Le Seconde Acque: Orazione di quiete
“Abbiamo dunque veduto con quanta fatica si innaffi il giardino quando
occorre cavar acqua dal pozzo a forza di braccia. Parliamo ora del
secondo modo di aver acqua preparato
dallo stesso padrone del giardino in maniera che il giardiniere, servendosi
di una ruota e di appositi canali, possa con minor lavoro avere acqua in
maggiore quantità. In tal modo può alquanto riposare senz’essere in
continuo lavoro. Intendo ora di applicare questo modo all’orazione che
chiamano di quiete”.
“A questo punto l’anima comincia a raccogliersi e già tocca il regno del soprannaturaIe...”
Quali sono i segni?
L’anima prova tanta dolcezza e non fa alcuna fatica a stare in orazione
anche a lungo. Ama ritirarsi in luoghi solitari e soprattutto non sente
alcuna attrattiva per i divertimenti mondani. Distingue bene l‘attività
della volontà dall’attività dell’intelletto e della fantasia.
Sperimenta che la volontà, sede dell’amore, aderisce pienamente a Dio
anche se non ne è consapevole e la fantasia la porta lontana. In questo
stato però ha bisogno di essere confermata o dall’esperienza dì qualche
anima amica a cui si confida o da un buon direttore spirituale esperto in
materia. Questo stato non è permanente ma va a periodi e lascia
nell’anima un dolce ricordo.
“Per amor di Dio, supplico le anime, giunte per
sua grazia a questo stato, di conoscersi bene e di tenersi in grande
stima, con un’ umile e santa presunzione, per non
ritornare alle cipolle di Egitto”.
Santa Teresa non nasconde la difficoltà che si può incontrare in questo
stato. Oltre al fatto di non poter incontrare persone che vivono la
medesima esperienza, non è facile trovare guide spirituali all’altezza
del loro compito. Ciò può portare allo smarrimento oppure ad abbandonare
l’orazione.
“Perciò raccomando molto di non mai lasciare l’orazione, perché con essa
si conosce il nostro stato, ci si pente dell’offesa fatta a Dio e si
acquista forza per rialzarci”.
“Questa specie dì orazione è come una scintilla di vero amore di Dio che
il Signore comincia ad accendere nell’anima. Però vuole che l’anima
intenda in che consista questo amore così pieno di delizie”.
Perché il Signore concede questa grazia?
Il Signore concede questa grazia come caparra di doni più grandi in
vista della missione a cui chiama
queste anime perché sembra che Dio le abbia scelte per giovare a molti,
specialmente in questi tempi in cui a sostegno dei deboli,
sono
necessari forti amici di Dio... Questa scintilla è il segno o il pegno
che Dio dà a questa persona prescelta per grandi cose, purchè essa si
prepari a riceverle.
È un grande dono, molto più grande di quanto io
possa dire... Ma ne sento un grande dispiacere, perché conosco molti che
giungono fin qui, ma sono pochi coloro che progrediscono come
dovrebbero...
Cosa si deve fare in questo stato?
Ciò che si deve tare quando viene data questa quiete è di starsene del
tutto sereni e senza agitarsi. Santa
Teresa chiama agitazione il voler a tutti i costi concettualizzare
questo
momento ricorrendo a ragionamenti
o a ricordi del nostro passato quasi
a dire a noi stessi che non meritiamo
questo dono. Se la persona non sa questo, perderà molto, specialmente
quando è di intelligenza viva, perché allora se si mette a tare
riflessioni e a fare ragionamenti, crederà di riuscire in qualcosa.
Benché possa giovare molto
l’esegesi biblica, prima
e durante l’orazione, qui durante questi momenti di orazione, a mio
parere, non è tanto necessaria, servirebbe solo a raffreddare la
volontà; perché allora l’intelletto, vedendosi vicino alla luce, si
ritrova in una grande chiarezza per cui perfino a me, che sono quello
che sono, sembra di essere un’altra.
E così stando in questa orazione di quiete, pur senza capire quasi
niente di ciò che recito in latino, specialmente del saIterio, mi è
accaduto non solo di capire il versetto così come fosse in castigliano,
ma di gustare più in profondità il senso del versetto.
Gusto di Dio o illusioni?
Il maligno o la nostra fantasia potrebbero trarci in inganno facendoci
gustare false sensazioni di quiete. Come fare per discernere? Prima dì
tutto non bisogna cercare tali momenti, ma piuttosto essere proclivi a
prendere la nostra croce quotidiana e seguire Gesù. Altri segni della
presenza del Signore
sono: un grande desiderio di continuare per la via dell’orazione e di
non abbandonarla mai, qualunque sia la fatica; impegno in tutto con
generosità; sicurezza, sia pure con umiltà e timore, di potersi salvare;
scompare dall’anima il timore servile e cresce molto il timore filiale;
comincia a nascere un amore di Dio molto disinteressato; desiderio di
momenti di solitudine per godere meglio di quel bene...
I disegni sono tratti dal libretto:
"Le 4 acque dell'Orazione di
Santa Teresa di Gesù"
Ed. Monte Carmelo
Villasmundo (SR)