|
Monastero delle Monache Ragusa S. Teresa di Gesù
|
|
STORIA
La prima "fondatrice" delle Carmelitane Scalze a Ragusa, Suor Giovanna della Croce, attribuisce l'idea di fondare a Ragusa un monastero teresiano a una ispirazione avuta all'età di 7 - 8 anni. A vent'anni si consacrò in privato al Signore. Nel 1890 la sua sorella Maria, già monaca benedettina a Ragusa Ibla, entrò nel monastero delle Carmelitane Scalze di Chiaramonte dove resterà per quattro anni; durante questo periodo Marianna Vitale ebbe occasione di conoscere il Carmelo teresiano e di averne in mano le Costituzioni. Intanto aderì tra le prime al Terz'Ordine Carmelitano fondato a Ragusa nel 1898. Pian piano attorno a lei andò formandosi un gruppetto di "aspiranti" alla vita monastica carmelitana, che, il 19 giugno 1904, mettendo insieme la dote della Vitale e i risparmi delle altre, cominciarono a concretizzare l'idea di un monastero comprando un terreno. Senza aspettare di aver costruito il monastero in cinque cominciarono a vivere insieme in alcune stanze dell'Istituto del S. Cuore, offerte loro dalla fondatrice, la Beata Schininà. Mons. Luigi Bignami, che già aveva in animo di fondare in Diocesi un monastero di Carmelitane di S. Teresa, le favorì molto e incaricò il canonico Bonaventura Melfi di guidare e assistere quel gruppo di volenterose, mentre ne diventava confessore un giovane e pio sacerdote, P. Giorgio La Perla. Ben presto si unirono al primo gruppo altre signorine. Nel 1907 si pose la prima pietra del nuovo monastero che il 5 ottobre del 1908 poteva essere inaugurato, intitolato a Santa Teresa di Gesù. Mentre si completava la costruzione del monastero, ci si mosse a vari livelli per ottenere tutti i riconoscimenti da parte dell'Ordine e della S. Sede. I Superiori dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi si mostrarono subito ben disposti e invitarono a rivolgersi al Ven. Mons. Antonio Intreccialagli, Carmelitano scalzo, allora Vescovo di Caltanissetta. Egli, insieme al Vescovo di Siracusa, si diede da fare per ottenere che i Superiori mandassero almeno due monache scalze da un altro monastero per la migliore formazione carmelitana di tutte le sorelle. Nel 1911 due monache del monastero di Arco Mirelli di Napoli, arrivarono a Ragusa. Erano Sr. Maria Immacolata di S. Giuseppe, designata come priora, e Sr. Maria Letizia del S. Cuore. Vennero accompagnate dallo stesso P. Generale dell'Ordine, P. Luca di Maria SS. e dal P. Domenico del SS. Sacramento, che avevano con sé anche il rescritto della S. Sede per l'erezione canonica del monastero, con data 21 agosto 1911. Il 25 settembre 1919 entrò nel Carmelo di Ragusa Maria Barba di Palermo, che farà la vestizione, con il nome di Sr. Maria Candida dell'Eucaristia. Il 23 aprile 1924 Sr. M. Candida fece la Professione solenne e solo sei mesi dopo venne eletta Priora. La Madre M. Immacolata, insieme ad altre cinque sorelle, si preparava a lasciare definitivamente Ragusa per la fondazione del nuovo monastero di Chiaramonte Gulfi.
Per la ristrettezza degli ambienti Madre Candida propose ai Superiori la costruzione di un monastero tutto nuovo, in un terreno allora isolato, dall'altra parte della valle, nella zona dei Cappuccini, detta "Cozzo di stella". Il Consiglio Generale dell'Ordine approvò l'idea già nel 1931 e il 30 ottobre 1937 l'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Ettore Baranzini, inaugurò il nuovo monastero.
La Chiesa attigua al monastero, dedicata a S. Teresa, verrà consacrata dallo stesso Arcivescovo il 9 luglio 1939. In vista della Beatificazione della Madre Candida dell'Eucaristia, la Chiesa è stata totalmente ristrutturata. Nell'abside sono stati riportati alla luce, dopo lungo e paziente restauro, gli affreschi ordinati nel 1937 dalla Beata al pittore ragusano Salvatore Cascone. Essi raffigurano in alto l'Eterno Padre, che volge lo sguardo al Figlio, il Cristo Pantocratore, presentato in atteggiamento adorante tra la Madonna e San Giuseppe; in basso, al centro Santa Teresa di Gesù e, ai lati, il Profeta Elia e San Giovanni della Croce.
Presso l'altare si trova la statua in bronzo raffigurante la Beata Madre Maria Candida. L'opera, realizzata da Giovanni Di Natale, mostra la Madre appena spirata, inabissata in un sonno contemplativo - orante e tuttavia attenta a interloquire con chi la guarda. Ella pare invitare ad affidare a lei le nostre suppliche al cielo, maternamente pronta ad intercedere per noi, con Gesù presso il Padre.