Il
Giardino del Carmelo
6 Giugno: Solennità del
Corpus Domini
Preghiera ardente
O
mia Divina Eucaristia, palpito potente del mio cuore, passione
dolcissima e calamita potente della mia vita, potessi io esprimermi per
la tua lode! Potessi io dire ciò che sento per Te, ciò che, per Tua
grazia, è sgorgato dal mio cuore in certi momenti; ciò che Tu m'hai dato
e ciò ch'io T'ho dato! Ma no! Io non lo so fare; solo tu lo sai. Solo Tu
potresti rivelare tutto l'interno della mia vita, come in una misteriosa
lente. Allora, o Gesù, quali colori, quale calore, quale storia si
avrebbe! Bramo tanto di vivere sepolta. Eppure più d'una volta il mio
cuore, ebbro del tuo amore, ha palpitato nel desiderio di espandersi e
manifestare il Tuo dono, o Sacramentato Amore!
(Beata
Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)
Una
piccola ostia
Gesù, gioia dei cuori, o santo
amore
un’Ostia accanto a Te esser
vorrei,
felice per amor come morrei,
per dar vita di grazia ad un sol
cor
O buon Gesù tu sei l’onnipotente
ebbene rendi pago il mio desìo
immolarmi per Te o grande Iddio
è questo ciò che anela il piccol
cor
Una piccola Ostia bianca e pura
è il più bel ciel che tu possa
trovare
ebben questo granello sfarinare
ti degna sommo amor, dolce Signor
Tu lo riduci in polvere, se vuoi
o pur lo caccia bene sottoterra
sì che marcendo i tuoi tesor
disserra
un altro dì nel gaudio del bel
Ciel
Gesù, la bianca ostia qui ti
chiede
come Ignazio d’esser maciullata
dall’amore e dolore stritolata
pei poveri fratelli peccator
Viver di Te qui sola abbandonata
sull’Altare d’amor sempre restare
offrirmi ad ogni istante e
riparare
l’oblio ch’amareggia il tuo bel
cor
Sarà pur dolce al core il mio
destino
esser la piccola Ostia del diletto
posar eternamente sul suo petto
per invocar dal Padre ampio perdon
La tua misericordia o Dio ne
scenda
sul povero mortal che langue e
geme
non isdegnare il cor che t’ama e
teme
dell’ira tua risparmia il peccator
(Beata
Elia di San Clemente)
LA FONTE
“Cantico dell’anima che si rallegra di
conoscere Dio per fede”
La sorgente ben so che emana e scorre,
anche se
è notte.
Quella
fonte eterna sta nascosta,
ma io
so ben dove sta riposta,
anche se
è notte.
Sua
origine non so,ché non ne ha,
ma
ogni origin so che da essa viene,
anche se
è notte.
So che
esister non può cosa sì bella,
e
cielo e terra bevono di quella,
anche se
è notte.
So che
suolo in essa non si trova
e che
nessuno di guardarla prova,
anche se
è notte.
La sua
chiarezza mai viene offuscata,
ed
ogni luce so che è da lei venuta,
anche se
è notte.
Così
abbondanti son le sue correnti,
che
inferno, cielo irrigano e le genti,
anche se
è notte.
Il
ruscello che nasce dalla fonte
so
ben essere capace e onnipotente,
anche se
è notte.
La
vena che da queste due procede
so
che da nessuna di esse è preceduta,
anche se
è notte.
Codesta fonte eterna sta nascosta
in
questo vivo pan per darci vita,
anche
se è notte.
Qui
se ne sta, chiamando le creature,
che
dell’acqua si sazian anche se al buio
perché è
notte.
Cotesta
viva fonte che io bramo,
in
questo pane di vita io la vedo,
anche se
è notte.
(San
Giovanni della Croce)
LA SANTA EUCARISTIA
…
Appena dunque avete ricevuto nell’ostia il Signore, poiché vi trovate in
presenza della sua persona, cercate di chiudere gli occhi del corpo e di
aprire quelli dell’anima: fissateli in fondo al vostro cuore. Vi dico,
torno a ripetervi, e vorrei dirvelo molte volte ancora che, se prendete
l’abitudine di stare con lui (e questo non un giorno o due, ma ogni
volta che ricevete la comunione) e se cercate di avere la coscienza
talmente pura da poter godere con frequenza di questo bene, egli non si
presenterà mai così trasfigurato che non ci sia possibilità di
riconoscerlo, in proporzione del desiderio che abbiamo di vederlo.
Potrete anche desiderarlo con un ardore tale da spingerlo a manifestarsi
completamente.
Ma
se quando lo ricevete, non vi curate di lui, pur essendo così vicini, e
andate a cercarlo da altre parti e correte dietro alle cose della terra,
cosa deve fare? Deve forse trascinarvi per forza perché lo guardiate,
gli stiate accanto, a rendervi conto che vuole rivelarsi a voi? No,
certo, perché non fu trattato bene quando si fece vedere da tutti
dicendo chiaramente chi era, e ben pochi furono a credergli.
Pertanto, usa a noi tutti una grande misericordia nei volere che ci
rendiamo conto della sua presenza nel santissimo Sacramento.
Ma
farsi vedere apertamente, comunicare le sue grandezze e distribuire i
suoi tesori, non vuol concederlo se non a coloro di cui scorge l’ardente
desiderio che hanno di lui, perché questi sono i suoi veri amici. E io
vi dico che chiunque lo offenda e non giunga a far tutto quello che può
per riceverlo come tale, si risparmi d’importunarlo perché gli si dia a
conoscere. Ha appena adempiuto al precetto della Chiesa, che torna a
casa sua e fa in modo di cacciarlo da essa. Infatti, costui, se rientra
in sé, è solo per pensare alle vanità del mondo in presenza di lui.
(S.
Teresa d’Avila)
...
SS. Comunione, quante cose direi di Te! Una mattina, mentre la Comunità
riceveva Gesù Eucaristico, io ebbi un soave pensiero, una mite luce, ma
con tanta spontaneità e tenerezza di cuore.
(Beata
Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)
LA COMUNIONE EUCARISTICA
Presenza di Dio
Soave ricordo di fanciullezza
O
Santissima Comunione! Quand' ero ancora piccina e ancora non mi s'era
dato Gesù, accoglievo la mamma mia dal ritorno della SS. Comunione,
quasi alla soglia di casa, e, spingendo i piedi per arrivare fino a lei,
le dicevo: “A me pure il Signore!” . Mamma si abbassava con affetto e
fiatava sulle mie labbra. Io subito la lasciavo, e incrociando e
stringendo le mani al petto, piena di gioia e di fede, ripetevo
saltellando: “ lo pure ho il Signore; io pure ho il Signore! ” .
Comunione: gioia suprema
AverTi in cuore, possederTi, mio Dio: ecco la somma felicità dell'anima
mia in questo esilio! No, non v'è gioia maggiore, ne mezzo più salutare!
Io intendevo già come fosse grande l'unione che passa fra Gesù e
l'anima, che L'ha ricevuto. Mi pare poter dire, di non avere lasciato,
in tutta la mia vita, una sola Comunione. E' da questo intimo amplesso
dell'anima con Gesù che sorge quella gran sete e brama d'unione con Dio.
Veramente frutto massimo della S. Comunione ben fatta è l'unione divina.
Comunione: tesoro inestimabile
Vivi
desideri eucaristici
Quand'ero in famiglia, uscendo la sera a passeggio e mirando attraverso
le vie, le Chiese del mio Gesù e Lui cibo divino conservato per le
anime, mi sarei involata dal fianco dei miei e, come cagnolino, mi sarei
rannicchiata alla porta della chiesa, e là, beatissima, avrei trascorsa
tutta la notte, attendendo l'ora che mi si aprisse e mi si desse Gesù.
Pensavo con tutta semplicità: “ Come potranno dormire le Religiose,
avendo in casa lo stesso Dio - Gesù, cibo per il domani? ”. Oh, stupore!
Affacciarsi ad una grata, mirare fra tanto silenzio la piccola Custodia
e dire: “ Gesù è qua! ”, non v'è da morire?
Effusione eucaristica
Comunioni senza ringraziamento
Pratica eucaristica
(Beata
Maria Candida dell'Eucaristia, Colloqui Eucaristici)
TI CHIAMA
DAL TABERNACOLO
Come
vorrei che ogni mia lettera ti portasse una piccola scintilla d’amore
divino! Quanto sarei felice se potessi innamorarti del mio Gesù! Egli ti
chiama dal tabernacolo. È un Dio che non ha bisogno di te e nondimeno
muore di amore per te, mia « Gordita », e tu non andrai a liberarlo
dalla prigione dove si è imprigionato per te? (22-VI-1919).
Quando avrò il grande piacere di sapere che la mia « Gordita », prima di
cominciare a studiare, va a ricevere il Signore che la sta aspettando
dall’eternità? (22-VII-1919).
Perché non ti comunichi ogni giorno? Tu stessa hai visto che quando
ricevi la comunione sei migliore. Se non senti il fervore, ogni
comunione l’andrà aumentando. Che gran pena mi fa il pensare che così
poche anime sanno apprezzare il valore di comunicarsi! Credimi che
quando ricevo la comunione mi sento tanto felice e che mi pare di non
stare sulla terra ma in cielo. Gesù ed io ci amiamo. Egli,
infinitamente, io con tutte le forze dell’anima, e non gli posso dire
altro che lo amo, stringendo il suo cuore di Dio al mio così miserabile.
Quando ci si è alimentati con la sua carne divina, che indebolimento può
sentire l’anima nostra nel cammino del dovere? (17-VIII-1919).
(Santa
Teresa de Los Andes)
DESIDERI PRESSO IL TABERNACOLO
Quanto t’invidio, chiavetta, ogni giorno, tu che puoi aprire il
carcere dell’Eucaristia, dove risiede il Dio d’amore. Ma, gran miracolo,
con un solo émpito della mia fede anch’io posso aprire il tabernacolo, e
nascondermi presso il divino Re.
Vorrei, consumandomi vicino a Dio, nel santuario, brillare sempre
misteriosamente, come fa la lampada del tabernacolo. Oh gioia!
sono in me tali fiamme che posso guadagnar tutti i giorni molte anime a
Gesù, infocarle del suo amore...
Io
t’invidio ad ogni alba, santa pietra dell’altare! L’Eterno vuole
nascere su di te, come già nella grotta benedetta. Ascolta l’umile mia
preghiera: vienmi nell’anima, dolce Salvatore: non fredda pietra
troverai, ma il sospiro del tuo Cuore.
O
corporale festeggiato dagli Angeli, quanto t’invidio! Vedo Gesù
su di te, il mio solo tesoro, come lo fu nell’umili sue fasce. Vergine
Maria, cambia il mio cuore in un lindo e bel corporale, per ricevere
l’ostia candida dove si cela l’Agnello tuo dolce.
T’invidio, santa patena su cui riposa Gesù! Voglia la sua
infinita grandezza degnarsi di me, della mia bassezza... Gesù, prima che
il mio esilio sia al tramonto, consola la mia speranza, già viene in me:
in sua presenza io sono un vivente ostensorio.
E
vorrei essere il calice del Sangue divino che adoro. Ma nella
santa Messa io posso raccoglierlo ogni mattina. La mia anima è più cara
a Gesù dei ricchi calici d’oro: e l’altare è un nuovo Calvario dove il
suo Sangue cola ancora per me.
Gesù, sacra, santissima vite, tu sai bene ch’io sono quel grappolo
aureo che dovrà scomparire per te. Nello strettoio del dolore ti
proverò l’amor mio. Non voglio altra gioia che l’immolazione quotidiana.
Sorte felice! Io sono scelta fra i chicchi di puro frumento che
devono perdere la vita per Gesù: quale rapimento! Sono la tua sposa
diletta, mio Benamato, vieni a vivere in me. Vieni, m’ha vinta la tua
bellezza, degnati di trasformarmi in te!
(Santa
Teresa di Gesù Bambino)
LA SANTA EUCARISTIA
L’Eucaristia è il colmo dell’amore divino.
Qui Gesù noi ci dà solo i suoi meriti e i suoi dolori, ma tutto se
stesso. Solo un Dio poteva concepire una cosa simile, una così intima
unione. Dopo la Comunione, Gesù e l’anima non formano più che una cosa
sola, si fondono insieme come due pezzi di cera. In questo sacramento
Gesù tocca il vertice della Passione. Durante l’agonia nell’orto degli
olivi, il sudore di sangue che lascia stremato Gesù, è causato
dall’ingratitudine degli uomini verso il suo adorabile sacramento,
sublime invenzione del suo amore. Certo, non è la croce, non è la morte
che spaventa il Cuore di Gesù, ma questa ingratitudine del mondo. Tre
cose sono ammirabili nell’istituzione dell’Eucaristia:
1. Il dono che ci fa Gesù.
2. Il momento in cui Gesù ci fa questo
dono, mentre un popolo preso dal furore trama la sua morte.
3. Il motivo per cui Gesù ci fa questo
dono. Per guadagnare i nostri cuori, per mostrarci il suo amore, per
conquistare il nostro!
Carmelo di Digione, 14 giugno [1903]
Reverendo,
mi
sembra che nulla ci dica l’amore che è nel cuore di Dio più
dell’Eucaristia. È l’unione consumata, è lui in noi e noi in lui, e non
le sembra che questo sia il cielo sulla terra? Il cielo nella fede, in
attesa della Visione faccia a faccia: allora « saremo saziati, quando
apparirà la sua gloria », quando lo vedremo nella sua luce. Non le pare
che sia un riposo per l’anima pensare a questo incontro, a questo
trovarsi con colui che essa unicamente ama? Allora tutto sparisce e
sembra che ci s’inoltri ormai nel mistero di Dio!... È talmente « nostro
» tutto questo mistero, come mi diceva nella sua lettera! Confido nelle
sue preghiere per poter vivere la mia parte di sposa ed essere tutta
disponibile e vigilante nella fede affinché il Maestro possa condurmi
dovunque vorrà. Vorrei tenermi incessantemente accanto a colui che
conosce ogni mistero per sapere tutto da lui. « Il linguaggio del Verbo
è l’infusione stessa del dono ». Oh sì, certo, è così che egli parla
alle nostre anime, nel silenzio, e per me questo caro silenzio è una
vera beatitudine.
Dall’Ascensione alla Pentecoste, siamo state in ritiro, nel cenacolo,
nell’attesa dello Spirito Santo. Sono stati giorni stupendi! Durante
tutta questa ottava, abbiamo il SS.mo Sacramento esposto nell’oratorio e
trascorriamo ore divine in questo angoletto di cielo dove, sotto le
umili apparenze dell’Ostia, possediamo, nella sostanza, la visione dei
Beati. Sì, è pur sempre lo stesso Dio che essi contemplano nello
splendore del cielo e noi nella fede. L’altro giorno mi hanno scritto un
pensiero tanto bello che desideravo farle conoscere: « La fede è il
faccia a faccia nelle tenebre ». Perché non accade a noi come ai Santi
dal momento che Dio è in noi e non chiede altro che di attirarci a sé,
come ha fatto con loro? Ma essi erano sempre attenti, come dice il P.
Vallée: « Essi tacciono, si raccolgono e non si danno all’attività se
non per essere in grado di ricevere sempre ». Uniamoci dunque,
reverendo, per fare la felicità di colui che ci ha « troppo amato »,
come dice S. Paolo. Prepariamogli nella nostra anima una dimora tutta
serena in cui risuoni sempre il cantico dell’amore, del ringraziamento,
e vi regni inoltre quel silenzio solenne che è l’eco di quello che è in
Dio!...
Avviciniamoci poi anche, come lei stesso mi diceva, alla Vergine tutta
pura, tutta luminosa, affinché ci introduca in colui che essa penetra
così profondamente, e la nostra vita divenga così una continua
comunione, tutta un moto spontaneo verso Dio.
(Beata
Elisabetta della Trinità)
O prezioso e meraviglioso convito!
Dalle «Opere» di san Tommaso d'Aquino,
dottore della Chiesa
A me sembrò che quel Corpo adorabilissimo, che il sacerdote posava sulle
labbra delle mie Consorelle, fosse come un preziosissimo sale posto in
noi per evitare la corruzione, ogni corruzione, e custodirci intatte,
anzi impreziosirci! Chi stenterà ad asserire, o Gesù mio, che lo
dobbiamo soltanto a Te se le passioni, che portiamo in germe, non
salgono fino all'anima nostra e non vengono a corromperci? Se dinnanzi
alle rivolte dell' "io", della natura; se allo spuntar di tante miserie,
che sembravano distrutte, noi possiamo sollevarci a Te e calcare ogni
passione, non è, o Signore, per la virtù della tua Carne divina, ch'è
stata nostro cibo e ch'è venuta a custodirci per la vita eterna? Signore
Gesù, noi dobbiamo tutto a Te!
lo ti benedico, o mio Dio e mio Signore, per avere inventato,
nell'eccesso della tua carità, un mezzo tenerissimo per donarTi tutto a
me e lasciarTi possedere interamente. Che dico? Tu ed io restiamo come
fusi insieme. Solo allora l' anima s'appaga e solo così la vita mi è
possibile!
Comunione: unione!
Caro Gesù, sei Tu che vieni a spegnere ogni inclinazione, ogni desiderio
che non è soprannaturale. Sei Tu che vieni a smorzare ogni passione, a
dare morte all'io. E' con vero trasporto che l'anima, reclinando sul tuo
seno, ripete fiduciosa: “ O mio Gesù, uccidimi e dammi vita!
Addormentami e svegliami! ”
Quale trasformazione nelle anime che sempre si comunicano! Quale
fusione, quale unione con Gesù! - Non sono più creature terrene; e lo
stupore è grande a contemplarle. Non hanno più nulla di terra. Tutto ciò
che è di questo mondo è così estraneo e opposto ai loro sentimenti che
le si crederebbero già trasportate in regioni celesti. Non hanno più
gusto per cosa alcuna che non sia Gesù e per Gesù, e abbraccerebbero
piuttosto essere sbranate dalle fiere che partecipare ad una sola delle
terrene follie. - Mio Dio, mio Dio! Come può essere tale trasformazione
in creature di fango? Tutto ciò che bramano è trovarsi con Te, perdersi
in Te, diventare con Te una sola cosa. Tutto il loro gusto è per la
solitudine, per il silenzio, per l'orazione, per il Tuo Tabernacolo, o
Signore! Quale purezza, quale profumo di Te! Non si può che confessare
la potenza delle operazioni tue, o Amor Sacramentato! Pure la lode, il
sacro salmeggiare ai tuoi piè, o Signore, ha delle dolcezze, a volte, sì
intime e profonde che non vale la lingua a narrarle. Per noi l'angolo
più oscuro e nascosto che dà il Tabernacolo, è Cielo, è tutto! Quale
dolcezza, quale felicità, anche quando si è fredde! Venissero a dirci: “
Ecco, è qua tuo padre, la tua mamma, i tuoi cari, pur tanto teneramente
amati. Ecco, è qua un gran Santo, una gran Santa, tuoi Protettori ” .
No, nessuna cosa saprebbe attrarci più di quella calamita fortissima e
pur nascosta; nessuna cosa saprebbe toglierci ne varrebbe a strapparci
dal nostro nascondiglio, da quell'angolo oscuro e misero, dove
conversiamo con Gesù, poiché per noi è Cielo e per noi vale più che
tutte le regge dorate. Tanto è vero, o Signore, che T'amiamo sopra tutte
le cose! Signore, tutta questa attrazione è perché ci comunichiamo! Le
anime che non si comunicano non possono ben sentire e amare l' Amore
Sacramentato!
O Comunione santissima! Che cosa vorrei dire di Te! MirarTi, o Gesù
Eucaristia, è Cielo! Ma se non potessimo riceverTi, diverrebbe
Purgatorio! Quante volte, anche al principio della mia vita religiosa,
trovandomi ai piedi di Gesù, specie la sera, e mirando il Tabernacolo,
io aspiro la felicità purissima. Girando poi lo sguardo a tutte le
bellezze, a tutte le grandezze, a tutti gli splendori della terra, e
riposandolo di nuovo sul santo Tabernacolo, io sento, io esclamo che
tutto è vuoto, che non v'è tesoro più grande, più delizioso di quello
che io possiedo e che è tutto là! No, nessuno può possedere più di me;
non v'è altro tesoro! Quanto io sono ricca e beata! Il Tesoro divino che
racchiudono le grandi basiliche nei preziosissimi tabernacoli, non è
superiore a quello che possiede la nostra umile chiesina: il nostro
modesto Tabernacolo! Il Cielo stesso non possiede di più. Quell'unico
tesoro è qua, è mio, è Iddio! Veramente, sì veramente: “Mio Dio e mio
Tutto!”.
Gesù, che cosa Ti daremo noi per tanto dono? Come hai fatto bene a
rimanere in noi! Che faremo noi senza di Te? Veramente per Te, solo per
Te, il deserto della vita ha trovato oasi deliziosissima Gesù
Eucaristia, Tu mi hai fatta per Te e per Te tutta io Sono! Misericordia
eterna, io Ti ringrazio per il favore immenso che Tu mi hai fatto e mi
fai di non familiarizzarmi con Te, così da perdere quel gran rispetto
che Ti devo, e di rendermi come abituali i grandi atti della nostra
devozione. Appunto perchè sei sempre qua, io sento il bisogno di più
annichilirmi al tuo cospetto; appunto perchè Ti ricevetti ieri, oggi
sento il bisogno, nel comunicarmi, di sprofondarmi di più nel mio nulla,
di ammirare di più la tua munificenza, la tua bontà. Vorrei incenerirmi,
polverizzare tutto il mio essere! Vorrei! Quante cose vorrei! E le
lacrime di tenera commozione ne bagnano i miei occhi. Vorrei trattenermi
di più con Te in ringraziamento, perché sei venuto di nuovo. “ No, non
posso abituarmi ai tuoi doni - esclamo - Grazie, Gesù! ”.
Quante lacrime verserebbe il mio cuore, quale martirio prova quando vede
le SS. Comunioni lasciate quasi senza ringraziamento, o fatte quasi per
abitudine. Gesù, Gesù! Io spero di sbagliarmi in ciò, ma l'amore che Ti
porto m'ha fatto intravedere tante volte i freddi trattamenti che Tu
ricevi in ricambio del tuo gran dono! Oh strazio! Tu sai tutto di tutta
la mia vita, per Te Eucaristia! Perchè sei celato, perchè sei troppo
buono, come Ti si tratta, come Ti si corrisponde, o Gesù! Quale frutto
possono arrecare all' anima quelle SS. Comunioni fatte senza debito
ringraziamento? E' al calore d'un amoroso rendimento di grazie che
sbocciano nell'anima affetti, sentimenti, disposizioni simili ai tuoi, o
Gesù. E' allora che l'unione veramente s'alimenta e si stabilisce.
Concedimi, o Gesù, anime che si comunichino per amore, con amore, che
facciano il possibile per dare tempo - il più che possono - al
rendimento di grazie, ed io Ti darò, o Diletto, in breve, anime
appassionate di Te, ferme nel dono di sé e sinceramente date al lavoro
della propria santificazione. Sperimentino tutti, o Gesù, ciò che sorge
dalle Comunioni ben fatte, ciò che sai e vuoi dare Tu quando scendi nei
nostri petti. Senza dubbio, o Gesù, se gli occhi amorosamente si serrano
per mirare Te, se ogni senso tace, se ogni estraneo pensiero è
raffrenato, non opererai Tu? - Tu che passasti quaggiù facendo del bene,
passerai come estraneo e senza largire le tue misericordie nella terra
delle anime nostre ?
Gesù, come vorrei farmi intendere! Come vorrei essere l'apostola della
S. Comunione! Come vorrei che tutti ne facessero la prova! Perdonami,
Gesù, se fallo. Ma se io sapessi delle anime che non hanno altro tempo
da disporre per Te, per la loro anima, per la preghiera che mezz'ora,
che dieci minuti al giorno, quella mezza ora, quei dieci minuti io non
li impiegherei altro che per la S. Comunione. - Gesù Eucaristia, che
della mia vita sei stato “ l'amore ed anche il martirio ”, ricordati che
nei miei immensi sacrifici, nelle mie torture, soffrendo e lacrimando,
ho inteso propagare l'amore di Te, il conoscimento di Te, la santa
follia per la S. Comunione per Te, Prigioniero abbandonato! Ricordati
che ho inteso seminare Te! Venga il tuo Regno Eucaristico!
Mi ricorderò con amore della S. Comunione fatta e di quella che mi
attende. Pregherò che le Comunioni siano ben fatte. Farò spesso con
tenerezza la Comunione spirituale.
(Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect. 1-4)
L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità,
assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, déi.
Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì
infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull'altare della croce
per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere
come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù,
fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine,
un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il
suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane
e del vino.
O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e
gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci
vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge
antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più
sublime di questo sacramento? Nessun sacramento in realtà é più salutare
di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone
disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali.
Nella Chiesa l'Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché
giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.
Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo
di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa
memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua
passione. Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata
la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre.
L'Eucaristia é il memoriale della passione, il compimento delle figure
dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal
Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.