Monastero delle Monache (SR) Canicattini Bagni Madre di Dio e S. Teresa di Gesù Bambino |
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STORIA
MONASTERO
DI MONTE CARMELO (DEL RITIRO)
Di fronte alla chiesa del Carmine, nella stessa piazzetta, nel 1718, per opera della nobile Carmela Montalto, fu fondata una "casa di ritiro" per religiose, costituita come monastero di clausura nel 1729. La fondatrice, che prese il nome di Sr. Carmela della SS. Trinità, fu famosa per santità di vita e per fenomeni mistici. Si narra che per 28 quaresime e per tre anni continui si è nutrita solo dell'Eucaristia, senza toccare altro cibo o bevanda. Morì all'età di 90 anni.
Dopo
la soppressione delle case religiose, le monache riuscirono a restare nel
monastero fino al 1890, poi esso divenne scuola di arti e mestieri.
L'ANTICO
MONASTERO
La
presenza delle Carmelitane Scalze nella città di Siracusa risale alla metà
del XVII secolo. La fondazione fu voluta dal vescovo Capoblanco, grande
propagatore dei monasteri teresiani. Egli fece venire dal Carmelo di Comiso
quattro monache e trasformò in monastero un beaterio già esistente in Via
Maestranza. Secondo una iscrizione posta sulla facciata di quella che una
volta era la chiesa del monastero stesso, dedicata al SS. Salvatore, il
monastero fu fondato nel 1652 ed esistette per circa 150 anni. In via
Maestranza è ancora visibile la facciata della chiesa con un portale stile
barocco, sovrastato dallo stemma carmelitano, e un rosone, ora trasformato in
finestra, aggiunti ad una struttura rinascimentale anteriore. Da altre fonti
sappiamo che nel monastero delle Carmelitane Scalze si festeggiava con grande
solennità la festa del S.
Cuore di Gesù, nella domenica dopo l'ottava del Corpus Domini. Nella notte di
Pasqua - 12 aprile 1800 - un pauroso incendio devastò il monastero.
Le
Carmelitane Scalze furono costrette a trasferirsi nel monastero benedettino di
Montevergine e poi in quello dell' Annunziata, della regola di San Bernardo e
lì fu eretto un altare a Santa Teresa.
Sembra
che le due comunità continuassero ad osservare ciascuna la propria regola
finché il monastero fu soppresso nel 1873,
NUOVA FONDAZIONE
La nostra nuova fondazione fu fatta nel 1950, ancora su richiesta dell'Arcivescovo di Siracusa e per desiderio del clero. Alla morte della signorina Lucia Zivillica, che aveva destinato i suoi beni alla fondazione di un monastero a Siracusa, il can. Carmelo Gentile, suo direttore spirituale ed esecutore testamentario, si occupò della fondazione. Fu acquistato un terreno isolato, con un bel panorama, in Via Akradina, alla periferia della città, vicino alle storiche latomie dei Cappuccini. I Superiori dell'Ordine affidarono la fondazione alle Carmelitane Scalze di Ragusa. Il 19 ottobre 1947 fu posta la prima pietra. Fondatrice e Priora era stata designata Madre Maria Candida dell'Eucaristia, ora Beata, la quale si occupò della fondazione con fatica e amore e venne tre volte a Siracusa per controllare i lavori di costruzione.
Dopo la sua santa morte fu la Madre Maria Ines di Gesù (Elena Floridia), allora priora del monastero di Ragusa, a continuare l'opera iniziata dalla Madre Maria Candida. Il 15 marzo 1950, insieme ad una consorella, venne a Siracusa e con molta pazienza riuscì ad ottenere che i lavori fossero ultimati.
Finalmente
il 22 aprile 1950 si poté inaugurare il minuscolo monastero. La mattina le
sei monache fondatrici partirono da
Ragusa; ad esse si era aggiunta la prima postulante. Nel pomeriggio, una bella
processione si snodò dalla chiesa dei Cappuccini verso il monastero.
L'Arcivescovo mons. Ettore Baranzini portava
il SS. Sacramento, seguivano le monache
accompagnate dal clero e da una grande folla in festa. Il 16 maggio 1950
l'Arcivescovo eresse canonicamente il monastero e pose la clausura. Furono
nominate titolari Santa Teresa di Gesù e Santa Teresa di Gesù Bambino.
Nel
1952, essendo sopravvenuta alla priora una totale sordità, padre Angelo dello
Spirito Santo ottenne dalla Santa Sede un rescritto per far trasferire a
Siracusa la Priora del Monastero di Verona, Madre Maria
Pia dell'Incarnazione (Rachele Sapio), di Licata (AG).
La
costruzione del monastero era stata realizzata solo in parte, per mancanza di
mezzi. C'erano soltanto sei celle, mancava un vero orto; la comunità viveva
in grande povertà. Sotto la guida della Madre Maria Pia il monastero si
consolidò, fiorirono le vocazioni e fu ultimata la costruzione.
Nel 1968, essendo sorta accanto al monastero la cittadella dello sport, e non essendoci più silenzio, si decise di approfittare dei ripetuti inviti dell'ing. Adolfo Bordone e della moglie di costruire un nuovo monastero nella loro proprietà, a Belvedere di Siracusa. La comunità si trasferì il 23 dicembre 1969; nello stesso pomeriggio l' Arcivescovo mons. Giuseppe Bonfiglioli celebrò la Santa Messa e pose il SS. Sacramento nel tabernacolo. Il 30 giugno fu inaugurato il monastero e fu consacrata la Chiesa dedicata alla SS. Trinità.
In
seguito al terremoto del 1990, che danneggiò l'edificio, l'Arcivescovo mons.
Giuseppe
Costanzo, fece costruire un nuovo monastero a Canicattini. Le monache vi si
trasferirono il 27 settembre 1994 e il 14 ottobre l'Arcivescovo consacrò la
chiesa, dedicata all'Annunciazione, mentre il titolo del monastero è
"Maria Madre di
Madre Maria Pia dell'Incarnazione (Rachele Sapio) è una figura ricca da guardare sotto vari aspetti. Dell'educatrice e della guida rivelò le qualità umane e soprannaturali: a cominciare da quando - bambina - intratteneva i fratellini, che pendevano dalle sue labbra, fino a quando - anziana - donava un consiglio o un orientamento.
Rachele nacque a Licata (AG) il 7-12-1908 primogenita di sette figli. Era generosa e intraprendente a casa e poi in collegio, dove ebbe chiara la chiamata di Dio alla consacrazione religiosa. Appena trentenne fu nominata dal padre Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica, direttrice del collegio universitario "Marianum".
Era stata Armida Barelli, la fondatrice della G. F. di Azione Cattolica, a "scoprirla" e ad invitarla a Milano al Centro nazionale della G. F. con ruoli direttivi e formativi.
Al "Marianum" il rapporto con le studentesse fu molto bello. Padre Gemelli le aveva raccomandato di "creare l'ambiente". Lei vi si impegnò con la ricchezza delle sue iniziative, rispettando insieme il cammino spirituale di ciascuna; al Padre, che le chiedeva informazioni su chi di esse ricevesse spesso i sacramenti, osò rispondere che di ciò non era disposta a fare resoconti. Nel '41, avendo sempre più chiara la sua vocazione contemplativa, entrò al Carmelo di Verona. Dopo gli anni di formazione carmelitana, fu nominata maestra delle novizie e poi priora. Nel novembre del '52 fu mandata nel monastero di Siracusa che, fondato due anni prima, si trovava in gravi difficoltà.
La Madre diede alla giovane comunità basi salde, lanciandola verso un' intensa vita spirituale, fatta anzitutto di approfondita conoscenza dei misteri di Dio e di lettura della Bibbia. Era materna ma forte, capace di dare fiducia ed entusiasmo, di intuire, di accompagnare ciascuna secondo la propria personalità e il particolare disegno di Dio. Mirava a tenere alto l'ideale e lo stile di vita, ma sapeva essere elastica e fare le eccezioni che la carità e il buon senso le consigliavano. Non erano solo le sue parole ad educare, ma da tutta la sua persona traspariva la sua viva relazione con Dio. E quel suo donarsi a tutti e a tutto per farGli piacere orientava e spingeva anche le altre. Nei rapporti epistolari e nei colloqui in parlatorio sosteneva e insieme dilatava il cuore nella certezza che il Padre «sa tutto, può tutto e ci ama».
«Cerco di fare del nostro Carmelo un focolare di carità», confidò. Una carità coraggiosa, che si estendeva anche ai poveri e che veniva subito ripagata dalla Provvidenza. La sua fede era caratterizzata da un forte senso della Signoria di Dio. Diceva: «Dio è tutto, merita tutto, ha diritto a tutto». Ma aveva anche un senso dolcissimo della Sua paternità.
«Piacere al Padre», come Gesù, «fare la sua volontà del momento presente», «vivere nel segreto del suo Volto»: questa purezza di sguardo e di intenzione viveva e non si stancava di inculcare. Detestava il formalismo e il perfezionismo, puntando sull' esercizio della fede, della speranza e della carità, non fondati sulle nostre forze, ma sulla sua grazia. «Questo affidarci rischiando - diceva - diventa vittoria di Dio nella nostra vita, riconoscimento della sua paternità». Aiutava a mettersi nella verità davanti a Dio: nell'umiltà fiduciosa della creatura che riconosce i propri difetti, ma sa di essere immensamente amata.
Questa fiducia sconfinata nel Padre, unita all' amore per Gesù Crocifisso e al desiderio di partecipare alla salvezza delle anime, la sostenne nelle dolorose prove familiari e nelle sofferenze fisiche e spirituali della sua lunga vita. Nel '68-70 si rese necessario il trasferimento a Belvedere; la chiesa del nuovo monastero fu consacrata alla SS. Trinità; lei ebbe in quella occasione una forte grazia trinitaria che segnò un particolare orientamento della sua vita interiore. In comunità si faceva amare, ma non era accentratrice; e terminato il compito del priorato era pronta a donarsi con gioia e semplicità, finché poté.
Fu operata nel '92, di carcinoma all'intestino. Gli anni seguenti furono caratterizzati da una forte sofferenza spirituale. In questo tempo il suo spirito apostolico raggiunse la massima dilatazione; la sera l'infermiera la sentiva ripetere: «tutti salvi, tutti santi!», mentre tracciava un gran segno di croce col suo Crocifisso.
Aveva sempre desiderato la piena conformità a Gesù, al suo annientamento e al suo silenzio. Il giorno di S. Giuseppe del 2001 una ischemia le tolse l'uso della parola. Da allora la sua vita passò nel silenzio di Dio e noi le stavamo accanto adorando il mistero della vita trinitaria nascosta in lei, che trapelava dalla serenità e dal pieno abbandono all'infermiera.
Il 22 maggio 2008 è spirata serenamente circondata dalla preghiera della comunità. Appena sepolta nel cimitero di Canicattini, alcuni amici ci hanno suggerito di chiedere che fosse tumulata nella chiesa come fondatrice. Ora le sue spoglie riposano nel suo monastero. E lei sembra ripeterci: «Rendere tutto al Padre, essere con Gesù Eucaristia vivente... è la vita del Carmelo».