"Se vuoi essere grande, fatti piccolo. Non desiderare la grandezza umana. Colui che oggi viene innalzato al cielo, sarà lasciato cadere domani".

Beata Mirjam di Gesù Crocifisso

 

Biografia

Mariam Baouardy nacque ad Abellin, (Cheffa - Amar, Galilea), tra Nazareth e Haifa, il 5 gennaio 1846, da genitori molto poveri ma altrettanto onesti e pii cristiani greco - cattolici. Rimasta orfana di entrambi i genitori a soli tre anni di età insieme al fratello Paolo, venne affidata ad uno zio paterno, che alcuni anni dopo si trasferì ad Alessandria d'Egitto. Qui Mariam fece la prima comunione. Non ricevette alcuna istruzione scolastica: era analfabeta. A tredici anni, per il desiderio di appartenere solo a Dio, rifiutò con fortezza il matrimonio che, secondo le consuetudini orientali, le aveva preparato lo zio. Nonostante persecuzioni e maltrattamenti, si separò dal giovane cui dodicenne era stata fidanzata. Il musulmano, in un momento di furore religioso, poiché ella si rifiutava di farsi maomettana, con una scimitarra la ferì gravemente alla gola: credutala morta, l'avvolse in un gran velo e la portò fuori città. Guarita miracolosamente dalla Madonna, apparsale in sogno, lavorò come domestica ad Alessandria, Gerusalemme, Beirut e Marsiglia. Qui, all'inizio della Quaresima del 1865, entrò dalle Suore della Compassione, ma ammalatasi dovette lasciare dopo due mesi. Fu poi accolta nell'Istituto delle Suore di San Giuseppe dell'Apparizione, ma dopo due anni di postulandato ne fu dimessa, a causa dei fatti straordinari della sua vita spirituale, più adatti alla vita contemplativa che a quella attiva. Già infatti erano iniziati quei fatti straordinari di cui la sua vita sarà piena: il 29 marzo 1867 per la prima volta aveva ricevuto le stigmate.

Il 14 giugno 1867 entrò come conversa nel Carmelo di Pau, in Francia. Il 21 agosto 1870, ancora novizia, partì per l'India, scelta come una delle sei fondatrici del Carmelo di Mangalore. Ma nel 1872 fu rimandata in patria perché le sue straordinarie manifestazioni mistiche vennero giudicate di origine sospetta.

Il 21 novembre 1871 fece la sua professione religiosa. Un anno dopo fu rimandata a Pau, da dove partì con altre religiose nell'agosto 1875 per Betlemme, per la fondazione del primo Carmelo in terra di Palestina, inaugurato poi il 21 novembre 1876.

Il 26 agosto 1878, a causa di una cancrena contratta in seguito ad una frattura prodotta da una caduta, morì a Betlemme, dopo aver posto le basi per la nascita del Carmelo di Nazaret. La sua idea si sarebbe concretizzata soltanto nel 1910, diversi anni dopo la sua morte. 

La vita spirituale di Maria, ricca di fatti straordinari, rifulse di particolare semplicità. Umile e illetterata, sapeva dar consigli e spiegazioni teologiche d'una chiarezza cristallina, frutto della sua fede e soprattutto del suo amore. Insigne per i doni soprannaturali, ma soprattutto per l'umiltà, per il grande amore per la Chiesa e il Papa, per la devozione straordinaria allo Spirito Santo, alla Vergine Santa e allo stesso S. Giuseppe al quale era stata affidata dal padre prima di morire, quando Mariam era piccolissima, fu beatificata da Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983. 

Nella breve ma travagliata esistenza della beata Maria di Gesù Crocifisso si rinviene tutto la spettro della fenomenologia mistica: estasi, levitazione, stigmate, trasverberazione del cuore, apparizioni, profezie, cardiognosi, bilocazione, possessioni angeliche, prove del diavolo, doni poetici. La singolarità e la bellezza dell’esistenza della piccola araba sono comprensibili solo come opera dello Spirito Santo; Maria lasciò trasformare la propria vita in una "fiamma viva" d’amore: "O Amore, Amore, Amore! L’Amore non è conosciuto; l’Amore non è amato. Amiamo l’Amore, amiamo l’Amore! Solo l’Amore, solo l’Amore!". 

Mirjam viene chiamata dalle consorelle la piccola araba o più semplicemente "piccola"; lei stessa amava definirsi "il piccolo nulla" tanto era viva in lei la consapevolezza del suo niente di fronte all’assolutezza del suo Dio. Si paragona ad un verme della terra, o anche ad un granello di polvere, o ancora ad una formica e di fatto vive incarnando un’umiltà totale dedicandosi sempre ai lavori più ripugnanti e obbedendo fino all’estremo. Da questa coscienza umile può sgorgare il desiderio sublime di Dio, il quale si china verso di lei conducendola per mano: e lo Spirito Santo le concede la grazia della esperienza estatica.

Le estasi furono numerosissime e paragonate da Mirjam a dei "colpi di sonno"; un rapimento improvviso, provocato da un pensiero d’amore verso Dio, che la rende raggiante di luce divina e che nella compostezza e nella calma le fa vedere il volto del suo Signore. Sempre, durante questi trasporti, le mani di Mirjam continuano a svolgere l’attività che stava compiendo, il suo viso è fisso verso il cielo e la sua voce intona un canto d’amore: "Tutti dormono e a Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno di lode, nessuno pensa! La natura lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, le erbe. Tutte le cose create lo lodano e l’uomo che conosce i suoi benefici, dovrebbe lodarlo, dorme. Andiamo, andiamo a risvegliare l’universo!".

Attraverso la ripetizione dei gesti quotidiani, Mirjam fa esperienza dell’Amore di Dio: il lavare i piatti, la biancheria, occuparsi della cucina e dei lavori dell’orto sono gesti trasformati in occasioni di incontro con il Signore: tutto per lei diviene un richiamo divino e l’ordinario acquista, così, il sapore del soprannaturale. Quanta noia viviamo nel ripetere ogni giorno le stesse faccende, nell’incontrare gli stessi volti, nell’affrontare la monotonia dei soliti accadimenti; e Mirjam ci istruisce riferendoci le parole che ode durante una visione estatica: "se vuoi cercarmi, conoscermi, seguirmi, invoca la luce, lo Spirito Santo, che ha illuminato i miei discepoli e illumina tutti i popoli che lo invocano. Io ti dico in verità: chiunque invocherà lo Spirito Santo, mi cercherà e mi troverà. La sua coscienza sarà delicata come il fiore dei campi". E lo Spirito continuamente invocato continua ad operare meraviglie nell’umile creatura: come a S. Giuseppe da Copertino, anche a Mirjam viene concesso di librarsi verso l’alto come incenso leggero e profumato. Il carisma della levitazione la investirà per diverse volte: viene vista portarsi su un gigantesco albero e sostare, in piedi, in cima, appoggiata sul ramo più fragile ad intonare il suo solito accorato inno d’amore al Creatore: "Amore, Amore…Possiedo l’Amore".

La potenza dell’Amore le imprime dei segni. Sul suo corpo vede riprodursi le ferite provocate a Gesù durante la sua passione: Mirjan tenderà sempre a nascondere le stigmate e a ritenerle "macchie di lebbra". Ma lo Spirito Santo le concede una ferita più soave: la trasverberazione del cuore, la stessa esperienza mistica vissuta dalla Santa Madre Teresa. Mirjam è raccolta in preghiera e, come in ogni momento d’orazione, cade in estasi, è trasfigurata, irraggiata da una intensa esperienza d’amore che il cuore si sente "trafitto" da una lancia. Il cuore inizia a sanguinare provocandole dolore e gaudio nello stesso tempo; Cristo le concede la grazia di squarciarle il cuore con l’immensità del suo amore: "Basta, basta, o Gesù! Non resisto più…Mi sento morire di gioia e di dolore".

Nella carne del piccolo nulla si realizza ciò che l’uomo prova nei suoi legami con le persone amate; quanto trasporto affettivo nutriamo nei loro confronti! Quanto più è profondo il coinvolgimento sentimentale tanto più sperimentiamo una incapacità a contenere l’ebbrezza dell’amore: poiché Gesù tocca i nostri cuori, li infiamma d’amore e lascia la cicatrice di una eterna nostalgia di Lui che ci spinge a mendicare i riflessi del suo Amore presenti nel cuore di ognuno. Alla piccola araba lo Spirito concede anche il carisma della profezia, dei doni poetici, della conoscenza dei cuori; è posseduta per quaranta giorni dal demonio e, nello stesso istante in cui ne viene liberata, per quattro giorni è invasa da presenze angeliche.

Una mistica, dunque, di singolare levatura, tale da renderla un segno tangibile della presenza di un mondo soprannaturale che, con la sovrabbondanza dei suoi doni, manifesta la sua potenza agli occhi di un mondo incredulo, perso nell’esaltazione della ricerca scientifica, del "tutto misurabile e verificabile", nel rifiuto della dimensione spirituale considerata scomoda custode delle coscienze, ormai assopite e rese mute di fronte alla Verità. In questo mondo di menzogne e di falsità lo Spirito Santo ridesta le anime, scuote le coscienze, illumina i pensieri, infiamma i cuori; Mirjam è scolpita da questa Presenza divina, si abbandona alla sua guida, la invoca incessantemente, si prodiga per diffonderne una devozione particolare rendendosi apostola e profeta dello Spirito Santo: "O Spirito Santo, fonte di pace e di luce, ho fame, vieni a nutrirmi; ho sete, vieni a dissetarmi; sono cieca, vieni a illuminarmi; sono povera, vieni ad arricchirmi; sono ignorante, vieni a istruirmi! Vieni, mia consolazione; vieni, mia gioia; vieni, mia pace, mia forza, mia luce! Spirito Santo, mi abbandono a te".

Nei suoi scritti troviamo questa frase "Lo Spirito Santo non mi rifiuta mai nulla".

"Il Signore mi ha mostrato tutto. Ho visto la colomba di fuoco. Rivolgiti alla colomba di fuoco, allo Spirito Santo, alla sorgente di ogni bene ".

E nella piccola araba questo torrente di grazie mistiche si accompagna all’amore per la semplicità, che non indugia sui fenomeni straordinari: "non desiderare rivelazioni, altrimenti la tua fede ne soffrirà" . Per la beata palestinese "l’orgoglio è la sorgente di tutti i peccati, e l’umiltà invece è la sorgente e il fondamento di tutte le virtù". 

Una spiritualità nutrita di abbandono fiducioso nelle mani di Dio: "Io ho affidato la mia volontà ad un altro, a Dio….non ho altra aspirazione che fare la tua volontà, in vita, in morte, per tutta l’eternità". 

"Felici i piccoli. Per essi c’è sempre un posto. I grandi si trovano in imbarazzo dovunque vadano". La figura di Maria di Gesù Crocifisso ha affascinato grandi intellettuali come Maritain, Green, Massignon, Bloy, Schwob. E' una figura che incontriamo – testimonianza di una presenza viva nella storia del Carmelo - anche in una composizione teatrale scritta da Edith Stein nel 1942 per festeggiare l’onomastico della priora del Carmelo di Echt. "Questa dolce Madre fu anche mia Madre. / Fanciulla araba del volto bruno, / nata nel paese in cui visse Gesù, / dove la Vergine ha camminato. / Myriam poteva gioiosamente portare il nome della Madre. / Quando persi padre e madre, / fui affidata solo al suo amore, / la sua fedeltà mi custodì magnificamente. / Quando un assassino mi colpì a morte / ripresi vita nelle sue braccia. / Ella mi condusse per sentieri meravigliosi / alla Terra del Carmelo e mi fidanzò / al suo Figlio, a Gesù Crocifisso. / Ella mi insegnò ad adempiere i voti / del Cuore trafitto, e mi insegnò a comprendere / la via di questo Cuore, lo Spirito d’Amore".

PENSIERI 

Non aveva istruzione e cultura, eppure i Pensieri di suor Maria di Gesù Crocifisso (Mirjam) sono pieni di fascino e lasciano tralucere lo Spirito di Dio.

Non sono stati scritti da lei, che a fatica sapeva tracciare la propria firma. Sono stati fermati sulla carta dalla diligenza e dall'ammirazione delle consorelle, che non volevano perdere le parole piene di sapienza divina, che uscivano dalla sua bocca, soprattutto mentre era «fuori di sé», in estasi, assorta nella contemplazione di Dio.

Queste annotazioni sono conservate nell'archivio del Carmelo di Betlemme. Alcune ci danno il tono delle relazioni che Mirjam faceva alla maestra delle novizie, alla madre priora o al direttore spirituale; altre ci riferiscono il contenuto di conversazioni o di raccomandazioni familiari; altre ancora le parole e le espressioni pronunciate durante le estasi 

SUGLI ATTRIBUTI DIVINI

SOLO DIO

Cerca Dio solo, non lasciarti arrestare dalle cose create. Quando parli, comportati come se tu fossi in silenzio. Quando vedi qualche cosa, allora agisci come se tu fossi cieca; quando odi qualche cosa, allora considerala come se tu fossi sorda.  

Dio solo è tutto, le creature sono nulla, sono contaminate dal peccato. Tutte le cose della terra sono transeunti; tutto passa, nulla rimane. Quando la morte si avvicinerà, ci dispiacerà di non aver usato meglio del tempo.

L'INFINITO (Estasi)

A che cosa ti paragonerò, o mio Dio? All'oceano? Paragonarti ad esso è troppo poco. Una sola goccia di pioggia non è sufficiente per rinfrescare tutta la terra; così l'amore di tutti i cuori non è sufficiente per te, mio Dio.

La goccia di pioggia sono io, l'oceano sei tu. Vorrei avere un cuore più vasto della terra e del mare, per amarti.

ONNIPRESENTE

Scesi nel mare, fino agli abissi più profondi. E mi fu detto: «Guardati in giro, prova tutto!» Considerai gli animali che abitavano il mare, gli scogli, tutto ciò che il mare conteneva. Allora scorsi Dio nelle acque. Dio contiene il mare.

Infine ritornai sulla terra ferma. Esplorai la terra; questa mi si aprì e scesi fino nelle sue viscere.

Anche qui trovai Dio: dovunque, in ogni cosa, poiché Dio comprende la terra.

E udii le seguenti parole: «Tu hai visto tutti gli animali del mare. Hai osservato come essi vivano, come si muovano nell'oceano, che li contiene tutti. Così accade con ogni essere creato sulla terra. Vive e si muove in Dio e Dio lo comprende totalmente».

GIUSTIZIA (Estasi)

Supplica alla divina giustizia.. È giusto, mio Dio, basta, basta. Intenerisci il tuo cuore, mio Dio! Ascolta il grido e il lamento! Guarda lo sconforto! Basta, mio Dio, intenerisci il cuore. Abbi compassione di questo grido di dolore!

Io lo so, Signore: tu non trovi nessun piacere nel castigarci. È la tua giustizia che ti sospinge, anche contro la tua volontà. Allora abbi compassione di noi, Signore! È della tua natura l'essere infinitamente compassionevole. Ma la tua giustizia è più dura dell'inferno. Allora comportati con noi non secondo la tua giustizia, ma secondo la tua mitezza.

Nessuno al di fuori di te è santo, nessuno al di fuori di te è giusto! Io vorrei, con i miei fratelli, apparire più volentieri dinanzi alla tua mitezza che dinanzi alla tua giustizia.

Che la tua mitezza prevalga, o Signore, su tutto quanto tu operi con noi. Le nostre ingiustizie non possono mai misurarsi con la tua giustizia. Quando tu usi giustizia nel tuo giudizio, quanto terribilmente a fondo dovremmo cadere io ed i miei fratelli.

Perché tu sei giusto, mio Dio, usa con noi mitezza. Abbi misericordia del grido di dolore dei miei fratelli.

GIUSTIZIA AMOROSA (Estasi)

Di fronte a Dio sii fedele! Se noi siamo fedeli a Dio, anch'Egli mai ci abbandonerà.

Non è Dio colui che colpisce; l'uomo stesso richiama su di sé la punizione. Per nulla l'uomo può incolpare Dio. Di fatto, se egli fosse fedele a Dio, sperimenterebbe la stessa fedeltà, perché Dio è costretto a castigare le persone per le loro colpe.

Mettiti dinanzi a un padre che ama il suo figlio maggiore. Più e più volte lo ha cercato per condurlo sul retto cammino. Ma il figlio si comporta sempre peggio; così, forse, un giorno il padre sarà costretto a ricorrere ad estremi rimedi, mentre acconsente al carcere, per salvarlo.

E l'uomo per Dio conta ben più del figlio primogenito per suo padre. Sì, anche quando pecchiamo contro Dio, Egli ci concede tempo per convertirci.

Mio Dio, tu sei il nostro giudice, non secondo il costume degli uomini, ma a tuo modo: come padre e creatore.

MISERICORDIA

Signore, io ti ringrazio perché tu sei il mio giudice. E mille volte preferibile che sia tu a pronunziare il giudizio su di me piuttosto che lo pronunzi io stessa. Se io fossi il mio unico giudice, dovrei mandare me stessa all'inferno. Ma con te il mio giudizio sarà un giudizio di misericordia.

MISERICORDIA AL DI LA’ DI TUTTI I PECCATI

Signore io sono più nera della notte. Ma la tua mitezza, che è più grande del mare, mi laverà.

Se anche tutti andassero a bere al mare, esso non sarebbe vuotato. Se anche tutti vi si lavassero, il mare non ne sarebbe insudiciato. Signore, tu sei questo mare. Molti sono coloro che ti desiderano, ma sono ciechi. L'oscurità li avvolge, non possono né vederti, né trovarti. Anch'io, Signore, sono una di costoro.

PREGHIERA PER LA DIVINA MISERICORDIA

Abbi compassione per i miei fratelli, Signore, abbi compassione. Essi ti lodano meglio di me. Io mi trovo molto lontana sotto di essi, e tu mi hai tirato fuori dall'abisso. Io ti amo come tu meriti. Toglici i nostri peccati, Signore, liberaci dalle nostre colpe.

Il Signore ha più misericordia con una persona che è macchiata dai peccati, che con un giusto che teme dinanzi alle creature.

Sì, Signore, tu dici ai miei fratelli che essi non hanno il cuore retto: «Chi teme le creature, non conta su di me».

Il cuore retto può cadere, ma si rialza di nuovo. Passerà per il fuoco, attraverso tutto, per raggiungere Dio. Io l'ho visto e ne rendo testimonianza. Non posso sopportare di vedere i miei fratelli in tale stato.

LONGANIMITA’

«Figlia mia, rimani in pace. Non preoccuparti di quello che gli uomini dispongono per te. Permani nella pace. 1 progetti delle persone passano, lasciali nel loro daffare. Guarda a me. Io che sono Dio, permetto che le cose accadano, permetto che le persone battano la loro strada. Attendo. Anche tu, attendi con me».

 

PRESENZA DI DIO

 

Il 28 luglio 1871 Mirjam udì una voce che diceva: «Fai attenzione a ciò che ora ti comunicherò. La volontà del Signore, la volontà del Signore...».

Ma che cosa vuole? Me lo dica.

«Egli vuole che tu non lo perda d'occhio neppure per un quarto d'ora».

SICUREZZA IN DIO. IL BIMBO NEL GREMBO MATERNO

Signore, custodiscimi sempre nel tuo amore, come il bambino è custodito nel grembo di sua madre. Là non gli manca nulla. Non ha bisogno né di mangiare né di bere. È al sicuro da qualunque pericolo. Possiede tutto ciò che è necessario alla vita. Anch'io, Signore, non manco di nulla, quando tu mi tieni nel tuo amore... Custodiscimi, Signore, nel grembo del tuo amore.

I PULCINI SOTTO LE ALI DELLA CHIOCCIA

Oggi e ieri ho cantato un cantico al Signore.

«Signore, sono come un piccolo pulcino su di cui lo sparviero si è precipitato. Gli ha beccato la testa e lo ha colpito quasi a morte. Il piccolo però si è nascosto sotto le ali protettrici di sua madre per mettersi al sicuro.

Anch'io vivevo in angoscia, tristezza e dolore. Le mie ossa erano slogate, il corpo ricoperto di lividi. Rivolsi lo sguardo a mio padre. Egli mi ha guardata ed io sono guarita. Le mie gambe si rinforzarono, e io mi tenni diritta come una ragazza. di quindici anni. Tutto il mio corpo, tutta la mia anima trasalivano di gioia.

Corsi da mio padre, dal mio sovrano. Egli mi venne incontro e io ero come il piccolo pulcino sotto le ali di sua madre. Da sotto le ali di mio padre, del mio re scrutavo i miei nemici, senza angoscia, perché sapevo che ero salva.

Ed io andavo e venivo con il Re. I miei nemici vedendomi dicevano stupiti: "No, non è lei, è un'altra".

Ma non ero affatto un'altra. L'Altissimo mi proteggeva. Io andavo e venivo con il mio Re. I miei nemici mi videro e allora la loro forza svanì. Le loro ginocchia divennero deboli. Caddero a terra, diritti e distesi e io camminai sulla loro testa.

È impossibile descrivere ciò che provai».  

GESÙ, PASTORE E PANE DI VITA 

L'AGNELLO E LA SCHIERA DELLE VERGINI (Estasi)

Il nome dell'Agnello è scritto sulla fronte delle vergini sagge. Lo sposo valicò il monte e le vergini lo seguirono. Le altre che non dettero retta alle vergini raccoglievano violette ed altri fiori sul sentiero. Secondo la loro virtù emanavano un profumo diverso. Quando l'Agnello passò fra queste fedeli anime, esse si inchinarono davanti a Lui. Lo Sposo passò oltre, ma solo le vergini lo seguirono.

Sulla fronte della vergine è scritto il nome dell'Agnello. La vergine e l'Agnello sono una cosa sola. Quando viene ferita la vergine, viene ferito lo Sposo; quando viene onorata la vergine, viene onorato lo Sposo.

La vergine canta ininterrottamente; essa segue l'Agnello e non si stanca mai.

O vista dell'Agnello, mio sole, mia vita! La mia anima non può sopportare di rimanere più a lungo su questa terra.

Tu, vergine prudente, hai sempre scritto il nome dell'Agnello sulla fronte. Nulla può cancellare questo nome: né in cielo né in terra, né il tempo né la morte.

Io vidi l'Agnello e come le vergini lo seguivano. Non avrei mai creduto che fossero così numerose. Tante, tante.

Vidi Rosa Teresa (così denominava Teresa d'Avila), Maria degli Angeli, Maria Maddalena de' Pazzi e Margherita Alacoque.

Le vergini seguono l'Agnello e cantano un inno che solo esse possono comprendere.

Vergini non si è solo nel corpo, nella purezza, ma soprattutto nell'amore. Chi manca di purezza, colpisce se stesso. Ma chi manca nella verginità di amore, non solo fa del male a se stesso ma anche a Gesù: lo colpisce e lo ferisce.

E' molto più grave mancare nella verginità di amore che mancare nella verginità di purezza.

GESÙ AMMIRABILE

Come è ammirabile Gesù. Mio Dio, io ti adoro. Tu solo sei grande. Io adoro la tua grandezza e la tua potenza. Tu solo sei degno di ammirazione. Chi è simile a Te? Tu solo sei Dio! Nessuno è pari a Te, né in cielo, né sulla terra.

Come sono felice che Dio mi abbia creata, che io possa chiamarlo mio Dio. Se tu mi avessi creata senza ragione, non avrei potuto dirti: mio Dio. Ti ringrazio per il dono dell'intelligenza, te la offro.

Come sono felice di possedere un padre che riempie il cielo e la terra.

Che dappertutto riecheggino le lodi del mio Dio.

Che i monti saltino di gioia e la terra esulti di felicità.

GESÙ, MARE INFINITO

Io dicevo a Gesù: «Tu sei un mare infinito. Le tue acque sono bianche come la neve, luminose come la luce».

Tu dicesti a tutti noi: «Venite a me, voi tutti che siete assetati, e bevete. Venite ed estinguerete la vostra sete! Venite e troverete ristoro! Venite e dimenticherete tutti i vostri mali!».

SE TU SAPESSI CHI TI AMA

«Figlia mia, se tu sapessi chi è Colui che ti ama e quanto Egli ti ami, ne saresti confusa».

IO SONO COLUI CHE RISUSCITA I MORTI

Il Signore passava e mi diceva: «Figlia, sai tu chi sono? Io sono colui che fa risorgere i morti. Io sono il Signore che dà vita all'anima. Io ti precederò, come il pastore precede le sue pecore».

LO SGUARDO DI GESÙ (Estasi)

Quando Gesù guarda i suoi eletti, il suo sguardo fonde il loro cuore. Oh! quello sguardo!

FIGLIO DI ADAMO

Mi chiamava figlia di Adamo. Ma egli stesso è figlio di Adamo. Egli ha creato Adamo e si è fatto suo figlio.

L'ATTRAZIONE DI GESÙ (Estasi)

È bello sentir parlare di Gesù; più bello è ascoltare Gesù stesso che parla.

È bello riflettere su Gesù; più bello è possedere lui stesso.

È bello ascoltare le parole di Gesù; più bello è fare la sua volontà.

GESÙ, IL SEME DI GRANO (Estasi)

Signore, tu sei il seme di grano, il seme della mia anima! E Dio, il Padre, è il sole che riscalda questo povero terreno seminato. E tu, Santo Spirito, sei la pioggia che vivifica la sua sterilità. Tu, Gesù, sei il seme. E questo prezioso seme viene ogni giorno... Seme bramato, tu vieni tutti i giorni.

IL BUON PASTORE (Estasi)

Vedi come Gesù, nella celebrazione eucaristica, scende sull'altare. Egli si fa presente alle parole del prete. Credi che Gesù viene per nutrirti; che tu con lui non hai più bisogno di nulla. Egli è lì come un bambino poco appariscente; è lì per te; vai da lui!

La fede è qualche cosa di straordinario e potente. Un'anima che ha la fede può tutto; tutto le sarà accordato da Dio.

Guarda l'agnello, guarda come confida nel pastore: con piena sicurezza gli si fa vicino, si abbandona alle sue cure; esso corre dovunque il pastore lo conduca. Si arresta quando il pastore lo ferma. Conserva la lana o si lascia tosare, proprio come vuole il pastore; lo segue giorno e notte.

Così, tu devi seguire Gesù, il tuo pastore. Lasciati guidare da lui. Seguilo sempre con fede, di giorno e di notte. È così che tu devi essere un vero agnello.

Quando noi diciamo con piena fede: «Monte, spostati da qui, allora il monte ascolterà; trema, o terra, allora la terra tremerà».

L'AIUOLA DI GESÙ

Vidi una grande aiuola, suddivisa in diversi cerchi. Il primo era coltivato a rose. Le rose significano amore, le loro spine vigilanza. Il secondo cerchio era ricoperto di viti. I grappoli significano amore, e le foglie mitezza.

Il terzo cerchio era seminato a grano, che significa speranza e fiducia.

Nel centro si trovavano molte violette, simbolo di vera umiltà. Qui eressi un trono, e vi feci assidere Gesù. Sotto i suoi piedi sgorgò una sorgente che disse: «Tutto passa, tutto scorre via come l'acqua». Accanto al trono piantai delle viole del pensiero e dell'edera. L'edera disse: «Attaccati sempre a Gesù» e le viole del pensiero: «Non dimenticare Gesù».

Signore, pianta tutte queste virtù nel terreno del mio cuore e falle crescere con la tua forza creatrice.

GESÙ, OSPITE DELLA NOSTRA ANIMA

Vidi Nostro Signore, povero, triste e sofferente. Egli cercava con gli occhi un luogo per riposarsi. Mi disse: «Cerco un luogo di riposo, una dimora. Ma nessuno è disposto ad accogliermi. Mi mandano via appena busso. Anche tu, talvolta, mi scacci dal tuo cuore. Se trovassi qualcuno disposto a lavorare solo per il mio onore, farei ogni cosa per lui».

UNA CELLA PER GESÙ (Estasi)

Gesù ti visiterà nel mezzo della notte. Prepara un luogo per lui. Egli desidera una piccola cella, molto semplice e povera; un piccolo letto, segno della virtù del silenzio; un materasso, sempre nuovo per i ripetuti atti d'umiltà; un cuscino d'amore; una coperta di pazienza; ampie tende, bianche e senza macchia, simbolo di unità con lui, che non lascino entrare il vento della tentazione, altrimenti l'amore si raffredda.

È necessaria pure una lampada a Gesù per trascorrere la notte. Il suo vetro è la fede e la speranza; il suo olio la preghiera perseverante; il sughero che galleggia è l'amore per Dio che innalza l'anima dalle cose terrene; il lucignolo è la totale dedizione del proprio io, che si sacrifica e dimentica il vantaggio personale per rendere gli altri felici; la fiamma, infine, significa ubbidienza e purezza di intenzione.

LA CANNA DEL SIGNORE

Signore, come sei buono tenendo nella tua mano una fragile canna. Quella canna sono io. Io sono ancora molto più debole. Ma rimarrò sempre con te, come quella canna. Se tu la lasciassi cadere, si romperebbe. Non è la canna che sostiene te, sei tu che sostieni la canna.

I MERITI DI GESÙ

Io inganno gli altri senza volerlo. Inganno anche me stessa. Ma vorrei proprio ingannare uno; vorrei ingannare Dio, proprio come Giacobbe con Isacco. Come Giacobbe fece credere a suo padre di essere Esaù, anch'io vorrei coprirmi con la pelle di Esaù, cioè con i meriti di Gesù.

GESÙ COMPERATO CON AMORE (Estasi)

Vedo il mio fratello vendere il Diletto. Oh, fratello mio, come puoi vendere Gesù per il tuo piacere, per il tuo interesse, per correre sulla strada di Satana, che è la strada dell'inferno? Fratello mio, se tu vuoi vendere Gesù, io lo comprerò. Mio Salvatore, io ti acquisterò con le mie lacrime, con l'obbedienza, con l'umiltà, con l'amore, con il sacrificio e la morte, con il più puro amore per il prossimo. E se faccio cosi, ti compro per quelli che ti vendono.

IL RICHIAMO DI GESÙ PER I PECCATORI

Io andai nel deserto per pregare con Gesù. Quando arrivai, il terreno era sterile, gli alberi secchi. Ma appena Gesù apparve, l'erba divenne verde; sugli alberi spuntarono di nuovo le foglie, i fiori e i frutti. Gli animali fiutarono la presenza del loro Dio. Gli uccelli cinguettarono, vedendo Gesù molto afflitto. Tutta la creazione cercò di renderlo lieto e desiderava che egli rimanesse. Ogni creatura cercò di fargli piacere. Solo le pietre rimasero impassibili. Né la luce né il calore, né la rugiada né la pioggia poterono venir loro in aiuto. «Peccatori - disse Gesù quando vide le pietre - questa è la vostra effigie. Io vi mando l'acqua della mia grazia e non vi giova, come non giova alle pietre».

Le persone piene di fede dicevano a Gesù: «Signore, donaci lo spirito di preghiera perché noi siamo deboli per guadagnare le anime, che ti serviranno come la terra nel deserto è a tua disposizione. Signore, noi siamo nude, rivestici del tuo amore. Conservaci sempre alla tua presenza: così ti potremo rendere felice con i nostri canti di lode senza fine. Concedici di produrre fiori e frutti per la Chiesa!».

Nel deserto il Signore mi indicò dei piccoli alberi su cui pendevano molti frutti. Mi disse: «Osserva questi alberelli; percepisci come il deserto è pieno della dolcezza del loro profumo? Sono l'immagine dell'anima che, ai suoi occhi, è piccola ed umile. Osserva invece questi alti alberi. Tutti i loro frutti sono marci ed emanano fetore. Sono l'immagine dell'anima presuntuosa».

Gesù mi disse ancora: «Vedi queste due persone? Una è molto stimata da tutti; possiede tutti i doni di natura, è bella e ricca. Basta a se stessa e cerca la gioia terrena. Ma la sua anima è brutta agli occhi di Dio. L'altra è povera, ammalata, disprezzata, ma il suo cuore è sempre con me; cerca solo di piacermi, di fare la mia volontà. Com'è bella e ricca la sua anima ai miei occhi! Quale onore l'attende in cielo!».

Udii poi Gesù dire: «Peccatori, io non vi chiedo perché avete peccato, ma perché non ritornate a me. Io non guardo più al vostro passato, purché veniate a me. Il padre mio ha creato il cielo e la terra per voi; venite, voglio salvarvi».

RIPAGARE GESÙ (Estasi)

Il Signore ha fra le mani un bastone di ferro per mandare in polvere la terra. Bussa alla porta dei suoi amici; costoro però gli sono divenuti nemici. Il Signore sta per colpire...

Egli è acceso di collera con l'ingrato; con questo uomo che egli ha creato, a cui ha donato tutto, a cui ha dato se stesso: il suo cuore, il suo corpo, tutto. L'ingrato non pensa a lui, non lo ama. Il Signore bussa ad ogni porta. Nessuno vuole aprirgli. Egli chiama e nessuno risponde; egli attende e nessuno viene.

Ripagatelo, aprite il vostro cuore a lui; lasciatelo entrare; dategli tutto. Pensate solo a lui, amate solo lui, fate tutto per lui.

CONSOLATE GESÙ (Estasi)

«Io ho piantato questi alberi e attendo che mi portino frutto», dice il Signore.

Alberi del Signore, il vostro Maestro vi chiede qualche cosa da mangiare, attende i frutti dell'umiltà, i frutti dell'amore.

Alberi del Signore, producete il vostro frutto non per la terra, ma per colui che vi ha piantato.

Non permettete che il cane strappi il vostro frutto. Il Signore vi chiede un ristoro. Attende frutti interni ed esterni.

Il Signore chiede una bevanda. È triste, soffre, è stremato. Dategli qualche cosa da bere, così che Egli possa trovare ristoro e procedere oltre ad annaffiare altri alberi perché anche questi portino frutto.

Alberi del Signore, date ristoro al Signore!

Sempre, quando vedo il Signore, una fitta mi attraversa i cuore. Egli, il Signore, mi ha detto: «Il Maestro non dimentica la sua serva, ma la sua serva dimentica il suo Maestro».

Il Signore ha fame. Se siete sue vere spose, date a lui, vostro fratello, persino il pane che avete già in bocca. Gesù vi ricompenserà tre volte tanto e, in fine vi darà la vita eterna.

Gesù soffre in carcere per il freddo. Aspetta quindi che gli doniate un po' di calore. Egli vi capisce ed ascolta ciò che gli dite.

Ci sono uomini crudeli che lo incatenano. Essi preparano chiodi per la croce. Tu, invece, prepara il cuore. Gesù geme. I nemici di Gesù odono solo il suo sospiro per deriderlo; tu ascoltalo per consolarlo. I suoi nemici cercano Gesù per ucciderlo tu invece cercalo giorno dopo giorno, perché in te egli viva e risorga; glorificalo in te.

I suoi nemici hanno incatenato le mani di Gesù, ma tu incatenati a Lui.

I suoi nemici si divertono alle spalle di Gesù, lo beffeggiano. Gli gettano sulle spalle un manto purpureo, gli mettono fra le mani una canna; tu invece onora Gesù con tutto il tuo filiale amore. I suoi nemici maltrattano Gesù, ma tu sii pronta a ricevere gli schiaffi per amore suo.

I suoi nemici, a vicenda, si incitano a fare soffrire Gesù. Tu invece sprona gli altri per fare del bene a Gesù. I suoi nemici avrebbero voluto che altri popoli si unissero a loro per insultare Gesù. Tu invece attira le anime all'amore di Gesù. I suoi nemici gettano delle immondizie sulla strada che Gesù deve percorrere: tu prepara delle rose e con esse copri il cammino di Gesù.

Guarda Maria: ella piange, soffre, è quasi senza forza per la sofferenza. Accompagna Maria al Calvario con la tua fedeltà, con il tuo amore per Gesù, con il tuo amore per il prossimo.

IL PANE BIANCO DELL'AMORE (Estasi)

Perdona mio Dio! Tu solo, tu solo! Gesù non è conosciuto, non è amato. Si preferisce il pane nero a quello bianco. Dio è abbandonato per le cose create.

Mio Dio, tu solo! Io vorrei essere un uccello per gridare su tutta la terra: «Tu solo, mio Dio!».

Come possiamo aggrapparci alle sue opere e non a Lui stesso? Gesù non è riconosciuto, non è amato.

Io vorrei essere un uccello e girare tutto l'universo per gridare: «Tu solo, Tu solo, mio Dio!».

L'EUCARISTIA. ATTI PRIMA DELLA S. COMUNIONE

Signore, io sono una bimba ignorante, cieca e debole. Vengo a te per attingere forza e guadagnare la vita.

Abbi misericordia di questa bambina, fragile per sua natura, cattiva per il suo orgoglio. Vieni, vieni e infondimi forza; infatti mi coglie l'angoscia che il leone mi divori. Vieni, e il tuo sguardo mi guarirà; il tuo sguardo infatti può operare miracoli, può conferire vita dove nulla esiste.

Prendi il mio cuore e la mia anima; fanne una cosa sola con te e presentala a tuo Padre in cielo.

Stamane dicevo a Gesù: «Svegliati e vieni da me; sono cieca, sorda e muta. Muta perché non posso parlare di te. Vieni e sciogli la mia lingua per te. Ma per gli altri lasciami muta.

Le mie orecchie sono chiuse per tutto ciò che ti riguarda, e aperte per tutto ciò che non dovrei udire. Vieni, vieni e muta questo stato». Ed Egli si è levato ed è venuto.

ATTO DI RINGRAZIAMENTO (Estasi)

Ho tutto. Il cagnolino supplicò per una briciola o due di pane. Il Signore gli diede se stesso.

 

ATTO PRIMA E DOPO LA COMUNIONE (Estasi)

 

Quando ti prepari a ricevere la Comunione, dovresti considerare chi è Colui che viene a Te. È Gesù, tanto buono, amabile, tanto dolce e, nel contempo, tanto grande, potente e tanto bello.

Egli viene verso chi? Verso te, che sei polvere e nullità. Viene per donare se stesso a te, per divenire una cosa sola con te.

Quando tu lo porti nel tuo cuore, rifletti che tu sei simile alla Vergine benedetta che portava Gesù nel suo grembo. Sforzati, durante il giorno, di dirigere il tuo cuore e le tue aspirazioni a quel Gesù che tu hai ricevuto al mattino.

 

COMUNIONE NELL'OBBEDIENZA (Estasi)

 

Se anche non provi in te nessun fervore interiore, e volentieri te ne staresti lontana dalla S. Comunione, devi tuttavia ubbidire quando ti incoraggiano a farla.

Altrimenti faresti spazio al maligno, poiché egli coglie ogni possibilità per farti cadere. E senza Gesù sei più debole che mai.

Anche quando ritieni di trovarti in peccato grave e invece il prete, che conosce la tua mancanza, ti incita a ricevere la Comunione, la devi fare e avrai la luce.

 

COMUNIONE NELL'ARIDITÁ

 

Due giorni fa ricevetti la S. Comunione, ma ebbi l'impressione di essere come senza fede e senza amore. Penso che chiunque abbia assunto la sua particola di pane, lo abbia fatto con più rispetto di me. Dicevo a me stessa: « È duro comunicarsi nello stato in cui sono». Dicevo a Dio: se io fossi al tuo posto e venisse uno come me, probabilmente lo farei precipitare in basso per disfarmi di una simile creatura». Mi sentivo come un mostro e piangevo nella profondità del mio io.

A un tratto mi accadde d'essere rapita. Udii una voce davanti a me, che pareva provenire da nostro Signore: «Non credi che io sono il misericordioso?»

 

IL PANE DELLA VITA (Estasi)

 

Il pane che è destinato a me, lo ha benedetto la Madre del Signore. La mia anima loda il Creatore, che per amare divenne piccolo agnello. O mistero inafferrabile: il puro frumento si riposa in te.

Il Signore desidera che il chicco di grano non sia mescolato ad altra cosa. Scegli il chicco di grano che ti appartiene, o Altissimo. Rendilo puro dalla polvere che ricopre il suo splendore.

 

L'ALBERO DELLA VITA (Estasi)

 

Salve, albero della benedizione, tu ci doni il frutto della vita.

Dal centro della terra sospiro e gemo. Chi mi darà ali per volare dal mio Amore? Salve, albero della benedizione, tu ci doni il frutto della vita.

Sulle tue foglie leggo queste parole: «Non temere nulla!» Il tuo verde mi dice: «Spera!».

I tuoi rami: «Ama!».

La tua ombra: «Umiltà!».

Sii benedetto, albero della benedizione, io trovo in te il frutto della vita.

Dal centro di questa terra il mio cuore geme e sospira: «Chi mi darà le ali per volare verso il mio Amato?». Salve, salve albero benedetto; tu porti il frutto della vita. Sotto la tua ombra io voglio gemere, ai tuoi piedi voglio morire.

 

SULLO SPIRITO SANTO

 

INVOCAZIONI

 

Spirito Santo, ispirami. Amore di Dio, consumami. Sul retto sentiero, guidami. Maria, Madre mia, soccorrimi. Con Gesù, benedicimi.

Da ogni male, da ogni illusione e pericolo preservami.

 

IL CONSOLATORE

 

Oggi - 14 novembre 1871 - ero molto abbattuta; non sentivo affatto la vicinanza di Dio. Il mio cuore sembrava di pietra. Non potevo pensare a Dio. Allora invocai lo Spirito Santo e gli dissi:

È la tua missione il fare conoscere Gesù. Gli apostoli vissero a lungo con Gesù senza averlo proprio compreso. Ma quando tu scendesti in loro, lo compresero. Tu puoi darne l'intelligenza anche a me. Vieni, mio consolatore; vieni mia gioia, mia pace, mia forza e mia luce. Vieni, illuminami, perché trovi la fonte a cui possa estinguersi la mia sete. Una tua goccia mi basterebbe per mostrarmi Gesù, così come Egli è. Gesù ha detto che andrai dagli ignoranti; io sono la più ignorante di tutti. Non chiedo a te altro sapere che quello di trovate Gesù. Non ti chiedo altra conoscenza che la saggezza di conservare Gesù».

E sperimentai un po' di fuoco e di luce nel mio cuore. Lo Spirito Santo non mi rifiuta mai nulla.

 

LO SPIRITO DI GESÙ

 

Spirito Santo, illuminami! Che cosa devo fare, e come devo comportarmi per trovare Gesù? I discepoli erano molto ignoranti; vivevano con Gesù, e non lo intendevano.

Anch'io vivo con Gesù, e non intendo Gesù. Anch'io vivo nella stessa casa di Gesù, e non lo comprendo. La più piccola difficoltà mi turba e mi sconcerta. Sono troppo sensibile. Mi manca la generosità per fare sacrifici per Gesù.

Spirito Santo, quando tu donasti ai discepoli un raggio della tua luce, essi furono trasformati; non si ritrovarono più quelli di prima. Attinsero nuove forze; divenne facile per loro offrire sacrifici; conobbero Gesù meglio di quando Egli dimorava con loro.

Sorgente di pace e di luce, vieni e illuminami. Ho fame, vieni e nutrimi; ho sete, vieni e dissetami; sono povera, vieni e arricchiscimi; sono ignorante, vieni e istruiscimi.

Spirito Santo, io mi abbandono completamente a te.

 

LA COLOMBA DI FUOCO (Estasi)

 

Il Signore mi ha mostrato tutto. Ho visto la colomba di fuoco. Rivolgiti alla colomba di fuoco, allo Spirito Santo, alla sorgente di ogni bene.

La pace è il mio retaggio. La croce e la pace sono la mia parte. Ma la croce e lo scoraggiamento sono la parte del demonio e di colui che gli dà retta.

Ai bimbi si dà il latte, il fresco e dolce latte dell'amore. Io ho visto il mio Dio. Io sono vicina alla morte, poiché ho visto il mio Dio. Ho visto l'oggetto del mio ardente desiderio, del mio amore, della mia vita.

 

DEVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO

 

Vidi dinanzi a me una colomba, e sopra di essa un calice che traboccava, come se dentro vi si trovasse una sorgente. L'acqua che traboccava si versò sulla colomba e la lavò.

Simultaneamente udii una voce che proveniva da questa ammirabile luce. Disse: «Se tu vuoi cercarmi, conoscermi e seguirmi, allora invoca la luce, lo Spirito Santo, che ha illuminato i suoi discepoli e che fino ad oggi illumina tutti coloro che a Lui si rivolgono. Te lo dico in assoluta verità: chiunque invoca lo Spirito Santo, mi cercherà e mi troverà.

La sua coscienza sarà delicata come i fiori del campo; e se è padre o madre di famiglia, la pace sarà nel suo cuore, in questo e nell'altro mondo; non morirà nelle tenebre, ma in pace.

Nutro un desiderio ardente e vorrei che tu lo comunicassi: ogni prete che dirà ogni mese la S. Messa dello Spirito Santo l'onorerà. E chiunque l'onorerà e prenderà parte a questa Messa, sarà onorato dallo Spirito Santo e la luce e la pace dimoreranno nel profondo del suo cuore. Lo Spirito Santo verrà a guarire i malati e a risvegliare coloro che dormono.

E come segno di ciò, chiunque avrà celebrato o partecipato a questa Messa e avrà invocato lo Spirito Santo, troverà questa pace nel profondo del suo cuore, prima di lasciare la chiesa. Egli non morirà nelle tenebre».

Allora dissi: «Signore che cosa può fare una come me? Considera la situazione in cui mi trovo. Nessuno mi crederà».

Egli mi rispose: «Quando sarà il momento, io farò tutto ciò che c'è da fare; tu non sarai più necessaria».

 

LA VERA DEVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO (Estasi)

 

Mi parve di vedere Nostro Signore, in piedi, appoggiato ad un albero. Intorno a lui c'era frumento e uva, maturati dalla luce che da lui emanava. Allora udii una voce che mi disse: «Le persone nel mondo e nelle comunità religiose cercano nuove forme di devozione e trascurano la vera devozione del Consolatore. Qui risiede il motivo per cui non c'è pace e non c'è luce. Non ci si preoccupa di conoscere la vera luce, là bisogna cercarla; la luce svela la verità. Anche nei seminari è trascurata. La gelosia nelle comunità religiose è il motivo dell'oscurità del mondo. Ma chiunque - sia nel mondo, sia nel chiostro - pratica la devozione dello Spirito e lo invoca, non morirà nell'errore.

Ogni prete, che predicherà la devozione dello Spirito Santo, mentre ne farà l'annunzio, riceverà luce. Soprattutto nell'intera Chiesa, deve stabilirsi l'uso che ogni prete, una volta al mese, celebri la Messa dello Spirito Santo. E tutti quelli che vi prenderanno parte riceveranno una grazia e una luce particolarissima.

Mi è stato detto ancora che verrà un giorno in cui Satana scimmiotterà, con persone del mondo, con sacerdoti e religiosi, la forma di Nostro Signore e le sue parole. Ma chi invocherà lo Spirito Santo scoprirà l'errore.

Ho visto talmente tante cose relative allo Spirito Santo che potrei scriverne dei volumi. Ma non sarei capace di ripetere tutto ciò che mi fu mostrato. E poi io sono un'ignorante che non sa né leggere né scrivere. Il Signore svelerà la sua luce a chi vorrà.

 

SULLA VERGINE SANTISSIMA

 

IL NOME DI MARIA (Estasi)

 

lo vorrei avere le labbra purificate dal fuoco per pronunciare il nome di Maria e una penna d'oro per scriverlo.

 

LA PIÙ DELICATA PORPORA PER MARIA

 

Onore per Maria. Preparate per la mia amata madre la più bella e la più delicata porpora!

Com'è bella Maria! Il suo diadema scintillante, tempestato di diamanti, risplende come il sole. Ma la luce del suo seno e delle sue braccia - là dove Gesù Bambino ha riposato - è ancora più scintillante.

 

LE VIRTÙ DI MARIA

 

Tu, Maria, eri vergine nel mondo. Chi avrebbe mai pensato che saresti divenuta la Madre di Dio? E lo divenisti a motivo della tua umiltà. L'angelo del Signore apparve a Maria per annunciarle la sua maternità divina. Illuminata dalla potente luce di Dio, ella si umiliò pensando che il Creatore del cielo e della terra voleva divenire suo figlio. L'angelo parlava alla Vergine Madre; e ogni volta che l'angelo le parlava, Maria si umiliava di fronte a Dio. O Maria, come sei umile e come sei amabile nella tua umiltà!

Maria è anche un modello di fede. La sua fede fa sì che, giorno dopo giorno, Gesù cresca sempre di più in lei.

Con una simile fede, Gesù crescerà anche nel nostro cuore. Proprio per la sua fede e la sua umiltà Maria si sentiva indegna di divenire la Madre di Dio.

Su questa terra i figli non possono nascere senza una madre; una donna deve dare loro la vita. Così è per una donna che entrano nel cielo. Questa donna è Maria. Fin dal peccato l'umanità attendeva il frutto di Maria, il frutto della dolce umile e santa Vergine. Ti ringrazio, Maria, e ti benedico.

 

LA POTENZA DI MARIA

 

Che io sia nell'afflizione o nella gioia, sia lodato il tuo santo nome, o Signore. Che io sia nell'angoscia o nella pace, il tuo santo nome sia lodato! Che io sia nella sofferenza o nella letizia, sia lodato il tuo santo nome, o Signore.

Udii una voce che mi diceva: «Rinuncia a te stessa, rinuncia a te stessa!» «Oh Signore - risposi - dammi un po' di pazienza, allora le mie sofferenze saranno pesanti tanto quanto io potrò sostenerle». E la voce disse: «Il Signore della malattia, è anche il Signore della pazienza». Simultaneamente sperimentai una meravigliosa liberazione da me stessa; allora non considerai più la mia sofferenza e la mia debolezza. Allora mi sembrò di vedere una processione di molti bambini con Maria in testa. Nello stesso tempo innumerevoli stelle, come fiaccole agitate, procedevano dinanzi a lei. La vidi entrare in un giardino tutto inaridito, i cui alberi erano quasi tutti morti. Maria posò i piedi su di un albero abbattuto ma ancora verde. Si udì una musica celestiale. L'erba sfiorata dalla sua ombra ridiventava verde. Al suo passaggio gli alberi sembravano rinverdire. Mi sembrò che le montagne la salutassero al suo passaggio. L'acqua dei ruscelli straripò e si diffuse nei canali, le sorgenti traboccarono, spumeggiando e gorgogliando. E la sua ombra faceva sussultare la terra, che al passaggio della sua ombra rinverdiva. Il nemico fuggì dinanzi a lei, proprio come si dà alla fuga dinanzi a Dio. Maria ritornò al suo posto e con lei la processione. Le stelle la seguirono per tutto il tempo...

Le stelle significano l'amore di Dio, che accompagna sempre Maria. Questo amore Maria lo attinge e lo trasmette. Noi apparteniamo a Maria; Maria è di Dio e Dio è la sua parte. Ogni cosa trema dinanzi a lei, perché ella è così potente e così amata da Dio.

 

IL ROSARIO (Estasi)

 

L'«Ave Maria» è come un chicco di grano, il «Gloria Patri» come la spiga. Quanto più devota sarà l'«Ave Maria», tanto più grossa e gonfia sarà la spiga.

 

MARIA, MADRE DI RISURREZIONE (Estasi)

 

Ai piedi di Maria, mia amatissima madre, ho ritrovato la vita.

Tutti voi che soffrite, venite a Maria, poiché io ho ritrovato la vita.

Ai piedi di Maria è la vostra vita, la vostra salvezza. Voi che operate in questo monastero, sappiate che Maria conta i vostri passi e il vostro lavoro. Dite a voi stesse:

Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita. Voi che vivete in questo convento, liberatevi da tutto ciò che è terreno.

Ai piedi di Maria vi toccherà salute e salvezza. A voi che abitate questo chiostro Maria dice: «Figlia mia ti ho scelta fra milioni, per condurti nel mio santuario». Ai piedi di Maria troverete la vita. Maria vi dice: «Ti ho condotto nel mio santuario dove non avrai più né fame né sete.

Io voglio nutrirti con la carne e con il sangue dell'unico Innocente». Ai piedi di Maria io ho trovato la vita. Tu che sostieni: «Sono orfana», Guarda: io ho una madre in cielo. Felice è la figlia di una simile madre. Ai piedi di Maria ho trovato la vita. Io abito nel cuore di mia madre.

Qui ho trovato il mio Diletto. Allora posso essere orfana? Nel seno di Maria ho trovato la vita.

Il serpente, il drago hanno tentato di mordermi, per avere la mia vita.

Ma in questo convento, ai piedi di Maria, ho ritrovato la vita.

Maria mi chiama e in questo monastero io rimarrò per sempre. Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita.

 

MARIA, CIBO E RIPOSO (Estasi)

 

Il pane è pronto, la mia meravigliosa madre lo ha benedetto. Ora la mia vita su questa terra si avvicina alla fine. Ti ringrazio, buona madre; lasciami stare sempre al tuo fianco. Io non ne posso più; mettimi vicino a te, madre cara.

Il mio cibo consiste nella nostalgia, amatissima madre, di vederti. L'acqua, che la mia anima assetata beve, è il mio amore per te. La mia vera vita, la vita della mia anima, cresce, cresce nell'amore per te.

Il mio riposo consiste nel cercarti, senza sosta, giorno e notte.

 

SULLA CHIESA E IL SACERDOTE

 

LA CHIESA, NOSTRA MADRE

 

Sono figlia della santa Chiesa. Essa è mia madre. È un onore per me chiamare Madre la Chiesa. Chiesa, madre mia, io ti amo; tu sei la mistica rosa.

La Chiesa soffre. Il cuore del S. Padre è afflitto e pieno di dolore. La Chiesa è nostra madre. Quando una madre soffre, tutti figli soffrono con lei.

Come vorrei dare il mio sangue per la Chiesa! Offro tutto per essa, per l'unità, per il trionfo della Chiesa.

 

LA PREGHIERA DEL PRETE

 

Sono figlia della Chiesa. Quale gioia mi danno le preghiere del prete. Nel prete vedo solo Dio. Non cerco la scienza del prete, bensì la potenza di Dio in lui.

 

IL PRETE ALL'ALTARE

 

Vidi un prete celebrare la Messa. Erano accese tre candele. Mi parve che su di ognuna ci fossero scritte delle lettere d'oro. Quelle della prima candela dicevano: povertà; quelle della seconda: castità; e quelle della terza: ubbidienza.

Capii che le tre candele simboleggiavano anche la santa Famiglia: la candela della povertà, S. Giuseppe; quella della castità, Maria; e quella dell'obbedienza, Gesù.

Nello stesso istante notai la fiamma delle candele ardere fra me e il trono di Dio. Vidi come la fiamma della povertà dinanzi a Dio producesse una ricchezza infinita; quella della castità una felicità infinita, e quella dell'ubbidienza un'autorità illimitata che sottometteva ogni creatura.

Compresi nel profondo del mio animo che, quando si vuole raggiungere Dio e stare dinanzi a lui, ci si deve nascondere dietro alle tre fiamme che si trovano fra noi e Dio.

Notai pure che, quando ci si pone dietro ad esse, queste imprimono in noi l'immagine di Gesù Cristo. Fin dalla caduta del peccato Dio può guardare con piacere solo un unico essere umano: Gesù. Allora Dio vede impresso in noi il volto di Gesù.

 

A DIO CHE RINNOVA LA MIA GIOVINEZZA

 

Il prete che viene verso l'altare è anziano, debole, affranto. Mi pare che non possa avanzare che a fatica. Dico: «Mio Dio, quel prete morrà prima di pronunciare una parola. È così ammalato».

Giunto al centro dell'altare, innalza gli occhi al cielo e subito diviene giovane e forte, potrebbe persino portare una montagna sulle spalle. Ed anche le fiamme dei ceri, per i suoi sospiri si alzano come polvere che copre le rocce.

Così sento una grande gioia nel mio cuore, nel mio corpo, in ogni fibra del mio essere, come se fosse iniziata una nuova vita. Non posso esprimere in parole ciò che provavo quando gli ardenti sospiri del prete salivano al cielo con la fiamma delle candele e penetravano il cuore di Dio.

Udii una voce dire: «Un prete, che viva la povertà e la castità, e sia vittima di amore e di ubbidienza, è l'immagine di Gesù immolato. Dio non può ricusare nulla a questo prete, perché egli è un'ostia vivente».

 

PASTORE DEL GREGGE

 

(Ella diceva a un sacerdote): Sii piccolo, sii piccolo, per non entrare da solo in cielo. Sii piccolo e guadagnerai un grande numero di anime, entrerai in cielo con un'intera schiera. Sii come Giacobbe! Quando partì, aveva solo un bastone. Ma al suo ritorno era alla testa di un grande gregge.

 

SALVATORE DELLE ANIME

 

Pretendi molto dalle anime forti e generose, nelle quali trabocca la grazia. Ma con le anime deboli e angosciate, che sono meno favorite dalla grazia, accontentati del minimo. Sopporta e incoraggiale ininterrottamente. Abbi una pazienza infinita con le persone che sono esposte a forti tentazioni, e hanno un carattere stravagante.

Quando un penitente offre resistenza, non per mancanza di pietà ma per tentazione, debolezza, ignoranza o mancanza di profondità religiosa, allora non montare in collera, non discutere con lui. È il maligno che opera tutto ciò e solleva questa resistenza. Ora, Satana non ha paura di un sacerdote che ragiona o che si arrabbia, quando vede che i suoi consigli e i suoi ammonimenti sono impotenti a correggere un peccatore. Vuoi allontanare Satana? Non essere impaziente e umilia te stesso. Questi infatti trema dinanzi a un prete che umilia se stesso.

Esponi con chiarezza, ma anche molta mitezza, gli argomenti che sono più adatti, per rimuovere un passato colpevole e per indurre alla conversione.

Se il penitente continua a essere sordo, allora contentati, di dire in tutta umiltà e semplicità: «Se io fossi un santo prete, ti avrei già da tempo guadagnato all'amore di Dio e al suo servizio; avrei destato il tuo interesse per la tua salvezza eterna. Ma le mie colpe sono senza dubbio un grande ostacolo e rendono le mie premure infruttuose. Preghiamo insieme e umilmente Dio, perché Gesù stesso ti doni la luce e operi in te il bene di cui io sono incapace».

Dopo umilmente inginocchiati dinanzi a Gesù e prega. Vedrai che il maligno si darà alla fuga.

In nove casi su dieci il penitente sarà libero dalla sua presunzione. E nella gioia, nuovamente scoperta, avrà il desiderio di fare molto di più di quello che tu gli domandi. Non dimenticare mai questa regola di comportamento: è importante, facile e sicura.

 

CANTI ALL'AMATO SIGNORE

 

L'ANIMA PADRONA DELLA CREAZIONE

 

Non posso trattenere la mia gioia, tanto sono grandi la mia pace e la mia felicità. Non so che cosa mi capiti o dove io sia. Il mio cuore è tutto fuso in me, scorre come l'olio più puro.

Io sono in Dio e Dio è in me. Sento che tutto, le creature, gli alberi e i fiori appartengono a Dio, ed anche a me. Io non ho più una mia volontà, poiché essa è conforme alla volontà di Dio e tutto ciò che appartiene a Dio, appartiene anche a me.

Vorrei un cuore più grande dell'universo.

 

AMIAMO L'AMORE

 

O Amore, Amore, Amore!

L'Amore non è conosciuto; l'Amore non è amato. Amiamo l'Amore, amiamo l'Amore!

Solo l'Amore, solo l'Amore!

 

RISVEGLIAMO IL MONDO

 

Madre, il mondo intero dorme. E Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno di lode, è dimenticato. Nessuno pensa a Lui. La natura lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, l'erba, tutto lo loda. Solo l'uomo, che conosce i suoi benefici, l'uomo che dovrebbe lodarlo, dorme. Vieni, andiamo a svegliare il mondo.

 

IL DILETTO

 

O mio Amore, dove sei? Chi ha visto il mio Diletto? Io l'ho cercato e non l'ho trovato. O mio Amato, io corro, mi affretto, gemo e non ti trovo da nessuna parte. Gesù, mio Amore, io non posso vivere senza di te. Dove sei, mio Diletto? Chi ha visto il mio Gesù? Chi ha trovato il mio fedelissimo amico? Tu lo sai, mio Amore, la terra intera per me non conta nulla senza di te. Tutta l'acqua del mare non basterebbe ad estinguere la sete del mio cuore. Chi ha consolato il mio cuore? Solo tu, Diletto del mio cuore. Chi ha placato la mia nostalgia? Solo tu, mio Amore. Basta Gesù, o morirò di dolore e di estasi!

 

IL CANTICO DELL'AMORE

 

Venite, dominatori del mondo, venite ed adorate il mio Amore! Io canto la potenza, la magnificenza del nostro creatore, venite, adoriamolo.

Poiché noi siamo l'opera delle sue mani, il prezzo del suo sangue,

venite, adoriamolo.

Non c'è nessuno come Dio: venite, adoriamolo!

Non lasciatevi trattenere dalle cose di questo mondo; tutto passa in un batter d'occhio:

venite, adoriamolo!

Venite, voi tutti che abitate la terra, non fermatevi a ciò che vi è sulla terra, perché non è che vanità e finirà in un istante: venite, adoriamolo.

Ricordiamoci che siamo soltanto pellegrini ed esiliati su questa terra:

venite adoriamolo.

Venite, adoriamo insieme il Signore e il Padre! Prostratevi al Creatore di tutto e dategli il vostro cuore. Lodatelo ed esaltatelo, cantate con il cuore e con la bocca: Nessuno è simile a te, Signore. Adoriamo la SS. Trinità, unico Dio, incomparabile mistero O tre immensità che fate una cosa sola, o potenza:

venite adoriamo

La sua ira è terribile: venite, adoriamolo.

Le bestie più feroci tremano dinanzi a Lui; la sua collera fa tremare la terra:

venite, voi peccatori, adoratelo!

La sua bontà paterna raggiunge tutti quelli che lo cercano. Venite voi giusti, adoriamolo!

Tutta la creazione si inchina con gioia dinanzi a Lui. Venite adoriamolo!

 

LA DIMORA DEL DILETTO

 

Il mio cuore ardendo brama la venuta del Diletto. Io chiedo al cielo e alle creature della terra, dove egli si è trattenuto. Tutti mi danno la stessa risposta: «In un cuore retto e in un animo umile». Come sono onnipotenti i suoi pensieri, com'è misericordiosa la sua attenzione per noi!

 

TUTTO, MA NON OFFENDERLO

 

Ho ancora un grande sacrificio da compiere. Devo bere il calice che il Signore mi darà, prima di morire. Che cosa contiene? Non lo so. Ma lo accetto in anticipo.

Non voglio, in ogni caso, offendere Gesù. Preferirei più volentieri morire, e rimanere cento e mille anni in Purgatorio, piuttosto che offenderlo anche solo un poco.

 

PIUTTOSTO DARE LE MIE MEMBRA

 

Mio Dio, mio Dio! Se il mio occhio dovesse soltanto tentare di offenderti, allora strappalo o io stessa lo strapperò. Se le mie mani, i miei piedi, la mia lingua dovessero anche soltanto tentare di offenderti, allora tagliali. Fai a pezzi il mio corpo fra i più atroci dolori, piuttosto che permettere che un mio membro ti offenda.

 

 

BRAMA DELLA VISIONE DI DIO

 

DESIDERIO DELLA MORTE (Estasi)

 

La morte è una grande gioia.

Significa la felicità. Io non vorrei morire, mio Dio. È una gioia troppo grande.

 

I MIEI OCCHI VEDRANNO IL MIO CREATORE

 

La mia natura si ribella al pensiero della morte. Nel contempo il mio cuore trasale di gioia perché i miei occhi vedranno il mio Creatore. O mio Dio, quale felicità; I miei occhi ti vedranno; io verrò da Te. È vero che ho peccato, ma avverto in me una grande fiducia.

 

IL PESCE FUORI DELL'ACQUA (Estasi)

 

Sono come un pesce fuori dell'acqua. Esso apre e chiude la bocca, boccheggiando: è l'unico sollievo che gli è rimasto. Così è pure di me. Non ho altra consolazione sulla terra se non il sospirare la mia celeste patria. Ah! Quando verrà quel giorno? Poiché qui tutto passa come un lampo, come il fiore, del campo. Tutto su questa terra è amaro per la mia anima; è come veleno. La terra appare un deserto ai miei occhi. Quando lo vedremo il nostro Dio?

 

SIGNORE, QUANTO SEI DURO DI CUORE!

 

Ogni mattino, appena inizio un nuovo giorno su questa terra, io dico a Gesù: «Signore, quanto sei duro di cuore!»

Appena però queste parole escono dalle mie labbra, soggiungo: «Perdono, mio Dio, se mi sono espressa così! Affretta, Signore, il momento di venire da Te!»

Nulla su questa terra più mi soddisfa. Svelto, Signore, vieni! Ora non aderisco a nulla. Se devo sopravvivere, temo di aggrapparmi a qualche cosa. Temo me stessa.

 

CAMBIA IL POSTO CON ME, SIGNORE! (Estasi)

 

Vieni, vieni, prendi il mio posto e vedrai se è veramente buio. Il mio cuore non regge più a lungo. E come vuoi che io viva ancora a lungo?

 

IL MIO CUORE CEDE (Estasi)

 

Il mio cuore cede. Non appartiene più a me. È perso in Dio. Tutti i miei sensi sono rivolti a Lui. Si struggono in Dio. Contemplerò il mio Dio, lo contemplerò. Come un bambino in un mucchio di letame, coperto di sudiciume, così io mi getto ai piedi di Gesù misericordioso. Gli dico: «Nel tuo regno ci sono molte dimore. Conducimi in una che ti piaccia. Ma che io ti ami per tutta l'eternità».

Il mio cuore si scioglie in Dio. Non può più vivere qui, a lungo. Ho dato il mio cuore a Dio. O felice morte che mi condurrà davanti al mio Dio. Salterò e danzerò di gioia, quando vedrò il mio Dio.

 

SIGNORE, FAMMI UN PIACERE

 

Sognai di vedere da lontano Nostro Signore. Egli concedeva tutto quanto gli si chiedeva. Mi avvicinai a lui e mi gettai a suoi piedi. Maria Maddalena gli abbracciava un piede e io l'altro. Le dissi: «Io ho peccato più di te e mi ha perdonato». Ella ribatté: «No, io ho peccato di più». «No - insistetti - tu lo amasti più di me. Io ho peccato più di te».

Vedendo che Nostro Signore non rifiutava nulla, volsi lo sguardo verso di Lui e dissi: «Signore, fammi un piacere, portami via in fretta da qui!» Egli allora mi benedisse e stese le mani sul mio capo. Provai una gioia così grande, sperimentai una grazia così intensa che mi svegliai.

 

SIGNORE, LIBERAMI DALLA PRIGIONE

 

La mia Madre celeste andò da Gesù e gli disse: «Abbi pietà di questa piccola e liberala dalla prigione». La mia carne ama il Signore, le mie ossa amano il Signore, tutte le mie forze gridano al Signore. Vieni presto, mio Dio, ascolta il mio grido! Appena ti vedrò, mio Dio, attingerò nuova vita e nuova forza.

 

LA MORTE È UN VANTAGGIO (Estasi)

 

Mio Dio, come è cieco il mondo nella sua angoscia di fronte alla morte! La morte è un avvenimento che porta felicità. Morire significa andare da Dio e vederLo. O morte tanto a lunga attesa, portami presto dal mio Diletto. Liberami dalla prigione, conducimi dall'oscurità alla luce. Io vedrò il mio Dio; il Signore me lo ha promesso.

 

QUANDO IL MIO CORPO SI DISSOLVERA’ (Estasi)

 

Io vedrò il mio Dio, vedrò il mio unico bene, il mio tutto; lo guarderò e lo amerò.

Sarò felice, quando verrà il momento in cui il mio corpo si dissolverà. Vorrei che avvenisse presto e che presto i vermi mangiassero la mia carne. Se potessi andrei a cercarli per mettermeli sopra. Ma Dio non lo vuole ancora.

 

CONTEMPLARTI, DIO DI LUCE (Estasi)

 

Quando ti contemplerò, o Dio di luce, ciò avverrà per sempre. Quando la mia anima riposerà al tuo eterno banchetto, allora la mia gioia e la mia felicità raggiungeranno il culmine. Il vederti sarà eterno, per sempre, senza fine. Quando lascerò questa terra ingrata, la catena cadrà per sempre e io vedrò Dio. Quando mi si porterà la notizia che le mie catene si sono rotte, io volerò, andrò dal mio Diletto. O tenebre, non ingannatemi! Io vedo il mio Diletto; non impedite ch'io voli da lui. Il pane che io mangio non si corrompe; la sorgente che mi disseta scaturisce eternamente.

 

 

SULL'AMORE DEL PROSSIMO

 

AMORE PER IL PROSSIMO, SEGNO DELL'AMORE PER DIO (Estasi)

 

«Saprò il tuo amore per me, quando tu amerai il tuo prossimo. Ma se tu non ami il tuo prossimo, io saprò che tu non mi ami».

Ogni volta che tu vedi nel tuo prossimo la creatura senza Gesù, tu cadi molto in basso.

 

SERVIRE IL PROSSIMO, SIGNIFICA SERVIRE DIO (Estasi)

 

Ero in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Provai un grande desiderio di fare qualche cosa per Gesù. Gli dissi: «Signore che cosa posso fare per farti piacere e servirti?» Una voce mi rispose: «Servi il tuo prossimo e servirai me!» Gli chiesi una seconda volta: «Signore, che cosa devo fare per amarti?» Di nuovo la stessa voce: «Ama il tuo prossimo e mi amerai. Da questo saprò che mi ami realmente».

 

MEMBRA DI UNO STESSO CORPO (Estasi)

 

Perché in comunità reciprocamente vi chiamate «sorelle»? Perché siete figlie della stessa Madre e lo stesso sacramento vi unisce le une alle altre. «Sorelle» in un ordine religioso significa essere membra di uno stesso corpo.

Considera il corpo umano: se un membro soffre, attira tutti gli altri nella sofferenza. Se vesti solo un braccio, l'altro soffre il freddo; se mangi, tutte le membra mangiano. Il Signore dice: «Siete tutte un solo corpo. Siete nate dalla stessa madre e possedete lo stesso spirito. È lo stesso spirito quello che vi dirige. Voi recitate le stesse preghiere ed è la stessa parola quella che voi pronunciate».

 

GESÙ, LEGAME DELLE ANIME

 

Io avverto che nulla più mi lega a questa terra. Ma sento un desiderio nel cuore: quello che tutte le sorelle, con cui vivo in questa casa, possano appartenere interamente a Gesù; non conoscano altro legame al di fuori di Lui; pensino solo a Gesù.

Mio Dio, ti affido me stessa completamente, fai con me tutto quello che tu vuoi. Concedi a tutte le mie sorelle la grazia di essere in unità con te.

Appena Dio mi avrà mostrato la sua misericordia, la mia preghiera sarà tutta in questo: che regni in questo chiostro l'amore e la concordia; che ogni anima non cerchi altro che Dio solo; che nessun legame impedisca alle anime di appartenere a Lui completamente. Quando, un giorno, sarò separata da loro, la mia felicità in cielo consisterà nel portare, ognuna e tutte, vicino al Cuore di Dio. Che io possa sempre vederle, anche da lontano, e la mia gioia sarà piena.

 

CHE SIANO UNA COSA SOLA (Estasi)

 

Signore, fa che tutte quelle che abitano in questo monastero siano una cosa sola. Dona loro unità e amore. Unisci tutti i loro cuori con Te. Fai che pensino sempre a Te. Concedi che nulla le distolga da Te. Concedi che l'unico legame che le stringe l'una all'altra sia Tu stesso. Se qualcuna dovesse allontanarsi da Te e cadere nell'errore, toglila piuttosto da questa terra prima che lo faccia. Non permettere che entri nella comunità qualcuno che non ti appartenga del tutto nel suo intimo.

 

L'ALBERO DELL'AMORE (Estasi)

 

Io ho il diritto di chiedere l'amore, l'amore più puro. Esso è come un albero. È un albero così meraviglioso, così maestoso! È come un cedro. Le sue foglie sono simili al banano. I suoi fiori sono come le violette, i suoi frutti come olive. O albero magnifico!

O Signore, dona alle mie sorelle un piccolo seme di amore, un seme che la terra non sciupi, un seme che il sole non secchi.

 

AIUTANTE DI GESÙ (Estasi)

 

Signore, concedi che ciascuna, nel tuo santuario, bruci come una candela. Concedi che ciascuna si consumi solo per te e non per altro. Tu vedi, Signore, come ciascuna desideri essere la tua aiutante. Una si preoccupa dei bisogni fisici, un'altra consola la tua anima. Ciascuna si sforza con fervore di servirti. Tutte si occupano di te.

Ti chiedo una cosa, mio Dio: che tutte le sorelle di questa casa e tutte quelle che vi verranno, amino solo te, ardano solo per te e non si attacchino a nient'altro che a te.

Toglimi ogni consolazione e donala alle mie sorelle. Lasciami portare da sola tutte le sofferenze; risparmiale a loro. Non abbandonarle. Ognuna di noi è debole come un verme. Proteggici Tu, o Dio. Noi non siamo capaci di proteggere noi stesse. Siamo sempre esposte ai pericoli. Metti questi deboli vermi in una terra umida, dove sia loro possibile vivere. In questo terreno arido non possono esistere. Proteggili nella tua buona terra e custodiscile.

 

PREGHIERA PER IL CARMELO DI BETLEMME

 

Ti chiedo una grazia, o buon Gesù: proteggi questa casa, fino a quando esisterà la terra. Fa' che le carmelitane possano sempre dimorarvi.

Che esse siano ardenti d'amore e splendenti; che amino il tuo divino Cuore, staccate da tutte le cose della terra. Conduci sempre in questo Carmelo persone capaci di lodarti e di servirti. Non permettere mai, o mio buon Maestro, che una entri nella comunità o sia accettata, se non desidera la salvezza eterna.

Invia a questo Carmelo il tuo amore e la tua pace. Non permettere mai che a questa casa venga fatta violenza, né ora, né in futuro. Sii sempre alla sua testa e tremino i sovrani dinanzi ad essa. Colma di timore e di spavento tutto coloro che vogliono farle del male. A tutti coloro che le fanno del bene, dona pace e unità. Finché dura il mondo, sii tu il suo Maestro. Siano sante tutte quelle che vi abiteranno; che conservino il tuo spirito e osservino il tuo comandamento.

 

IL PARADISO PER IL PROSSIMO (Estasi)

 

Domani io godrò il mio Dio. E nell'attesa di questo domani vivo nell'amore con il mio prossimo, come se non avessi che quest'oggi a mia disposizione. Voglio approfittarne per praticare la virtù.

Dov'è carità, là c'è Dio. Se pensi di fare il bene a tuo fratello, anche Dio penserà lo stesso per te. Se scavi una buca per tuo fratello, tu stesso vi cadrai. Preparagli il cielo e lo troverai per te stesso. Ricordatelo bene.

 

CHIUDERE IL BUCO (Estasi)

 

Se vedi uno strappo nell'abito di un'altra sorella, non renderlo più grande. Taglia volentieri un pezzo del tuo abito, per chiudere il suo buco. Vi chiedo insistentemente: strappate il vostro abito e coprite il vostro prossimo. Gesù, in cambio, vi rivestirà con l'abito nuziale.

 

VOLGERE TUTTO AL BENE (Estasi)

 

Siate piene di carità! Se vedete con un occhio qualche cosa che non è buono, chiudete anche l'altro. Se udite qualche cosa di negativo con un orecchio, chiudete subito anche l'altro. Così fate con le mani e i piedi.

Non dite: «Quest'acqua è putrida», ma piuttosto: «Quest'acqua in sé è buona», ma io sono cattiva.

Se ti preoccupi di non recare alcuna sofferenza a tuo fratello, anche il Signore penserà a non farti visitare da qualche sofferenza. Quando vedi una pietra sulla strada di tuo fratello, toglila di mezzo senza neppure che egli se ne avveda. Se noti una buca, riempila senza che egli se ne accorga. Spianagli la via. Non dire mai: non si può più far nulla per quest'albero morente, per il mio fratello sfortunato. Non dirlo mai, perché non sai ciò che porta il futuro. Anche se i tuoi sforzi diretti al tuo fratello sono un insuccesso, non rimangono infruttuosi per te stesso. Se tu sei così buono da colmare una buca sul cammino del cieco, e noti che egli non vuole percorrere questa strada, allora questi tratti migliorati serviranno a te stesso. Togli, togli dolcemente gli ostacoli.

Se hai sete e uno ti dà da bere, passa il bicchiere al tuo fratello assetato, anche se tu hai più sete di lui. Sii certo che il Signore stesso colmerà la tua sete.

 

AMA IL TUO PROSSIMO PIÙ DI TE STESSA (Estasi)

 

(Diceva alle converse): Praticate la carità, agnellini, soprattutto voi della cucina. Aiutatevi l'un l'altra. Non dite: «Questo non è compito mio, ma di suor X». No, assumetevi tutto quanto potete. Voi siete una persona sola. Amate le vostre sorelle più di voi stesse.

 

NON GIUDICARE (Estasi)

 

I superiori devono correggere, ma non giudicare. Se noti una macchia sull'abito del tuo prossimo, non dire: «Come è sudicio». Bene, ai tuoi occhi l'abito è sudicio, ma forse agli occhi di Dio l'abito è puro, senza macchia.

Lasciate il giudizio a Dio. Voi dovete, al massimo, correggere, ma astenetevi dal giudicare. Se qualcuno viene da voi e giudica un altro, ascoltate, tentate di placare gli animi, date un po' a ciascuno ma non vi pronunciate. Andate a fondo della cosa con dolcezza. Esaminate per capire chi ha commesso l'errore, e se il nemico è colui che ha seminato.

 

DIO SOLO VEDE TUTTO (Estasi)

 

Oscurità e angoscia sono i soli frutti che spettano a coloro che esprimono giudizi su cose che non li riguardano. Dio solo vede tutto. Egli ha tutta un'eternità per giudicare. E l'uomo, che vive solo un minuto, ha la sfrontatezza di giudicare.

Da parte del Nostro Signore devo dirvi come nasce un tale comportamento distorto. Noi crediamo di possedere più capacità di giudizio che non il confessore, la priora o i superiori. Il ramo ritiene di possedere in sé più forza dell'albero stesso.

Conservate la carità e Dio vi conserverà. Se ricoprite una carica di responsabilità avete anche la corrispondente grazia. Ma se non avete nessuna responsabilità, chiudete gli occhi. Non dite: «Questa è opera della colomba e quella del serpente». Il futuro porterà tutto alla luce.

 

OSSERVATE I GIUDIZIO DI DIO (Estasi)

 

Il Signore è triste quando tu giudichi, e nel tuo cuore porti astio. Il vero giudice è Dio. Egli solo pesa ogni cosa sulla bilancia ed esprime il giusto giudizio. Quando giudichi, tu dici indirettamente al Signore: «Tu non sai come si giudica. Io sono un giudice migliore». Anche se non lo si dice a parole, l'agire lo conferma.

 

GIUDIZI PRECIPITOSI (Estasi)

 

Il Signore non è contento di coloro che esprimono giudizi frettolosi. Il Signore dice: «Voi appartenete più a Satana che a me». Ogni giudizio ferisce il Signore con lo stesso dolore con cui, sul Calvario, i chiodi forarono le sue mani e i suoi piedi. Ritieni ogni giudizio, che tu esprimi su di un altro, un chiodo. Conficcalo nella tua carne. Ne farai l'esperienza. Non basta domandare perdono, bisogna domandarlo e convertirsi.

È vero: quanto tu fai al tuo prossimo, lo fai a me, poiché io vivo in ogni persona», dice il Signore; È insufficiente chiedere scusa, devi, nel contempo, aver già formulato la decisione di por fine a questo tipo di giudizio.

Se sei caduto in una colpa, provane subito pentimento e il Signore ti perdonerà. Ma se incolpi il tuo vicino, il perdono non ti sarà concesso così facilmente dal Signore.

«Se sei sincero - dice il Signore - non ti mancherà nulla, né in cielo né in terra. Prima di esprimere una parola contro il tuo prossimo, devi mettere il tuo dito sulla fiamma. Anche i pagani dicono: «Mio Dio, mio Dio, io ti amo». Ma non è abbastanza. È con le opere che mettete l'amore alla prova. Non quelli che dicono: «Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli».

Per una carità mal intesa trascuriamo facilmente di operare il vero amore. E il nemico ha facile gioco su di noi.

 

SCUSARE GLI ERRORI DEL PROSSIMO (Estasi)

 

S. Teresa d'Avila raccomandò alle sue figlie l'esercizio costante della carità. È una virtù bella, preziosa. Non guardare alle colpe e alle mancanze del prossimo. Serba per te il più difficile e il più penoso, per essere di aiuto agli altri. Pensa sempre bene degli altri. Trova delle scuse per loro. Se vedi una sorella versare l'olio, dì a te stessa: è persa in Dio. Poi va, prendi uno straccio e pulisci la macchia.

 

CHIUDERE LE PIAGHE DEL PROSSIMO (Estasi)

 

Invece di aprire una ferita e di versarvi dentro dell'aceto, devi piuttosto cercare di lenirla e di guarirla con l'olio della carità. Allora ripari la colpa del tuo prossimo con un più grande amore e una più grande fedeltà al Signore.

 

FIELE PER SE STESSI, MIELE PER GLI ALTRI (Estasi)

 

Signore, fa che i cuori dei miei fratelli e delle mie sorelle siano tutti tuoi. Prendili sotto la tua protezione e non permettere che fra di loro ci sia amarezza. Possa ciascuno serbare il fiele per sé e dare all'altro il miele. Questo è quanto io ti chiedo per loro, Signore.

 

AMARE QUELLI CHE CI METTONO ALLA PROVA (Estasi)

 

Considera questi pensieri in te stesso: oggi sulla terra, domani sotto terra.

La madre Teresa ti dice: mia carissima figlia, il tempo è breve. Pensa sempre ad amare il tuo prossimo. Preferisci quando ti contraria. Se qualcuno mette alla prova la tua pazienza, avviene sempre con il permesso di Dio. Spesso dietro si cela Gesù. Abbi sempre un grande amore per le sorelle che ti provocano sofferenza e mettono alla prova la tua pazienza, perché sono per te motivo di un guadagno più grande. Che cos'è la sofferenza, se non amore? Che cos'è la tua regola, se non amore?

Ama la persona che ti colpisce sul volto più di quella che ti bacia. Se tu ti difendi, quando ti colpiscono, tu perdi tutto. Ma se baci chi ti colpisce, allora il Signore sarà il tuo protettore.

 

AMORE PER I DEBOLI (Estasi)

 

In nome di Gesù vi scongiuro: risvegliate l'amore per il debole. Se Dio ti trascurasse, per te sarebbe ancor peggio. Se scruti ogni occasione per consolare gli altri, in questo e nell'altro mondo sarai felice. Ma, se non hai nessun amore, il Signore ti strapperà come erba secca. Non giudicare mai nessuno. Considera te stesso come il peccatore più grande. E in suo nome ti prometto che sarai come una freccia che vola direttamente verso Dio. Se puoi dire: ho peccato, ma ho fatto la carità, il Signore ti perdonerà. Ma, se tu dovessi dire: non ho peccato, ma non ho fatto nessuna carità, allora il Signore ti respingerà.

La carità è il mantello che tutto copre. In questo e nell'altro mondo vi chiedo una cosa sola: carità, carità, carità. Non prestate orecchio a chi vi lusinga. Non giudicate nulla, non mormorate. Abbiate compassione per i deboli.

 

AMATE DI PREFERENZA I CARATTERI DIFFICILI (Estasi)

 

Se l'acqua bolle in pentola, nessuno può immergervi il dito. Ma se è fredda, lo può fare chiunque.

Ci sono caratteri buoni e caratteri difficili. Il carattere bollente piacerà a Gesù, quando verserà dell'acqua fredda. Chi ha un carattere buono e generoso, a cui riesce facile esercitare la tolleranza verso ognuno, non ha bisogno di tante grazie come chi lotta, con successo, contro le difficoltà della sua natura. Dobbiamo amare di più le sorelle difficili che le buone, poiché ci offrono la possibilità di esercitare la pazienza e le altre virtù.

 

NON CONSERVARE ALCUNA AMAREZZA (Estasi)

 

Il nemico cerca il lato più debole di ognuna. Siate vigilanti contro gli attacchi del nemico; egli getta il veleno nella ferita. Amatevi reciprocamente.

Non nutrite nessun sentimento amaro. Non vi scoraggiate, quando sbagliate. Agnellini, amatevi reciprocamente. Quando accade qualche cosa che vi disturba, non amareggiatevene. Il nemico tenta di schiacciarvi come il grano. Ma se siete fedeli, le sue tentazioni contro di voi si svigoriranno.

 

ABBIATE CURA, CON ATTENZIONE AMOROSA, DEI MALATI (Estasi)

 

(All'infermiera ella diceva): Non preoccuparti quando manchi alla preghiera per curare le malate. Se si tratta di qualche cosa che si può sbrigare anche più tardi o domani, allora prosegui la preghiera. Ma, se si tratta di qualche cosa di urgente, allora non manchi in nessun modo contro lo spirito della preghiera. È lasciare Dio per amore di Dio, l'amore per l'amore.

Occupandoti delle malate, in esse curi Dio. Fa' lo stesso per tutte. Non devi preferire l'una all'altra, solo perché una potrebbe essere più santa. Dio soltanto giudica chi è più santa. Se curi, per amore di Dio, un malato che si trova in stato di colpa grave, otterrai un guadagno più grande che se tu lo avessi fatto a un santo.

 

EVITARE LA FAMILIARITA’ (Estasi)

 

Non si deve dimostrare familiarità, poiché a Dio non piace la familiarità come la pratica il mondo.

Se tu ti trovassi nel palazzo di una regina, ti inchineresti al suo passaggio. Voi tutte siete regine, il Signore ha scelto tutte. Dovete amarvi e rispettarvi reciprocamente. Nessuna può avere rancore nell'anima. In ricompensa il Signore vi amerà ed esaudirà ogni desiderio, fino alla conversione di coloro che amate. Nell'ora della ricreazione parlate di Dio. Ciascuna di voi deve contribuire con qualche cosa di buono alla ricreazione.

 

PREDICA DELLE CREATURE SULL'AMORE (Estasi)

 

San Giuseppe mi ha dato quattro punti sull'amore fraterno.

l. Pensate alla colomba. Toglie il cibo dal becco e lo porge ai suoi piccoli. Anche voi dovete dimostrare alle sorelle il vostro amore, rinunciando a voi stesse generosamente. Dio conterà come fatta a se stesso una tale azione.

2. Osservate i pesci del mare. Nuotano insieme in giganteschi branchi. Rimanete così anche voi insieme mediante l'amore.

3. Guardate le stelle. Vedete come splendono, come il loro splendore si unisce e produce una chiara luce. Così anche voi con la vostra perfetta unità dovete emanare un grande bagliore di edificazione.

4. Pensate a un neonato. Si nutre di latte. Via via cresce, grazie all'attenzione amorosa dei genitori. Più tardi riceve nutrimenti solidi, per crescere e poter camminare. Anche voi con la carità dovete aiutarvi, consolarvi e rafforzarvi.

 

MONITI (Estasi)

 

Chi è colpevole contro la carità, ritenga di aver sbagliato contro lo Spirito Santo. Quando ai superiori si dice la verità, non è una mancanza di amore, ma l'attuazione di un dovere.

Dissi al Signore: «Felici coloro che hanno sparso il loro sangue per Dio». Ed Egli mi rispose: «Felici coloro che, per amore, mi offrono il costante sacrificio della loro vita; una tale vita infatti lascia un sentiero fiorito per Gesù».

L'amore è l'unica cosa che può dare al cuore dell'uomo la vera pienezza. Il giusto, con un pizzico di terra e con l'amore, è sazio. Il cattivo invece è sempre affamato e assetato con tutti i divertimenti, gli onori e le ricchezze; non ne ha mai abbastanza.

 

 

SEMPLICITÀ E DONI STRAORDINARI

 

IL DIRETTORE SPIRITUALE

 

Dio mi ha fatto comprendere che il miglior direttore delle anime è lui; che ogni anima che si abbandona del tutto a lui, non può andar perduta. Il direttore dell'anima è come un piccolo rigagnolo che non può placare la sete. Se ho sete, chi può darmi da bere, se non Gesù?

 

LA DIREZIONE SPIRITUALE (Estasi)

 

Agnellini, state attenti. Preoccupatevi sempre della semplicità e dell'umiltà. Io posso assicurarvi che Satana è geloso. Egli è sempre all'opera, particolarmente contro le anime consacrate a Dio.

Al giorno d'oggi si è diffusa una presunzione tronfia. Si insinua dovunque, perfino fra le religiose.

Capita che molti cadano nell'illusione di essere qualcosa. Ci sono sorelle che pretendono un direttore spirituale appena sperimentano un po' di consolazione nella preghiera. Sono convinte di non poter fare nulla senza un tale direttore. Si lamentano con i loro superiori, finché non ottengono quanto vogliono. Ma con ciò la cosa non è conclusa. Ruotano con i loro pensieri solo su stesse. Ripetono eternamente quello che devono dire al direttore. Non c'è traccia di semplicità in un comportamento così affettato. Tali sorelle sono perciò inclini ad udire parole come queste: «Figlia mia, il tuo stato è realmente straordinario. Tu sei chiamata a grandi cose, hai bisogno di uno che comprenda la tua anima...»

Povero quel direttore che si lascia irretire da simili parole. Egli risveglia solo l'amor proprio nelle sue figlie spirituali. La povera sorella che lo ascolta facilmente cade nell'errore.

Quanti sono coloro che, senza saperlo e senza volerlo, collaborano alla rovina delle anime invece di aiutarle, poiché con fede cieca accolgono quanto le figlie spirituali vanno loro raccontando. Non pensano, neppure minimamente, che in tutto quanto odono potrebbe esserci inganno e immaginazione. Un direttore che conferisce troppo spazio allo straordinario non è guidato dallo Spirito di Dio ma da quello del male. Egli, per le anime, è come un operaio del diavolo perché le lascia cadere nella fossa. Agnellini, Satana si maschererà da angelo di luce. Siate un po' vigilanti e saprete sempre riconoscerlo. Egli s'industria di rendervi presuntuose con i suoi encomi. Umiliatevi e dite: «Non sono che nulla, non merito nessuna grazia» ed egli sarà sconfitto.

 

GIUDICARE L'ALBERO DAI SUOI FRUTTI (Estasi)

 

Se, per esempio, una sorella viene a dirti: «Madre mia, durante la preghiera ho visto la Madonna e Gesù, e mi hanno rivelato questo e quello...» rispondi a quella sorella: «Figlia mia, approfitta bene di quanto hai visto e udito. Una simile grazia deve portare buoni frutti. Dai frutti tu riconoscerai se è una realtà o un'immaginazione». Se la sorella sarà lieta della tua risposta, tu potrai dire a te stessa: «Qui, certamente Gesù è all'opera». Ma se ella si irrita, allora di a te stessa: «Qui c'è Satana».

 

ORGOGLIO, INDIZIO DI UNO SPIRITO CATTIVO

 

Talvolta sperimentai nella preghiera come una grande grazia, come se bruciassi d'amore, come se fossi penetrata da Dio, circondata da lui come da un'onda. Sentii la mia anima come rapita, come posta in alto e mi accorsi che mi distinguevo dalle altre.

Tali sentimenti mi angosciarono. Mi gettai ai piedi della Madonna e la supplicai di non permettere che io fossi vittima di un'illusione. E subito tutto scomparve.

Mi venne detto: «Se l'anima non è condotta a sentimenti di vergogna, di abnegazione e umiltà, devi diffidare, non sono da Dio, perché la vera grazia conduce all'umiliazione di sé».

E quanto è vero! Poiché quando Dio mi visita, la mia povertà e la mia nullità mi stanno così chiaramente davanti che non potrei sopportarle se Egli stesso non mi sostenesse.

 

PREFERIRE LA VIA ORDINARIA (Estasi)

 

Non è necessario percepire le parole di un angelo. Abbiamo i comandamenti, la regola. Tutto è già stabilito. Il nostro cammino è già prestabilito. Noi dobbiamo solo battere il giusto cammino. Se procedi in diagonale o rimani fermo, quale utilità ti dà il conoscere la direzione? Ma se procedi per la strada diritta, già prescritta, ti accompagnerà la luce; vedrai che i sassi e gli altri ostacoli sono già stati rimossi. Gesù vigilerà su di te.

 

EVITARE LE COSE STRAORDINARIE

 

Non trattenerti troppo sui fenomeni straordinari. Se qualcuno ti dice: «La Vergine è apparsa qua o là; in quel luogo vive un'anima straordinaria», non andarci. Se ti viene detto: «C'è questa o quella rivelazione», lascia perdere tali cose, poiché per te non vogliono dire nulla. Il Signore ti consiglia: «Concentra tutta la tua attenzione sulla fede, sulla Chiesa, sul Vangelo. Non correre qua e là, dietro a fenomeni straordinari; non desiderare rivelazioni, altrimenti la tua fede ne soffrirà». Io ti dico tutto questo da parte di Nostro Signore. Egli sarà sempre con te e non ti abbandonerà mai, se tu ti attacchi alla Chiesa e al Vangelo. Ti devo dire ancora che il diavolo al giorno d'oggi irretirà al suo servizio delle anime buone, anime chiamate alla perfezione e alla santità. Ma un'anima veramente retta non sarà mai ingannata a lungo. Chi invece non è retto cadrà sempre più nell'inganno. Satana insinuerà cose piacevoli, farà predire cose che non avverranno mai e questo indebolirà la fede. È esattamente quanto il nemico cerca. Ma tutto ciò sarà scoperto e avrà fine.

 

PERICOLI DI UNO STATO STRAORDINARIO

 

Ad Alessandria ho visto una persona vivere una vita straordinaria. La gente veniva da tutte le parti per udire il suo consiglio. Chiedeva la sua preghiera. Il suo direttore la considerava una santa. Appena la vidi per la prima volta, udii una voce che mi disse: « È dal maligno». Comunicai al mio confessore tale impressione. Egli era anche il confessore di quella monaca; mi ritenne presuntuosa. «Ha ragione, padre - ribattei -; ma se lei vuole scoprire il vero cammino di quell'anima, allora la umilii; si comporti come se non la stimasse; e lo faccia non una volta sola, ma più volte, poiché il diavolo è in grado di sopportare esteriormente una umiliazione, per poter ingannare più facilmente».

Il prete prese in considerazione il mio consiglio. Dapprima quell'anima sopportò bene la prova; poi, la seconda volta, reagì con tristezza. Infine si lamentò che non era compresa. Presto si fece visibile la sua pusillanimità. Tutte le manifestazioni straordinarie scomparvero. L'affievolimento spirituale la condusse presto alla negazione della fede. Abbandonò la vita religiosa, in cui aveva vissuto molti anni. Due mesi dopo si sposò...

 

SINCERITA' DEL CUORE (Estasi)

 

La rettitudine è la nostra salvezza. Se non si cammina diritti, si dovrà camminare dieci volte tanto.

 

IL CUORE SINCERO È UNA DIMORA DI DIO (Estasi)

 

Il cuore retto e lo spirito umile sono custoditi bene da Dio. «Se qualcuno possiede tutte le buone qualità, ma non ha un cuore sincero e uno spirito umile, io non abito nella sua casa - dice il Signore -. Se qualcuno è pieno di tutte le possibili mancanze, ma è retto e umile, certamente io abiterò in lui».

Chi non è sincero, vive in perenne timore dinanzi al suo prossimo. Il sincero invece, ha solo timore di Dio, non conosce il timore delle persone; pensa solo a Dio. Chi teme il Signore, è libero dal timore degli altri. Chi teme gli altri, non ha nessuna paura dinanzi al Signore.

 

DIO AMA L'UOMO RETTO (Estasi)

 

Anche se avrà compiuto tutte le possibili nefandezze, Dio gli concederà la luce della conversione. Ma Dio non guarda con benevolenza la persona falsa. Anche se possedesse tutta l'apparenza della santità, Dio non si compiacerebbe con lei. Dio piuttosto ha un debole per chi è carico di ogni possibile imperfezione, ma si dimostra retto.

 

FUGGI LA FALSITA’ (Estasi)

 

Cerca di non mentire mai. La menzogna ha vita breve; finisce presto. La verità è eterna, non avrà mai fine.

Non cercate cose corruttibili. Se dai la caccia alla tua soddisfazione, tale sforzo è menzognero. Non trattenerti nel cercare la strada facile, cosparsa di rose, poiché le spine sono solo nascoste. Ma se procedi sul cammino irto di spine, arido, tu trovi le rose e una gioia inattesa. Scegli questo cammino.

Chiedi a Gesù la grazia di contrastare la natura umana, il corpo con le sue brame e la tua volontà. Dì al Redentore divino: «Non permettere che io mi metta a cercare i complimenti; poiché se io mi metto in mezzo alle lodi, mi troverò fra le umiliazioni. Se invece cerco l'umiliazione, scoprirò la tua lode. Non permettere che mi rivolga a qualche cosa d'altro che non sia la tua santa volontà».

 

 

PECCATO E GRATITUDINE

 

CONTRIZIONE

 

Mio Dio, mi rincresce con tutto il cuore che talvolta ti abbia offeso. Perdonami. Me ne pento con tutta l'anima. Donami la tua misericordia.

Mio Dio, io spero in te. Mi abbandono a te, completamente. Mettimi dove tu vuoi, anche nell'inferno, se questa è la tua volontà. Io accetto tutto. Ma non permettere mai che ti offenda, mio Dio. Morire piuttosto mille volte, che offenderti e recarti dispiacere.

Mio Dio, tu così grande, così potente, sei nostro Padre. Tu nel cielo e noi, piccoli vermi, polvere e cenere, in terra! Oggi in questo mondo e domani forse morti!

In questi brevi momenti della nostra esistenza, noi osiamo offenderti. Mio Dio, abbi compassione di noi!

 

IL NULLA IN PRESENZA DELL'ESSERE

 

Soffrii una grande tentazione. Recitavo l'ufficio della Santa Vergine e il «Veni Creator». Mi gettai nelle braccia di Dio e sperimentai tutta la sua bontà. Mi trovai spiritualmente dinanzi al tabernacolo e, prostrata dinanzi all'altare, dissi: «Signore, la tua serva è affamata: dalle un boccone di pane. È assetata: dalle un sorso d'acqua da bere». Piangevo, non con gli occhi, ma nel mio cuore. E coprii l'altare di lacrime.

Tutti i miei peccati mi passavano davanti agli occhi, uno dopo l'altro. Io non avevo più neppure la forza di chiedere il pane, tanto mi sentivo indegna e oppressa. Infine chiesi: «Signore, è accaduto quanto tu pensavi che io facessi? Tu sai come io sia pentita, nel mio cuore, dei peccati che tu mi hai messo dinanzi agli occhi. lo so che la grandezza della tua misericordia annullerà la quantità dei miei peccati. Signore, tu sei l'essere e io un nulla. Tu sei Dio e io solo un granello di polvere. Bisogna che chi esiste dall'eternità abbia pietà di chi è un nulla e che Dio abbia misericordia di questo granello di polvere. Se questo nulla sopravvive, tu, eterno Dio, devi avere misericordia e mitezza con me. Ricordati Signore dell'opera delle tue mani».

Dopo consegnai me stessa completamente alla fede, alla speranza, alla fiducia. Tutta la notte perdurai in questi sentimenti.

 

I PECCATI DEI RELIGIOSI (Estasi)

 

I preti e i religiosi offendono Dio. Perfino le monache contemplative lo offendono. Quanto più alta è la perfezione a cui sono chiamati, tanto più le loro mancanze offendono Dio. Con i loro peccati contro la carità rendono triste il cuore di Dio, come pure con le loro mormorazioni, le loro critiche e le loro distrazioni; così perdono il tempo, che Dio ha loro dato per santificarsi e salvare le anime...

Non conducono una vera vita religiosa, perché manca loro il raccoglimento e la vigilanza interiore. I loro pensieri sono troppo concentrati su se stessi; vorrebbero assolutamente sapere che cosa gli altri pensano di loro, se sono disprezzati o stimati. Gesù non era così, reagiva diversamente. Egli, il Re del cielo e della terra, dimenticò se stesso per gli altri.

O amore fraterno, o umiltà, siate per me l'acqua che purifica, siate per me la luce che illumina. O semplicità, sii il mio pane per nutrirmi.

 

DISCORDIA E AMBIZIONE

 

Mi venne il pensiero che i miei peccati e la mia disattenzione mi allontanavano da Gesù. «Vieni, o Santa Trinità - dissi fra le lacrime - aiutami, cambiami». Piansi e pregai molto per la santa Madre Chiesa.

Una voce mi disse: «Che cosa vuoi che io faccia? Io ritardo la vittoria della Chiesa per la cattiveria di coloro che portano il nome di figli della Chiesa. Fra i preti non regna unità, fra le religiose lo stesso. Ognuno si comporta cercando il proprio onore. Ti dico la verità: sarà disprezzato chi cerca l'onore umano, e onorato chi desidera essere disprezzato. Non vi è unione tra fratello e fratello in religione e fra religiosa e religiosa».

 

INGRATITUDINE (Estasi)

 

Quando l'erba è morta e secca, può dire: «Tutto è finito». Ogni pianta, ogni creatura lo può ripetere. Riconosce così il suo essere creatura. Solo l'uomo può reagire diversamente e non può dire alla sua morte: «Tutto è finito». Ciononostante l'uomo, per il cui amore Dio ha creato tutto, è ingrato e infedele.

 

IL PRECETTO DELLA GRATITUDINE (Estasi)

 

Il Signore disse: «Se bevete da una fonte, non buttatevi nessuna pietra. Se avete bevuto e vi avete buttato dentro delle pietre, non ritornate indietro per bervi di nuovo. Non siate senza riconoscenza per colui che vi ha fatto bere».

 

LA GRATITUDINE DEL CREATO FA ARROSSIRE L'INGRATITUDINE DELL'UOMO

 

Mi parve di vedere tutte le bestie del mondo con la testa abbassata. A fatica cercavano il loro nutrimento e io ebbi l'impressione che volessero dire di essere indegne di cibarsi di qualche cosa. Così tenevano la testa abbassata à terra. Invece l'uomo procedeva con il capo eretto. Era come un re fra le bestie, che erano come un gregge tranquillo e docile nelle sue mani.

L'uomo mangia come le altre bestie, ma non abbassa il capo; al contrario, con orgoglio, lo erge. Tutte le creature gli obbediscono: la terra, gli alberi, i leoni, le tigri, gli uccelli; in una parola egli sembra il re della terra, come Dio è il re del cielo.

E gli animali alzavano la loro testa al cielo, dopo che si erano saziati, come per ringraziarlo e lodarlo. L'uomo invece mangia e beve, senza benedire la mano che gli dona cibo e bevanda.

Mi si avvicinò qualcuno e mi disse: «Figlia mia, tu hai visto come tutti gli animali, senza conoscere Dio, alzino la loro testa al cielo, appena sono sazi, come per rendere grazie. Ma l'uomo, che conosce Dio, che è fatto a sua immagine ed è chiamato a possedere Dio e ad essere in Dio come un Dio, non pensa al suo Creatore. Così egli perde, per sua negligenza, tutta la sua forza e la sua autorità sulla terra, come pure la sublimità che potrebbe avere in Dio in cielo. Poiché l'uomo conosce il suo Signore, dovrebbe ritornare sui suoi passi e ringraziarlo, non solo per se stesso ma anche per tutto il creato, poiché egli solo su tutta la terra ne è capace».

 

L'UOMO GIUSTO E L'UOMO INGRATO

 

L'anima dell'uomo giusto è molto bella, ma il suo corpo si trova in uno stato di sofferenza perenne. Egli vive e lavora nella sofferenza e nella pena. Sua è ogni sorta di persecuzione e di infelicità. Malgrado tutto, egli non pensa a se stesso, ma solo a Dio, con cui vive. Si dimentica completamente di se stesso; tutto ciò che fa, lo fa per Dio e non per il proprio io. Dimentica il suo corpo, la sua salute, la sua comodità, per pensare solo a Dio. Alla fine della sua vita, egli non appare più un uomo, bensì un essere divino. La sua carne, che in vita ha trattato duramente, lo ringrazia per questo. I suoi capelli, le sue ossa, i suoi occhi, i suoi orecchi, le sue mani e i suoi piedi sono orgogliosi di appartenergli, poiché sono stati usati da lui. Gli dicono grazie e lo lodano, perché egli si è comportato così. Tutte queste lodi però salgono alla fine verso Dio. La terra si rallegra di aver portato l'uomo, di essere stata da lui calcata, quando egli vi passava sopra. Gli animali si considerano privilegiati, perché furono abbattuti per lui e così sono diventati sua carne; anche gli alberi, che portarono frutti per lui, che lo hanno saziato; le case che per lui furono dimora; il sole, la luce, le stelle, che risplendettero per lui. Le nubi, la pioggia, i fiumi e le sorgenti, il mare e i suoi pesci onorano l'uomo e sono orgogliosi e felici di averlo servito.

L'uomo ingrato riceve il dono della vita come il giusto. Nel corso della sua vita egli tratta il suo corpo con riguardo. Tutti i cibi sono a sua disposizione. Nel contempo pensa solo a se stesso, mai a Dio. Cerca soddisfazione, onore, ricchezza, godimento. Se egli potesse essere il Signore di tutto il creato, se gli riuscisse, detronizerebbe Dio, per sostituirlo. Mai gli sorge il pensiero che ogni cosa proviene da Dio. Anche quest'uomo, che vuole apertamente guadagnare tutto il mondo, giunge alla fine. Esattamente come il giusto, egli subisce la morte. Mi parve allora che i suoi capelli volessero aborrirlo. I suoi occhi, i suoi orecchi, i suoi piedi, le sue mani e tutte le sue membra prendevano distanza da lui. Erano confuse ed arrabbiate di apparte­nergli e di averlo servito. Se fossero state capaci di maledire il tempo in cui gli erano appartenute, lo avrebbero fatto. La terra era confusa di averlo sorretto; gli alberi tremavano di eccitazione, perché egli si era nutrito dei loro frutti. Gli animali, il mare, il cielo, tutta la creazione ardevano di collera, per averlo servito. Unanimemente lo maledivano.

Tutte queste maledizioni sono la conseguenza della maledizione di Dio. Dio per primo maledice l'uomo ingrato. Solo perché Dio lo maledice, lo fa anche tutta la creazione; allo stesso modo in cui la benedizione di Dio sui giusti porta con sé la benedizione di tutta la creazione.

Una voce mi disse: «Tu hai visto e udito; schierati dalla parte dei giusti».

 

 

PREGHIERA E ABBANDONO A DIO

 

ABBANDONARSI ALLA VOLONTA’ DI UN ALTRO (Estasi)

 

Io ho affidato la mia volontà ad un altro, a Dio. Era un suo dono e io glielo resi per il tempo e l'eternità. Io ho messo la mia volontà a disposizione di Gesù, di Maria e del Padre del cielo. Lo feci alla presenza della SS. Trinità, degli angeli, dei santi e di ogni creatura. Dissi a Gesù: «Signore, tu mi hai dato una volontà e io te la rendo, irrevocabilmente. Scrivilo nel tuo cuore, nel libro della vita, perché mai più me ne svincoli. Non darmi più indietro la mia volontà. Non mi appartiene più. Se tu vedi che, sventuratamente, sto per riprenderla, allora mandami la morte prima che io ne approfitti. Aspiro alla tua volontà, costi quel che costi: nonostante sofferenze, prove, persecuzioni, difficoltà di ogni tipo.

Ora ho compiuto il mio abbandono. La mia volontà è tua. Ora sta a te il conservarla. Se io la volessi di nuovo per me, e tu fossi disposto di nuovo a rendermela, allora io spero che Maria lo impedisca, poiché io l'ho consegnata attraverso le sue mani.

Lo ripeto di nuovo: non ho altra aspirazione che fare la tua volontà, in vita, in morte, per tutta l'eternità. Ad ogni istante rinnovo questa promessa, ad ogni respiro, ad ogni battito del cuore, in ogni mia azione.

Ora ho compiuto il mio abbandono. Tu, Signore, devi far sì che io lo viva. Tocca ora a te il portare a compimento, il dirigere con la tua volontà tutto quello che io dirò e farò.

 

LA PREGHIERA (Estasi)

 

Quando vai a pregare, preparati bene prima. Nessuno riceverebbe un re nella sua casa senza prima aver fatto i necessari preparativi. Altrimenti egli non verrà da te che raramente, e anche gli aiutanti del Re, gli angeli, non ripeteranno facilmente l'invito.

Dobbiamo iniziare la preghiera con un esame di coscienza, per scoprire se in qualche modo abbiamo offeso Dio; confessare la nostra colpa, collegata all'orgoglio o alla disobbedienza, la mancanza di carità o di pazienza. Non dobbiamo seppellire le nostre colpe; al contrario, dobbiamo metterle davanti ai nostri occhi spalancati, poiché Dio vede tutto ugualmente.

Anche le armi sono necessarie per la preghiera, e noi dobbiamo farne uso. Dobbiamo brandire un'ascia. Ogni volta che notiamo in noi stessi una colpa o una resistenza, qualche cosa che deve essere sradicata, allora diamo un buon colpo d'ascia. L'ascia è la buona volontà.

 

PREGHIERE LITURGICHE(Estasi)

 

La madre Teresa dice che molto spesso ella è venuta a partecipare alla liturgia, ma che non sempre è rimasta contenta, soprattutto quando qualche «agnello» non tirava fuori abbastanza la sua voce, quando gli agnelli non rispondevano con sufficiente fervore interiore là dove c'erano brevi risposte come «Amen», «Deo gratias».

Non dobbiamo pensare a noi stesse o temere di stancarci nelle ore di preghiera. Piuttosto dobbiamo spenderci per Gesù, cantando le sue lodi. Sarebbe un gran bene, se ne dovessimo morire. Ci sarebbe da desiderare di sciogliersi nella lode del Signore. Nel cielo non avviene nient'altro. Voi, agnellini, in paradiso canterete le lodi del Diletto Gesù.

 

 

SULLA SOFFERENZA

 

SOFFERENZE CONTINUE

 

Nostro Signore mi disse: «Tu credi di essere la sola che soffre? Io soffro più di te; porto il peso dei vostri peccati. Voglio che tu non sia mai priva di sofferenze, neppure per un istante. Se nessuno ti facesse soffrire, allora io muterei le pietre in uomini perché ti facessero soffrire. È mio volere che tu soffra sempre».

 

VOGLIA DI SOFFERENZA

 

Io desidero soffrire sempre, e non morire. Vorrei perfino asserire: «Non è solo la mia volontà, è anche il mio gusto. È bello pensare a Gesù ed amarlo, ma è meglio fare la sua volontà».

 

LA VOLONTÀ DI SOFFRIRE (Estasi)

 

Non voglio morire, non voglio morire, voglio soffrire. Non ho fatto nulla per Dio. Non morire, bensì soffrire! Ma non la mia volontà, o Dio, ma la tua.

 

NON CHIEDERE LA CROCE (Estasi)

 

Un'anima non deve dire: «Io voglio avere sofferenze; io voglio quella croce, quell'umiliazione o quella privazione». Eliminate tutte croce, la corona di spine, il calice, fosse anche per tutta l'eternità, sarò soddisfatta, perché corrisponde alla sua volontà». Il bambino pianse e tutto scomparve.

 

UNA PREGHIERA A GESÙ NELLA SOFFERENZA

 

Gesù, tu che sei così tenero, come puoi essere così duro, da non soffrire per niente con me? È vero: ho peccato, ma tu vedi che sono alla fine, che non ne posso più...

Allora egli si è risvegliato nel mio cuore. Ora soffro, ma posso sopportare il dolore.

 

GENEROSITA’ NELLE SOFFERENZE (Estasi)

 

Piangiamo, piangiamo; non si deve passare il tempo a ridere, perché le persone ingrate offendono Gesù. Noi non dovremmo sciupare il nostro tempo con cerimonie; dovremmo piuttosto piangere. Possiamo rendere soddisfazione a Gesù, mentre accettiamo le sofferenze, le contraddizioni, le tristezze e, soprattutto, esercitando la carità. Voi siete venute qui per morire.

Chi non è disposto a lottare è pigro.

Tu non devi chiedere di essere liberato dalle tentazioni e dalla tristezza. Al contrario, quando devi lottare con forza, mettiti in ginocchio e prega Dio per questo; ringrazialo perché ti lascia soffrire. Innalza il tuo cuore a lui, e chiedigli solo che non permetta che tu lo offenda.

 

PRATICHE DI PAZIENZA NELLE PROVE

 

Santa Teresa mi ha dato quattro consigli sulla pazienza:

I. Quando soffri, pensa alla tua debolezza e alla tua miseria. Dì a te stessa che un piccolo nulla come te, in fondo non è degno che di soffrire. Guarda a Gesù nella sua passione. Allora otterrai la grazia della sofferenza e sopporterai tutto con amore e con spirito di gratitudine.

2. Per conservare la pazienza nella prova, considera Gesù sulla croce. Tutti l'ingiuriavano, si burlavano di lui e dei suoi dolori, ma egli sopportava tutto in silenzio. Una figlia di Teresa deve sopportare tutto con pazienza e in silenzio. Tutto passa.

3. Pensa come in ogni sofferenza tu glorifichi Dio. Sulla terra il Signore ha fatto tutto per te; soffri tutto quindi per lui. Pensa alla sua gloria. Pensa anche che Maria è tua madre.

4. Pensa che dopo un tempo di sofferenza e di umiliazioni, tu sarai in cielo. Quanta gloria e quale gioia vi sarà allora partecipata!

 

ESTRARRE IL MIELE DALLE SPINE (Estasi)

 

Il Pastore dice: «Approfittate del tempo! La vita è così breve. Fate come le api. Da ogni fiore estraggono un po' di miele. Lo estraggono dappertutto. Anche tu dovresti sempre occuparti nell'estrarre il miele. Estrailo dalla spina, dalla rosa. La spina è sofferenza, noia, tristezza, prova. La rosa è gioia e consolazione. Su ogni via trovi il miele, ma soprattutto sulle spine».

 

 

SULLA TENTAZIONE

 

SATANA È SOTTILE COME IL VENTO

 

Egli penetra anche nelle più piccole fessure.

 

TENTAZIONI DELLA NOVIZIA (Estasi)

 

L'anima chiamata da Dio alla vita religiosa dice: «Voglio entrare in monastero per seguire Gesù, per praticare l'umiltà, per morire a tutto e a me stessa».

Viene il nemico; incalza l'anima a guardare a se stessa, per vivere la regola più severamente. Quando ella entra in questa tentazione, dapprima il diavolo la attacca su di un fronte simile. Impercettibilmente risveglia nostalgie mondane nell'anima di questa religiosa, che ritiene di non essere vestita bene a sufficienza o di non essere curata; s'immagina che le altre siano trattate meglio di lei.

Occorre scacciare simili pensieri, non pensare a te stessa, lasciare alla superiora la cura di te stessa!

Da buona religiosa devi essere completamente morta a te stessa, disponibile come un bastone. La buona religiosa si soddisfa con poco, non si lamenta mai, ringrazia sempre; crede sempre troppo quello che viene fatto per lei.

 

TENTAZIONI DELLA PROFESSA (Estasi)

 

Dopo i voti, il diavolo tenta di insinuare delle idee di ambizione. Così la professa aspira a divenire segretaria, poi vicaria, infine priora. E appena ha raggiunto il primo posto, desidera essere amata da tutte. Questa religiosa è realmente contenta quando sente dire: «Nessuna è mai stata uguale alla reverenda Madre».

Quante vittime di questa boriosa ambizione cadono in rovina! Non formarti delle false idee sulle tue capacità di assumere qualsiasi responsabilità, tanto meno la più alta. Se Gesù permette che tu sia innalzata, allora non abbatterti, ma conserva la tua anima nella pace. Basta una grande fede perché tutto nella comunità si svolga bene. Gesù fa tutto per una superiora che vive di fede e che non si preoccupa di cose inutili. Prendi le distanze dal tuo io, mettiti da parte. Sii buona e generosa con le figlie che Dio ti ha affidato. Imita in tutto Gesù, se vuoi che le sorelle affidate alla tua custodia facciano lo stesso. Non prediligere i complimenti. Gli encomi passano, come tutto il resto. Per tutto il tempo in cui sei in carica, abbi sempre davanti agli occhi che sei un nulla. Sii cortese nella semplicità e nella fiducia in Dio. Rivolgiti sempre a lui in completa umiltà. L'anima che vive in fede e semplicità è sempre come luce in mezzo alla notte. Nella misura in cui abbandoni tutto sulla terra, tutto troverai in cielo.

 

LA POTENZA DELL'UMILTA’ CONTRO LE TENTAZIONI (Estasi)

 

Il maligno è geloso; egli cerca, con tutti i mezzi, di distruggere la fede nelle anime e di farle cadere. Ma voi non temete nulla. Se non abbiamo alcuna sensibilità della fede, e continuiamo a vivere con piena umiltà e fiducia; se non sperimentiamo più la fede, nonostante le nostre sofferenze e le nostre lacrime, allora subiamo un martirio meritorio, preparato dalla Provvidenza, previsto, purché ritorniamo sempre e di nuovo a Gesù.

Dio permette le tentazioni per un solo motivo: per la nostra crescita. Quanto più veniamo provate, tanto più ci rivolgiamo a Dio. La tentazione è l'acqua che ci purifica. Le più forti tentazioni sono come l'acqua calda che ci purifica meglio. Non lasciatevi impressionare da nulla. Non scoraggiatevi mai, perché non siete angeli, ma esseri mortali.

Talvolta, durante la preghiera, formuliamo buoni propositi. Desideriamo essere umiliate, disprezzate, messe da parte. Un poco più tardi se ne presenta l'occasione e abbiamo già dimenticato tutto.

Bene, agnellini, voi siete poco impegnate a rimanere umili e quindi ad approfittare al massimo di questa opportunità. San Giuseppe vi dice: «Agnellini, rendete voi stesse molto piccole; piacerete a Gesù e lo troverete».

 

IO RINUNZIO AL DIAVOLO

 

Quando sarai tentata - dovunque tu sia - inginocchiati davanti al Signore e di: «Signore, io rinunzio al diavolo e a tutte le sue opere; io anelo al tuo Spirito».

Non sai che cosa sia buono, che cosa sia cattivo? Inginocchiati e di nel tuo cuore: «Signore, io rinunzio al diavolo, alle sue opere e alle sue tentazioni; amo solo te e il tuo Spirito».

Vedrai che vincerai sempre, quando ti atterrai a queste parole.

 

CONSEGUENZE DELLA TENTAZIONE

 

Mi parve di vedere un giardino con fiori, pieno di alberi e di frutti. Alle porte del giardino bruciava un gran fuoco. Chi voleva entrare, doveva passare per il fuoco. Nel contempo vidi due uomini davanti al giardino. Uno camminava con orgoglio e con la testa alta; l'altro procedeva curvo e con il capo chino.

Il primo entrò senza timore e con portamento altezzoso. Mentre passava per il fuoco, si bruciò parte dell'abito. Giunse nel giardino e raccolse una grande quantità di fiori e di frutti. Quando ritornò alla porta, passò di nuovo, uscendo, tra le fiamme. Queste incenerirono il suo abito e tutto quanto egli portava con sé.

Anche il secondo entrò nel giardino. Quando passò per il fuoco, si curvò molto profondamente, e il suo abito non fu danneggiato per nulla. Come il primo passeggiò nel giardino e raccolse molti fiori e frutti di ogni tipo. Ritornato alla porta, si curvò di nuovo, ancora più profondamente di quando era entrato. Il fuoco non gli procurò neppure il più lieve danno; infatti, quando uscì era più bello e più ricco di prima.

Mi chiedevo che cosa significasse tutto ciò. Qualcuno mi disse: il fuoco è un simbolo per i dolori della vita, le sue sofferenze, i suoi tormenti e le sue prove. Il Signore ce le manda, perché da essi cogliamo fiori e frutti. Il primo, penetrato nel giardino e uscito povero, triste, nudo e a mani vuote, è l'immagine di colui che si comporta arrogantemente nelle prove. Con l'orgoglio, l'egoismo, l'amore per se stessi si perde tutto. Il secondo è l'immagine delle anime che nelle sofferenze e nelle prove si umiliano. Esse sono cariche di fiori e di frutti.

Infine matura il tempo per offrire al Signore i frutti del giardino. Entrambe le anime appaiono al suo cospetto. Egli chiede alla prima: «Ti vidi entrare nel giardino e cogliere fiori e frutti. Che cosa ne hai fatto?». «Ah, Signore! - ribatte questa - il fuoco, per il quale sono passata, li ha completamente bruciati. Non mi è rimasto nulla». «Ebbene poiché tu non hai nulla - dice il Signore - via dai miei occhi! Non ti conosco». Allora il Signore si rivolge alla seconda anima, che conserva i suoi frutti. Le chiede: «E tu che cosa hai raccolto?». Subito quella glieli porge e a capo basso risponde: «Io sono un nulla, Signore, ma tu sei Colui che mi ha conservato e fatto raccogliere questi frutti». E il Signore le dice: «Entra e riposati. Godi la gioia del tuo Signore». Ogni volta che tu offendi l'amore, offendi Gesù, che è l'amore stesso.

 

UN PENSIERO

 

Il giorno della sofferenza è il giorno del Signore.

 

 

VERGINITÀ E AMORE

 

PURIFICARE OGNI COLPA CON L'ACQUA CALDA

 

Non possiamo togliere una macchia dalle nostre mani e dagli abiti con l'acqua fredda. Dobbiamo usare l'acqua calda e il sapone. Quando ho una macchia sull'anima, allora desidero che non vi rimanga ma che Dio la tolga. Egli però viene con acqua bollente, per lavarla; allora io urlo e tento di correre via. Eppure egli si affretta ad acconsentire al mio ardente desiderio di purità. Oh, come sono cieca!

 

PUREZZA E AMORE

 

Dio è più disposto a perdonare il peccato contro la purezza che contro l'amore.

 

FASCINO DELLA VERGINITA' (Estasi)

 

Conservate con cura il fascino della verginità. Quando si versa un profumo in una fiala, questa viene chiusa perché il profumo non evapori. Così capita con la verginità. Conservatela bene e diffonderà il suo profumo verso il cielo.

La vostra verginità è come la linfa degli alberi. Questi hanno bisogno di molto tempo prima di portare frutto. Dio sarà il frutto della verginità, sia in cielo che in terra.

 

IL CORPO, CIBO DEI VERMI

 

O corpo, quanto rapidamente ritorni alla terra! Tutto passa per te. Sei sull'orlo della fossa e aneli ai piaceri e alle distrazioni del mondo. Desideri abiti alla moda e cibi squisiti. Vorresti valere qualche cosa. Quale grandezza avrai nella fossa? I vermi, che si cibano di te, sono in una situazione migliore della tua. In vita tu li hai calpestati, ora essi ti sfigurano.

 

STANCHEZZA DEL CORPO

 

Ieri l'altro ero completamente stremata. Volevo fare la Via Crucis, ma non potevo nemmeno sollevare i piedi. Allora dissi a me stessa: «Nostro Signore portò la croce». Mi persuasi e mi feci coraggio a procedere. Così trascinai la mia stanchezza, di stazione in stazione. Vi riuscii e giunsi fino alla fine. Dinanzi al tabernacolo volli recitare i cinque Pater noster, là caddi...

 

MORTA AL MONDO (Estasi)

 

La madre Teresa dice che nell'ora della ricreazione non dobbiamo badare se una sorella è triste o allegra, se parla poco o molto.

Non si deve intavolare nel corso della ricreazione nessun discorso mondano; dobbiamo essere morte al mondo. Se parliamo del mondo, ne siamo colme, non siamo morte ad esso. La regola è quella di morire...

 

RIGUARDO AL PRESENTE (Estasi)

 

Non comportarti come quelle persone che non sono mai contente. Dì sempre: «Mi basta». Dio ti provvederà. Sii sempre lieta, malgrado tutto quello che devi soffrire. Dio, che si prende cura di te, ti darà il necessario.

 

RIGUARDO AL FUTURO (Estasi)

 

Polvere, perché pensi così tanto al futuro? Non preoccuparti del giorno che sta dinanzi a te. Ricordati che il domani appartiene a Dio. Se tu guardi a lui con piena fiducia, egli non ti lascerà mancare nulla.

 

 

SUL SILENZIO

 

CONSERVA IL SILENZIO E CONSERVERAI DIO (Estasi)

 

Quando osservi il silenzio, Dio ti custodisce.

Perché l'agnello non trova nessuna forza in sé? Perché non osserva il silenzio.

Il silenzio è la verginità, e noi abbiamo promesso il silenzio.

Se tu badi alla presenza di Dio, Dio baderà a te. Se tu offendi il silenzio, anche la tua anima ne sarà offesa. Se tu osservi e mantieni il silenzio, osserverai l'umiltà, la mitezza, l'ubbidienza e la pazienza. Non scoraggiarti! Inizia subito!

Il Signore dice: «Osserva il silenzio. Non hai bisogno di pensare al cibo e alla bevanda; io ti provvedo tutto. Ti chiedo una cosa sola: pensa a me e io penserò a te». Se tu vigili, anch'egli vigilerà!

 

TACERE PER VINCERE IL NEMICO (Estasi)

 

Se tu sei fedele, vivrai e morirai santamente. Dio ordina di costruire il Carmelo rotondo, perché sia come una fortezza, dove la sentinella è sempre all'erta, per vedere se il nemico si avvicina. Bisogna conservare il silenzio, se si desidera udire l'avvicinarsi del nemico.

Il Signore dice: «Fai sul serio, e il tuo pastore ti condurrà».

Sii ciò che il Signore da te desidera; allora capiti ciò che si vuole, nulla ti disturberà.

Fai come le api: raccogli il miele e lascia stare tutto il testo.

 

MODELLO DI SILENZIO (Estasi)

 

Gesù mi diede cinque punti sul silenzio:

1. Il giorno e la notte passano senza rumore; anche tu serba il silenzio; passa sulla terra in silenzio, per trovare la gioia in paradiso.

2. L'acqua di una sorgente sgorga quasi senza rumore, senza tumulto. Scorre poi in silenzio. Imitala.

3. Quando l'erba, le piante, i rosai vengono piantati, non fanno alcun rumore, crescono in silenzio, espandono il loro profumo in silenzio; seccano e cadono in silenzio. Fai lo stesso.

4. L'uva si lascia cogliere in silenzio, si lascia gettare nello strettoio e pigiare in silenzio. Per questo il vino è così dolce. Il buon frutto matura nel silenzio. Pratica il silenzio.

5. Imita il legno: egli si lascia tagliare in silenzio. Lo si può dipingere con il colore che si vuole; si lascia bruciare in silenzio, senza opporre resistenza. Taci se verrai umiliata, lavora, soffri, fa tutto in silenzio. Il silenzio custodisce per il cielo.

 

 

LE RAGIONI DELL' UMILTÀ

 

DIO, DATORE DI OGNI DONO (Estasi)

 

«Considera le radici: crescono sotto terra, nessuno le osserva. Guarda invece il roseto: gli sguardi di tutti vi si dirigono; porta delle gemme che sbocciano in splendide rose. Chiunque si avvicini ad esse può aspirare il loro profumo magnifico. Questo profumo non è destinato al roseto ma agli altri. Al roseto, per se stesso, rimangono soltanto il legno e le spine.

Allo stesso modo, io scelgo certe anime per glorificarmi in esse. I doni esterni che esse ricevono da me non sono per loro stesse, ma sono destinati agli altri. Queste anime serbano per sé solo le spine del dolore. Ma dopo il loro periodo di sofferenza sbocciano come delle rose, diffondono un buon profumo già su questa terra. Giunte in cielo, i loro petali sono perfettamente sbocciati».

«Osserva il seme di grano. Lo si semina nella terra. Imputridisce e muore. Poi ne esce, e cresce più grande e più grande ancora. Con la mia onnipotenza si forma la spiga alla fine del gambo. Chi la vede loda la Provvidenza e la bontà di Dio.

Né i chicchi di grano né la rosa germogliano da loro stessi. Hanno bisogno della terra, che li nutre, del calore del sole e della pioggia che li faccia crescere. Allo stesso modo un'anima non può far nulla da se stessa per Dio. È Dio che lavora in essa e cresce in lei nella misura in cui ella si dimentica, sparisce, si annienta».

 

NULLITA’ (Estasi)

 

Io sono ben convinta che Dio ci ha tratti dal nulla. Il pensiero che io sono venuta dal nulla mi scuote. Come sono triste di essere incapace di fare di più per Colui che mi ha creato. Riconosco il mio nulla, e tuttavia l'orgoglio in me si rifiuta di servire il Signore. Come sono rattristata del mio orgoglio.

 

IL NULLA (Estasi)

 

I cattivi dicono: «Non c'è nessun Dio; egli è morto, non sente, non vede nulla». Poveri ciechi! No, non è morto, è solo paziente. Egli osserva attentamente fin quando durerete. Egli attende, finché la misura sia colma. Sì, un giorno voi lo vedrete. Mio Dio, io sono cieca e sorda, ma voglio seguire le tue tracce.

Sì, le sofferenze che Dio mi manda sono per me delizie, e le delizie dei cattivi significano per me tormento. Signore, io voglio seguirti. Quando cado, tu mi sollevi. Anche se tutto il mio corpo fosse dato alle fiamme, io seguirei il Signore. Dio, abbi compassione di una fanciulla zoppa. Io ripongo la mia speranza in te. Sono più piccola di una formichina, più piccola di un nulla. Seguo le tue tracce, e sarò guarita dalla tua ombra. Il tuo profumo mi ridà forza. Come spiegare che un piccolo verme, che segue l'ombra del Re, non venga calpestato? Sì. Io seguo l'ombra del Re dei Re.

 

L’IO  (Estasi)

 

L'io è quello che rovina il mondo. Chiunque sia dominato dall'egoismo diffonde intorno a sé tristezza e sofferenza. Non possiamo possedere simultaneamente l'io e Dio.

Se si ha l'io non si ha Dio; e se si ha Dio non si ha l'io. Tu non possiedi due cuori, ma un solo cuore. La persona libera dall'egoismo riscuote successo e contentezza dovunque si giri.

Dove l'io domina sempre, l'umiltà e la mitezza sono lontane. Si può supplicare Dio quanto si vuole, ma la preghiera non raggiunge il cielo. Nell'uomo che è libero dall'io si trovano tutte le virtù, accompagnate dalla pace e dalla gioia.

 

PECCATI

 

Signore, tu che sai tutto, come puoi sopportare alla tua mensa la tua serva con le vesti sudice? Anzi tu vieni a mangiare con me; tu vieni nel mio cuore impuro. Abbi compassione di me, che oso accogliere te, il mio grande Re, nella mia povera capanna. Io ti ricevo con tanta fiducia, come un bambino suo padre, come l'amico il suo amico, con molta semplicità, in famiglia.

 

ORGOGLIO

 

Ho visto che l'orgoglio è la sorgente di tutti i peccati, e l'umiltà invece è la sorgente e il fondamento di tutte le virtù. L'orgoglio ha rovinato l'angelo più bello. Lucifero cadde per orgoglio. Se si fosse umiliato dinanzi a Dio, la sua bellezza sarebbe diventata ancora più sublime. L'orgoglio ne fece un demonio.

Se Adamo ed Eva avessero umilmente chiesto perdono della loro colpa, Dio li avrebbe perdonati. Anche Giuda sarebbe stato perdonato se si fosse umiliato. L'orgoglio ci getta tutti in rovina. Per orgoglio, la volontà dell'uomo si oppone a Dio. L'anima umile diviene tutta luce, vive nella verità, arriva sino a Dio, e Dio si china su di lei. L'umiltà le prepara una strada per le altre virtù.

Ho detto a Gesù molte cose che non posso ripetere. Vidi come il mio orgoglio contaminava tutto. Ho pregato Gesù di donarmi l'umiltà, e mi decisi a praticare questa virtù in ogni circostanza. Oh! quanto desidero l'umiltà e il divenire la più piccola di tutte le creature. Dio è pronto a perdonare a un peccatore che si umilia. Egli guarda con più amore ad un'anima che torna a lui con umiltà che ad un'anima fedele che si compiace delle sue virtù. Questa corre il pericolo di perdersi per orgoglio, mentre il peccatore con la sua umiltà ottiene misericordia.

 

FRUTTI CATTIVI (Estasi)

 

Io sono un frutto cattivo, pigro e gettato sul letamaio dei miei peccati. Chi penserebbe quindi di prendere questo frutto amaro e putrido? Nessuno lo vorrebbe sulla sua tavola. Lasciatelo sul letamaio!

Ma voi, giardinieri, guardate: in questo frutto il Signore ha gettato un piccolo seme. Prendetelo. Fate un buco nel terreno, lasciatelo cadere e ricopritelo con della buona terra. Attendete, abbiate pazienza e ne verrà un albero. Con la vostra cura porterà buoni frutti e li servirete alla mensa del Signore. Tutti li vedranno. La gente li mangerà e loderà il Signore.

 

POLVERE DEI PECCATI (Estasi)

 

Io seguo Gesù. Voglio sempre andare dietro a lui. Ma dovunque mi faccio male. Felice l'anima senza peccato. Io nel camminare mi ferisco i piedi per i rovi, mi giro e mi lacero le mani. Guardo a Gesù e la polvere delle mie mancanze mi entra negli occhi. Questa è la conseguenza del peccato. Felice l'anima pura. Abbi compassione di me, mio Dio! Come sono debole, Signore! Sono la più debole di tutte. Vorrei che ciascuno mi riconoscesse come tale, che le mie debolezze e le mie negligenze fossero scritte sui muri e sulle porte del monastero. Quale vergogna per me andare a ricevere la S. Comunione e accogliere Gesù in uno stato tanto meschino.

 

 

LA CONQUISTA DELL'UMILTÀ

 

L'ESEMPIO DI GESÙ

GESÙ NASCE SEMPRE NELLE GROTTE (Estasi)

 

Chiesi all'Altissimo: «Dove abiti?» Mi rispose: «Ogni giorno nasco di nuovo in una grotta. Sono felice in un'anima umile, in un presepio».

Domandai ancora una volta a Gesù dove abitasse. «In una grotta», rispose. «Lo sai come ho annientato il nemico? Con la mia nascita cosi umile».

 

LA VIOLETTA DEL CAMPO (Estasi)

 

Mio Dio e mio tutto, destati! Dimmi ciò che desideri trovare nei cuori.

«La violetta del campo».

 

DURANTE LA TENTAZIONE (Estasi)

 

Se sei fedele e fai qualche cosa per Dio, verrà il nemico e ti vorrà persuadere che sei inverosimilmente importante, che fai tutto bene, sì, che vivi come una santa. Sarai tentata di abbandonare tutto, per il timore di cadere nell'orgoglio. Satana in questo modo vuole impedirti di fare del bene, di sforzarti per la perfezione, di compiere grandi opere per Dio. Non dargli ascolto, disprezzalo! Lavora, il tempo è breve!

 

NELLE MANCANZE (Estasi)

 

Ci sono molti santi che si servirono del loro orgoglio come di una strada per andare a Dio; perché lo combatterono per tutt'intera la vita e operarono esattamente il contrario di quanto l'orgoglio loro suggeriva. Quando li costringeva ad andare avanti, essi indietreggiavano; ad innalzarsi, essi si abbassavano; a spalancare gli occhi, essi li chiudevano; a parlare, essi tacevano.

Tutto quanto è negativo ha la sua radice nell'orgoglio. Ma è molto vantaggioso dover lottare contro una mancanza; è una grande grazia.

 

NEL CORSO DELLE PROVE

 

Vidi alcuni verdi alberelli di rose in fiore. Vicino c'era un roseto ancora più bello, più verde, in fiore. Giunse un uomo, sembrava il padrone. Egli prese questo roseto pieno di rose e lo piantò in un luogo molto buio. Non poté più ricevere né sole né pioggia e neppure gioia.

I suoi rami si piegarono, le sue foglie ingiallirono, il roseto appassì: era quasi morto.

Gli altri alberelli di rose, che si rallegravano al fresco, alla rugiada, al calore e alla luce del sole, dissero: «Questo roseto è liquidato. Gli manca la pioggia e il sole. Sradicatelo, sradicatelo!».

Il proprietario del giardino rispose loro: «Voi mi dite che devo sradicare questo roseto perché i suoi fiori sono appassiti. Non vedete che anche voi morireste e diventereste polvere se non vi fosse data l'acqua e il calore del sole? Aspettate e vedrete».  

Dopo qualche tempo il proprietario tolse il roseto dal luogo buio e lo annaffiò. Il roseto crebbe più bello di prima; sbocciarono i fiori e il loro profumo rallegrava tutti quelli che gli si avvicinavano. Essi lodavano il Signore.

 

NEL DISPREZZO (Estasi)

 

È una buona cosa l'essere disprezzati, non essere nulla. È una cosa buona vivere nella tristezza interiore, per essere glorificati in cielo. Ogni anima che cerca il disprezzo sulla terra sarà ricolma di gioia in cielo. Non sarai sempre disprezzato, sempre sofferente e povero. La prova non dura in eterno. Cerca le umiliazioni. Se qualcuno ti respinge, quando hai fatto tutto il possibile, sii riconoscente. Tutto quanto è terreno passa. Non sei creato per rimanere sempre sulla terra. Ogni giorno raccogli il merito. Ogni volta, che sei disprezzato, che hai qualche cosa da soffrire, che la tua volontà teme, sii felice. Tutto ciò giova per il cielo.

Lascia parlare la gente. Rimani umile. Rallegrati quando sei disprezzato. Rallegrati, poiché vivi sotto il mantello del Signore. Se invece tu fossi molto considerato e onorato, piangi lacrime di sangue, poiché il nemico avrà tutto calcolato per scalzarti.

Il tuo cuore deve sprizzare gioia, quando sei disprezzato. Che ti valgono tutti gli onori del mondo se, nello stesso tempo, il nemico ti si avvicina e ti trascina via come suo bottino? I ladri non entrano dai poveri, ma dai ricchi.

 

RAGGIUNGERE L'UMILTÁ DEL CUORE (Estasi)

 

Pratica l'umiltà, ma l'umiltà del cuore. Se un'anima perde la calma, quando le viene rimproverato qualche cosa, dà prova della sua presuntuosità. Invece di scoraggiarti e dire: «Non posso più perseverare; Dio non mi ama per niente», umiliati e pensa che proprio nel suo amore Egli ti manda quest'umiliazione.

 

                               

LA RICOMPENSA DELL'UMILTÀ

 

PERDONO DELLE COLPE (Estasi)

 

Ad un'anima che possiede l'umiltà, Dio perdona tutte le sue colpe.

 

FECONDITÀ

 

La terra nelle vallate riceve tutta l'acqua dei monti e così diventa feconda. I monti lasciano scorrere l'acqua, senza trarne profitto. Le valli si dissetano delle proprie acque e di quelle dei monti.

 

SICUREZZA

 

Non temere nulla, piccolo gregge. Il giorno del Signore verrà come il sole di mezzogiorno. Cammina sotto terra. Non temere nulla. Il Signore, che passa nella pioggia, sarà il tuo sostegno. Né il tuono, né la pioggia, né i monti possono procurare sofferenza agli eletti.

 

CAMMINARE SOTTO TERRA (Estasi)

 

Se vuoi essere grande, fatti piccolo. Non desiderare la grandezza umana. Colui che oggi viene innalzato al cielo, sarà lasciato cadere domani.

 

RIMANETE COME PULCINI (Estasi)

 

Siate piccole e rimanete poco appariscenti, perché la madre vi possa custodire sotto le sue ali. La chioccia custodisce i suoi nati quando sono piccoli, e li scaccia appena sanno volare.

Siate piccole, proprio piccole, e Gesù vi proteggerà e vi accoglierà. Osservate la gallina e i suoi pulcini: finché sono piccoli, li nutre con il suo becco e li protegge sotto le sue ali. Essi ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno. Siate piccole. Il Signore vi custodirà e vi darà da mangiare. Quando i pulcini sono grandi, la gallina li allontana con colpi di becco. Non li nutre più.

Fin tanto che sono piccoli, li raccoglie con richiami quando il nemico si avvicina. Li copre con le sue ali e alza con furore le ali per opporsi all'attacco. Ma, se sono grandi, e il nemico si avvicina, non se ne cura. Devono pensarci da sé. Non se ne preoccupa, neppure se venissero divorati.

 

IL VERME SOTTO TERRA

 

Siate piccole come i vermi della terra. Se voi siete sotto terra e qualcuno vi passa sopra, non sarete danneggiate. Ma se vi portate in superficie, sarete calpestate.

 

NASCONDERSI COME UN SEME DI GRANO (Estasi)

 

Quando il seme di grano viene sparso, non bisogna lasciarlo sopra il terreno. Di sicuro gli andrà bene per un poco; ma appena giungerà il gelo e il caldo, sarà bruciato o seccherà. La minima difficoltà lo farà morire. Esso deve essere affondato nella terra ed esserne ricoperto. Siate piccole! L'umiltà è la vostra salvezza.

 

FELICITA’ (Estasi)

 

L'umiltà è gioire di essere disprezzate, d'essere un nulla. L'umiltà non si irrita di nulla. L'umiltà è felice e gioiosa in ogni situazione, si contenta di tutto. Porta sempre il Signore nel cuore.

La presuntuosità si erge contro tutto, tutto le è contrario, tutto la irrita, tutto la indebolisce. Si ribella a tutto, si scoraggia di tutto. La persona presuntuosa soffre in questo e nell'altro mondo. L'umile sperimenta gioia in questo e nell'altro mondo.

Il Signore dice: «Osserva il verme della terra. Quanto più profondamente scava nella terra, tanto più è sicuro. Invece l'anatra nell'aria corre il pericolo dell'abbattimento. Quando giunge il freddo, la terra dona calore al verme; quando splende il sole, gli dona frescura».

L'umiltà è il regno del cuore di Dio. Per raggiungere l'umiltà dobbiamo faticare. Allora Dio ce la dona. È troppo poco, quando affermiamo: «Dammela, Signore». No, dobbiamo seminare e lavorare. Seminate, lavorate e raccoglierete.

Raccoglierai sempre quello che hai piantato. Pianti rovi, raccoglierai rovi; pianti rose, raccoglierai rose; semini grano, raccoglierai grano.

 

BENEDETTI I PICCOLI (Estasi)

 

Felici i piccoli. Per essi c'è sempre un posto. I grandi si trovano in imbarazzo dovunque vadano.

 

LA SANTITA’ (Estasi)

 

Oggi la santità non significa lunghe preghiere, visioni o rivelazioni. Non consiste nella capacità di formulare grandi discorsi, né nei cilici, né nelle penitenze. Santità significa umiltà. E la fede pura, è l'umiltà che conduce al servizio.

Il Signore disse: «Questo è il secolo in cui il serpente è diventato uccello. Per questo motivo io sono qui a purificare la terra». «Allora chi può essere salvo?» «L'anima che chiede l'umiltà e la pratica».

L'umiltà è pace. L'anima umile è una regina ed è sempre felice. Nella battaglia e nella sofferenza si umilia. Crede di meritare prove ancor più grandi. Non ne chiede di più. È sempre in pace. La presuntuosità porta il turbamento.

Il cuore umile è come un calice che contiene Dio. «Un'anima realmente umile - dice il Signore - opererà più prodigi degli antichi profeti».

In paradiso, le anime più belle sono quelle che più hanno peccato, ma, nel contempo, si sono servite della loro miseria, come di un concime, che circonda le radici del tronco, per produrre più frutti.

 

IL VELO DELL'UMILTA' (Estasi)

 

Fra Gesù e le anime che confidano in se stesse, c'è come un massiccio montagnoso. Fra Gesù e le anime umili si trova solo un sottile velo.

 

LA GLORIA DEL PARADISO (Estasi)

 

Chi accetta le offese, si prepara pietre preziose per la corona. Nell'inferno ci sono tutti i tipi di virtù, manca solo l'umiltà; in cielo ci sono tutti i tipi di peccato, manca solo l'orgoglio.

 

IL GRANELLO DI POLVERE SUL TRONO

 

Vedo che si prepara un trono fastoso per un piccolo nulla. Un piccolo granello di polvere lo occuperà. La grandezza umana non ha significato. La grandezza di Dio si fa palese in tutto ciò che ha fatto per il suo piccolo granello di polvere, e la mia anima intona un cantico di ringraziamento.

 

GIOVANNI, IL PREDILETTO (Estasi)

 

Pensa sempre: se Gesù mi lasciasse, sarei peggiore di Giuda. Ma se Gesù mi protegge, sarò come il discepolo prediletto Giovanni.

 

L'ALBERO DELL'UMILTÀ E L'ALBERO DELL'ORGOGLIO (Estasi)

 

Ci sono due tipi di alberi. Quello del Signore proviene da un piccolo seme di grano, dal più piccolo fra i semi di grano. Quest'albero però diviene più forte del cedro. Esso sostiene ogni urto. Nessuna tempesta lo spezza; nulla può farlo cadere. Le sue foglie sono ampie quanto quelle del banano; i suoi fiori sono simili alle violette. Esso espande il profumo dell'Altissimo. I suoi frutti sono come olive, e producono olio per la lampada. La sua chioma è così ampia da nascondere il nido degli uccellini davanti agli occhi del nemico.

L'albero del nemico nasce da un grande seme di grano, dal più grande fra tutti i semi. Lo tocchi ed ecco ti pungi. Lo tocchi e ti si spezza fra le mani. Nella sua apparenza esterna è simile, in tutto, all'albero del Signore. Ma le sue foglie e i suoi frutti esalano veleno, quando li tocchi. Il suo frutto ti rende cieco, invece di donarti la luce. È tanto ampio e alto da oscurare tutto intorno a sé.

L'albero del Signore è piantato in una valle d'acqua feconda. Sembra piccola, ma in verità è molto grande. L'albero del nemico appare grande. Si trova su di un'altura. Talora gli cade sopra troppa neve; troppo sole gli arde sopra. Allontana tutti gli altri alberi; mentre l'albero del Signore porta tutti e li protegge; sopporta il freddo, il gelo e il calore del sole per proteggere gli altri.

Se vuoi piantare l'albero del Signore nel tuo cuore, preparagli un terreno in basso, ben situato in basso, e umido. Se lo pianti su di un'altura, non getterà radici, poiché là il terreno è molto sassoso. Il Signore desidera ardentemente piantarvi il seme. Ma spesso il seme muore, perché il luogo è situato troppo in alto. È il Signore che concede prosperità. La prima cosa, che tu puoi fare, è quella di preparare un terreno ben situato in basso. «Signore - devi dire - abbi compassione del tuo mendicante». «Anche se tu guardi gli uomini - dice il Signore - riponi sempre lo sguardo in me, altrimenti cadrai in una fossa profonda. Non guardare il tuo prossimo senza guardare il Signore, o cadrai in una buca molto profonda».

 

MODELLO DI UMILTÀ

 

Santa Veronica mi diede 4 punti per l'umiltà:

1. La persona orgogliosa è come un chicco di grano, gettato nell'acqua: si gonfia, ingrossa. Esponi questo chicco al sole o al fuoco: si secca o brucia. L'umile è come un chicco di grano che viene gettato in terra. Cade fra le zolle, sparisce e muore. Ma in Paradiso rinverdisce.

2. Quando si bacchiano le olive, si usa la maggior attenzione possibile. Tutte quelle che cadono per terra si raccolgono per estrarre l'olio. Comportati con pari cura, dovunque, nel cercare le occasioni per praticare l'umiltà. L'olio dà luce. L'umiltà ha la luce di Dio in sé, fa vedere Dio.

3. Considera le api. Volano di fiore in fiore. Poi ritornano all'alveare, per preparare il miele. Imitale. Cogli dovunque il polline dell'umiltà. Il miele è dolce. L'umiltà ha il sapore di Dio, fa gustare Dio.

4. Adoperati ogni giorno per acquistare l'umiltà. Quando ti dimentichi di innaffiare le nuove pianticelle degli alberi, queste muoiono. Se ti scordi l'esercizio quotidiano dell'umiltà, l'albero della tua anima si inaridisce.

 

GUAI AGLI ORGOGLIOSI (Estasi)

 

Guai, guai, guai a coloro che si ribellano all'autorità.

 

 

SULLA POVERTÀ

 

DARE PER GESU’ (Estasi)

 

Se fai il bene, se dai, dà per Gesù. Una paglia data per Gesù è di incalcolabile valore. Invece, anche se tu dessi tutto l'universo, ma non per amore di Gesù, non avrebbe nessun valore.

 

SPESE NECESSARIE E SPESE SUPERFLUE (Estasi)

 

Il Signore si attende che in monastero si pratichi la povertà. Quando è necessaria una riparazione, dovesse costare anche un milione, il Signore vi provvederà. Ma egli si irriterebbe anche di una paglia inutilmente dissipata. Per un buco turato senza necessità urgente, egli ne saprebbe aprire altri dieci altrove.

 

COMPORTARSI COME IL MARE

 

Molto tempo fa - ero ancora nel mondo - vidi Nostro Signore stare in riva al mare. «Vedi quest'oceano immenso? - mi disse - prendi tanta acqua quanta ti è necessaria. Benché il mare sia inesauribile, prendine solo secondo la tua necessità. Ciò è per darti un esempio di come vivere la povertà».

 

AMARE E LAVORARE (Estasi)

 

Amare non è sufficiente. L'amare deve essere completato con il lavorare. L'amore è il seme; il lavorare è il germogliare, lo spuntare, il portare frutti.

 

A UNA SUORA DELLA CUCINA (Estasi)

 

Tu non sei fedele alla santa povertà. Stai attenta! Usa la stessa cura nella tua cucina e nella tua preghiera. Se tu vi prestassi più attenzione, ti risparmieresti molti brutti momenti.

 

L'AIUOLA (Estasi)

 

Una sorella non dovrebbe essere incaricata in esclusiva di un'aiuola, così da avere solo lei il diritto di coglierne i fiori. Ciò l'allontanerà da Dio e la renderà proprietaria. Piuttosto tutto deve essere in comune. La sorella, incaricata di un'aiuola, dovrebbe essere felice quando un'altra passa e vi raccoglie i fiori, poiché allora ella dona a Gesù un doppio numero di fiori.

 

SPIRITO DI PROPRIETA’ (Estasi)

 

«Se una novizia fa miracoli, ma non pratica l'ubbidienza, se ha portato un milione, ma poi vuole disporre anche solo di una piccola immagine, perché il suo cuore vi si è affezionato, mandatela via - dice santa Teresa - con tutto ciò che ha portato».

L'anima che non ha dato interamente, assolutamente la sua volontà a Dio, non ha dato nulla.

 

 

SULL'OBBEDIENZA

 

LE ALI DELL'ANIMA

 

L'obbedienza è per l'anima, quello che le ali sono per l'uccello.

 

LA REGINA DELLA PACE

 

Oggi dinanzi al SS. Sacramento compresi che l'anima obbediente a Dio pratica anche l'obbedienza alle sue superiore. È motivo di pace e di gioia. Ma l'anima, che non obbedisce a Dio, non obbedisce neppure alle sue superiore. Ed è causa di disturbo e di confusione.

 

LA REGOLA (Estasi)

 

La regola è il denaro; è il miracolo, è il martirio; è la rosa; è la vita; è il cielo; è tutto...

La regola è più di tutte le cose straordinarie. Essa vale più che possedere le stigmate. La SS. Vergine e santa Teresa dicono di coloro che osservano la regola: «Queste sono le mie figlie predilette». Pratica soprattutto l'obbedienza! Ogni volta che manchi contro la regola, perdi la verginità della regola!

La regola, la regola, la regola! Molte persone vogliono fare grandi cose, e trascurano le piccole. Inizia con le piccole cose. Talune vorrebbero raccogliere i frutti acerbi dalla cima dell'albero, e trascurano quelli maturi, posti in basso. Il Signore dice loro: «Inizia con le piccole cose!»

Agnellini siate fedeli. Se non siete fedeli, Satana danzerà. La più piccola mancanza in voi gli darà tanto piacere quanto un grave peccato in un'altra anima.

 

LO SPIRITO DELLA REGOLA È LO SPIRITO DELLA CROCE (Estasi)

 

La santa madre Teresa era fedele nelle piccole cose. Spesso le anime s'ingannano, quando cercano grandi penitenze. Tutto ciò non ha alcun valore, se non sono fedeli alla regola.

La regola della madre Teresa è così sapiente! Si rivolge tutta contro la natura corrotta! La regola è la nostra madre. Talvolta possiamo avere l'impressione, che se non facciamo più di quello che richiede, non ci salveremo. È un errore.

Ascolta quello che dice la SS. Vergine: «Se una suora vive bene tutti i punti della regola, senza aggiungervi nulla, va diretta in cielo. Se una suora fa più di quanto la regola richiede, ma non possiede il vero spirito della regola, non andrà diretta in cielo».

Pratichiamo la regola, tutt'intera, con il vero spirito. Allora otterremo tutto da Dio. Lo spirito della regola è tutto lo spirito della croce.

 

FEDELE ALLE PICCOLE ISPIRAZIONI

 

Mio Dio, rendimi fedele alle piccole ispirazioni, ai piccoli lumi, così non cadrò nell'inferno.

 

FEDELE NEL POCO (Estasi)

 

Se sei fedele, il Signore nella tua vita ti colmerà di grazie, pienamente, non in uno o due giorni di festa, ma ogni giorno. Se invece non sei fedele, sperimenterai la pena, in questo e nell'altro mondo.

Attenta alle piccole cose. Tutto è grande agli occhi di Dio. Dio non ama i sacrifici fatti a metà. Dagli tutto!

 

FEDELE ALLA VITA COMUNITARIA (Estasi)

 

Agnellini, siate fedeli. Seguite la regola e l'obbedienza. Non allontanatevi, senza permesso, dalla vita comune. Se seguite la regola e la comunità, la benedizione di Gesù è su di voi. Se non potete prendere parte agli esercizi comuni, per un motivo valido, avete ugualmente la sua benedizione. Chi deve assentarsi a motivo del suo ufficio, come l'infermiera o la portinaia, non perde la sua benedizione.

 

DISPENSE PARTICOLARI (Estasi)

 

Il Signore proverà duramente le comunità religiose, poiché ci sono delle religiose che chiedono dispense generali senza spiegarne i motivi. Costoro poi se ne servono e fanno cose che richiedono un permesso particolare. Dovranno risponderne a Dio.

La priora deve rispondere solo di quanto espressamente ha permesso. C'è qualcuna che chiede il permesso di tagliare un filo, e ne taglia poi un rocchetto.

Non fate nulla senza permesso. Piuttosto chiedete per ogni singola cosa; non chiedete permessi generali, facendo sì che la superiora non conosca ciò che voi volete. Con il permesso avete la benedizione e il merito dell'obbedienza.

 

OBBEDIENZA CIECA (Estasi)

 

Per una religiosa l'obbedienza alla volontà di Dio è l'obbedienza alla sua superiora contro tutto quanto può sentire. Io sono pronta, mio Dio. Non sono degna di vederti o di parlarti. Ma tu mi parli, e mi comandi attraverso la mia superiora. Io ho fede e obbedisco.

Obbedienza cieca. L'obbedienza cieca conduce direttamente a Gesù. Il giardiniere dice: «La prima parola della superiora è la mia volontà. Se ella, per la vostra irresolutezza e riflessione, deve ripetere, la cosa sarà umana, sarà la vostra volontà. E se ella, per la vostra incertezza, deve ripetere ancora una volta, la vostra obbedienza è per Satana». Non cercate grandi penitenze. Non è la penitenza che soprattutto piace a Dio, ma la morte alla nostra volontà.

 

PREFERIRE LA VOCE DELLA SUPERIORA ALLA VOCE DELL'ANGELO (Estasi)

 

Se un angelo viene e ti dice di fare qualche cosa, e la superiora t'incarica di qualche cosa d'altro, esegui l'incarico della superiora.

 

NON GUARDATE ALLE CREATURE (Estasi)

 

Perché osservate il dolore che Dio vi manda? Non lamentatevi di quanto il Signore fa. Non siate cieche e senza riconoscenza!

Se hai un boccone salato in bocca, non gridare ad alta voce «E troppo salato!». Inghiotti il boccone troppo salato per tutte le cose dolci che hai ricevuto!

 

OBBEDIRE È PIÙ FACILE CHE COMANDARE (Estasi)

 

Se siamo fedeli, pronte all'obbedienza, senza seguire la natura umana, allora difenderemo tutta la città. Quando le responsabili desiderano qualche cosa che non è troppo ragionevole, la responsabilità non cade su di voi, ma su di loro. Il cammino della suora è facile; senza lacci è il suo sentiero. Il cammino delle responsabili è più difficile. Chi esercita l'autorità, dovrebbe ogni giorno invocare lo Spirito Santo. Se cercate un posto d'autorità, cercate un cammino difficile: non sapete che cosa cercate.

 

IL PERICOLO DI VIVERE SENZA SUPERIORI

 

Un prete senza superiore è simile a un uomo che cammina su di una corda tesa a 200 o 300 metri da terra. Corre sempre il pericolo di precipitare e di uccidersi. Chi ha un superiore è come un uomo che cammina sulla roccia. Non può essere scosso. Se cade, è come se finisse sull'erba: non si fa male.

 

DIGNITA' DELL'OBBEDIENZA (Estasi)

 

Povertà, castità ed obbedienza. Queste tre armi saranno scritte con diamanti sulla fronte; il resto della formula dei voti con l'oro. L'obbedienza in mezzo alla fronte: Dio infatti non gradisce nulla più dell'obbedienza; anche il Figlio di Dio ha obbedito. La castità non ha tanto valore quanto l'obbedienza. Che cosa ha fatto il Signore da piccolo? Ha obbedito. Che cosa ha fatto crescendo? Ha obbedito. E le sue ultime parole? «Tutto è compiuto». Ciò significa: Io ho adempiuto il tuo comando, ho obbedito. Perché gli angeli sono caduti cosi in basso? Non a motivo della castità, ma per l'obbedienza. La presunzione non obbedisce.

 

L'OBBEDIENZA CONDUCE DIRETTAMENTE A GESÙ (Estasi)

 

L'obbedienza è il binario per Gesù. Se ti preparassi per un viaggio, se montassi su di un treno, avresti una meta davanti gli occhi. Viaggeresti verso una specifica città o verso uno specifico luogo. Sfioreresti diverse città, vedresti molte cose. Non penseresti però ininterrottamente alla meta del viaggio. Tuttavia vi giungeresti. Allo stesso modo l'obbedienza ti conduce a Gesù.

 

GUAI A CHI NON OBBEDISCE (Estasi)

 

Guai alla persona che non offre tutto in sacrificio attraverso l'obbedienza: i suoi desideri, la sua volontà, tutto quanto piace alla sua natura. Se esita ad offrire questo sacrificio, non vedrà Dio.

 

GERARCHIA DELL'OBBEDIENZA (Estasi)

 

Sottomissione e obbedienza sono due candele accese che donano luce all'anima nelle tenebre. Soprattutto nei momenti bui e spaventosi dobbiamo lasciarci guidare dall'obbedienza. L'agnellino (la religiosa) deve obbedire al pastore (la superiora). Il pastore obbedisce al superiore ecclesiastico, questi al vescovo, il vescovo al Papa. Anche il Papa ha sopra di sé un'autorità nascosta, segreta che deve seguire.

 

ESERCIZIO DELL' AUTORITA' (Estasi)

 

(Diceva ad una superiora): Talvolta provate timore dinanzi alle creature e non osate dire la verità. A che cosa serve il pastore? Egli deve curare il gregge; deve curare le pecore e riportarle indietro quan­do cadono nell'errore. Dio è con il pastore e gli infonde, quando le circostanze lo richiedono, un'ispirazione interiore. Ma il pastore non deve lasciarsi guidare dal rispetto umano. Dite ciò che pensate, con mitezza o umiltà. Quando le suore lo prendono male o non ne fanno caso, almeno voi avete fatto il vostro dovere.

 

APERTURA DELLA COSCIENZA

 

Siete responsabili solo delle anime che, spontaneamente, si aprono e vi chiedono consiglio. Se non vi chiedono consiglio, non sarà vostra la responsabilità, se cadono in colpa. Fra i dodici c'era un Giuda. Egli non era aperto e sincero. Anche se il Signore rimprovera le anime che vengono a lui nei loro superiori, egli le ama e le guida. Perché il Signore ha amato Pietro, malgrado tutti i suoi errori? Perché Pietro era franco e aperto, e chiedeva continuamente: «Signore che cosa debbo fare?»

 

 

ALLE SUORE ESTERNE

 

ESORTAZIONI (Estasi)

 

Qui sulla terra siete fuori, in cielo sarete con gli agnelli che vivono all'interno del monastero. Se siete fedeli, potete perfino salire più in alto di loro. La. SS. Vergine vi dice che siete sue figlie e predilette figlie di Gesù.

Maria vi benedice. Ella vi raccomanda di essere soprattutto modeste. Dovete rimanere salde nel raccoglimento interiore. Sopportate in silenzio ogni contrarietà. Siate delicate fra di voi e con chiunque. Siate sempre obbedienti. Dovete essere un solo corpo. Fate tutto ciò che vi si richiede, senza ribattere; se sarete fedeli, andrete direttamente da Gesù.

Approfittate bene del tempo! Tutto sulla terra passa e il tempo è così breve. Praticate la perfezione.

Portate frutti per Gesù. Siate come i rami di un solo albero, come quelli che sporgono in fuori di più. Gesù ama ogni ramo. Ma egli guarda con particolare amore quelli che portano i frutti migliori. Se sarete fedeli, in cielo sarete più in alto degli agnelli che stanno in clausura, poiché vi siete esposte a più occasioni. Le sorelle là dentro pregano e fanno penitenza senza essere disturbate, mentre voi così spesso lo siete anche nella preghiera, proprio quando desiderereste pregare.

Se vi si chiama, lasciate tutto anche la preghiera. Andate subito dove vi si chiama. Fate tutto con spirito di interiorità ed amore. Questo atto di abnegazione piacerà a Gesù più di tutto il resto.

Soprattutto dovete evitare che gli estranei abbiano l'impressione che siete contrariate. Quindi dovete edificare e dare buon esempio, perché la gente giudicherà il monastero dagli agnelli che stanno al di fuori. Siate buone, raccolte internamente e perfette: e il vostro esempio opererà tanto bene.

Soprattutto siate modeste. Non scoraggiatevi mai. Il nostro padre Elia vi donerà silenzio e amore. Dovete vivere per Gesù e in Gesù, in Maria e per Maria.

Voi lavorate per gli agnelli in clausura, essi lavorano per voi. Così formate un solo corpo. Mentre voi vi preoccupate per i bisogni degli agnelli di dentro, siete come Giovanni, il prediletto. Quando Gesù era nella prigione di Caifa, Giovanni sarebbe entrato volentieri per prendersi cura del suo maestro. Ma egli non poté far nulla. Obbligato a rimanere fuori, egli si trattenne quanto più possibile vicino alla prigione. Fece tutto ciò che poteva per Gesù. Imitate Giovanni, e fate del vostro meglio per gli agnelli di dentro.

 

 

MASSIME E GIACULATORIE

 

O amore, o calice, o sacrificio! Gesù, pietà di me. Tutto per amore, tutto per amore!

Dio è amore e io sono nulla.

Mio Dio, occupati solo che io giunga a te. Io sono pronta a passare per l'acqua, il fuoco, anche per l'inferno, se questa è la tua volontà. Solo fa che io trovi te!

Se cerchi il riposo, devi prima lavorare. Se cerchi la beatitudine, prima devi soffrire. Mio Dio, voglio soffrire tanto, sempre, se ciò ti è gradito.

Soffrire fino alla fine del mondo, mio Dio, se questa è la tua volontà. Soffrire sempre ciò che tu vuoi. Il mio unico desiderio consiste in ciò che piace a te, Gesù. Fammi fare la tua volontà! È una gioia trovarsi nella sofferenza, quando si pensa alla felicità eterna. Felice, tre volte felice, l'anima sofferente!

Il tempo è breve, molto breve. Dopo un momento di sofferenza sulla terra, l'anima riposerà per sempre con il Figlio sul petto del Padre celeste.

Io ho sete, sete di Gesù. Felice l'amore che soffre nel nascondimento, e che Dio solo conosce.

Come ama un'anima che soffre con pazienza, nascosta con Dio solo!

Quando hai donato a Dio qualche cosa, non devi riprendertela!

 

 

SULLA SPERANZA DI STARE CON DIO SOTTO LE ALI DI GESÙ

 

Ecco ciò che Gesù vuole che dica: Non credi tu forse che una gallina, vedendo l'aquila arrivare, non nasconda sotto le ali i suoi pulcini? Credi tu forse che Gesù farà meno della gallina? Che non possa nascondere i suoi piccoli sotto il suo mantello e proteggerli dal nemico? Perché allora temi così tanto?

 

GESÙ, MOTIVO DELLA NOSTRA SPERANZA

 

A chi ti attacchi di più, alle creature o a me? A te, Signore, a te solo!

Non preoccuparti affatto di ciò che fa la creatura.

Anche se qualcuno si sollevasse contro di te, io sarò sempre con te. Non devi proprio aver paura.

 

SPERARE MALGRADO OGNI POVERTÀ

 

Signore che cosa potrebbe intraprendere un piccolo bambino, se sua madre lo abbandonasse? Non avrebbe nessuno che si prenda cura di lui. Non potrebbe proteggersi dalla puntura delle mosche, delle vespe e dei serpenti. Morirebbe di fame e di sete. Signore, i miei peccati sono il motivo primo dei miei mali.

Io sono come questo piccolo bambino. Ma tu sei mio Padre. Abbi pietà di me, poiché io sono opera delle tue mani.

 

SPERARE MALGRADO I PROPRI ERRORI

 

Ti ringrazio, mio Dio, perché mi hai mostrato chi sono. Preferisco conoscere le mie debolezze che fare miracoli. Se la gente vede i miei errori, il mio orgoglio non riceve alcun impulso. E questo è vantaggioso per me. Così fammi conoscere le mie debolezze. Tu sei la mia sola forza. È preferibile per me cadere mille volte, se posso dirti duemila volte «Io confido in te, Signore».

Ti ringrazio, Signore

 

SPERARE A MOTIVO DEI PROPRI ERRORI

 

Ho peccato tanto! Come posso sperare nel cielo? Ma, mio Dio, proprio perché mi sono caricata di tante colpe, mi anima una grande speranza. In cielo si vedrà che la misericordia del Signore nei miei riguardi è più grande di quella verso le mie sorelle.

 

LODE DELLA MISERICORDIA

 

Nel profondo del mio cuore io avverto una certezza; so che mi è stata data per pura grazia di Dio e che è vera.

Ho commesso ogni tipo di colpe e di infedeltà. Nessuno su questa terra è cattivo come me. Io non ho visto nessuna sorella con più peccati di me, e che sia divenuta più infedele di me.

Tuttavia sperimento in me una certezza che nessuno può togliermi: Dio mi salverà per la sua misericordia.

 

CANTO DELLA DEBOLEZZA (Estasi)

 

Il Diletto mi precede; il mio cuore e la mia anima sono colmi di gioia.

O fonte piena di tutto ciò che è; il tuo sguardo mi consuma.

O terra, spalancati e inghiottimi; il mio cuore arde e desidera ab­bandonare quest'esilio, per lodarti, altissima Divinità.

Scioglimi da queste catene che mi avvincono. Quando la mia natura s'impenna, il Signore mi rimprovera.

La Chiesa afferma: «Felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore!». Anch'io posso dire: «Felice colpa, poiché quando cado vedo i frutti del mio albero».

 

SPERARE MALGRADO OGNI ABBANDONO (Estasi)

 

Signore, visita la tua casa. Getta sopra di essa uno sguardo d'amore. Guarda quanti animali vi entrano e come la mettono a soqquadro! Vieni, Signore, vieni nella tua casa!

Gesù, visita il tuo giardino! Senza la tua presenza, domina l'inverno e non c'è alcun frutto. Sii, o Signore, come un giardiniere, che lavora la terra e la concima, la semina, la sarchia e tutto custodisce. Il tuo giardino, Signore, è la mia anima. Essa è arida; nessuno vi porta una goccia d'acqua. Vieni, Signore Gesù! Senza di te avvizziscono i miei fiori e le loro foglie cadono. Tu solo sei la mia forza. Tu solo la mia gioia.

Signore, nessuna creatura può consolarmi quaggiù: né il cielo, né la terra, né gli uomini, né gli angeli. Nulla può darmi la gioia e la pace che io ho perdute, perdendo te, mio Dio.

Abbi pietà della tua figlia. Io spero nella tua misericordia, Signore; non posso vivere senza di Te.

 

UNA PREGHIERA PER IL TEMPO DELL'ABBANDONO (Estasi)

 

Tu vorresti da me, Signore, che io non avverta più la tua presenza. Ma io ti voglio dire: fammi soffrire ciò che vuoi, ma non togliermi la tua vicinanza. Vedi, Signore, io sono sull'orlo della morte. Vieni, Signore Gesù: senza di te non posso esistere. Tu sei la mia vita.

Senza di te sono come un morto, ammuffito, imputridito, che ritorna alla polvere. Sono solo un granello di polvere. Ma questo piccolo granello di polvere ti chiama continuamente. Esaudiscilo, Signore; vieni, raccoglilo, dagli vita!

Tu, mia salvezza, vieni e sciogli il ghiaccio del mio cuore. D'inverno, quando il sole non possiede più nessuna forza, il ghiaccio è duro come una pietra. Ma, quando il sole di nuovo splende con forza, lo scioglie. Così l'anima mia, ogni volta che l'abbandoni, si irrigidisce, diviene come il ghiaccio.

Se l'anima si separa dal corpo, esso muore. Si raffredda, diviene verde e infine tutto nero. I vermi lo mangiano e cade in polvere. Così l'anima mia, Signore: se tu la lasci, diviene fredda, dura come la pietra e inaridisce.

Vieni, vieni, mia vita. Vieni presto e risveglia in me la vita. Io sto per morire, cado nella polvere. E la polvere non ti può più lodare, né servire. Signore, risveglia di nuovo la mia anima alla vita; allora essa ti loderà e ti servirà.

Il pesce fuori dall'acqua muore. Si dibatte, forse per una o due ore, poi muore. Ma se nel frattempo lo rimetti nel suo elemento, riprende vita. Così la mia anima.

A chi mi paragonerò? Sono come gli uccellini nel loro nido. Se il padre e la madre non portano loro il cibo, muoiono di fame. Così è anche con me, Signore: senza di te, la mia anima non trova nutrimento, non può vivere.

A chi mi paragonerò? A un chicco di grano caduto in terra. Se le nubi non fanno cadere la pioggia, se il sole non splende, esso muore.

Senza i raggi del sole e senza la pioggia della tua grazia la mia anima muore.

Con essi il piccolo chicco avrà sufficiente umidità e calore, getterà radici, crescerà e porterà molto frutto.

Se l'albero si strappa dalle radici, secca e muore. Non è più buono, e non serve che per il fuoco. Ma se tu lasci anche solo una piccola radice in terra, allora all'albero rimane la vita, produce foglie, fiori e frutti. La mia anima, Signore, senza di te è senza radici; non può portare frutti; è inutile.

Un ramo tagliato si secca. I frutti verdi, che vi sono attaccati, non giungono a maturazione, si seccano e imputridiscono. Se rimane attaccato all'albero, conserva la sua bellezza e porta molti frutti. Così è della mia anima, Signore!

C'è un tempo per tutto. Quando c'è il freddo e il gelo, là linfa non sale più nell'albero. Ma in primavera, con la pioggia e lo splendore del sole, l'albero ritorna ad essere verde, e si ricopre di foglie, fiori e frutti. C'è anche il tempo della potatura.

In questo momento la mia anima è simile a un pezzo di legno secco. Se tu lo lasci là, rimane inutile, forse marcisce e va anche in polvere. Ma se getti questo piccolo legno nel fuoco, brucerà e diventerà carbone; con esso si accenderà l'incenso a tua gloria. Getta, Signore, questo legnetto nella tua stufa. Fallo diventare una brace; ed essa farà bruciare l'incenso davanti a te.

Desideri da me tre sacrifici, Signore? Non tre, ma sei, se tu lo vuoi. Tu sai che voglio compiacerti in tutto.

Se tu mi chiedessi gli occhi, me li strapperei; se tu volessi le mie orecchie, me le taglierei; prendi la mia lingua, la mia bocca, il mio naso, tutto ciò che tu vuoi. Solo una cosa non posso tollerare: che io abbia un cuore freddo per te, Signore. Gettami nella tua stufa, Signore, perché io bruci al tuo cospetto, come incenso.

A chi mi paragonerò? A una rosa, che si coglie, si secca e perde il suo profumo. Ma se rimane sul rosaio resta fresca e bella, e conserva tutto il suo profumo.

Sono come una lampada senza olio. Il lucignolo non può bruciare senza olio. Se si vuole accenderla, il vetro si rompe ed essa si spegne. Così la mia anima senza di te, Signore. Tu, Signore, sei l'olio della mia anima. Senza la tua vicinanza si spegne e non può più bruciare. Versa l'olio della tua grazia nella tua lampada e io brucerò dinanzi al tuo volto.

A chi mi paragonerò? Alla colomba che dà da mangiare ai suoi piccoli; ad una tenera madre che nutre il suo bambino.

A chi mi paragonerò, Signore? Non c'è nulla che sia simile a te. Svelati a me, mio Dio. Tira quella coltrina che ti copre, perché io ti possa vedere. Leva quel velo che ti copre. Io non posso più vivere, senza vederti! Vieni presto, Signore, mostra te stesso.

 

IL CANTO DEL DESERTO E DELLA RUGIADA

 

Vedendo me stessa come un nulla disseccato, gridai al Signore e gli dissi:

La mia terra è arida e bruciata; ricoprila con la tua rugiada. La mia carne cade in corruzione; i miei piedi non possono più sorreggermi, le mie mani si sono rattrappite, i miei muscoli contratti, le mie ossa senza midollo.

I capelli del mio capo induriti. Mi pungono come aghi. Le mie orecchie sono chiuse, i miei occhi non possono più vedere. Ardono come fuoco. Il mio naso è stretto, la mia lingua attaccata al palato. Non sono più capace di pronunciare una parola, per gridare a te.

I miei denti sono tanto serrati che non posso più respirare. Le mie labbra sono inaridite e non possono muoversi per gridare a te. Signore, manda la tua rugiada a questa terra arida, ed essa riprenderà vita.

Dopo aver ricevuto l'Eucaristia, Gesù visitò questa sua terra ed ho cantato:

Il Signore ha visitato la sua terra, ha ricoperto la sua sterilità con la sua pienezza. La rugiada di Dio cadde e dei germogli spuntarono dalla terra. L'albero a cui mi appoggiavo è divenuto bello come una palma.

Le mie forze sono tornate; di nuovo posso muovere le mani e i piedi. La mia carne è come quella di un bambino. I miei muscoli non sono più rattrappiti. Tutte le mie ossa sono fortificate. I miei capelli di nuovo sfiorano il mio capo; i miei orecchi percepiscono le parole consolatrici del Signore.

La mia lingua si è sciolta e annunzia la sua lode; la mia bocca non è più disseccata. Io respiro di nuovo facilmente; i miei denti non sono più serrati. Il mio naso si è aperto, e aspira il dolce profumo del mio Diletto. Tutto il mio corpo è riposato e rinfrescato.

 

FRUTTI DELLA SPERANZA

 

L'anima che ripone la sua speranza in Dio, verrà trasformata dalla sua misericordia in una splendida pietra preziosa.

 

IO VEDRÒ IL MIO DIO

 

Soffro perché non so se mi salverò. Tuttavia nel profondo del mio cuore una voce mi dice: «Sì, io vedrò Dio; io troverò in lui ogni gioia».

 

IL CANTO DELLE ALI (Estasi)

 

Prendo le ali del mio Salvatore. Vedo che tutta la terra mi chiama beata. Com'è meraviglioso essere tutta tua, o Salvatore. La grandezza del tuo nome riempie il cielo. Ogni creatura lo loda; alla sua presenza tutto giubila.

Il mio Salvatore mi ha dato le ali per innalzarmi nell'aria. Vide la mia anima ed ebbe pietà di me. Perciò mi diede le ali. Profondo era l'abisso da cui mi trasse.

Da quel giorno io riposo solo sul suo petto. Felicissimo giorno, non aver mai fine! Il Signore mi conduce nella sua patria.

Che ne dite, voi abitanti della terra? Egli mi dà ali per innalzarmi. Mi dà innumerevoli fiori e io li spargo sulla strada su cui lo seguo. Mi ha messo fra le mani un cestino di fiori. Tutti i miei amici possono prenderne. Lungo tutto il mio cammino li ho sparsi. Amici e nemici si sono affrettati a raccoglierli.

Il Signore mi diede le ali per innalzarmi e mise sulle mie ginocchia un cestino pieno di fiori. Cielo e terra e tutto ciò che in essi si trova sorridevano con un sorriso trasparente.

 

 

Spiritualita'