al petto, piena di gioia e di fede, ripetevo saltellando: “ lo pure ho il Signore; io pure ho il Signore! ” .
 

Comunione: gioia suprema

AverTi in cuore, possederTi, mio Dio: ecco la somma felicità dell'anima mia in questo esilio! No, non v'è gioia maggiore, ne mezzo più salutare! Io intendevo già come fosse grande l'unione che passa fra Gesù e l'anima, che L'ha ricevuto. Mi pare poter dire, di non avere lasciato, in tutta la mia vita, una sola Comunione. E' da questo intimo amplesso dell'anima con Gesù che sorge quella gran sete e brama d'unione con Dio. Veramente frutto massimo della S. Comunione ben fatta è l'unione divina.
Comunione: unione!
Caro Gesù, sei Tu che vieni a spegnere ogni inclinazione, ogni desiderio che non è soprannaturale. Sei Tu che vieni a smorzare ogni passione, a dare morte all'io. E' con vero trasporto che l'anima, reclinando sul tuo seno, ripete fiduciosa: “ O mio Gesù, uccidimi e dammi vita! Addormentami e svegliami! ”
Quale trasformazione nelle anime che sempre si comunicano! Quale fusione, quale unione con Gesù! - Non sono più creature terrene; e lo stupore è grande a contemplarle. Non hanno più nulla di terra. Tutto ciò che è di questo mondo è così estraneo e opposto ai loro sentimenti che le si crederebbero già trasportate in regioni celesti. Non hanno più gusto per cosa alcuna che non sia Gesù e per Gesù, e abbraccerebbero piuttosto essere sbranate dalle fiere che partecipare ad una sola delle terrene follie. - Mio Dio, mio Dio! Come può essere tale trasformazione in creature di fango? Tutto ciò che bramano è trovarsi con Te, perdersi in Te, diventare con Te una sola cosa. Tutto il loro gusto è per la solitudine, per il silenzio, per l'orazione, per il Tuo Tabernacolo, o Signore! Quale purezza, quale profumo di Te! Non si può che confessare la potenza delle operazioni tue, o Amor Sacramentato! Pure la lode, il sacro salmeggiare ai tuoi piè, o Signore, ha delle dolcezze, a volte, sì intime e profonde che non vale la lingua a narrarle. Per noi l'angolo più oscuro e nascosto che dà il Tabernacolo, è Cielo, è tutto! Quale dolcezza, quale felicità, anche quando si è fredde! Venissero a dirci: “ Ecco, è qua tuo padre, la tua mamma, i tuoi cari, pur tanto teneramente amati. Ecco, è qua un gran Santo, una gran Santa, tuoi Protettori ” . No, nessuna cosa saprebbe attrarci più di quella calamita fortissima e pur nascosta; nessuna cosa saprebbe toglierci ne varrebbe a strapparci dal nostro nascondiglio, da quell'angolo oscuro e misero, dove conversiamo con Gesù, poiché per noi è Cielo e per noi vale più che tutte le regge dorate. Tanto è vero, o Signore, che T'amiamo sopra tutte le cose! Signore, tutta questa attrazione è perché ci comunichiamo! Le anime che non si comunicano non possono ben sentire e amare l' Amore Sacramentato!
 

Comunione: tesoro inestimabile
O Comunione santissima! Che cosa vorrei dire di Te! MirarTi, o Gesù Eucaristia, è Cielo! Ma se non potessimo riceverTi, diverrebbe Purgatorio! Quante volte, anche al principio della mia vita religiosa, trovandomi ai piedi di Gesù, specie la sera, e mirando il Tabernacolo, io aspiro la felicità purissima. Girando poi lo sguardo a tutte le bellezze, a tutte le grandezze, a tutti gli splendori della terra, e riposandolo di nuovo sul santo Tabernacolo, io sento, io esclamo che tutto è vuoto, che non v'è tesoro più grande, più delizioso di quello che io possiedo e che è tutto là! No, nessuno può possedere più di me; non v'è altro tesoro! Quanto io sono ricca e beata! Il Tesoro divino che racchiudono le grandi basiliche nei preziosissimi tabernacoli, non è superiore a quello che possiede la nostra umile chiesina: il nostro modesto Tabernacolo! Il Cielo stesso non possiede di più. Quell'unico tesoro è qua, è mio, è Iddio! Veramente, sì veramente: “Mio Dio e mio Tutto!”.
 

Vivi desideri eucaristici

Quand'ero in famiglia, uscendo la sera a passeggio e mirando attraverso le vie, le Chiese del mio Gesù e Lui cibo divino conservato per le anime, mi sarei involata dal fianco dei miei e, come cagnolino, mi sarei rannicchiata alla porta della chiesa, e là, beatissima, avrei trascorsa tutta la notte, attendendo l'ora che mi si aprisse e mi si desse Gesù. Pensavo con tutta semplicità: “ Come potranno dormire le Religiose, avendo in casa lo stesso Dio - Gesù, cibo per il domani? ”. Oh, stupore! Affacciarsi ad una grata, mirare fra tanto silenzio la piccola Custodia e dire: “ Gesù è qua! ”, non v'è da morire?
 

Effusione eucaristica
Gesù, che cosa Ti daremo noi per tanto dono? Come hai fatto bene a rimanere in noi! Che faremo noi senza di Te? Veramente per Te, solo per Te, il deserto della vita ha trovato oasi deliziosissima Gesù Eucaristia, Tu mi hai fatta per Te e per Te tutta io Sono! Misericordia eterna, io Ti ringrazio per il favore immenso che Tu mi hai fatto e mi fai di non familiarizzarmi con Te, così da perdere quel gran rispetto che Ti devo, e di rendermi come abituali i grandi atti della nostra devozione. Appunto perchè sei sempre qua, io sento il bisogno di più annichilirmi al tuo cospetto; appunto perchè Ti ricevetti ieri, oggi sento il bisogno, nel comunicarmi, di sprofondarmi di più nel mio nulla, di ammirare di più la tua munificenza, la tua bontà. Vorrei incenerirmi, polverizzare tutto il mio essere! Vorrei! Quante cose vorrei! E le lacrime di tenera commozione ne bagnano i miei occhi. Vorrei trattenermi di più con Te in ringraziamento, perché sei venuto di nuovo. “ No, non posso abituarmi ai tuoi doni - esclamo - Grazie, Gesù! ”.
 

Comunioni senza ringraziamento
Quante lacrime verserebbe il mio cuore, quale martirio prova quando vede le SS. Comunioni lasciate quasi senza ringraziamento, o fatte quasi per abitudine. Gesù, Gesù! Io spero di sbagliarmi in ciò, ma l'amore che Ti porto m'ha fatto intravedere tante volte i freddi trattamenti che Tu ricevi in ricambio del tuo gran dono! Oh strazio! Tu sai tutto di tutta la mia vita, per Te Eucaristia! Perchè sei celato, perchè sei troppo buono, come Ti si tratta, come Ti si corrisponde, o Gesù! Quale frutto possono arrecare all' anima quelle SS. Comunioni fatte senza debito ringraziamento? E' al calore d'un amoroso rendimento di grazie che sbocciano nell'anima affetti, sentimenti, disposizioni simili ai tuoi, o Gesù. E' allora che l'unione veramente s'alimenta e si stabilisce. Concedimi, o Gesù, anime che si comunichino per amore, con amore, che facciano il possibile per dare tempo - il più che possono - al rendimento di grazie, ed io Ti darò, o Diletto, in breve, anime appassionate di Te, ferme nel dono di sé e sinceramente date al lavoro della propria santificazione. Sperimentino tutti, o Gesù, ciò che sorge dalle Comunioni ben fatte, ciò che sai e vuoi dare Tu quando scendi nei nostri petti. Senza dubbio, o Gesù, se gli occhi amorosamente si serrano per mirare Te, se ogni senso tace, se ogni estraneo pensiero è raffrenato, non opererai Tu? - Tu che passasti quaggiù facendo del bene, passerai come estraneo e senza largire le tue misericordie nella terra delle anime nostre ?
Gesù, come vorrei farmi intendere! Come vorrei essere l'apostola della S. Comunione! Come vorrei che tutti ne facessero la prova! Perdonami, Gesù, se fallo. Ma se io sapessi delle anime che non hanno altro tempo da disporre per Te, per la loro anima, per la preghiera che mezz'ora, che dieci minuti al giorno, quella mezza ora, quei dieci minuti io non li impiegherei altro che per la S. Comunione. - Gesù Eucaristia, che della mia vita sei stato “ l'amore ed anche il martirio ”, ricordati che nei miei immensi sacrifici, nelle mie torture, soffrendo e lacrimando, ho inteso propagare l'amore di Te, il conoscimento di Te, la santa follia per la S. Comunione per Te, Prigioniero abbandonato! Ricordati che ho inteso seminare Te! Venga il tuo Regno Eucaristico!
 

Pratica eucaristica
Mi ricorderò con amore della S. Comunione fatta e di quella che mi attende. Pregherò che le Comunioni siano ben fatte. Farò spesso con tenerezza la Comunione spirituale.

(Beata Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)

 

 

TI CHIAMA DAL TABERNACOLO

 

Come vorrei che ogni mia lettera ti portasse una piccola scintilla d’amore divino! Quanto sarei felice se potessi innamorarti del mio Gesù! Egli ti chiama dal tabernacolo. È un Dio che non ha bisogno di te e nondimeno muore di amore per te, mia « Gordita », e tu non andrai a liberarlo dalla prigione dove si è imprigionato per te? (22-VI-1919).

Quando avrò il grande piacere di sapere che la mia « Gordita », prima di cominciare a studiare, va a ricevere il Signore che la sta aspettando dall’eternità? (22-VII-1919).

Perché non ti comunichi ogni giorno? Tu stessa hai visto che quando ricevi la comunione sei migliore. Se non senti il fervore, ogni comunione l’andrà aumentando. Che gran pena mi fa il pensare che così poche anime sanno apprezzare il valore di comunicarsi! Credimi che quando ricevo la comunione mi sento tanto felice e che mi pare di non stare sulla terra ma in cielo. Gesù ed io ci amiamo. Egli, infinitamente, io con tutte le forze dell’anima, e non gli posso dire altro che lo amo, stringendo il suo cuore di Dio al mio così miserabile. Quando ci si è alimentati con la sua carne divina, che indebolimento può sentire l’anima nostra nel cammino del dovere? (17-VIII-1919).

(Santa Teresa de Los Andes

 

DESIDERI PRESSO IL TABERNACOLO

 

Quanto t’invidio, chiavetta, ogni giorno, tu che puoi aprire il carcere dell’Eucaristia, dove risiede il Dio d’amore. Ma, gran miracolo, con un solo émpito della mia fede anch’io posso aprire il tabernacolo, e nascondermi presso il divino Re.

Vorrei, consumandomi vicino a Dio, nel santuario, brillare sempre misteriosamente, come fa la lampada del tabernacolo. Oh gioia! sono in me tali fiamme che posso guadagnar tutti i giorni molte anime a Gesù, infocarle del suo amore...

 Io t’invidio ad ogni alba, santa pietra dell’altare! L’Eterno vuole nascere su di te, come già nella grotta benedetta. Ascolta l’umile mia preghiera: vienmi nell’anima, dolce Salvatore: non fredda pietra troverai, ma il sospiro del tuo Cuore.

 O corporale festeggiato dagli Angeli, quanto t’invidio! Vedo Gesù su di te, il mio solo tesoro, come lo fu nell’umili sue fasce. Vergine Maria, cambia il mio cuore in un lindo e bel corporale, per ricevere l’ostia candida dove si cela l’Agnello tuo dolce.

T’invidio, santa patena su cui riposa Gesù! Voglia la sua infinita grandezza degnarsi di me, della mia bassezza... Gesù, prima che il mio esilio sia al tramonto, consola la mia speranza, già viene in me: in sua presenza io sono un vivente ostensorio.

 E vorrei essere il calice del Sangue divino che adoro. Ma nella santa Messa io posso raccoglierlo ogni mattina. La mia anima è più cara a Gesù dei ricchi calici d’oro: e l’altare è un nuovo Calvario dove il suo Sangue cola ancora per me.

Gesù, sacra, santissima vite, tu sai bene ch’io sono quel grappolo aureo che dovrà scomparire per te. Nello strettoio del dolore ti proverò l’amor mio. Non voglio altra gioia che l’immolazione quotidiana.

 Sorte felice! Io sono scelta fra i chicchi di puro frumento che devono perdere la vita per Gesù: quale rapimento! Sono la tua sposa diletta, mio Benamato, vieni a vivere in me. Vieni, m’ha vinta la tua bellezza, degnati di trasformarmi in te!

(Santa Teresa di Gesù Bambino

 

LA SANTA EUCARISTIA

 

L’Eucaristia è il colmo dell’amore divino. Qui Gesù noi ci dà solo i suoi meriti e i suoi dolori, ma tutto se stesso. Solo un Dio poteva concepire una cosa simile, una così intima unione. Dopo la Comunione, Gesù e l’anima non formano più che una cosa sola, si fondono insieme come due pezzi di cera. In questo sacramento Gesù tocca il vertice della Passione. Durante l’agonia nell’orto degli olivi, il sudore di sangue che lascia stremato Gesù, è causato dall’ingratitudine degli uomini verso il suo adorabile sacramento, sublime invenzione del suo amore. Certo, non è la croce, non è la morte che spaventa il Cuore di Gesù, ma questa ingratitudine del mondo. Tre cose sono ammirabili nell’istituzione dell’Eucaristia:

1. Il dono che ci fa Gesù.

2. Il momento in cui Gesù ci fa questo dono, mentre un popolo preso dal furore trama la sua morte.

3. Il motivo per cui Gesù ci fa questo dono. Per guadagnare i nostri cuori, per mostrarci il suo amore, per conquistare il nostro!

  

Carmelo di Digione, 14 giugno [1903]

Reverendo,

mi sembra che nulla ci dica l’amore che è nel cuore di Dio più dell’Eucaristia. È l’unione consumata, è lui in noi e noi in lui, e non le sembra che questo sia il cielo sulla terra? Il cielo nella fede, in attesa della Visione faccia a faccia: allora « saremo saziati, quando apparirà la sua gloria », quando lo vedremo nella sua luce. Non le pare che sia un riposo per l’anima pensare a questo incontro, a questo trovarsi con colui che essa unicamente ama? Allora tutto sparisce e sembra che ci s’inoltri ormai nel mistero di Dio!... È talmente « nostro » tutto questo mistero, come mi diceva nella sua lettera! Confido nelle sue preghiere per poter vivere la mia parte di sposa ed essere tutta disponibile e vigilante nella fede affinché il Maestro possa condurmi dovunque vorrà. Vorrei tenermi incessantemente accanto a colui che conosce ogni mistero per sapere tutto da lui. « Il linguaggio del Verbo è l’infusione stessa del dono ». Oh sì, certo, è così che egli parla alle nostre anime, nel silenzio, e per me questo caro silenzio è una vera beatitudine.

Dall’Ascensione alla Pentecoste, siamo state in ritiro, nel cenacolo, nell’attesa dello Spirito Santo. Sono stati giorni stupendi! Durante tutta questa ottava, abbiamo il SS.mo Sacramento esposto nell’oratorio e trascorriamo ore divine in questo angoletto di cielo dove, sotto le umili apparenze dell’Ostia, possediamo, nella sostanza, la visione dei Beati. Sì, è pur sempre lo stesso Dio che essi contemplano nello splendore del cielo e noi nella fede. L’altro giorno mi hanno scritto un pensiero tanto bello che desideravo farle conoscere: « La fede è il faccia a faccia nelle tenebre ». Perché non accade a noi come ai Santi dal momento che Dio è in noi e non chiede altro che di attirarci a sé, come ha fatto con loro? Ma essi erano sempre attenti, come dice il P. Vallée: « Essi tacciono, si raccolgono e non si danno all’attività se non per essere in grado di ricevere sempre ». Uniamoci dunque, reverendo, per fare la felicità di colui che ci ha « troppo amato », come dice S. Paolo. Prepariamogli nella nostra anima una dimora tutta serena in cui risuoni sempre il cantico dell’amore, del ringraziamento, e vi regni inoltre quel silenzio solenne che è l’eco di quello che è in Dio!...

Avviciniamoci poi anche, come lei stesso mi diceva, alla Vergine tutta pura, tutta luminosa, affinché ci introduca in colui che essa penetra così profondamente, e la nostra vita divenga così una continua comunione, tutta un moto spontaneo verso Dio.

(Beata Elisabetta della Trinità)

 

O prezioso e meraviglioso convito!

Dalle «Opere» di san Tommaso d'Aquino, dottore della Chiesa
(Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect. 1-4)

L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, déi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull'altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.
O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento? Nessun sacramento in realtà é più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l'Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.
Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione. Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L'Eucaristia é il memoriale della passione, il compimento delle figure dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

 

 

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