Interno |
Monastero delle Monache
Enna
San Marco
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Il chiostro del monastero
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STORIA
E' fin dal secolo XV che l'Ordine del Carmelo è presente a Enna. Nella prima metà del 1400 un convento di frati carmelitani esisteva presso la chiesa di S. Giacomo, trasferiti nel 1469 presso la chiesetta dell'Annunziata, detta del Carmine. Nel 1872 tutto divenne proprietà dell'ospedale civile. Anche un monastero di carmelitane sorse a Enna verso la fine del 1400, chiamato San Marco alle Vergini. Nel 1530 due monache lasciarono San Marco e insieme a due benedettine fondarono un secondo monastero carmelitano, detto S. Maria del Popolo. Nel 1866, anno della soppressione delle case religiose, le monache di questo monastero si riunirono a quelle di S. Marco, che avevano ottenuto di restare nel loro monastero fino all'estinzione dell'ultima di loro.
Verso la fine del 1800, una delle educande ospiti di S. Marco, Mariannina Litteri, sognava di far risorgere appena possibile questo monastero, adottando però le Costituzione della Riforma di S. Teresa. A questo progetto destinò formalmente l'eredità paterna, abbastanza cospicua. Ma nel 1914 morì. Le due sue compagne, Luigina Porrello e Giuseppina Spina, depositarie ed esecutrici del suo testamento, si diedero da fare per realizzare quel progetto. Superati gli anni della I Guerra Mondiale, nel 1923, con l'aiuto di alcuni sacerdoti, costituirono la "Società Anonima per Azioni S. Marco". Così poterono comprare dal Comune parte dei locali dell'antico monastero, messo all'asta dopo la morte dell'ultima monaca, e dove le due signorine già abitavano con alcune educande. Più volte si rivolsero poi al Superiore Generale dei Carmelitani Scalzi, P. Guglielmo di S. Alberto, che finalmente, nel 1927, invitò a interessarsi della faccenda P. Adeodato di S. Giuseppe (poi Cardinale Piazza), Procuratore dell'Ordine, e in quel momento Visitatore Apostolico delle Canossiane in Sicilia. La relazione del P. Adeodato fu del tutto positiva, per cui già nel febbraio 1927 il P. Generale ordinò alla Madre Immacolata di S. Giuseppe, che allora era Priora nel nuovo monastero di Chiaramonte Gulfi, di occuparsi di questa seconda fondazione. Essa più volte andò a Enna per seguire i lavori di adattamento degli antichi locali e la costruzione di un nuovo piano per le celle, finché il 9 marzo 1931 vi poté stabilirsi insieme a una monaca di Chiaramonte e due inviate da Madre Candida da Ragusa. Il 12 marzo 1931 si celebrò l'inaugurazione del nuovo monastero con la S. Messa solenne celebrata dal P. Procuratore Generale, che ora è P. Eugenio di S. Giovanni della Croce. La prima elezione canonica della Priora si poté fare solo nel 1937 e fu eletta Madre Immacolata, che verrà eletta anche nei due successivi trienni. Sarà poi ancora Priora nel 1950-56 e nel 1959-65. Luigina Porrello, che tanto aveva lavorato per questa fondazione, fu la prima novizia accolta in monastero, alla bella età di 72 anni. Come in passato il monastero si manteneva con il lavoro delle stesse monache, che si distinguevano in artistici ricami e nella confezione di conserve e di dolci tipici, così anche oggi le monache lavorano producendo le ostie per le chiese delle Diocesi vicine.
Un culto particolare al Sacro Cuore di Gesù caratterizza la vita spirituale del monastero di S. Marco e di tanti devoti della città. É una tradizione che risale alla fine del 1700, da quando il Can. Vincenzo Petroso, Priore della Chiesa Madre, regalò al monastero, dove vivevano due sue sorelle, un quadro del Sacro Cuore, dipinto da lui
stesso. Da alcuni decenni questa solennità non viene più preparata come prima da un mese intero di predicazione, almeno a S. Marco, ma da un triduo con la Messa. In queste sere la chiesa è strapiena e a partecipare sono anche i vari gruppi giovanili che animano la liturgia. Il venerdì della solennità il SS. Sacramento resta esposto all'adorazione per tutto il giorno.
Sr. M. Immacolata di S. Giuseppe, Priora a Ragusa, fonderà il monastero di Chiaramonte Gulfi e da qui partirà per fondare, nel 1931, il monastero di Enna, dove più volte sarà guida della comunità. Morì santamente in questo monastero il 3 marzo del 1968. Aveva una devozione tutta filiale per S. Giuseppe, che lei chiamava "il mio caro Padre" e a lui si rivolgeva con fiducia in ogni necessità. Il 19 marzo 1932 consacrò la comunità a lui "in modo speciale", impegnandola a una preghiera quotidiana al Santo Protettore, così come aveva fatto a Ragusa e a Chiaramonte.