Beata Mirjam di Gesù Crocifisso
Biografia
Mariam Baouardy nacque ad Abellin, (Cheffa - Amar, Galilea), tra Nazareth e Haifa, il 5 gennaio 1846, da genitori molto poveri ma altrettanto onesti e pii cristiani greco - cattolici. Rimasta orfana di entrambi i genitori a soli tre anni di età insieme al fratello Paolo, venne affidata ad uno zio paterno, che alcuni anni dopo si trasferì ad Alessandria d'Egitto. Qui Mariam fece la prima comunione. Non ricevette alcuna istruzione scolastica: era analfabeta. A tredici anni, per il desiderio di appartenere solo a Dio, rifiutò con fortezza il matrimonio che, secondo le consuetudini orientali, le aveva preparato lo zio. Nonostante persecuzioni e maltrattamenti, si separò dal giovane cui dodicenne era stata fidanzata. Il musulmano, in un momento di furore religioso, poiché ella si rifiutava di farsi maomettana, con una scimitarra la ferì gravemente alla gola: credutala morta, l'avvolse in un gran velo e la portò fuori città. Guarita miracolosamente dalla Madonna, apparsale in sogno, lavorò come domestica ad Alessandria, Gerusalemme, Beirut e Marsiglia. Qui, all'inizio della Quaresima del 1865, entrò dalle Suore della Compassione, ma ammalatasi dovette lasciare dopo due mesi. Fu poi accolta nell'Istituto delle Suore di San Giuseppe dell'Apparizione, ma dopo due anni di postulandato ne fu dimessa, a causa dei fatti straordinari della sua vita spirituale, più adatti alla vita contemplativa che a quella attiva. Già infatti erano iniziati quei fatti straordinari di cui la sua vita sarà piena: il 29 marzo 1867 per la prima volta aveva ricevuto le stigmate.
Il 14 giugno 1867 entrò come conversa nel Carmelo di Pau, in Francia. Il 21 agosto 1870, ancora novizia, partì per l'India, scelta come una delle sei fondatrici del Carmelo di Mangalore. Ma nel 1872 fu rimandata in patria perché le sue straordinarie manifestazioni mistiche vennero giudicate di origine sospetta.
Il 21 novembre 1871 fece la sua professione religiosa. Un anno dopo fu rimandata a Pau, da dove partì con altre religiose nell'agosto 1875 per Betlemme, per la fondazione del primo Carmelo in terra di Palestina, inaugurato poi il 21 novembre 1876.
Il 26 agosto 1878, a causa di una cancrena contratta in seguito ad una frattura prodotta da una caduta, morì a Betlemme, dopo aver posto le basi per la nascita del Carmelo di Nazaret. La sua idea si sarebbe concretizzata soltanto nel 1910, diversi anni dopo la sua morte.
La vita spirituale di Maria, ricca di fatti straordinari, rifulse di particolare semplicità. Umile e illetterata, sapeva dar consigli e spiegazioni teologiche d'una chiarezza cristallina, frutto della sua fede e soprattutto del suo amore. Insigne per i doni soprannaturali, ma soprattutto per l'umiltà, per il grande amore per la Chiesa e il Papa, per la devozione straordinaria allo Spirito Santo, alla Vergine Santa e allo stesso S. Giuseppe al quale era stata affidata dal padre prima di morire, quando Mariam era piccolissima, fu beatificata da Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983.
Nella breve ma travagliata esistenza della beata Maria di Gesù Crocifisso si rinviene tutto la spettro della fenomenologia mistica: estasi, levitazione, stigmate, trasverberazione del cuore, apparizioni, profezie, cardiognosi, bilocazione, possessioni angeliche, prove del diavolo, doni poetici. La singolarità e la bellezza dell’esistenza della piccola araba sono comprensibili solo come opera dello Spirito Santo; Maria lasciò trasformare la propria vita in una "fiamma viva" d’amore: "O Amore, Amore, Amore! L’Amore non è conosciuto; l’Amore non è amato. Amiamo l’Amore, amiamo l’Amore! Solo l’Amore, solo l’Amore!".
Mirjam viene chiamata dalle consorelle la piccola araba o più semplicemente "piccola"; lei stessa amava definirsi "il piccolo nulla" tanto era viva in lei la consapevolezza del suo niente di fronte all’assolutezza del suo Dio. Si paragona ad un verme della terra, o anche ad un granello di polvere, o ancora ad una formica e di fatto vive incarnando un’umiltà totale dedicandosi sempre ai lavori più ripugnanti e obbedendo fino all’estremo. Da questa coscienza umile può sgorgare il desiderio sublime di Dio, il quale si china verso di lei conducendola per mano: e lo Spirito Santo le concede la grazia della esperienza estatica.
Le estasi furono numerosissime e paragonate da Mirjam a dei "colpi di sonno"; un rapimento improvviso, provocato da un pensiero d’amore verso Dio, che la rende raggiante di luce divina e che nella compostezza e nella calma le fa vedere il volto del suo Signore. Sempre, durante questi trasporti, le mani di Mirjam continuano a svolgere l’attività che stava compiendo, il suo viso è fisso verso il cielo e la sua voce intona un canto d’amore: "Tutti dormono e a Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno di lode, nessuno pensa! La natura lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, le erbe. Tutte le cose create lo lodano e l’uomo che conosce i suoi benefici, dovrebbe lodarlo, dorme. Andiamo, andiamo a risvegliare l’universo!".
Attraverso la ripetizione dei gesti quotidiani, Mirjam fa esperienza dell’Amore di Dio: il lavare i piatti, la biancheria, occuparsi della cucina e dei lavori dell’orto sono gesti trasformati in occasioni di incontro con il Signore: tutto per lei diviene un richiamo divino e l’ordinario acquista, così, il sapore del soprannaturale. Quanta noia viviamo nel ripetere ogni giorno le stesse faccende, nell’incontrare gli stessi volti, nell’affrontare la monotonia dei soliti accadimenti; e Mirjam ci istruisce riferendoci le parole che ode durante una visione estatica: "se vuoi cercarmi, conoscermi, seguirmi, invoca la luce, lo Spirito Santo, che ha illuminato i miei discepoli e illumina tutti i popoli che lo invocano. Io ti dico in verità: chiunque invocherà lo Spirito Santo, mi cercherà e mi troverà. La sua coscienza sarà delicata come il fiore dei campi". E lo Spirito continuamente invocato continua ad operare meraviglie nell’umile creatura: come a S. Giuseppe da Copertino, anche a Mirjam viene concesso di librarsi verso l’alto come incenso leggero e profumato. Il carisma della levitazione la investirà per diverse volte: viene vista portarsi su un gigantesco albero e sostare, in piedi, in cima, appoggiata sul ramo più fragile ad intonare il suo solito accorato inno d’amore al Creatore: "Amore, Amore…Possiedo l’Amore".
La potenza dell’Amore le imprime dei segni. Sul suo corpo vede riprodursi le ferite provocate a Gesù durante la sua passione: Mirjan tenderà sempre a nascondere le stigmate e a ritenerle "macchie di lebbra". Ma lo Spirito Santo le concede una ferita più soave: la trasverberazione del cuore, la stessa esperienza mistica vissuta dalla Santa Madre Teresa. Mirjam è raccolta in preghiera e, come in ogni momento d’orazione, cade in estasi, è trasfigurata, irraggiata da una intensa esperienza d’amore che il cuore si sente "trafitto" da una lancia. Il cuore inizia a sanguinare provocandole dolore e gaudio nello stesso tempo; Cristo le concede la grazia di squarciarle il cuore con l’immensità del suo amore: "Basta, basta, o Gesù! Non resisto più…Mi sento morire di gioia e di dolore".
Nella carne del piccolo nulla si realizza ciò che l’uomo prova nei suoi legami con le persone amate; quanto trasporto affettivo nutriamo nei loro confronti! Quanto più è profondo il coinvolgimento sentimentale tanto più sperimentiamo una incapacità a contenere l’ebbrezza dell’amore: poiché Gesù tocca i nostri cuori, li infiamma d’amore e lascia la cicatrice di una eterna nostalgia di Lui che ci spinge a mendicare i riflessi del suo Amore presenti nel cuore di ognuno. Alla piccola araba lo Spirito concede anche il carisma della profezia, dei doni poetici, della conoscenza dei cuori; è posseduta per quaranta giorni dal demonio e, nello stesso istante in cui ne viene liberata, per quattro giorni è invasa da presenze angeliche.
Una mistica, dunque, di singolare levatura, tale da renderla un segno tangibile della presenza di un mondo soprannaturale che, con la sovrabbondanza dei suoi doni, manifesta la sua potenza agli occhi di un mondo incredulo, perso nell’esaltazione della ricerca scientifica, del "tutto misurabile e verificabile", nel rifiuto della dimensione spirituale considerata scomoda custode delle coscienze, ormai assopite e rese mute di fronte alla Verità. In questo mondo di menzogne e di falsità lo Spirito Santo ridesta le anime, scuote le coscienze, illumina i pensieri, infiamma i cuori; Mirjam è scolpita da questa Presenza divina, si abbandona alla sua guida, la invoca incessantemente, si prodiga per diffonderne una devozione particolare rendendosi apostola e profeta dello Spirito Santo: "O Spirito Santo, fonte di pace e di luce, ho fame, vieni a nutrirmi; ho sete, vieni a dissetarmi; sono cieca, vieni a illuminarmi; sono povera, vieni ad arricchirmi; sono ignorante, vieni a istruirmi! Vieni, mia consolazione; vieni, mia gioia; vieni, mia pace, mia forza, mia luce! Spirito Santo, mi abbandono a te".
Nei suoi scritti troviamo questa frase "Lo Spirito Santo non mi rifiuta mai nulla".
"Il Signore mi ha mostrato tutto. Ho visto la colomba di fuoco. Rivolgiti alla colomba di fuoco, allo Spirito Santo, alla sorgente di ogni bene ".
E nella piccola araba questo torrente di grazie mistiche si accompagna all’amore per la semplicità, che non indugia sui fenomeni straordinari: "non desiderare rivelazioni, altrimenti la tua fede ne soffrirà" . Per la beata palestinese "l’orgoglio è la sorgente di tutti i peccati, e l’umiltà invece è la sorgente e il fondamento di tutte le virtù".
Una spiritualità nutrita di abbandono fiducioso nelle mani di Dio: "Io ho affidato la mia volontà ad un altro, a Dio….non ho altra aspirazione che fare la tua volontà, in vita, in morte, per tutta l’eternità".
"Felici i piccoli. Per essi c’è sempre un posto. I grandi si trovano in imbarazzo dovunque vadano". La figura di Maria di Gesù Crocifisso ha affascinato grandi intellettuali come Maritain, Green, Massignon, Bloy, Schwob. E' una figura che incontriamo – testimonianza di una presenza viva nella storia del Carmelo - anche in una composizione teatrale scritta da Edith Stein nel 1942 per festeggiare l’onomastico della priora del Carmelo di Echt. "Questa dolce Madre fu anche mia Madre. / Fanciulla araba del volto bruno, / nata nel paese in cui visse Gesù, / dove la Vergine ha camminato. / Myriam poteva gioiosamente portare il nome della Madre. / Quando persi padre e madre, / fui affidata solo al suo amore, / la sua fedeltà mi custodì magnificamente. / Quando un assassino mi colpì a morte / ripresi vita nelle sue braccia. / Ella mi condusse per sentieri meravigliosi / alla Terra del Carmelo e mi fidanzò / al suo Figlio, a Gesù Crocifisso. / Ella mi insegnò ad adempiere i voti / del Cuore trafitto, e mi insegnò a comprendere / la via di questo Cuore, lo Spirito d’Amore".
Non
aveva istruzione e cultura, eppure i Pensieri di suor Maria di Gesù
Crocifisso (Mirjam) sono pieni di fascino e lasciano tralucere lo Spirito di
Dio.
Non
sono stati scritti da lei, che a fatica sapeva tracciare la propria firma.
Sono stati fermati sulla carta dalla diligenza e dall'ammirazione delle
consorelle, che non volevano perdere le parole piene di sapienza divina, che
uscivano dalla sua bocca, soprattutto mentre era «fuori di sé», in estasi,
assorta nella contemplazione di Dio.
Queste annotazioni sono conservate nell'archivio del Carmelo di Betlemme. Alcune ci danno il tono delle relazioni che Mirjam faceva alla maestra delle novizie, alla madre priora o al direttore spirituale; altre ci riferiscono il contenuto di conversazioni o di raccomandazioni familiari; altre ancora le parole e le espressioni pronunciate durante le estasi
SOLO DIO
Cerca
Dio solo, non lasciarti arrestare dalle cose create. Quando parli, comportati
come se tu fossi in silenzio. Quando vedi qualche cosa, allora agisci come se
tu fossi cieca; quando odi qualche cosa, allora considerala come se tu fossi
sorda.
Dio
solo è tutto, le creature sono nulla, sono contaminate dal peccato. Tutte
le cose della terra sono transeunti; tutto passa, nulla rimane. Quando la
morte si avvicinerà, ci dispiacerà di non aver usato meglio del tempo.
L'INFINITO
(Estasi)
A
che cosa ti paragonerò, o mio Dio? All'oceano? Paragonarti ad esso è troppo
poco. Una sola goccia di pioggia non è sufficiente per rinfrescare tutta la
terra; così l'amore di tutti i cuori non è sufficiente per te, mio Dio.
La
goccia di pioggia sono io, l'oceano sei tu. Vorrei avere un cuore più vasto
della terra e del mare, per amarti.
Scesi
nel mare, fino agli abissi più profondi. E mi fu detto: «Guardati in giro,
prova tutto!» Considerai gli animali che abitavano il mare, gli scogli, tutto
ciò che il mare conteneva. Allora scorsi Dio nelle acque. Dio contiene il
mare.
Infine
ritornai sulla terra ferma. Esplorai la terra; questa mi si aprì e scesi fino
nelle sue viscere.
Anche
qui trovai Dio: dovunque, in ogni cosa, poiché Dio comprende la terra.
E
udii le seguenti parole: «Tu hai visto tutti gli animali del mare. Hai
osservato come essi vivano, come si muovano nell'oceano, che li contiene
tutti. Così accade con ogni essere creato sulla terra. Vive e si muove in Dio
e Dio lo comprende totalmente».
GIUSTIZIA
(Estasi)
Supplica
alla divina giustizia.. È giusto, mio Dio, basta, basta. Intenerisci il tuo
cuore, mio Dio! Ascolta il grido e il lamento! Guarda lo sconforto! Basta, mio
Dio, intenerisci il cuore. Abbi compassione di questo grido di dolore!
Io
lo so, Signore: tu non trovi nessun piacere nel castigarci. È la tua
giustizia che ti sospinge, anche contro la tua volontà. Allora abbi
compassione di noi, Signore! È della tua natura l'essere infinitamente
compassionevole. Ma la tua giustizia è più dura dell'inferno. Allora
comportati con noi non secondo la tua giustizia, ma secondo la tua mitezza.
Nessuno
al di fuori di te è santo, nessuno al di fuori di te è giusto! Io vorrei,
con i miei fratelli, apparire più volentieri dinanzi alla tua mitezza che
dinanzi alla tua giustizia.
Che
la tua mitezza prevalga, o Signore, su tutto quanto tu operi con noi. Le
nostre ingiustizie non possono mai misurarsi con la tua giustizia. Quando tu
usi giustizia nel tuo giudizio, quanto terribilmente a fondo dovremmo cadere
io ed i miei fratelli.
Perché
tu sei giusto, mio Dio, usa con noi mitezza. Abbi misericordia del grido di
dolore dei miei fratelli.
GIUSTIZIA
AMOROSA (Estasi)
Di
fronte a Dio sii fedele! Se noi siamo fedeli a Dio, anch'Egli mai ci
abbandonerà.
Non
è Dio colui che colpisce; l'uomo stesso richiama su di sé la punizione. Per
nulla l'uomo può incolpare Dio. Di fatto, se egli fosse fedele a Dio,
sperimenterebbe la stessa fedeltà, perché Dio è costretto a castigare le
persone per le loro colpe.
Mettiti
dinanzi a un padre che ama il suo figlio maggiore. Più e più volte lo ha
cercato per condurlo sul retto cammino. Ma il figlio si comporta sempre
peggio; così, forse, un giorno il padre sarà costretto a ricorrere ad
estremi rimedi, mentre acconsente al carcere, per salvarlo.
E
l'uomo per Dio conta ben più del figlio primogenito per suo padre. Sì, anche
quando pecchiamo contro Dio, Egli ci concede tempo per convertirci.
Mio
Dio, tu sei il nostro giudice, non secondo il costume degli uomini, ma a tuo
modo: come padre e creatore.
Signore,
io ti ringrazio perché tu sei il mio giudice. E mille volte preferibile che
sia tu a pronunziare il giudizio su di me piuttosto che lo pronunzi io stessa.
Se io fossi il mio unico giudice, dovrei mandare me stessa all'inferno. Ma con
te il mio giudizio sarà un giudizio di misericordia.
Signore
io sono più nera della notte. Ma la tua mitezza, che è più grande del mare,
mi laverà.
Se
anche tutti andassero a bere al mare, esso non sarebbe vuotato. Se anche tutti
vi si lavassero, il mare non ne sarebbe insudiciato. Signore, tu sei questo
mare. Molti sono coloro che ti desiderano, ma sono ciechi. L'oscurità li
avvolge, non possono né vederti, né trovarti. Anch'io, Signore, sono una di
costoro.
Abbi
compassione per i miei fratelli, Signore, abbi compassione. Essi ti lodano
meglio di me. Io mi trovo molto lontana sotto di essi, e tu mi hai tirato
fuori dall'abisso. Io ti amo come tu meriti. Toglici i nostri peccati,
Signore, liberaci dalle nostre colpe.
Il
Signore ha più misericordia con una persona che è macchiata dai peccati, che
con un giusto che teme dinanzi alle creature.
Sì,
Signore, tu dici ai miei fratelli che essi non hanno il cuore retto: «Chi
teme le creature, non conta su di me».
Il
cuore retto può cadere, ma si rialza di nuovo. Passerà per il fuoco,
attraverso tutto, per raggiungere Dio. Io l'ho visto e ne rendo testimonianza.
Non posso sopportare di vedere i miei fratelli in tale stato.
Il
28 luglio 1871 Mirjam udì una voce che diceva: «Fai attenzione a ciò che
ora ti comunicherò. La volontà del Signore, la volontà del Signore...».
Ma
che cosa vuole? Me lo dica.
«Egli
vuole che tu non lo perda d'occhio neppure per un quarto d'ora».
Signore,
custodiscimi sempre nel tuo amore, come il bambino è custodito nel grembo
di sua madre. Là non gli manca nulla. Non ha bisogno né di mangiare né di
bere. È al sicuro da qualunque pericolo. Possiede tutto ciò che è
necessario alla vita. Anch'io, Signore, non manco di nulla, quando tu mi tieni
nel tuo amore... Custodiscimi, Signore, nel grembo del tuo amore.
Oggi
e ieri ho cantato un cantico al Signore.
«Signore,
sono come un piccolo pulcino su di cui lo sparviero si è precipitato. Gli ha
beccato la testa e lo ha colpito quasi a morte. Il piccolo però si è
nascosto sotto le ali protettrici di sua madre per mettersi al sicuro.
Anch'io
vivevo in angoscia, tristezza e dolore. Le mie ossa erano slogate, il corpo
ricoperto di lividi. Rivolsi lo sguardo a mio padre. Egli mi ha guardata ed io
sono guarita. Le mie gambe si rinforzarono, e io mi tenni diritta come una
ragazza. di quindici anni. Tutto il mio corpo, tutta la mia anima trasalivano
di gioia.
Corsi
da mio padre, dal mio sovrano. Egli mi venne incontro e io ero come il piccolo
pulcino sotto le ali di sua madre. Da sotto le ali di mio padre, del mio re
scrutavo i miei nemici, senza angoscia, perché sapevo che ero salva.
Ed
io andavo e venivo con il Re. I miei nemici vedendomi dicevano stupiti:
"No, non è lei, è un'altra".
Ma
non ero affatto un'altra. L'Altissimo mi proteggeva. Io andavo e venivo con il
mio Re. I miei nemici mi videro e allora la loro forza svanì. Le loro
ginocchia divennero deboli. Caddero a terra, diritti e distesi e io camminai
sulla loro testa.
È
impossibile descrivere ciò che provai».
L'AGNELLO
E LA SCHIERA DELLE VERGINI (Estasi)
Il
nome dell'Agnello è scritto sulla fronte delle vergini sagge. Lo sposo valicò
il monte e le vergini lo seguirono. Le altre che non dettero retta alle
vergini raccoglievano violette ed altri fiori sul sentiero. Secondo la loro
virtù emanavano un profumo diverso. Quando l'Agnello passò fra queste
fedeli anime, esse si inchinarono davanti a Lui. Lo Sposo passò oltre, ma
solo le vergini lo seguirono.
Sulla
fronte della vergine è scritto il nome dell'Agnello. La vergine e l'Agnello
sono una cosa sola. Quando viene ferita la vergine, viene ferito lo Sposo;
quando viene onorata la vergine, viene onorato lo Sposo.
La
vergine canta ininterrottamente; essa segue l'Agnello e non si stanca mai.
O
vista dell'Agnello, mio sole, mia vita! La mia anima non può sopportare di
rimanere più a lungo su questa terra.
Tu,
vergine prudente, hai sempre scritto il nome dell'Agnello sulla fronte. Nulla
può cancellare questo nome: né in cielo né in terra, né il tempo né la
morte.
Io
vidi l'Agnello e come le vergini lo seguivano. Non avrei mai creduto che
fossero così numerose. Tante, tante.
Vidi
Rosa Teresa (così denominava Teresa d'Avila), Maria degli Angeli, Maria
Maddalena de' Pazzi e Margherita Alacoque.
Le
vergini seguono l'Agnello e cantano un inno che solo esse possono
comprendere.
Vergini
non si è solo nel corpo, nella purezza, ma soprattutto nell'amore. Chi
manca di purezza, colpisce se stesso. Ma chi manca nella verginità di amore,
non solo fa del male a se stesso ma anche a Gesù: lo colpisce e lo ferisce.
E'
molto più grave mancare nella verginità di amore che mancare nella verginità
di purezza.
Come
è ammirabile Gesù. Mio Dio, io ti adoro. Tu solo sei grande. Io adoro la
tua grandezza e la tua potenza. Tu solo sei degno di ammirazione. Chi è
simile a Te? Tu solo sei Dio! Nessuno è pari a Te, né in cielo, né sulla
terra.
Come
sono felice che Dio mi abbia creata, che io possa chiamarlo mio Dio. Se tu mi
avessi creata senza ragione, non avrei potuto dirti: mio Dio. Ti ringrazio per
il dono dell'intelligenza, te la offro.
Come
sono felice di possedere un padre che riempie il cielo e la terra.
Che
dappertutto riecheggino le lodi del mio Dio.
Che
i monti saltino di gioia e la terra esulti di felicità.
Io
dicevo a Gesù: «Tu sei un mare infinito. Le tue acque sono bianche come la
neve, luminose come la luce».
Tu
dicesti a tutti noi: «Venite a me, voi tutti che siete assetati, e bevete.
Venite ed estinguerete la vostra sete! Venite e troverete ristoro! Venite e
dimenticherete tutti i vostri mali!».
«Figlia
mia, se tu sapessi chi è Colui che ti ama e quanto Egli ti ami, ne saresti
confusa».
Il
Signore passava e mi diceva: «Figlia, sai tu chi sono? Io sono colui che fa
risorgere i morti. Io sono il Signore che dà vita all'anima. Io ti precederò,
come il pastore precede le sue pecore».
LO
SGUARDO DI GESÙ (Estasi)
Quando
Gesù guarda i suoi eletti, il suo sguardo fonde il loro cuore. Oh! quello
sguardo!
Mi
chiamava figlia di Adamo. Ma egli stesso è figlio di Adamo. Egli ha creato
Adamo e si è fatto suo figlio.
L'ATTRAZIONE
DI GESÙ (Estasi)
È
bello sentir parlare di Gesù; più bello è ascoltare Gesù stesso che parla.
È
bello riflettere su Gesù; più bello è possedere lui stesso.
È
bello ascoltare le parole di Gesù; più bello è fare la sua volontà.
GESÙ,
IL SEME DI GRANO (Estasi)
Signore,
tu sei il seme di grano, il seme della mia anima! E Dio, il Padre, è il sole
che riscalda questo povero terreno seminato. E tu, Santo Spirito, sei la
pioggia che vivifica la sua sterilità. Tu, Gesù, sei
IL
BUON PASTORE (Estasi)
Vedi
come Gesù, nella celebrazione eucaristica, scende sull'altare. Egli si fa
presente alle parole del prete. Credi che Gesù viene per nutrirti; che tu con
lui non hai più bisogno di nulla. Egli è lì come un bambino poco
appariscente; è lì per te; vai da lui!
La
fede è qualche cosa di straordinario e potente. Un'anima che ha la fede può
tutto; tutto le sarà accordato da Dio.
Guarda
l'agnello, guarda come confida nel pastore: con piena sicurezza gli si fa
vicino, si abbandona alle sue cure; esso corre dovunque il pastore lo
conduca. Si arresta quando il pastore lo ferma. Conserva la lana o si lascia
tosare, proprio come vuole il pastore; lo segue giorno e notte.
Così,
tu devi seguire Gesù, il tuo pastore. Lasciati guidare da lui. Seguilo sempre
con fede, di giorno e di notte. È così che tu devi essere un vero agnello.
Quando
noi diciamo con piena fede: «Monte, spostati da qui, allora il monte
ascolterà; trema, o terra, allora la terra tremerà».
Vidi
una grande aiuola, suddivisa in diversi cerchi. Il primo era coltivato a rose.
Le rose significano amore, le loro spine vigilanza. Il secondo cerchio era
ricoperto di viti. I grappoli significano amore, e le foglie mitezza.
Il
terzo cerchio era seminato a grano, che significa speranza e fiducia.
Nel
centro si trovavano molte violette, simbolo di vera umiltà. Qui eressi un
trono, e vi feci assidere Gesù. Sotto i suoi piedi sgorgò una sorgente che
disse: «Tutto passa, tutto scorre via come l'acqua». Accanto al trono
piantai delle viole del pensiero e dell'edera. L'edera disse: «Attaccati
sempre a Gesù» e le viole del pensiero: «Non dimenticare Gesù».
Signore,
pianta tutte queste virtù nel terreno del mio cuore e falle crescere con la
tua forza creatrice.
Vidi
Nostro Signore, povero, triste e sofferente. Egli cercava con gli occhi un
luogo per riposarsi. Mi disse: «Cerco un luogo di riposo, una dimora. Ma
nessuno è disposto ad accogliermi. Mi mandano via appena busso. Anche tu,
talvolta, mi scacci dal tuo cuore. Se trovassi qualcuno disposto a lavorare
solo per il mio onore, farei ogni cosa per lui».
UNA
CELLA PER GESÙ (Estasi)
Gesù
ti visiterà nel mezzo della notte. Prepara un luogo per lui. Egli desidera
una piccola cella, molto semplice e povera; un piccolo letto, segno della virtù
del silenzio; un materasso, sempre nuovo per i ripetuti atti d'umiltà; un
cuscino d'amore; una coperta di pazienza; ampie tende, bianche e senza
macchia, simbolo di unità con lui, che non lascino entrare il vento della
tentazione, altrimenti l'amore si raffredda.
È
necessaria pure una lampada a Gesù per trascorrere la notte. Il suo vetro è
la fede e la speranza; il suo olio la preghiera perseverante; il sughero che
galleggia è l'amore per Dio che innalza l'anima dalle cose terrene; il
lucignolo è la totale dedizione del proprio io, che si sacrifica e dimentica
il vantaggio personale per rendere gli altri felici; la fiamma, infine,
significa ubbidienza e purezza di intenzione.
Signore,
come sei buono tenendo nella tua mano una fragile canna. Quella canna sono
io. Io sono ancora molto più debole. Ma rimarrò sempre con te, come quella
canna. Se tu la lasciassi cadere, si romperebbe. Non è la canna che
sostiene te, sei tu che sostieni la canna.
Io
inganno gli altri senza volerlo. Inganno anche me stessa. Ma vorrei proprio
ingannare uno; vorrei ingannare Dio, proprio come Giacobbe con Isacco. Come
Giacobbe fece credere a suo padre di essere Esaù, anch'io vorrei coprirmi con
la pelle di Esaù, cioè con i meriti di Gesù.
GESÙ
COMPERATO CON AMORE (Estasi)
Vedo
il mio fratello vendere il Diletto. Oh, fratello mio, come puoi vendere Gesù
per il tuo piacere, per il tuo interesse, per correre sulla strada di Satana,
che è la strada dell'inferno? Fratello mio, se tu vuoi vendere Gesù, io lo
comprerò. Mio Salvatore, io ti acquisterò con le mie lacrime, con
l'obbedienza, con l'umiltà, con l'amore, con il sacrificio e la morte, con
il più puro amore per il prossimo. E se faccio cosi, ti compro per quelli che
ti vendono.
Io
andai nel deserto per pregare con Gesù. Quando arrivai, il terreno era
sterile, gli alberi secchi. Ma appena Gesù apparve, l'erba divenne verde;
sugli alberi spuntarono di nuovo le foglie, i fiori e i frutti. Gli animali
fiutarono la presenza del loro Dio. Gli uccelli cinguettarono, vedendo Gesù
molto afflitto. Tutta la creazione cercò di renderlo lieto e desiderava che
egli rimanesse. Ogni creatura cercò di fargli piacere. Solo le pietre
rimasero impassibili. Né la luce né il calore, né la rugiada né la pioggia poterono venir loro in aiuto. «Peccatori - disse Gesù quando vide
le pietre - questa è la vostra effigie. Io vi mando l'acqua della mia grazia
e non vi giova, come non giova alle pietre».
Le
persone piene di fede dicevano a Gesù: «Signore, donaci lo spirito di
preghiera perché noi siamo deboli per guadagnare le anime, che ti serviranno
come la terra nel deserto è a tua disposizione. Signore, noi siamo nude,
rivestici del tuo amore. Conservaci sempre alla tua presenza: così ti potremo
rendere felice con i nostri canti di lode senza fine. Concedici di produrre
fiori e frutti per la Chiesa!».
Nel
deserto il Signore mi indicò dei piccoli alberi su cui pendevano molti
frutti. Mi disse: «Osserva questi alberelli; percepisci come il deserto è
pieno della dolcezza del loro profumo? Sono l'immagine dell'anima che, ai suoi
occhi, è piccola ed umile. Osserva invece questi alti alberi. Tutti i loro
frutti sono marci ed emanano fetore. Sono l'immagine dell'anima presuntuosa».
Gesù
mi disse ancora: «Vedi queste due persone? Una è molto stimata da tutti;
possiede tutti i doni di natura, è bella e ricca. Basta a se stessa e cerca
la gioia terrena. Ma la sua anima è brutta agli occhi di Dio. L'altra è
povera, ammalata, disprezzata, ma il suo cuore è sempre con me; cerca solo di
piacermi, di fare la mia volontà. Com'è bella e ricca la sua anima ai miei
occhi! Quale onore l'attende in cielo!».
Udii
poi Gesù dire: «Peccatori, io non vi chiedo perché avete peccato, ma
perché non ritornate a me. Io non guardo più al vostro passato, purché
veniate a me. Il padre mio ha creato il cielo e la terra per voi; venite,
voglio salvarvi».
RIPAGARE
GESÙ (Estasi)
Il
Signore ha fra le mani un bastone di ferro per mandare in polvere la terra.
Bussa alla porta dei suoi amici; costoro però gli sono divenuti nemici. Il
Signore sta per colpire...
Egli
è acceso di collera con l'ingrato; con questo uomo che egli ha creato, a cui
ha donato tutto, a cui ha dato se stesso: il suo cuore, il suo corpo, tutto.
L'ingrato non pensa a lui, non lo ama. Il Signore bussa ad ogni porta. Nessuno
vuole aprirgli. Egli chiama e nessuno risponde; egli attende e nessuno viene.
Ripagatelo,
aprite il vostro cuore a lui; lasciatelo entrare; dategli tutto. Pensate solo
a lui, amate solo lui, fate tutto per lui.
CONSOLATE
GESÙ (Estasi)
«Io
ho piantato questi alberi e attendo che mi portino frutto», dice il Signore.
Alberi
del Signore, il vostro Maestro vi chiede qualche cosa da mangiare, attende i
frutti dell'umiltà, i frutti dell'amore.
Alberi
del Signore, producete il vostro frutto non per la terra, ma per colui che vi
ha piantato.
Non
permettete che il cane strappi il vostro frutto. Il Signore vi chiede un
ristoro. Attende frutti interni ed esterni.
Il
Signore chiede una bevanda. È triste, soffre, è stremato. Dategli qualche
cosa da bere, così che Egli possa trovare ristoro e procedere oltre ad
annaffiare altri alberi perché anche questi portino frutto.
Alberi
del Signore, date ristoro al Signore!
Sempre,
quando vedo il Signore, una fitta mi attraversa i cuore. Egli, il Signore, mi
ha detto: «Il Maestro non dimentica la sua serva, ma la sua serva dimentica
il suo Maestro».
Il
Signore ha fame. Se siete sue vere spose, date a lui, vostro fratello,
persino il pane che avete già in bocca. Gesù vi ricompenserà tre volte
tanto e, in fine vi darà la vita eterna.
Gesù
soffre in carcere per il freddo. Aspetta quindi che gli doniate un po' di
calore. Egli vi capisce ed ascolta ciò che gli dite.
Ci
sono uomini crudeli che lo incatenano. Essi preparano chiodi per la croce. Tu,
invece, prepara il cuore. Gesù geme. I nemici di Gesù odono solo il suo
sospiro per deriderlo; tu ascoltalo per consolarlo. I suoi nemici cercano Gesù
per ucciderlo tu invece cercalo giorno dopo giorno, perché in te egli viva e
risorga; glorificalo in te.
I
suoi nemici hanno incatenato le mani di Gesù, ma tu incatenati a Lui.
I
suoi nemici si divertono alle spalle di Gesù, lo beffeggiano. Gli gettano
sulle spalle un manto purpureo, gli mettono fra le mani una canna; tu invece
onora Gesù con tutto il tuo filiale amore. I suoi nemici maltrattano Gesù,
ma tu sii pronta a ricevere gli schiaffi per amore suo.
I
suoi nemici, a vicenda, si incitano a fare soffrire Gesù. Tu invece sprona
gli altri per fare del bene a Gesù. I suoi nemici avrebbero voluto che
altri popoli si unissero a loro per insultare Gesù. Tu invece attira le anime
all'amore di Gesù. I suoi nemici gettano delle immondizie sulla strada che
Gesù deve percorrere: tu prepara delle rose e con esse copri il cammino di
Gesù.
Guarda
Maria: ella piange, soffre, è quasi senza forza per la sofferenza.
Accompagna Maria al Calvario con la tua fedeltà, con il tuo amore per Gesù,
con il tuo amore per il prossimo.
IL
PANE BIANCO DELL'AMORE (Estasi)
Perdona
mio Dio! Tu solo, tu solo! Gesù non è conosciuto, non è amato. Si
preferisce il pane nero a quello bianco. Dio è abbandonato per le cose
create.
Mio
Dio, tu solo! Io vorrei essere un uccello per gridare su tutta la terra: «Tu
solo, mio Dio!».
Come
possiamo aggrapparci alle sue opere e non a Lui stesso? Gesù non è
riconosciuto, non è amato.
Io
vorrei essere un uccello e girare tutto l'universo per gridare: «Tu solo, Tu
solo, mio Dio!».
Signore,
io sono una bimba ignorante, cieca e debole. Vengo a te per attingere forza e
guadagnare la vita.
Abbi
misericordia di questa bambina, fragile per sua natura, cattiva per il suo
orgoglio. Vieni, vieni e infondimi forza; infatti mi coglie l'angoscia che il
leone mi divori. Vieni, e il tuo sguardo mi guarirà; il tuo sguardo infatti
può operare miracoli, può conferire vita dove nulla esiste.
Prendi
il mio cuore e la mia anima; fanne una cosa sola con te e presentala a tuo
Padre in cielo.
Stamane
dicevo a Gesù: «Svegliati e vieni da me; sono cieca, sorda e muta. Muta
perché non posso parlare di te. Vieni e sciogli la mia lingua per te. Ma per
gli altri lasciami muta.
Le
mie orecchie sono chiuse per tutto ciò che ti riguarda, e aperte per tutto ciò
che non dovrei udire. Vieni, vieni e muta questo stato». Ed Egli si è levato
ed è venuto.
ATTO
DI RINGRAZIAMENTO (Estasi)
Ho
tutto. Il cagnolino supplicò per una briciola o due di pane. Il Signore gli
diede se stesso.
ATTO
PRIMA E DOPO LA COMUNIONE (Estasi)
Quando
ti prepari a ricevere la Comunione, dovresti considerare chi è Colui che
viene a Te. È Gesù, tanto buono, amabile, tanto dolce e, nel contempo, tanto
grande, potente e tanto bello.
Egli
viene verso chi? Verso te, che sei polvere e nullità. Viene per donare se
stesso a te, per divenire una cosa sola con te.
Quando
tu lo porti nel tuo cuore, rifletti che tu sei simile alla Vergine benedetta
che portava Gesù nel suo grembo. Sforzati, durante il giorno, di dirigere il
tuo cuore e le tue aspirazioni a quel Gesù che tu hai ricevuto al mattino.
COMUNIONE NELL'OBBEDIENZA (Estasi)
Se
anche non provi in te nessun fervore interiore, e volentieri te ne staresti
lontana dalla S. Comunione, devi tuttavia ubbidire quando ti incoraggiano a
farla.
Altrimenti
faresti spazio al maligno, poiché egli coglie ogni possibilità per farti
cadere. E senza Gesù sei più debole che mai.
Anche
quando ritieni di trovarti in peccato grave e invece il prete, che conosce la
tua mancanza, ti incita a ricevere la Comunione, la devi fare e avrai la luce.
Due
giorni fa ricevetti la S. Comunione, ma ebbi l'impressione di essere come
senza fede e senza amore. Penso che chiunque abbia assunto la sua particola di
pane, lo abbia fatto con più rispetto di me. Dicevo a me stessa: « È duro
comunicarsi nello stato in cui sono». Dicevo a Dio: se io fossi al tuo posto
e venisse uno come me, probabilmente lo farei precipitare in basso per
disfarmi di una simile creatura». Mi sentivo come un mostro e piangevo
nella profondità del mio io.
A
un tratto mi accadde d'essere rapita. Udii una voce davanti a me, che pareva
provenire da nostro Signore: «Non credi che io sono il misericordioso?»
IL
PANE DELLA VITA (Estasi)
Il
pane che è destinato a me, lo ha benedetto la Madre del Signore. La mia anima
loda il Creatore, che per amare divenne piccolo agnello. O mistero
inafferrabile: il puro frumento si riposa in te.
Il
Signore desidera che il chicco di grano non sia mescolato ad altra cosa.
Scegli il chicco di grano che ti appartiene, o Altissimo. Rendilo puro dalla
polvere che ricopre il suo splendore.
L'ALBERO
DELLA VITA (Estasi)
Salve,
albero della benedizione, tu ci doni il frutto della vita.
Dal
centro della terra sospiro e gemo. Chi mi darà ali per volare dal mio Amore?
Salve, albero della benedizione, tu ci doni il frutto della vita.
Sulle
tue foglie leggo queste parole: «Non temere nulla!» Il tuo verde mi dice: «Spera!».
I
tuoi rami: «Ama!».
La
tua ombra: «Umiltà!».
Sii
benedetto, albero della benedizione, io trovo in te il frutto della vita.
Dal
centro di questa terra il mio cuore geme e sospira: «Chi mi darà le ali per
volare verso il mio Amato?». Salve, salve albero benedetto; tu porti il
frutto della vita. Sotto la tua ombra io voglio gemere, ai tuoi piedi voglio
morire.
SULLO SPIRITO SANTO
INVOCAZIONI
Spirito
Santo, ispirami. Amore di Dio, consumami. Sul retto sentiero, guidami. Maria,
Madre mia, soccorrimi. Con Gesù, benedicimi.
Da
ogni male, da ogni illusione e pericolo preservami.
Oggi - 14 novembre 1871 - ero molto abbattuta; non sentivo affatto la vicinanza di Dio. Il mio cuore sembrava di pietra. Non potevo pensare a Dio. Allora invocai lo Spirito Santo e gli dissi:
È
la tua missione il fare conoscere Gesù. Gli apostoli vissero a lungo con Gesù
senza averlo proprio compreso. Ma quando tu scendesti in loro, lo
compresero. Tu puoi darne l'intelligenza anche a me. Vieni, mio consolatore;
vieni mia gioia, mia pace, mia forza e mia luce. Vieni, illuminami, perché
trovi la fonte a cui possa estinguersi la mia sete. Una tua goccia mi
basterebbe per mostrarmi Gesù, così come Egli è. Gesù ha detto che andrai
dagli ignoranti; io sono la più ignorante di tutti. Non chiedo a te altro
sapere che quello di trovate Gesù. Non ti chiedo altra conoscenza che la
saggezza di conservare Gesù».
E
sperimentai un po' di fuoco e di luce nel mio cuore. Lo Spirito Santo non mi
rifiuta mai nulla.
Spirito
Santo, illuminami! Che cosa devo fare, e come devo comportarmi per trovare
Gesù? I discepoli erano molto ignoranti; vivevano con Gesù, e non lo
intendevano.
Anch'io
vivo con Gesù, e non intendo Gesù. Anch'io vivo nella stessa casa di Gesù,
e non lo comprendo. La più piccola difficoltà mi turba e mi sconcerta. Sono
troppo sensibile. Mi manca la generosità per fare sacrifici per Gesù.
Spirito
Santo, quando tu donasti ai discepoli un raggio della tua luce, essi furono
trasformati; non si ritrovarono più quelli di prima. Attinsero nuove forze;
divenne facile per loro offrire sacrifici; conobbero Gesù meglio di quando
Egli dimorava con loro.
Sorgente
di pace e di luce, vieni e illuminami. Ho fame, vieni e nutrimi; ho sete,
vieni e dissetami; sono povera, vieni e arricchiscimi; sono ignorante, vieni e
istruiscimi.
Spirito
Santo, io mi abbandono completamente a te.
LA
COLOMBA DI FUOCO (Estasi)
Il
Signore mi ha mostrato tutto. Ho visto la colomba di fuoco. Rivolgiti alla
colomba di fuoco, allo Spirito Santo, alla sorgente di ogni bene.
La
pace è il mio retaggio. La croce e la pace sono la mia parte. Ma la croce e
lo scoraggiamento sono la parte del demonio e di colui che gli dà retta.
Ai
bimbi si dà il latte, il fresco e dolce latte dell'amore. Io ho visto il mio
Dio. Io sono vicina alla morte, poiché ho visto il mio Dio. Ho visto
l'oggetto del mio ardente desiderio, del mio amore, della mia vita.
Vidi
dinanzi a me una colomba, e sopra di essa un calice che traboccava, come se
dentro vi si trovasse una sorgente. L'acqua che traboccava si versò sulla
colomba e la lavò.
Simultaneamente
udii una voce che proveniva da questa ammirabile luce. Disse: «Se tu vuoi
cercarmi, conoscermi e seguirmi, allora invoca la luce, lo Spirito Santo, che
ha illuminato i suoi discepoli e che fino ad oggi illumina tutti coloro che a
Lui si rivolgono. Te lo dico in assoluta verità: chiunque invoca lo Spirito
Santo, mi cercherà e mi troverà.
La
sua coscienza sarà delicata come i fiori del campo; e se è padre o madre di
famiglia, la pace sarà nel suo cuore, in questo e nell'altro mondo; non morirà
nelle tenebre, ma in pace.
Nutro
un desiderio ardente e vorrei che tu lo comunicassi: ogni prete che dirà ogni
mese la S. Messa dello Spirito Santo l'onorerà. E chiunque l'onorerà e
prenderà parte a questa Messa, sarà onorato dallo Spirito Santo e la luce
e la pace dimoreranno nel profondo del suo cuore. Lo Spirito Santo verrà a
guarire i malati e a risvegliare coloro che dormono.
E
come segno di ciò, chiunque avrà celebrato o partecipato a questa Messa e
avrà invocato lo Spirito Santo, troverà questa pace nel profondo del suo
cuore, prima di lasciare la chiesa. Egli non morirà nelle tenebre».
Allora
dissi: «Signore che cosa può fare una come me? Considera la situazione in
cui mi trovo. Nessuno mi crederà».
Egli
mi rispose: «Quando sarà il momento, io farò tutto ciò che c'è da fare;
tu non sarai più necessaria».
LA
VERA DEVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO (Estasi)
Mi
parve di vedere Nostro Signore, in piedi, appoggiato ad un albero. Intorno a
lui c'era frumento e uva, maturati dalla luce che da lui emanava. Allora udii
una voce che mi disse: «Le persone nel mondo e nelle comunità religiose
cercano nuove forme di devozione e trascurano la vera devozione del
Consolatore. Qui risiede il motivo per cui non c'è pace e non c'è luce. Non
ci si preoccupa di conoscere la vera luce, là bisogna cercarla; la luce svela
la verità. Anche nei seminari è trascurata. La gelosia nelle comunità
religiose è il motivo dell'oscurità del mondo. Ma chiunque - sia nel mondo,
sia nel chiostro - pratica la devozione dello Spirito e lo invoca, non morirà
nell'errore.
Ogni
prete, che predicherà la devozione dello Spirito Santo, mentre ne farà
l'annunzio, riceverà luce. Soprattutto nell'intera Chiesa, deve stabilirsi
l'uso che ogni prete, una volta al mese, celebri la Messa dello Spirito Santo.
E tutti quelli che vi prenderanno parte riceveranno una grazia e una luce
particolarissima.
Mi
è stato detto ancora che verrà un giorno in cui Satana scimmiotterà, con
persone del mondo, con sacerdoti e religiosi, la forma di Nostro Signore e le
sue parole. Ma chi invocherà lo Spirito Santo scoprirà l'errore.
Ho visto talmente tante cose relative allo Spirito Santo che potrei scriverne dei volumi. Ma non sarei capace di ripetere tutto ciò che mi fu mostrato. E poi io sono un'ignorante che non sa né leggere né scrivere. Il Signore svelerà la sua luce a chi vorrà.
IL NOME DI MARIA (Estasi)
lo vorrei avere le labbra purificate dal fuoco per pronunciare il nome di Maria e una penna d'oro per scriverlo.
Onore
per Maria. Preparate per la mia amata madre la più bella e la più delicata
porpora!
Com'è bella Maria! Il suo diadema scintillante, tempestato di diamanti, risplende come il sole. Ma la luce del suo seno e delle sue braccia - là dove Gesù Bambino ha riposato - è ancora più scintillante.
Tu,
Maria, eri vergine nel mondo. Chi avrebbe mai pensato che saresti divenuta la
Madre di Dio? E lo divenisti a motivo della tua umiltà. L'angelo del Signore
apparve a Maria per annunciarle la sua maternità divina. Illuminata dalla
potente luce di Dio, ella si umiliò pensando che il Creatore del cielo e
della terra voleva divenire suo figlio. L'angelo parlava alla Vergine Madre; e
ogni volta che l'angelo le parlava, Maria si umiliava di fronte a Dio. O
Maria, come sei umile e come sei amabile nella tua umiltà!
Maria
è anche un modello di fede. La sua fede fa sì che, giorno dopo giorno, Gesù
cresca sempre di più in lei.
Con
una simile fede, Gesù crescerà anche nel nostro cuore. Proprio per la sua
fede e la sua umiltà Maria si sentiva indegna di divenire la Madre di Dio.
Su
questa terra i figli non possono nascere senza una madre; una donna deve dare
loro la vita. Così è per una donna che entrano nel cielo. Questa donna è
Maria. Fin dal peccato l'umanità attendeva il frutto di Maria, il frutto
della dolce umile e santa Vergine. Ti ringrazio, Maria, e ti benedico.
Che
io sia nell'afflizione o nella gioia, sia lodato il tuo santo nome, o Signore.
Che io sia nell'angoscia o nella pace, il tuo santo nome sia lodato! Che io
sia nella sofferenza o nella letizia, sia lodato il tuo santo nome, o Signore.
Udii
una voce che mi diceva: «Rinuncia a te stessa, rinuncia a te stessa!» «Oh
Signore - risposi - dammi un po' di pazienza, allora le mie sofferenze saranno
pesanti tanto quanto io potrò sostenerle». E la voce disse: «Il Signore
della malattia, è anche il Signore della pazienza». Simultaneamente
sperimentai una meravigliosa liberazione da me stessa; allora non considerai
più la mia sofferenza e la mia debolezza. Allora mi sembrò di vedere una
processione di molti bambini con Maria in testa. Nello stesso tempo
innumerevoli stelle, come fiaccole agitate, procedevano dinanzi a lei. La vidi
entrare in un giardino tutto inaridito, i cui alberi erano quasi tutti morti.
Maria posò i piedi su di un albero abbattuto ma ancora verde. Si udì una
musica celestiale. L'erba sfiorata dalla sua ombra ridiventava verde. Al suo
passaggio gli alberi sembravano rinverdire. Mi sembrò che le montagne la
salutassero
al suo passaggio. L'acqua dei ruscelli straripò e si diffuse nei canali, le
sorgenti traboccarono, spumeggiando e gorgogliando. E la sua ombra faceva
sussultare la terra, che al passaggio della sua ombra rinverdiva. Il nemico
fuggì dinanzi a lei, proprio come si dà alla fuga dinanzi a Dio. Maria
ritornò al suo posto e con lei la processione. Le stelle la seguirono per
tutto il tempo...
Le
stelle significano l'amore di Dio, che accompagna sempre Maria. Questo amore
Maria lo attinge e lo trasmette. Noi apparteniamo a Maria; Maria è di Dio e
Dio è la sua parte. Ogni cosa trema dinanzi a lei, perché ella è così
potente e così amata da Dio.
IL
ROSARIO (Estasi)
L'«Ave Maria» è come un chicco di grano, il «Gloria Patri» come la spiga. Quanto più devota sarà l'«Ave Maria», tanto più grossa e gonfia sarà la spiga.
MARIA,
MADRE DI RISURREZIONE (Estasi)
Ai
piedi di Maria, mia amatissima madre, ho ritrovato la vita.
Tutti
voi che soffrite, venite a Maria, poiché io ho ritrovato la vita.
Ai
piedi di Maria è la vostra vita, la vostra salvezza. Voi che operate in
questo monastero, sappiate che Maria conta i vostri passi e il vostro lavoro.
Dite a voi stesse:
Ai
piedi di Maria ho ritrovato la vita. Voi che vivete in questo convento,
liberatevi da tutto ciò che è terreno.
Ai
piedi di Maria vi toccherà salute e salvezza. A voi che abitate questo
chiostro Maria dice: «Figlia mia ti ho scelta fra milioni, per condurti nel
mio santuario». Ai piedi di Maria troverete la vita. Maria vi dice: «Ti ho
condotto nel mio santuario dove non avrai più né fame né sete.
Io
voglio nutrirti con la carne e con il sangue dell'unico Innocente». Ai piedi
di Maria io ho trovato la vita. Tu che sostieni: «Sono orfana», Guarda: io
ho una madre in cielo. Felice è la figlia di una simile madre. Ai piedi di
Maria ho trovato la vita. Io abito nel cuore di mia madre.
Qui
ho trovato il mio Diletto. Allora posso essere orfana? Nel seno di Maria ho
trovato la vita.
Il
serpente, il drago hanno tentato di mordermi, per avere la mia vita.
Ma
in questo convento, ai piedi di Maria, ho ritrovato la vita.
Maria mi chiama e in questo monastero io rimarrò per sempre. Ai piedi di Maria ho ritrovato la vita.
MARIA, CIBO E RIPOSO (Estasi)
Il
pane è pronto, la mia meravigliosa madre lo ha benedetto. Ora la mia vita su
questa terra si avvicina alla fine. Ti ringrazio, buona madre; lasciami stare
sempre al tuo fianco. Io non ne posso più; mettimi vicino a te, madre cara.
Il
mio cibo consiste nella nostalgia, amatissima madre, di vederti. L'acqua, che
la mia anima assetata beve, è il mio amore per te. La mia vera vita, la vita
della mia anima, cresce, cresce nell'amore per te.
Il
mio riposo consiste nel cercarti, senza sosta, giorno e notte.
Sono
figlia della santa Chiesa. Essa è mia madre. È un onore per me chiamare
Madre la Chiesa. Chiesa, madre mia, io ti amo; tu sei la mistica rosa.
La
Chiesa soffre. Il cuore del S. Padre è afflitto e pieno di dolore. La Chiesa
è nostra madre. Quando una madre soffre, tutti figli soffrono con lei.
Come
vorrei dare il mio sangue per la Chiesa! Offro tutto per essa, per l'unità,
per il trionfo della Chiesa.
Sono
figlia della Chiesa. Quale gioia mi danno le preghiere del prete. Nel prete
vedo solo Dio. Non cerco la scienza del prete, bensì la potenza di Dio in
lui.
Vidi
un prete celebrare la Messa. Erano accese tre candele. Mi parve che su di
ognuna ci fossero scritte delle lettere d'oro. Quelle della prima candela
dicevano: povertà; quelle della seconda: castità; e quelle della terza:
ubbidienza.
Capii
che le tre candele simboleggiavano anche la santa Famiglia: la candela della
povertà, S. Giuseppe; quella della castità, Maria; e quella dell'obbedienza,
Gesù.
Nello
stesso istante notai la fiamma delle candele ardere fra me e il trono di Dio.
Vidi come la fiamma della povertà dinanzi a Dio producesse una ricchezza
infinita; quella della castità una felicità infinita, e quella
dell'ubbidienza un'autorità illimitata che sottometteva ogni creatura.
Compresi
nel profondo del mio animo che, quando si vuole raggiungere Dio e stare
dinanzi a lui, ci si deve nascondere dietro alle tre fiamme che si trovano fra
noi e Dio.
Notai
pure che, quando ci si pone dietro ad esse, queste imprimono in noi l'immagine
di Gesù Cristo. Fin dalla caduta del peccato Dio può guardare con piacere
solo un unico essere umano: Gesù. Allora Dio vede impresso in noi il volto di
Gesù.
Il
prete che viene verso l'altare è anziano, debole, affranto. Mi pare che non
possa avanzare che a fatica. Dico: «Mio Dio, quel prete morrà prima di
pronunciare una parola. È così ammalato».
Giunto
al centro dell'altare, innalza gli occhi al cielo e subito diviene giovane e
forte, potrebbe persino portare una montagna sulle spalle. Ed anche le fiamme
dei ceri, per i suoi sospiri si alzano come polvere che copre le rocce.
Così
sento una grande gioia nel mio cuore, nel mio corpo, in ogni fibra del mio
essere, come se fosse iniziata una nuova vita. Non posso esprimere in parole
ciò che provavo quando gli ardenti sospiri del prete salivano al cielo con la
fiamma delle candele e penetravano il cuore di Dio.
Udii
una voce dire: «Un prete, che viva la povertà e la castità, e sia vittima
di amore e di ubbidienza, è l'immagine di Gesù immolato. Dio non può
ricusare nulla a questo prete, perché egli è un'ostia vivente».
(Ella
diceva a un sacerdote): Sii piccolo, sii piccolo, per non entrare da solo in
cielo. Sii piccolo e guadagnerai un grande numero di anime, entrerai in cielo
con un'intera schiera. Sii come Giacobbe! Quando partì, aveva solo un
bastone. Ma al suo ritorno era alla testa di un grande gregge.
Pretendi
molto dalle anime forti e generose, nelle quali trabocca la grazia. Ma con le
anime deboli e angosciate, che sono meno favorite dalla grazia, accontentati
del minimo. Sopporta e incoraggiale ininterrottamente. Abbi una pazienza
infinita con le persone che sono esposte a forti tentazioni, e hanno un
carattere stravagante.
Quando
un penitente offre resistenza, non per mancanza di pietà ma per tentazione,
debolezza, ignoranza o mancanza di profondità religiosa, allora non montare
in collera, non discutere con lui. È il maligno che opera tutto ciò e
solleva questa resistenza. Ora, Satana non ha paura di un sacerdote che
ragiona o che si arrabbia, quando vede che i suoi consigli e i suoi
ammonimenti sono impotenti a correggere un peccatore. Vuoi allontanare Satana?
Non essere impaziente e umilia te stesso. Questi infatti trema dinanzi a un
prete che umilia se stesso.
Esponi
con chiarezza, ma anche molta mitezza, gli argomenti che sono più adatti, per
rimuovere un passato colpevole e per indurre alla conversione.
Se
il penitente continua a essere sordo, allora contentati, di dire in tutta
umiltà e semplicità: «Se io fossi un santo prete, ti avrei già da tempo
guadagnato all'amore di Dio e al suo servizio; avrei destato il tuo interesse
per la tua salvezza eterna. Ma le mie colpe sono senza dubbio un grande
ostacolo e rendono le mie premure infruttuose. Preghiamo insieme e umilmente
Dio, perché Gesù stesso ti doni la luce e operi in te il bene di cui io sono
incapace».
Dopo
umilmente inginocchiati dinanzi a Gesù e prega. Vedrai che il maligno si darà
alla fuga.
In
nove casi su dieci il penitente sarà libero dalla sua presunzione. E nella
gioia, nuovamente scoperta, avrà il desiderio di fare molto di più di quello
che tu gli domandi. Non dimenticare mai questa regola di comportamento: è
importante, facile e sicura.
L'ANIMA
PADRONA DELLA CREAZIONE
Non
posso trattenere la mia gioia, tanto sono grandi la mia pace e la mia felicità.
Non so che cosa mi capiti o dove io sia. Il mio cuore è tutto fuso in me,
scorre come l'olio più puro.
Io
sono in Dio e Dio è in me. Sento che tutto, le creature, gli alberi e i fiori
appartengono a Dio, ed anche a me. Io non ho più una mia volontà, poiché
essa è conforme alla volontà di Dio e tutto ciò che appartiene a Dio,
appartiene anche a me.
Vorrei un cuore più grande dell'universo.
O
Amore, Amore, Amore!
L'Amore
non è conosciuto; l'Amore non è amato. Amiamo l'Amore, amiamo l'Amore!
Solo l'Amore, solo l'Amore!
Madre,
il mondo intero dorme. E Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno
di lode, è dimenticato. Nessuno pensa a Lui. La natura lo loda, il cielo, le
stelle, gli alberi, l'erba, tutto lo loda. Solo l'uomo, che conosce i suoi
benefici, l'uomo che dovrebbe lodarlo, dorme. Vieni, andiamo a svegliare il
mondo.
O
mio Amore, dove sei? Chi ha visto il mio Diletto? Io l'ho cercato e non l'ho
trovato. O mio Amato, io corro, mi affretto, gemo e non ti trovo da nessuna
parte. Gesù, mio Amore, io non posso vivere senza di te. Dove sei, mio
Diletto? Chi ha visto il mio Gesù? Chi ha trovato il mio fedelissimo amico?
Tu lo sai, mio Amore, la terra intera per me non conta nulla senza di te.
Tutta l'acqua del mare non basterebbe ad estinguere la sete del mio cuore. Chi
ha consolato il mio cuore? Solo tu, Diletto del mio cuore. Chi ha placato la
mia nostalgia? Solo tu, mio Amore. Basta Gesù, o morirò di dolore e di
estasi!
Venite,
dominatori del mondo, venite ed adorate il mio Amore! Io canto la potenza, la
magnificenza del nostro creatore, venite, adoriamolo.
Poiché
noi siamo l'opera delle sue mani, il prezzo del suo sangue,
venite,
adoriamolo.
Non
c'è nessuno come Dio: venite, adoriamolo!
Non
lasciatevi trattenere dalle cose di questo mondo; tutto passa in un batter
d'occhio:
venite,
adoriamolo!
Venite,
voi tutti che abitate la terra, non fermatevi a ciò che vi è sulla terra,
perché non è che vanità e finirà in un istante: venite, adoriamolo.
Ricordiamoci
che siamo soltanto pellegrini ed esiliati su questa terra:
venite
adoriamolo.
Venite,
adoriamo insieme il Signore e il Padre! Prostratevi al Creatore di tutto
venite
adoriamo
La
sua ira è terribile: venite, adoriamolo.
Le
bestie più feroci tremano dinanzi a Lui; la sua collera fa tremare la terra:
venite,
voi peccatori, adoratelo!
La
sua bontà paterna raggiunge tutti quelli che lo cercano. Venite voi giusti,
adoriamolo!
Tutta
la creazione si inchina con gioia dinanzi a Lui. Venite adoriamolo!
Il
mio cuore ardendo brama la venuta del Diletto. Io chiedo al cielo e alle
creature della terra, dove egli si è trattenuto. Tutti mi danno la stessa
risposta: «In un cuore retto e in un animo umile». Come sono onnipotenti i
suoi pensieri, com'è misericordiosa la sua attenzione per noi!
Ho
ancora un grande sacrificio da compiere. Devo bere il calice che il Signore mi
darà, prima di morire. Che cosa contiene? Non lo so. Ma lo accetto in
anticipo.
Non
voglio, in ogni caso, offendere Gesù. Preferirei più volentieri morire, e
rimanere cento e mille anni in Purgatorio, piuttosto che offenderlo anche
solo un poco.
Mio Dio, mio Dio! Se il mio occhio dovesse soltanto tentare di offenderti, allora strappalo o io stessa lo strapperò. Se le mie mani, i miei piedi, la mia lingua dovessero anche soltanto tentare di offenderti, allora tagliali. Fai a pezzi il mio corpo fra i più atroci dolori, piuttosto che permettere che un mio membro ti offenda.
DESIDERIO
DELLA MORTE (Estasi)
La
morte è una grande gioia.
Significa
la felicità. Io non vorrei morire, mio Dio. È una gioia troppo grande.
La
mia natura si ribella al pensiero della morte. Nel contempo il mio cuore
trasale di gioia perché i miei occhi vedranno il mio Creatore. O mio
Dio, quale felicità; I miei occhi ti vedranno; io verrò da Te. È vero che
ho peccato, ma avverto in me una grande fiducia.
IL
PESCE FUORI DELL'ACQUA (Estasi)
Sono
come un pesce fuori dell'acqua. Esso apre e chiude la bocca, boccheggiando: è
l'unico sollievo che gli è rimasto. Così è pure di me. Non ho altra
consolazione sulla terra se non il sospirare la mia celeste patria. Ah! Quando
verrà quel giorno? Poiché qui tutto passa come un lampo, come il fiore, del
campo. Tutto su questa terra è amaro per la mia anima; è come veleno. La
terra appare un deserto ai miei occhi. Quando lo vedremo il nostro Dio?
Ogni
mattino, appena inizio un nuovo giorno su questa terra, io dico a Gesù: «Signore,
quanto sei duro di cuore!»
Appena
però queste parole escono dalle mie labbra, soggiungo: «Perdono, mio Dio, se
mi sono espressa così! Affretta, Signore, il momento di venire da Te!»
Nulla
su questa terra più mi soddisfa. Svelto, Signore, vieni! Ora non aderisco a
nulla. Se devo sopravvivere, temo di aggrapparmi a qualche cosa. Temo me
stessa.
CAMBIA
IL POSTO CON ME, SIGNORE! (Estasi)
Vieni,
vieni, prendi il mio posto e vedrai se è veramente buio. Il mio cuore non
regge più a lungo. E come vuoi che io viva ancora a lungo?
IL
MIO CUORE CEDE (Estasi)
Il
mio cuore cede. Non appartiene più a me. È perso in Dio. Tutti i miei sensi
sono rivolti a Lui. Si struggono in Dio. Contemplerò il mio Dio, lo
contemplerò. Come un bambino in un mucchio di letame, coperto di sudiciume,
così io mi getto ai piedi di Gesù misericordioso. Gli dico: «Nel tuo regno
ci sono molte dimore. Conducimi in una che ti piaccia. Ma che io ti ami per
tutta l'eternità».
Il
mio cuore si scioglie in Dio. Non può più vivere qui, a lungo. Ho dato il
mio cuore a Dio. O felice morte che mi condurrà davanti al mio Dio. Salterò
e danzerò di gioia, quando vedrò il mio Dio.
Sognai
di vedere da lontano Nostro Signore. Egli concedeva tutto quanto gli si
chiedeva. Mi avvicinai a lui e mi gettai a suoi piedi. Maria Maddalena gli
abbracciava un piede e io l'altro. Le dissi: «Io ho peccato più di te e mi
ha perdonato». Ella ribatté: «No, io ho peccato di più». «No -
insistetti - tu lo amasti più di me. Io ho peccato più di te».
Vedendo
che Nostro Signore non rifiutava nulla, volsi lo sguardo verso di Lui e dissi:
«Signore, fammi un piacere, portami via in fretta da qui!» Egli allora mi
benedisse e stese le mani sul mio capo. Provai una gioia così grande,
sperimentai una grazia così intensa che mi svegliai.
La
mia Madre celeste andò da Gesù e gli disse: «Abbi pietà di questa piccola
e liberala dalla prigione». La mia carne ama il Signore, le mie ossa amano il
Signore, tutte le mie forze gridano al Signore. Vieni presto, mio Dio, ascolta
il mio grido! Appena ti vedrò, mio Dio, attingerò nuova vita e nuova forza.
LA
MORTE È UN VANTAGGIO (Estasi)
Mio
Dio, come è cieco il mondo nella sua angoscia di fronte alla morte! La morte
è un avvenimento che porta felicità. Morire significa andare da Dio e
vederLo. O morte tanto a lunga attesa, portami presto dal mio Diletto.
Liberami dalla prigione, conducimi dall'oscurità alla luce. Io vedrò il mio
Dio; il Signore me lo ha promesso.
QUANDO IL
MIO CORPO SI DISSOLVERA’ (Estasi)
Io
vedrò il mio Dio, vedrò il mio unico bene, il mio tutto; lo guarderò e lo
amerò.
Sarò
felice, quando verrà il momento in cui il mio corpo si dissolverà. Vorrei
che avvenisse presto e che presto i vermi mangiassero la mia carne. Se potessi
andrei a cercarli per mettermeli sopra. Ma Dio non lo vuole ancora.
CONTEMPLARTI,
DIO DI LUCE (Estasi)
Quando
ti contemplerò, o Dio di luce, ciò avverrà per sempre. Quando la mia anima
riposerà al tuo eterno banchetto, allora la mia gioia e la mia felicità
raggiungeranno il culmine. Il vederti sarà eterno, per sempre, senza fine.
Quando lascerò questa terra ingrata, la catena cadrà per sempre e io vedrò
Dio. Quando mi si porterà la notizia che le mie catene si sono rotte, io
volerò, andrò dal mio Diletto. O tenebre, non ingannatemi! Io vedo il mio
Diletto; non impedite ch'io voli da lui. Il pane che io mangio non si
corrompe; la sorgente che mi disseta scaturisce eternamente.
AMORE
PER IL PROSSIMO, SEGNO DELL'AMORE PER DIO (Estasi)
«Saprò
il tuo amore per me, quando tu amerai il tuo prossimo. Ma se tu non ami il tuo
prossimo, io saprò che tu non mi ami».
Ogni
volta che tu vedi nel tuo prossimo la creatura senza Gesù, tu cadi molto in
basso.
SERVIRE
IL PROSSIMO, SIGNIFICA SERVIRE DIO (Estasi)
Ero
in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Provai un grande desiderio di
fare qualche cosa per Gesù. Gli dissi: «Signore che cosa posso fare per
farti piacere e servirti?» Una voce mi rispose: «Servi il tuo prossimo e
servirai me!» Gli chiesi una seconda volta: «Signore, che cosa devo fare per
amarti?» Di nuovo la stessa voce: «Ama il tuo prossimo e mi amerai. Da
questo saprò che mi ami realmente».
MEMBRA
DI UNO STESSO CORPO (Estasi)
Perché
in comunità reciprocamente vi chiamate «sorelle»? Perché siete figlie
della stessa Madre e lo stesso sacramento vi unisce le une alle altre. «Sorelle»
in un ordine religioso significa essere membra di uno stesso corpo.
Considera
il corpo umano: se un membro soffre, attira tutti gli altri nella sofferenza.
Se vesti solo un braccio, l'altro soffre il freddo; se mangi, tutte le membra
mangiano. Il Signore dice: «Siete tutte un solo corpo. Siete nate dalla
stessa madre e possedete lo stesso spirito. È lo stesso spirito quello che vi
dirige. Voi recitate le stesse preghiere ed è la stessa parola quella che voi
pronunciate».
Io
avverto che nulla più mi lega a questa terra. Ma sento un desiderio nel
cuore: quello che tutte le sorelle, con cui vivo in questa casa, possano
appartenere interamente a Gesù; non conoscano altro legame al di fuori di
Lui; pensino solo a Gesù.
Mio
Dio, ti affido me stessa completamente, fai con me tutto quello che tu vuoi.
Concedi a tutte le mie sorelle la grazia di essere in unità con te.
Appena
Dio mi avrà mostrato la sua misericordia, la mia preghiera sarà tutta in
questo: che regni in questo chiostro l'amore e la concordia; che ogni anima
non cerchi altro che Dio solo; che nessun legame impedisca alle anime di
appartenere a Lui completamente. Quando, un giorno, sarò separata da loro, la
mia felicità in cielo consisterà nel portare, ognuna e tutte, vicino al
Cuore di Dio. Che io possa sempre vederle, anche da lontano, e la mia gioia
sarà piena.
CHE
SIANO UNA COSA SOLA (Estasi)
Signore,
fa che tutte quelle che abitano in questo monastero siano una cosa sola.
Dona loro unità e amore. Unisci tutti i loro cuori con Te. Fai che pensino
sempre a Te. Concedi che nulla le distolga da Te. Concedi che l'unico legame
che le stringe l'una all'altra sia Tu stesso. Se qualcuna dovesse allontanarsi
da Te e cadere nell'errore, toglila piuttosto da questa terra prima che lo
faccia. Non permettere che entri nella comunità qualcuno che non ti
appartenga del tutto nel suo intimo.
L'ALBERO DELL'AMORE (Estasi)
Io
ho il diritto di chiedere l'amore, l'amore più puro. Esso è come un albero.
È un albero così meraviglioso, così maestoso! È come un cedro. Le sue
foglie sono simili al banano. I suoi fiori sono come le violette, i suoi
frutti come olive. O albero magnifico!
O Signore, dona alle mie sorelle un piccolo seme di amore, un seme che la terra non sciupi, un seme che il sole non secchi.
AIUTANTE
DI GESÙ (Estasi)
Signore,
concedi che ciascuna, nel tuo santuario, bruci come una candela. Concedi che
ciascuna si consumi solo per te e non per altro. Tu vedi, Signore, come
ciascuna desideri essere la tua aiutante. Una si preoccupa dei bisogni fisici,
un'altra consola la tua anima. Ciascuna si sforza con fervore di servirti.
Tutte si occupano di te.
Ti
chiedo una cosa, mio Dio: che tutte le sorelle di questa casa e tutte quelle
che vi verranno, amino solo te, ardano solo per te e non si attacchino a
nient'altro che a te.
Toglimi
ogni consolazione e donala alle mie sorelle. Lasciami portare da sola tutte
le sofferenze; risparmiale a loro. Non abbandonarle. Ognuna di noi è debole
come un verme. Proteggici Tu, o Dio. Noi non siamo capaci di proteggere noi
stesse. Siamo sempre esposte ai pericoli. Metti questi deboli vermi in una
terra umida, dove sia loro possibile vivere. In questo terreno arido non
possono esistere. Proteggili nella tua buona terra e custodiscile.
Ti
chiedo una grazia, o buon Gesù: proteggi questa casa, fino a quando esisterà
la terra. Fa' che le carmelitane possano sempre dimorarvi.
Che
esse siano ardenti d'amore e splendenti; che amino il tuo divino Cuore,
staccate da tutte le cose della terra. Conduci sempre in questo Carmelo
persone capaci di lodarti e di servirti. Non permettere mai, o mio buon
Maestro, che una entri nella comunità o sia accettata, se non desidera la
salvezza eterna.
Invia
a questo Carmelo il tuo amore e la tua pace. Non permettere mai che a questa
casa venga fatta violenza, né ora, né in futuro. Sii sempre alla sua testa e
tremino i sovrani dinanzi ad essa. Colma di timore e di spavento tutto coloro
che vogliono farle del male. A tutti coloro che le fanno del bene, dona pace e
unità. Finché dura il mondo, sii tu il suo Maestro. Siano sante tutte quelle
che vi abiteranno; che conservino il tuo spirito e osservino il tuo
comandamento.
IL
PARADISO PER IL PROSSIMO (Estasi)
Domani
io godrò il mio Dio. E nell'attesa di questo domani vivo nell'amore con il
mio prossimo, come se non avessi che quest'oggi a mia disposizione. Voglio
approfittarne per praticare la virtù.
Dov'è
carità, là c'è Dio. Se pensi di fare il bene a tuo fratello, anche Dio
penserà lo stesso per te. Se scavi una buca per tuo fratello, tu stesso vi
cadrai. Preparagli il cielo e lo troverai per te stesso. Ricordatelo bene.
CHIUDERE
IL BUCO (Estasi)
Se
vedi uno strappo nell'abito di un'altra sorella, non renderlo più grande.
Taglia volentieri un pezzo del tuo abito, per chiudere il suo buco. Vi chiedo
insistentemente: strappate il vostro abito e coprite il vostro prossimo. Gesù,
in cambio, vi rivestirà con l'abito nuziale.
VOLGERE
TUTTO AL BENE (Estasi)
Siate
piene di carità! Se vedete con un occhio qualche cosa che non è buono,
chiudete anche l'altro. Se udite qualche cosa di negativo con un orecchio,
chiudete subito anche l'altro. Così fate con le mani e i piedi.
Non
dite: «Quest'acqua è putrida», ma piuttosto: «Quest'acqua in sé è buona»,
ma io sono cattiva.
Se
ti preoccupi di non recare alcuna sofferenza a tuo fratello, anche il
Signore penserà a non farti visitare da qualche sofferenza. Quando vedi una
pietra sulla strada di tuo fratello, toglila di mezzo senza neppure che egli
se ne avveda. Se noti una buca, riempila senza che egli se ne accorga.
Spianagli la via. Non dire mai: non si può più far nulla per quest'albero
morente, per il mio fratello sfortunato. Non dirlo mai, perché non sai ciò
che porta il futuro. Anche se i tuoi sforzi diretti al tuo fratello sono un
insuccesso, non rimangono infruttuosi per te stesso. Se tu sei così buono
da colmare una buca sul cammino del cieco, e noti che egli non vuole
percorrere questa strada, allora questi tratti migliorati serviranno a te
stesso. Togli, togli dolcemente gli ostacoli.
Se
hai sete e uno ti dà da bere, passa il bicchiere al tuo fratello assetato,
anche se tu hai più sete di lui. Sii certo che il Signore stesso colmerà la
tua sete.
AMA
IL TUO PROSSIMO PIÙ DI TE STESSA (Estasi)
(Diceva
alle converse): Praticate la carità, agnellini, soprattutto voi della cucina.
Aiutatevi l'un l'altra. Non dite: «Questo non è compito mio, ma di suor X».
No, assumetevi tutto quanto potete. Voi siete una persona sola. Amate le
vostre sorelle più di voi stesse.
NON
GIUDICARE (Estasi)
I
superiori devono correggere, ma non giudicare. Se noti una macchia
sull'abito del tuo prossimo, non dire: «Come è sudicio». Bene, ai tuoi
occhi l'abito è sudicio, ma forse agli occhi di Dio l'abito è puro, senza
macchia.
Lasciate
il giudizio a Dio. Voi dovete, al massimo, correggere, ma astenetevi dal
giudicare. Se qualcuno viene da voi e giudica un altro, ascoltate, tentate di
placare gli animi, date un po' a ciascuno ma non vi pronunciate. Andate a
fondo della cosa con dolcezza. Esaminate per capire chi ha commesso l'errore,
e se il nemico è colui che ha seminato.
DIO
SOLO VEDE TUTTO (Estasi)
Oscurità
e angoscia sono i soli frutti che spettano a coloro che esprimono giudizi su
cose che non li riguardano. Dio solo vede tutto. Egli ha tutta un'eternità
per giudicare. E l'uomo, che vive solo un minuto, ha la sfrontatezza di
giudicare.
Da
parte del Nostro Signore devo dirvi come nasce un tale comportamento
distorto. Noi crediamo di possedere più capacità di giudizio che non il
confessore, la priora o i superiori. Il ramo ritiene di possedere in sé più
forza dell'albero stesso.
Conservate la carità e Dio vi conserverà. Se ricoprite una carica di responsabilità avete anche la corrispondente grazia. Ma se non avete nessuna responsabilità, chiudete gli occhi. Non dite: «Questa è opera della colomba e quella del serpente». Il futuro porterà tutto alla luce.
OSSERVATE
I GIUDIZIO DI DIO (Estasi)
Il
Signore è triste quando tu giudichi, e nel tuo cuore porti astio. Il vero
giudice è Dio. Egli solo pesa ogni cosa sulla bilancia ed esprime il giusto
giudizio. Quando giudichi, tu dici indirettamente al Signore: «Tu non sai
come si giudica. Io sono un giudice migliore». Anche se non lo si dice a
parole, l'agire lo conferma.
GIUDIZI
PRECIPITOSI (Estasi)
Il
Signore non è contento di coloro che esprimono giudizi frettolosi. Il
Signore dice: «Voi appartenete più a Satana che a me». Ogni giudizio
ferisce il Signore con lo stesso dolore con cui, sul Calvario, i chiodi
forarono le sue mani e i suoi piedi. Ritieni ogni giudizio, che tu esprimi su
di un altro, un chiodo. Conficcalo nella tua carne. Ne farai l'esperienza. Non
basta domandare perdono, bisogna domandarlo e convertirsi.
È
vero: quanto tu fai al tuo prossimo, lo fai a me, poiché io vivo in ogni
persona», dice il Signore; È insufficiente chiedere scusa, devi, nel
contempo, aver già formulato la decisione di por fine a questo tipo di
giudizio.
Se
sei caduto in una colpa, provane subito pentimento e il Signore ti perdonerà.
Ma se incolpi il tuo vicino, il perdono non ti sarà concesso così
facilmente dal Signore.
«Se
sei sincero - dice il Signore - non ti mancherà nulla, né in cielo né in
terra. Prima di esprimere una parola contro il tuo prossimo, devi mettere il
tuo dito sulla fiamma. Anche i pagani dicono: «Mio Dio, mio Dio, io ti amo».
Ma non è abbastanza. È con le opere che mettete l'amore alla prova. Non
quelli che dicono: «Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli».
Per
una carità mal intesa trascuriamo facilmente di operare il vero amore. E il
nemico ha facile gioco su di noi.
SCUSARE
GLI ERRORI DEL PROSSIMO (Estasi)
S.
Teresa d'Avila raccomandò alle sue figlie l'esercizio costante della carità.
È una virtù bella, preziosa. Non guardare alle colpe e alle mancanze del
prossimo. Serba per te il più difficile e il più penoso, per essere di aiuto
agli altri. Pensa sempre bene degli altri. Trova delle scuse per loro. Se vedi
una sorella versare l'olio, dì a te stessa: è persa in Dio. Poi va, prendi
uno straccio e pulisci la macchia.
CHIUDERE
LE PIAGHE DEL PROSSIMO (Estasi)
Invece
di aprire una ferita e di versarvi dentro dell'aceto, devi piuttosto cercare
di lenirla e di guarirla con l'olio della carità. Allora ripari la colpa del
tuo prossimo con un più grande amore e una più grande fedeltà al Signore.
FIELE
PER SE STESSI, MIELE PER GLI ALTRI (Estasi)
Signore,
fa che i cuori dei miei fratelli e delle mie sorelle siano tutti tuoi.
Prendili sotto la tua protezione e non permettere che fra di loro ci sia
amarezza. Possa ciascuno serbare il fiele per sé e dare all'altro il miele.
Questo è quanto io ti chiedo per loro, Signore.
AMARE
QUELLI CHE CI METTONO ALLA PROVA (Estasi)
Considera
questi pensieri in te stesso: oggi sulla terra, domani sotto terra.
La
madre Teresa ti dice: mia carissima figlia, il tempo è breve. Pensa sempre
ad amare il tuo prossimo. Preferisci quando ti contraria. Se qualcuno mette
alla prova la tua pazienza, avviene sempre con il permesso di Dio. Spesso
dietro si cela Gesù. Abbi sempre un grande amore per le sorelle che ti
provocano sofferenza e mettono alla prova la tua pazienza, perché sono per te
motivo di un guadagno più grande. Che cos'è la sofferenza, se non amore? Che
cos'è la tua regola, se non amore?
Ama
la persona che ti colpisce sul volto più di quella che ti bacia. Se tu ti
difendi, quando ti colpiscono, tu perdi tutto. Ma se baci chi ti colpisce,
allora il Signore sarà il tuo protettore.
AMORE
PER I DEBOLI (Estasi)
In
nome di Gesù vi scongiuro: risvegliate l'amore per il debole. Se Dio ti
trascurasse, per te sarebbe ancor peggio. Se scruti ogni occasione per
consolare gli altri, in questo e nell'altro mondo sarai felice. Ma, se non hai
nessun amore, il Signore ti strapperà come erba secca. Non giudicare mai
nessuno. Considera te stesso come il peccatore più grande. E in suo nome ti
prometto che sarai come una freccia che vola direttamente verso Dio. Se puoi
dire: ho peccato, ma ho fatto la carità, il Signore ti perdonerà. Ma, se tu
dovessi dire: non ho peccato, ma non ho fatto nessuna carità, allora il
Signore ti respingerà.
La
carità è il mantello che tutto copre. In questo e nell'altro mondo vi
chiedo una cosa sola: carità, carità, carità. Non prestate orecchio a chi
vi lusinga. Non giudicate nulla, non mormorate. Abbiate compassione per i
deboli.
AMATE
DI PREFERENZA I CARATTERI DIFFICILI (Estasi)
Se
l'acqua bolle in pentola, nessuno può immergervi il dito. Ma se è fredda, lo
può fare chiunque.
Ci
sono caratteri buoni e caratteri difficili. Il carattere bollente piacerà a
Gesù, quando verserà dell'acqua fredda. Chi ha un carattere buono e
generoso, a cui riesce facile esercitare la tolleranza verso ognuno, non ha
bisogno di tante grazie come chi lotta, con successo, contro le difficoltà
della sua natura. Dobbiamo amare di più le sorelle difficili che le buone,
poiché ci offrono la possibilità di esercitare la pazienza e le altre virtù.
NON
CONSERVARE ALCUNA AMAREZZA (Estasi)
Il
nemico cerca il lato più debole di ognuna. Siate vigilanti contro gli
attacchi del nemico; egli getta il veleno nella ferita. Amatevi
reciprocamente.
Non
nutrite nessun sentimento amaro. Non vi scoraggiate, quando sbagliate.
Agnellini, amatevi reciprocamente. Quando accade qualche cosa che vi disturba,
non amareggiatevene. Il nemico tenta di schiacciarvi come il grano. Ma se
siete fedeli, le sue tentazioni contro di voi si svigoriranno.
ABBIATE CURA, CON ATTENZIONE AMOROSA, DEI MALATI (Estasi)
(All'infermiera
ella diceva): Non preoccuparti quando manchi alla preghiera per curare le
malate. Se si tratta di qualche cosa che si può sbrigare anche più tardi o
domani, allora prosegui la preghiera. Ma, se si tratta di qualche cosa di
urgente, allora non manchi in nessun modo contro lo spirito della preghiera.
È lasciare Dio per amore di Dio, l'amore per l'amore.
Occupandoti
delle malate, in esse curi Dio. Fa' lo stesso per tutte. Non devi preferire
l'una all'altra, solo perché una potrebbe essere più santa. Dio soltanto
giudica chi è più santa. Se curi, per amore di Dio, un malato che si trova
in stato di colpa grave, otterrai un guadagno più grande che se tu lo avessi
fatto a un santo.
EVITARE
LA FAMILIARITA’ (Estasi)
Non
si deve dimostrare familiarità, poiché a Dio non piace la familiarità
come la pratica il mondo.
Se
tu ti trovassi nel palazzo di una regina, ti inchineresti al suo passaggio.
Voi tutte siete regine, il Signore ha scelto tutte. Dovete amarvi e
rispettarvi reciprocamente. Nessuna può avere rancore nell'anima. In
ricompensa il Signore vi amerà ed esaudirà ogni desiderio, fino alla
conversione di coloro che amate. Nell'ora della ricreazione parlate di Dio.
Ciascuna di voi deve contribuire con qualche cosa di buono alla ricreazione.
PREDICA
DELLE CREATURE SULL'AMORE (Estasi)
San
Giuseppe mi ha dato quattro punti sull'amore fraterno.
l.
Pensate alla colomba. Toglie il cibo dal becco e lo porge ai suoi piccoli.
Anche voi dovete dimostrare alle sorelle il vostro amore, rinunciando a voi
stesse generosamente. Dio conterà come fatta a se stesso una tale azione.
2.
Osservate i pesci del mare. Nuotano insieme in giganteschi branchi. Rimanete
così anche voi insieme mediante l'amore.
3.
Guardate le stelle. Vedete come splendono, come il loro splendore si unisce
e produce una chiara luce. Così anche voi con la vostra perfetta unità
dovete emanare un grande bagliore di edificazione.
4. Pensate a un neonato. Si nutre di latte. Via via cresce, grazie all'attenzione amorosa dei genitori. Più tardi riceve nutrimenti solidi, per crescere e poter camminare. Anche voi con la carità dovete aiutarvi, consolarvi e rafforzarvi.
MONITI
(Estasi)
Chi
è colpevole contro la carità, ritenga di aver sbagliato contro lo Spirito
Santo. Quando ai superiori si dice la verità, non è una mancanza di amore,
ma l'attuazione di un dovere.
Dissi
al Signore: «Felici coloro che hanno sparso il loro sangue per Dio». Ed Egli
mi rispose: «Felici coloro che, per amore, mi offrono il costante sacrificio
della loro vita; una tale vita infatti lascia un sentiero fiorito per Gesù».
L'amore è l'unica cosa che può dare al cuore dell'uomo la vera pienezza. Il giusto, con un pizzico di terra e con l'amore, è sazio. Il cattivo invece è sempre affamato e assetato con tutti i divertimenti, gli onori e le ricchezze; non ne ha mai abbastanza.
SEMPLICITÀ
E DONI STRAORDINARI
IL DIRETTORE SPIRITUALE
Dio mi ha fatto comprendere che il miglior direttore delle anime è lui; che ogni anima che si abbandona del tutto a lui, non può andar perduta. Il direttore dell'anima è come un piccolo rigagnolo che non può placare la sete. Se ho sete, chi può darmi da bere, se non Gesù?
LA
DIREZIONE SPIRITUALE (Estasi)
Agnellini,
state attenti. Preoccupatevi sempre della semplicità e dell'umiltà. Io posso
assicurarvi che Satana è geloso. Egli è sempre all'opera, particolarmente
contro le anime consacrate a Dio.
Al
giorno d'oggi si è diffusa una presunzione tronfia. Si insinua dovunque,
perfino fra le religiose.
Capita
che molti cadano nell'illusione di essere qualcosa. Ci sono sorelle che
pretendono un direttore spirituale appena sperimentano un po' di consolazione
nella preghiera. Sono convinte di non poter fare nulla senza un tale
direttore. Si lamentano con i loro superiori, finché non ottengono quanto
vogliono. Ma con ciò la cosa non è conclusa. Ruotano con i loro pensieri
solo su stesse. Ripetono eternamente quello che devono dire al direttore.
Non c'è traccia di semplicità in un comportamento così affettato. Tali
sorelle sono perciò inclini ad udire parole come queste: «Figlia mia, il tuo
stato è realmente straordinario. Tu sei chiamata a grandi cose, hai bisogno
di uno che comprenda la tua anima...»
Povero
quel direttore che si lascia irretire da simili parole. Egli risveglia solo
l'amor proprio nelle sue figlie spirituali. La povera sorella che lo ascolta
facilmente cade nell'errore.
Quanti
sono coloro che, senza saperlo e senza volerlo, collaborano alla rovina delle
anime invece di aiutarle, poiché con fede cieca accolgono quanto le figlie
spirituali vanno loro raccontando. Non pensano, neppure minimamente, che in
tutto quanto odono potrebbe esserci inganno e immaginazione. Un direttore
che conferisce troppo spazio allo straordinario non è guidato dallo Spirito
di Dio ma da quello del male. Egli, per le anime, è come un operaio del
diavolo perché le lascia cadere nella fossa. Agnellini, Satana si maschererà
da angelo di luce. Siate un po' vigilanti e saprete sempre riconoscerlo.
Egli s'industria di rendervi presuntuose con i suoi encomi. Umiliatevi e
dite: «Non sono che nulla, non merito nessuna grazia» ed egli sarà
sconfitto.
GIUDICARE
L'ALBERO DAI SUOI FRUTTI (Estasi)
Se,
per esempio, una sorella viene a dirti: «Madre mia, durante la preghiera ho
visto la Madonna e Gesù, e mi hanno rivelato questo e quello...» rispondi a
quella sorella: «Figlia mia, approfitta bene di quanto hai visto e udito.
Una simile grazia deve portare buoni frutti. Dai frutti tu riconoscerai se è
una realtà o un'immaginazione». Se la sorella sarà lieta della tua
risposta, tu potrai dire a te stessa: «Qui, certamente Gesù è all'opera».
Ma se ella si irrita, allora di a te stessa: «Qui c'è Satana».
Talvolta
sperimentai nella preghiera come una grande grazia, come se bruciassi d'amore,
come se fossi penetrata da Dio, circondata da lui come da un'onda. Sentii la
mia anima come rapita, come posta in alto e mi accorsi che mi distinguevo
dalle altre.
Tali
sentimenti mi angosciarono. Mi gettai ai piedi della Madonna e la supplicai di
non permettere che io fossi vittima di un'illusione. E subito tutto scomparve.
Mi
venne detto: «Se l'anima non è condotta a sentimenti di vergogna, di
abnegazione e umiltà, devi diffidare, non sono da Dio, perché la vera grazia
conduce all'umiliazione di sé».
E
quanto è vero! Poiché quando Dio mi visita, la mia povertà e la mia nullità
mi stanno così chiaramente davanti che non potrei sopportarle se Egli
stesso non mi sostenesse.
PREFERIRE
LA VIA ORDINARIA (Estasi)
Non
è necessario percepire le parole di un angelo. Abbiamo i comandamenti, la
regola. Tutto è già stabilito. Il nostro cammino è già prestabilito. Noi
dobbiamo solo battere il giusto cammino. Se procedi in diagonale o rimani
fermo, quale utilità ti dà il conoscere la direzione? Ma se procedi per la
strada diritta, già prescritta, ti accompagnerà la luce; vedrai che i sassi
e gli altri ostacoli sono già stati rimossi. Gesù vigilerà su di te.
Non
trattenerti troppo sui fenomeni straordinari. Se qualcuno ti dice: «La
Vergine è apparsa qua o là; in quel luogo vive un'anima straordinaria», non
andarci. Se ti viene detto: «C'è questa o quella rivelazione», lascia
perdere tali cose, poiché per te non vogliono dire nulla. Il Signore ti
consiglia: «Concentra tutta la tua attenzione sulla fede, sulla Chiesa, sul
Vangelo. Non correre qua e là, dietro a fenomeni straordinari; non
desiderare rivelazioni, altrimenti la tua fede ne soffrirà». Io ti dico
tutto questo da parte di Nostro Signore. Egli sarà sempre con te e non ti
abbandonerà mai, se tu ti attacchi alla Chiesa e al Vangelo. Ti devo dire
ancora che il diavolo al giorno d'oggi irretirà al suo servizio delle anime
buone, anime chiamate alla perfezione e alla santità. Ma un'anima veramente
retta non sarà mai ingannata a lungo. Chi invece non è retto cadrà sempre
più nell'inganno. Satana insinuerà cose piacevoli, farà predire cose che
non avverranno mai e questo indebolirà la fede. È esattamente quanto il
nemico cerca. Ma tutto ciò sarà scoperto e avrà fine.
Ad
Alessandria ho visto una persona vivere una vita straordinaria. La gente
veniva da tutte le parti per udire il suo consiglio. Chiedeva la sua
preghiera. Il suo direttore la considerava una santa. Appena la vidi per la
prima volta, udii una voce che mi disse: « È dal maligno». Comunicai al mio
confessore tale impressione. Egli era anche il confessore di quella monaca;
mi ritenne presuntuosa. «Ha ragione, padre - ribattei -; ma se lei vuole
scoprire il vero cammino di quell'anima, allora la umilii; si comporti come
se non la stimasse; e lo faccia non una volta sola, ma più volte, poiché il
diavolo è in grado di sopportare esteriormente una umiliazione, per poter
ingannare più facilmente».
Il
prete prese in considerazione il mio consiglio. Dapprima quell'anima sopportò
bene la prova; poi, la seconda volta, reagì con tristezza. Infine si lamentò
che non era compresa. Presto si fece visibile la sua pusillanimità. Tutte le
manifestazioni straordinarie scomparvero. L'affievolimento spirituale la
condusse presto alla negazione della fede. Abbandonò la vita religiosa, in
cui aveva vissuto molti anni. Due mesi dopo si sposò...
SINCERITA'
DEL CUORE (Estasi)
La
rettitudine è la nostra salvezza. Se non si cammina diritti, si dovrà
camminare dieci volte tanto.
IL
CUORE SINCERO È UNA DIMORA DI DIO (Estasi)
Il
cuore retto e lo spirito umile sono custoditi bene da Dio. «Se qualcuno
possiede tutte le buone qualità, ma non ha un cuore sincero e uno spirito
umile, io non abito nella sua casa - dice il Signore -. Se qualcuno è pieno
di tutte le possibili mancanze, ma è retto e umile, certamente io abiterò in
lui».
Chi
non è sincero, vive in perenne timore dinanzi al suo prossimo. Il sincero
invece, ha solo timore di Dio, non conosce il timore delle persone; pensa solo
a Dio. Chi teme il Signore, è libero dal timore degli altri. Chi teme gli
altri, non ha nessuna paura dinanzi al Signore.
DIO
AMA L'UOMO RETTO (Estasi)
Anche
se avrà compiuto tutte le possibili nefandezze, Dio gli concederà la luce
della conversione. Ma Dio non guarda con benevolenza la persona falsa. Anche
se possedesse tutta l'apparenza della santità, Dio non si compiacerebbe con
lei. Dio piuttosto ha un debole per chi è carico di ogni possibile
imperfezione, ma si dimostra retto.
FUGGI
LA FALSITA’ (Estasi)
Cerca
di non mentire mai. La menzogna ha vita breve; finisce presto. La verità è
eterna, non avrà mai fine.
Non
cercate cose corruttibili. Se dai la caccia alla tua soddisfazione, tale
sforzo è menzognero. Non trattenerti nel cercare la strada facile, cosparsa
di rose, poiché le spine sono solo nascoste. Ma se procedi sul cammino irto
di spine, arido, tu trovi le rose e una gioia inattesa. Scegli questo
cammino.
Chiedi
a Gesù la grazia di contrastare la natura umana, il corpo con le sue brame e
la tua volontà. Dì al Redentore divino: «Non permettere che io mi metta a
cercare i complimenti; poiché se io mi metto in mezzo alle lodi, mi troverò
fra le umiliazioni. Se invece cerco l'umiliazione, scoprirò la tua lode.
Non permettere che mi rivolga a qualche cosa d'altro che non sia la tua santa
volontà».
CONTRIZIONE
Mio
Dio, mi rincresce con tutto il cuore che talvolta ti abbia offeso.
Perdonami. Me ne pento con tutta l'anima. Donami la tua misericordia.
Mio
Dio, io spero in te. Mi abbandono a te, completamente. Mettimi dove tu vuoi,
anche nell'inferno, se questa è la tua volontà. Io accetto tutto. Ma non
permettere mai che ti offenda, mio Dio. Morire piuttosto mille volte, che
offenderti e recarti dispiacere.
Mio
Dio, tu così grande, così potente, sei nostro Padre. Tu nel cielo e noi,
piccoli vermi, polvere e cenere, in terra! Oggi in questo mondo e domani forse
morti!
In
questi brevi momenti della nostra esistenza, noi osiamo offenderti. Mio Dio,
abbi compassione di noi!
Soffrii
una grande tentazione. Recitavo l'ufficio della Santa Vergine e il «Veni
Creator». Mi gettai nelle braccia di Dio e sperimentai tutta la sua bontà.
Mi trovai spiritualmente dinanzi al tabernacolo e, prostrata dinanzi
all'altare, dissi: «Signore, la tua serva è affamata: dalle un boccone di
pane. È assetata: dalle un sorso d'acqua da bere». Piangevo, non con gli
occhi, ma nel mio cuore. E coprii l'altare di lacrime.
Tutti
i miei peccati mi passavano davanti agli occhi, uno dopo l'altro. Io non avevo
più neppure la forza di chiedere il pane, tanto mi sentivo indegna e
oppressa. Infine chiesi: «Signore, è accaduto quanto tu pensavi che io
facessi? Tu sai come io sia pentita, nel mio cuore, dei peccati che tu mi hai
messo dinanzi agli occhi. lo so che la grandezza della tua misericordia
annullerà la quantità dei miei peccati. Signore, tu sei l'essere e io un
nulla. Tu sei Dio e io solo un granello di polvere. Bisogna che chi esiste
dall'eternità abbia pietà di chi è un nulla e che Dio abbia misericordia di
questo granello di polvere. Se questo nulla sopravvive, tu, eterno Dio, devi
avere misericordia e mitezza con me. Ricordati Signore dell'opera delle tue
mani».
Dopo
consegnai me stessa completamente alla fede, alla speranza, alla fiducia.
Tutta la notte perdurai in questi sentimenti.
I
PECCATI DEI RELIGIOSI (Estasi)
I
preti e i religiosi offendono Dio. Perfino le monache contemplative lo
offendono. Quanto più alta è la perfezione a cui sono chiamati, tanto più
le loro mancanze offendono Dio. Con i loro peccati contro la carità rendono
triste il cuore di Dio, come pure con le loro mormorazioni, le loro critiche
e le loro distrazioni; così perdono il tempo, che Dio ha loro dato per
santificarsi e salvare le anime...
Non
conducono una vera vita religiosa, perché manca loro il raccoglimento e la
vigilanza interiore. I loro pensieri sono troppo concentrati su se stessi;
vorrebbero assolutamente sapere che cosa gli altri pensano di loro, se sono
disprezzati o stimati. Gesù non era così, reagiva diversamente. Egli, il
Re del cielo e della terra, dimenticò se stesso per gli altri.
O
amore fraterno, o umiltà, siate per me l'acqua che purifica, siate per me la
luce che illumina. O semplicità, sii il mio pane per nutrirmi.
Mi
venne il pensiero che i miei peccati e la mia disattenzione mi allontanavano
da Gesù. «Vieni, o Santa Trinità - dissi fra le lacrime - aiutami, cambiami».
Piansi e pregai molto per la santa Madre Chiesa.
Una
voce mi disse: «Che cosa vuoi che io faccia? Io ritardo la vittoria della
Chiesa per la cattiveria di coloro che portano il nome di figli della Chiesa.
Fra i preti non regna unità, fra le religiose lo stesso. Ognuno si comporta
cercando il proprio onore. Ti dico la verità: sarà disprezzato chi cerca
l'onore umano, e onorato chi desidera essere disprezzato. Non vi è unione tra
fratello e fratello in religione e fra religiosa e religiosa».
INGRATITUDINE
(Estasi)
Quando
l'erba è morta e secca, può dire: «Tutto è finito». Ogni pianta, ogni
creatura lo può ripetere. Riconosce così il suo essere creatura. Solo
l'uomo può reagire diversamente e non può dire alla sua morte: «Tutto è
finito». Ciononostante l'uomo, per il cui amore Dio ha creato tutto, è
ingrato e infedele.
IL
PRECETTO DELLA GRATITUDINE (Estasi)
Il
Signore disse: «Se bevete da una fonte, non buttatevi nessuna pietra. Se
avete bevuto e vi avete buttato dentro delle pietre, non ritornate indietro
per bervi di nuovo. Non siate senza riconoscenza per colui che vi ha fatto
bere».
LA GRATITUDINE DEL CREATO FA ARROSSIRE L'INGRATITUDINE DELL'UOMO
Mi
parve di vedere tutte le bestie del mondo con la testa abbassata. A fatica
cercavano il loro nutrimento e io ebbi l'impressione che volessero dire di
essere indegne di cibarsi di qualche cosa. Così tenevano la testa abbassata
à terra. Invece l'uomo procedeva con il capo eretto. Era come un re fra le
bestie, che erano come un gregge tranquillo e docile nelle sue mani.
L'uomo
mangia come le altre bestie, ma non abbassa il capo; al contrario, con
orgoglio, lo erge. Tutte le creature gli obbediscono: la terra, gli alberi, i
leoni, le tigri, gli uccelli; in una parola egli sembra il re della terra,
come Dio è il re del cielo.
E
gli animali alzavano la loro testa al cielo, dopo che si erano saziati, come
per ringraziarlo e lodarlo. L'uomo invece mangia e beve, senza benedire la
mano che gli dona cibo e bevanda.
Mi
si avvicinò qualcuno e mi disse: «Figlia mia, tu hai visto come tutti gli
animali, senza conoscere Dio, alzino la loro testa al cielo, appena sono sazi,
come per rendere grazie. Ma l'uomo, che conosce Dio, che è fatto a sua
immagine ed è chiamato a possedere Dio e ad essere in Dio come un Dio, non
pensa al suo Creatore. Così egli perde, per sua negligenza, tutta la sua
forza e la sua autorità sulla terra, come pure la sublimità che potrebbe
avere in Dio in cielo. Poiché l'uomo conosce il suo Signore, dovrebbe
ritornare sui suoi passi e ringraziarlo, non solo per se stesso ma anche per
tutto il creato, poiché egli solo su tutta la terra ne è capace».
L'anima
dell'uomo giusto è molto bella, ma il suo corpo si trova in uno stato di
sofferenza perenne. Egli vive e lavora nella sofferenza e nella pena. Sua è
ogni sorta di persecuzione e di infelicità. Malgrado tutto, egli non pensa
a se stesso, ma solo a Dio, con cui vive. Si dimentica completamente di se
stesso; tutto ciò che fa, lo fa per Dio e non per il proprio io. Dimentica il
suo corpo, la sua salute, la sua comodità, per pensare solo a Dio. Alla fine
della sua vita, egli non appare più un uomo, bensì un essere divino. La sua
carne, che in vita ha trattato duramente, lo ringrazia per questo. I suoi
capelli, le sue ossa, i suoi occhi, i suoi orecchi, le sue mani e i suoi piedi
sono orgogliosi di appartenergli, poiché sono stati usati da lui. Gli dicono
grazie e lo lodano, perché egli si è comportato così. Tutte queste lodi però
salgono alla fine verso Dio. La terra si rallegra di aver portato l'uomo, di
essere stata da lui calcata, quando egli vi passava sopra. Gli animali si
considerano privilegiati, perché furono abbattuti per lui e così sono
diventati sua carne; anche gli alberi, che portarono frutti per lui, che lo
hanno saziato; le case che per lui furono dimora; il sole, la luce, le stelle,
che risplendettero per lui. Le nubi, la pioggia, i fiumi e le sorgenti, il
mare e i suoi pesci onorano l'uomo e sono orgogliosi e felici di averlo
servito.
L'uomo
ingrato riceve il dono della vita come il giusto. Nel corso della sua vita
egli tratta il suo corpo con riguardo. Tutti i cibi sono a sua disposizione.
Nel contempo pensa solo a se stesso, mai a Dio. Cerca soddisfazione, onore,
ricchezza, godimento. Se egli potesse essere il Signore di tutto il creato,
se gli riuscisse, detronizerebbe Dio, per sostituirlo. Mai gli sorge il
pensiero che ogni cosa proviene da Dio. Anche quest'uomo, che vuole
apertamente guadagnare tutto il mondo, giunge alla fine. Esattamente come il
giusto, egli subisce la morte. Mi parve allora che i suoi capelli volessero
aborrirlo. I suoi occhi, i suoi orecchi, i suoi piedi, le sue mani e tutte le
sue membra prendevano distanza da lui. Erano confuse ed arrabbiate di
appartenergli
e di averlo servito. Se fossero state capaci di maledire il tempo in cui gli
erano appartenute, lo avrebbero fatto. La terra era confusa di averlo
sorretto; gli alberi tremavano di eccitazione, perché egli si era nutrito dei
loro frutti. Gli animali, il mare, il cielo, tutta la creazione ardevano di
collera, per averlo servito. Unanimemente lo maledivano.
Tutte
queste maledizioni sono la conseguenza della maledizione di Dio. Dio per primo
maledice l'uomo ingrato. Solo perché Dio lo maledice, lo fa anche tutta la
creazione; allo stesso modo in cui la benedizione di Dio sui giusti porta
con sé la benedizione di tutta la creazione.
Una voce mi disse: «Tu hai visto e udito; schierati dalla parte dei giusti».
ABBANDONARSI
ALLA VOLONTA’ DI UN ALTRO (Estasi)
Io
ho affidato la mia volontà ad un altro, a Dio. Era un suo dono e io glielo
resi per il tempo e l'eternità. Io ho messo la mia volontà a disposizione di
Gesù, di Maria e del Padre del cielo. Lo feci alla presenza della SS.
Trinità, degli angeli, dei santi e di ogni creatura. Dissi a Gesù: «Signore,
tu mi hai dato una volontà e io te la rendo, irrevocabilmente. Scrivilo nel
tuo cuore, nel libro della vita, perché mai più me ne svincoli. Non darmi più
indietro la mia volontà. Non mi appartiene più. Se tu vedi che,
sventuratamente, sto per riprenderla, allora mandami la morte prima che io ne
approfitti. Aspiro alla tua volontà, costi quel che costi: nonostante
sofferenze, prove, persecuzioni, difficoltà di ogni tipo.
Ora
ho compiuto il mio abbandono. La mia volontà è tua. Ora sta a te il
conservarla. Se io la volessi di nuovo per me, e tu fossi disposto di nuovo a
rendermela, allora io spero che Maria lo impedisca, poiché io l'ho consegnata
attraverso le sue mani.
Lo
ripeto di nuovo: non ho altra aspirazione che fare la tua volontà, in vita,
in morte, per tutta l'eternità. Ad ogni istante rinnovo questa promessa, ad
ogni respiro, ad ogni battito del cuore, in ogni mia azione.
Ora
ho compiuto il mio abbandono. Tu, Signore, devi far sì che io lo viva. Tocca
ora a te il portare a compimento, il dirigere con la tua volontà tutto quello
che io dirò e farò.
LA PREGHIERA (Estasi)
Quando
vai a pregare, preparati bene prima. Nessuno riceverebbe un re nella sua casa
senza prima aver fatto i necessari preparativi. Altrimenti egli non verrà da
te che raramente, e anche gli aiutanti del Re, gli angeli, non ripeteranno
facilmente l'invito.
Dobbiamo
iniziare la preghiera con un esame di coscienza, per scoprire se in qualche
modo abbiamo offeso Dio; confessare la nostra colpa, collegata all'orgoglio o
alla disobbedienza, la mancanza di carità o di pazienza. Non dobbiamo
seppellire le nostre colpe; al contrario, dobbiamo metterle davanti ai
nostri occhi spalancati, poiché Dio vede tutto ugualmente.
Anche
le armi sono necessarie per la preghiera, e noi dobbiamo farne uso. Dobbiamo
brandire un'ascia. Ogni volta che notiamo in noi stessi una colpa o una
resistenza, qualche cosa che deve essere sradicata, allora diamo un buon
colpo d'ascia. L'ascia è la buona volontà.
PREGHIERE LITURGICHE(Estasi)
La
madre Teresa dice che molto spesso ella è venuta a partecipare alla liturgia,
ma che non sempre è rimasta contenta, soprattutto quando qualche «agnello»
non tirava fuori abbastanza la sua voce, quando gli agnelli non rispondevano
con sufficiente fervore interiore là dove c'erano brevi risposte come «Amen»,
«Deo gratias».
Non
dobbiamo pensare a noi stesse o temere di stancarci nelle ore di preghiera.
Piuttosto dobbiamo spenderci per Gesù, cantando le sue lodi. Sarebbe un gran
bene, se ne dovessimo morire. Ci sarebbe da desiderare di sciogliersi nella
lode del Signore. Nel cielo non avviene nient'altro. Voi, agnellini, in
paradiso canterete le lodi del Diletto Gesù.
SOFFERENZE
CONTINUE
Nostro
Signore mi disse: «Tu credi di essere la sola che soffre? Io soffro più di
te; porto il peso dei vostri peccati. Voglio che tu non sia mai priva di
sofferenze, neppure per un istante. Se nessuno ti facesse soffrire, allora io
muterei le pietre in uomini perché ti facessero soffrire. È mio volere che
tu soffra sempre».
Io
desidero soffrire sempre, e non morire. Vorrei perfino asserire: «Non è solo
la mia volontà, è anche il mio gusto. È bello pensare a Gesù ed amarlo, ma
è meglio fare la sua volontà».
LA VOLONTÀ DI SOFFRIRE (Estasi)
Non
voglio morire, non voglio morire, voglio soffrire. Non ho fatto nulla per
Dio. Non morire, bensì soffrire! Ma non la mia volontà, o Dio, ma la tua.
NON CHIEDERE LA CROCE (Estasi)
Un'anima
non deve dire: «Io voglio avere sofferenze; io voglio quella croce,
quell'umiliazione o quella privazione». Eliminate tutte croce, la corona di
spine, il calice, fosse anche per tutta l'eternità, sarò soddisfatta, perché
corrisponde alla sua volontà». Il bambino pianse e tutto scomparve.
UNA
PREGHIERA A GESÙ NELLA
SOFFERENZA
Gesù,
tu che sei così tenero, come puoi essere così duro, da non soffrire per
niente con me? È vero: ho peccato, ma tu vedi che sono alla fine, che non ne
posso più...
Allora egli si è risvegliato nel mio cuore. Ora soffro, ma posso sopportare il dolore.
GENEROSITA’ NELLE SOFFERENZE (Estasi)
Piangiamo,
piangiamo; non si deve passare il tempo a ridere, perché le persone ingrate
offendono Gesù. Noi non dovremmo sciupare il nostro tempo con cerimonie;
dovremmo piuttosto piangere. Possiamo rendere soddisfazione a Gesù, mentre
accettiamo le sofferenze, le contraddizioni, le tristezze e, soprattutto,
esercitando la carità. Voi siete venute qui per morire.
Chi
non è disposto a lottare è pigro.
Tu
non devi chiedere di essere liberato dalle tentazioni e dalla tristezza. Al
contrario, quando devi lottare con forza, mettiti in ginocchio e prega Dio
per questo; ringrazialo perché ti lascia soffrire. Innalza il tuo cuore a
lui, e chiedigli solo che non permetta che tu lo offenda.
Santa
Teresa mi ha dato quattro consigli sulla pazienza:
I.
Quando soffri, pensa alla tua debolezza e alla tua miseria. Dì a te stessa
che un piccolo nulla come te, in fondo non è degno che di soffrire. Guarda
a Gesù nella sua passione. Allora otterrai la grazia della sofferenza e
sopporterai tutto con amore e con spirito di gratitudine.
2.
Per conservare la pazienza nella prova, considera Gesù sulla croce. Tutti
l'ingiuriavano, si burlavano di lui e dei suoi dolori, ma egli sopportava
tutto in silenzio. Una figlia di Teresa deve sopportare tutto con pazienza e
in silenzio. Tutto passa.
3.
Pensa come in ogni sofferenza tu glorifichi Dio. Sulla terra il Signore ha
fatto tutto per te; soffri tutto quindi per lui. Pensa alla sua gloria. Pensa
anche che Maria è tua madre.
4. Pensa che dopo un tempo di sofferenza e di umiliazioni, tu sarai in cielo. Quanta gloria e quale gioia vi sarà allora partecipata!
ESTRARRE IL MIELE DALLE SPINE (Estasi)
Il Pastore dice: «Approfittate del tempo! La vita è così breve. Fate come le api. Da ogni fiore estraggono un po' di miele. Lo estraggono dappertutto. Anche tu dovresti sempre occuparti nell'estrarre il miele. Estrailo dalla spina, dalla rosa. La spina è sofferenza, noia, tristezza, prova. La rosa è gioia e consolazione. Su ogni via trovi il miele, ma soprattutto sulle spine».
SATANA
È SOTTILE COME IL VENTO
Egli penetra anche nelle più piccole fessure.
TENTAZIONI DELLA NOVIZIA (Estasi)
L'anima
chiamata da Dio alla vita religiosa dice: «Voglio entrare in monastero per
seguire Gesù, per praticare l'umiltà, per morire a tutto e a me stessa».
Viene
il nemico; incalza l'anima a guardare a se stessa, per vivere la regola più
severamente. Quando ella entra in questa tentazione, dapprima il diavolo la
attacca su di un fronte simile. Impercettibilmente risveglia nostalgie mondane
nell'anima di questa religiosa, che ritiene di non essere vestita bene a
sufficienza o di non essere curata; s'immagina che le altre siano trattate
meglio di lei.
Occorre
scacciare simili pensieri, non pensare a te stessa, lasciare alla superiora la
cura di te stessa!
Da
buona religiosa devi essere completamente morta a te stessa, disponibile come
un bastone. La buona religiosa si soddisfa con poco, non si lamenta mai,
ringrazia sempre; crede sempre troppo quello che viene fatto per lei.
TENTAZIONI DELLA PROFESSA (Estasi)
Dopo
i voti, il diavolo tenta di insinuare delle idee di ambizione. Così la
professa aspira a divenire segretaria, poi vicaria, infine priora. E appena ha
raggiunto il primo posto, desidera essere amata da tutte. Questa religiosa è
realmente contenta quando sente dire: «Nessuna è mai stata uguale alla
reverenda Madre».
Quante
vittime di questa boriosa ambizione cadono in rovina! Non formarti delle false
idee sulle tue capacità di assumere qualsiasi responsabilità, tanto meno la
più alta. Se Gesù permette che tu sia innalzata, allora non abbatterti, ma
conserva la tua anima nella pace. Basta una grande fede perché tutto nella
comunità si svolga bene. Gesù fa tutto per una superiora che vive di fede e
che non si preoccupa di cose inutili. Prendi le distanze dal tuo io, mettiti
da parte. Sii buona e generosa con le figlie che Dio ti ha affidato. Imita in
tutto Gesù, se vuoi che le sorelle affidate alla tua custodia facciano lo
stesso. Non prediligere i complimenti. Gli encomi passano, come tutto il
resto. Per tutto il tempo in cui sei in carica, abbi sempre davanti agli occhi
che sei un nulla. Sii cortese nella semplicità e nella fiducia in Dio.
Rivolgiti sempre a lui in completa umiltà. L'anima che vive in fede e
semplicità è sempre come luce in mezzo alla notte. Nella misura in cui
abbandoni tutto sulla terra, tutto troverai in cielo.
LA POTENZA DELL'UMILTA’ CONTRO LE TENTAZIONI (Estasi)
Il
maligno è geloso; egli cerca, con tutti i mezzi, di distruggere la fede nelle
anime e di farle cadere. Ma voi non temete nulla. Se non abbiamo alcuna
sensibilità della fede, e continuiamo a vivere con piena umiltà e fiducia;
se non sperimentiamo più la fede, nonostante le nostre sofferenze e le nostre
lacrime, allora subiamo un martirio meritorio, preparato dalla Provvidenza,
previsto, purché ritorniamo sempre e di nuovo a Gesù.
Dio
permette le tentazioni per un solo motivo: per la nostra crescita. Quanto più
veniamo provate, tanto più ci rivolgiamo a Dio. La tentazione è l'acqua che
ci purifica. Le più forti tentazioni sono come l'acqua calda che ci purifica
meglio. Non lasciatevi impressionare da nulla. Non scoraggiatevi mai, perché
non siete angeli, ma esseri mortali.
Talvolta,
durante la preghiera, formuliamo buoni propositi. Desideriamo essere
umiliate, disprezzate, messe da parte. Un poco più tardi se ne presenta
l'occasione e abbiamo già dimenticato tutto.
Bene,
agnellini, voi siete poco impegnate a rimanere umili e quindi ad
approfittare al massimo di questa opportunità. San Giuseppe vi dice: «Agnellini,
rendete voi stesse molto piccole; piacerete a Gesù e lo troverete».
Quando
sarai tentata - dovunque tu sia - inginocchiati davanti al Signore e di: «Signore,
io rinunzio al diavolo e a tutte le sue opere; io anelo al tuo Spirito».
Non
sai che cosa sia buono, che cosa sia cattivo? Inginocchiati e di nel tuo
cuore: «Signore, io rinunzio al diavolo, alle sue opere e alle sue
tentazioni; amo solo te e il tuo Spirito».
Vedrai che vincerai sempre, quando ti atterrai a queste parole.
Mi
parve di vedere un giardino con fiori, pieno di alberi e di frutti. Alle porte
del giardino bruciava un gran fuoco. Chi voleva entrare, doveva passare per il
fuoco. Nel contempo vidi due uomini davanti al giardino. Uno camminava con
orgoglio e con la testa alta; l'altro procedeva curvo e con il capo chino.
Il
primo entrò senza timore e con portamento altezzoso. Mentre passava per il
fuoco, si bruciò parte dell'abito. Giunse nel giardino e raccolse una grande
quantità di fiori e di frutti. Quando ritornò alla porta, passò di nuovo,
uscendo, tra le fiamme. Queste incenerirono il suo abito e tutto quanto egli
portava con sé.
Anche
il secondo entrò nel giardino. Quando passò per il fuoco, si curvò molto
profondamente, e il suo abito non fu danneggiato per nulla. Come il primo
passeggiò nel giardino e raccolse molti fiori e frutti di ogni tipo.
Ritornato alla porta, si curvò di nuovo, ancora più profondamente di quando
era entrato. Il fuoco non gli procurò neppure il più lieve danno; infatti,
quando uscì era più bello e più ricco di prima.
Mi
chiedevo che cosa significasse tutto ciò. Qualcuno mi disse: il fuoco è un
simbolo per i dolori della vita, le sue sofferenze, i suoi tormenti e le sue
prove. Il Signore ce le manda, perché da essi cogliamo fiori e frutti. Il
primo, penetrato nel giardino e uscito povero, triste, nudo e a mani vuote, è
l'immagine di colui che si comporta arrogantemente nelle prove. Con
l'orgoglio, l'egoismo, l'amore per se stessi si perde tutto. Il secondo è
l'immagine delle anime che nelle sofferenze e nelle prove si umiliano. Esse
sono cariche di fiori e di frutti.
Infine
matura il tempo per offrire al Signore i frutti del giardino. Entrambe le
anime appaiono al suo cospetto. Egli chiede alla prima: «Ti vidi entrare nel
giardino e cogliere fiori e frutti. Che cosa ne hai fatto?». «Ah, Signore! -
ribatte questa - il fuoco, per il quale sono passata, li ha completamente
bruciati. Non mi è rimasto nulla». «Ebbene poiché tu non hai nulla -
dice il Signore - via dai miei occhi! Non ti conosco». Allora il Signore si
rivolge alla seconda anima, che conserva i suoi frutti. Le chiede: «E tu che
cosa hai raccolto?». Subito quella glieli porge e a capo basso risponde: «Io
sono un nulla, Signore, ma tu sei Colui che mi ha conservato e fatto
raccogliere questi frutti». E il Signore le dice: «Entra e riposati. Godi la
gioia del tuo Signore». Ogni volta che tu offendi l'amore, offendi Gesù, che
è l'amore stesso.
Il
giorno della sofferenza è il giorno del Signore.
PURIFICARE OGNI COLPA CON L'ACQUA CALDA
Non
possiamo togliere una macchia dalle nostre mani e dagli abiti con l'acqua
fredda. Dobbiamo usare l'acqua calda e il sapone. Quando ho una macchia
sull'anima, allora desidero che non vi rimanga ma che Dio la tolga. Egli però
viene con acqua bollente, per lavarla; allora io urlo e tento di correre
via. Eppure egli si affretta ad acconsentire al mio ardente desiderio di purità.
Oh, come sono cieca!
Dio
è più disposto a perdonare il peccato contro la purezza che contro l'amore.
FASCINO DELLA VERGINITA' (Estasi)
Conservate
con cura il fascino della verginità. Quando si versa un profumo in una fiala,
questa viene chiusa perché il profumo non evapori. Così capita con la
verginità. Conservatela bene e diffonderà il suo profumo verso il cielo.
La
vostra verginità è come la linfa degli alberi. Questi hanno bisogno di molto
tempo prima di portare frutto. Dio sarà il frutto della verginità, sia in
cielo che in terra.
O
corpo, quanto rapidamente ritorni alla terra! Tutto passa per te. Sei
sull'orlo della fossa e aneli ai piaceri e alle distrazioni del mondo.
Desideri abiti alla moda e cibi squisiti. Vorresti valere qualche cosa. Quale
grandezza avrai nella fossa? I vermi, che si cibano di te, sono in una
situazione migliore della tua. In vita tu li hai calpestati, ora essi ti
sfigurano.
Ieri
l'altro ero completamente stremata. Volevo fare la Via Crucis, ma non potevo
nemmeno sollevare i piedi. Allora dissi a me stessa: «Nostro Signore portò
la croce». Mi persuasi e mi feci coraggio a procedere. Così trascinai la mia
stanchezza, di stazione in stazione. Vi riuscii e giunsi fino alla fine.
Dinanzi al tabernacolo volli recitare i cinque Pater noster, là caddi...
MORTA AL MONDO (Estasi)
La
madre Teresa dice che nell'ora della ricreazione non dobbiamo badare se una
sorella è triste o allegra, se parla poco o molto.
Non
si deve intavolare nel corso della ricreazione nessun discorso mondano;
dobbiamo essere morte al mondo. Se parliamo del mondo, ne siamo colme, non
siamo morte ad esso. La regola è quella di morire...
RIGUARDO AL PRESENTE (Estasi)
Non
comportarti come quelle persone che non sono mai contente. Dì sempre: «Mi
basta». Dio ti provvederà. Sii sempre lieta, malgrado tutto quello che devi
soffrire. Dio, che si prende cura di te, ti darà il necessario.
RIGUARDO AL FUTURO (Estasi)
Polvere,
perché pensi così tanto al futuro? Non preoccuparti del giorno che sta
dinanzi a te. Ricordati che il domani appartiene a Dio. Se tu guardi a lui con
piena fiducia, egli non ti lascerà mancare nulla.
CONSERVA
IL SILENZIO E CONSERVERAI DIO (Estasi)
Quando
osservi il silenzio, Dio ti custodisce.
Perché
l'agnello non trova nessuna forza in sé? Perché non osserva il silenzio.
Il
silenzio è la verginità, e noi abbiamo promesso il silenzio.
Se
tu badi alla presenza di Dio, Dio baderà a te. Se tu offendi il silenzio,
anche la tua anima ne sarà offesa. Se tu osservi e mantieni il silenzio,
osserverai l'umiltà, la mitezza, l'ubbidienza e la pazienza. Non
scoraggiarti! Inizia subito!
Il
Signore dice: «Osserva il silenzio. Non hai bisogno di pensare al cibo e alla
bevanda; io ti provvedo tutto. Ti chiedo una cosa sola: pensa a me e io penserò
a te». Se tu vigili, anch'egli vigilerà!
TACERE PER VINCERE IL NEMICO (Estasi)
Se
tu sei fedele, vivrai e morirai santamente. Dio ordina di costruire il
Carmelo rotondo, perché sia come una fortezza, dove la sentinella è sempre
all'erta, per vedere se il nemico si avvicina. Bisogna conservare il
silenzio, se si desidera udire l'avvicinarsi del nemico.
Il
Signore dice: «Fai sul serio, e il tuo pastore ti condurrà».
Sii
ciò che il Signore da te desidera; allora capiti ciò che si vuole, nulla ti
disturberà.
Fai come le api: raccogli il miele e lascia stare tutto il testo.
MODELLO
DI
SILENZIO
(Estasi)
Gesù
mi diede cinque punti sul silenzio:
1.
Il giorno e la notte passano senza rumore; anche tu serba il silenzio; passa
sulla terra in silenzio, per trovare la gioia in paradiso.
2.
L'acqua di una sorgente sgorga quasi senza rumore, senza tumulto. Scorre poi
in silenzio. Imitala.
3.
Quando l'erba, le piante, i rosai vengono piantati, non fanno alcun rumore,
crescono in silenzio, espandono il loro profumo in silenzio; seccano e
cadono in silenzio. Fai lo stesso.
4.
L'uva si lascia cogliere in silenzio, si lascia gettare nello strettoio e
pigiare in silenzio. Per questo il vino è così dolce. Il buon frutto matura
nel silenzio. Pratica il silenzio.
5. Imita il legno: egli si lascia tagliare in silenzio. Lo si può dipingere con il colore che si vuole; si lascia bruciare in silenzio, senza opporre resistenza. Taci se verrai umiliata, lavora, soffri, fa tutto in silenzio. Il silenzio custodisce per il cielo.
DIO,
DATORE DI OGNI DONO (Estasi)
«Considera
le radici: crescono sotto terra, nessuno le osserva. Guarda invece il
roseto: gli sguardi di tutti vi si dirigono; porta delle gemme che sbocciano
in splendide rose. Chiunque si avvicini ad esse può aspirare il loro profumo
magnifico. Questo profumo non è destinato al roseto ma agli altri. Al roseto,
per se stesso, rimangono soltanto il legno e le spine.
Allo
stesso modo, io scelgo certe anime per glorificarmi in esse. I doni esterni
che esse ricevono da me non sono per loro stesse, ma sono destinati agli
altri. Queste anime serbano per sé solo le spine del dolore. Ma dopo il loro
periodo di sofferenza sbocciano come delle rose, diffondono un buon profumo già
su questa terra. Giunte in cielo, i loro petali sono perfettamente sbocciati».
«Osserva
il seme di grano. Lo si semina nella terra. Imputridisce e muore. Poi ne esce,
e cresce più grande e più grande ancora. Con la mia onnipotenza si forma la
spiga alla fine del gambo. Chi la vede loda la Provvidenza e la bontà di Dio.
Né i chicchi di grano né la rosa germogliano da loro stessi. Hanno bisogno della terra, che li nutre, del calore del sole e della pioggia che li faccia crescere. Allo stesso modo un'anima non può far nulla da se stessa per Dio. È Dio che lavora in essa e cresce in lei nella misura in cui ella si dimentica, sparisce, si annienta».
NULLITA’ (Estasi)
Io
sono ben convinta che Dio ci ha tratti dal nulla. Il pensiero che io sono
venuta dal nulla mi scuote. Come sono triste di essere incapace di fare di
più per Colui che mi ha creato. Riconosco il mio nulla, e tuttavia l'orgoglio
in me si rifiuta di servire il Signore. Come sono rattristata del mio
orgoglio.
IL NULLA (Estasi)
I
cattivi dicono: «Non c'è nessun Dio; egli è morto, non sente, non vede
nulla». Poveri ciechi! No, non è morto, è solo paziente. Egli osserva
attentamente fin quando durerete. Egli attende, finché la misura sia colma.
Sì, un giorno voi lo vedrete. Mio Dio, io sono cieca e sorda, ma voglio
seguire le tue tracce.
Sì, le sofferenze che Dio mi manda sono per me delizie, e le delizie dei cattivi significano per me tormento. Signore, io voglio seguirti. Quando cado, tu mi sollevi. Anche se tutto il mio corpo fosse dato alle fiamme, io seguirei il Signore. Dio, abbi compassione di una fanciulla zoppa. Io ripongo la mia speranza in te. Sono più piccola di una formichina, più piccola di un nulla. Seguo le tue tracce, e sarò guarita dalla tua ombra. Il tuo profumo mi ridà forza. Come spiegare che un piccolo verme, che segue l'ombra del Re, non venga calpestato? Sì. Io seguo l'ombra del Re dei Re.
L’IO (Estasi)
L'io
è quello che rovina il mondo. Chiunque sia dominato dall'egoismo diffonde
intorno a sé tristezza e sofferenza. Non possiamo possedere simultaneamente
l'io e Dio.
Se
si ha l'io non si ha Dio; e se si ha Dio non si ha l'io. Tu non possiedi due
cuori, ma un solo cuore. La persona libera dall'egoismo riscuote successo e
contentezza dovunque si giri.
Dove
l'io domina sempre, l'umiltà e la mitezza sono lontane. Si può supplicare
Dio quanto si vuole, ma la preghiera non raggiunge il cielo. Nell'uomo che è
libero dall'io si trovano tutte le virtù, accompagnate dalla pace e dalla
gioia.
Signore,
tu che sai tutto, come puoi sopportare alla tua mensa la tua serva con le
vesti sudice? Anzi tu vieni a mangiare con me; tu vieni nel mio cuore impuro.
Abbi compassione di me, che oso accogliere te, il mio grande Re, nella mia
povera capanna. Io ti ricevo con tanta fiducia, come un bambino suo padre,
come l'amico il suo amico, con molta semplicità, in famiglia.
Ho
visto che l'orgoglio è la sorgente di tutti i peccati, e l'umiltà invece è
la sorgente e il fondamento di tutte le virtù. L'orgoglio ha rovinato
l'angelo più bello. Lucifero cadde per orgoglio. Se si fosse umiliato dinanzi
a Dio, la sua bellezza sarebbe diventata ancora più sublime. L'orgoglio ne
fece un demonio.
Se
Adamo ed Eva avessero umilmente chiesto perdono della loro colpa, Dio li
avrebbe perdonati. Anche Giuda sarebbe stato perdonato se si fosse umiliato.
L'orgoglio ci getta tutti in rovina. Per orgoglio, la volontà dell'uomo si
oppone a Dio. L'anima umile diviene tutta luce, vive nella verità, arriva
sino a Dio, e Dio si china su di lei. L'umiltà le prepara una strada per le
altre virtù.
Ho
detto a Gesù molte cose che non posso ripetere. Vidi come il mio orgoglio
contaminava tutto. Ho pregato Gesù di donarmi l'umiltà, e mi decisi a
praticare questa virtù in ogni circostanza. Oh! quanto desidero l'umiltà e
il divenire la più piccola di tutte le creature. Dio è pronto a perdonare a
un peccatore che si umilia. Egli guarda con più amore ad un'anima che torna a
lui con umiltà che ad un'anima fedele che si compiace delle sue virtù.
Questa corre il pericolo di perdersi per orgoglio, mentre il peccatore con la
sua umiltà ottiene misericordia.
FRUTTI CATTIVI (Estasi)
Io
sono un frutto cattivo, pigro e gettato sul letamaio dei miei peccati. Chi
penserebbe quindi di prendere questo frutto amaro e putrido? Nessuno lo
vorrebbe sulla sua tavola. Lasciatelo sul letamaio!
Ma
voi, giardinieri, guardate: in questo frutto il Signore ha gettato un piccolo
seme. Prendetelo. Fate un buco nel terreno, lasciatelo cadere e ricopritelo
con della buona terra. Attendete, abbiate pazienza e ne verrà un albero. Con
la vostra cura porterà buoni frutti e li servirete alla mensa del Signore.
Tutti li vedranno. La gente li mangerà e loderà il Signore.
POLVERE DEI PECCATI (Estasi)
Io
seguo Gesù. Voglio sempre andare dietro a lui. Ma dovunque mi faccio male.
Felice l'anima senza peccato. Io nel camminare mi ferisco i piedi per i rovi,
mi giro e mi lacero le mani. Guardo a Gesù e la polvere delle mie mancanze mi
entra negli occhi. Questa è la conseguenza del peccato. Felice l'anima pura.
Abbi compassione di me, mio Dio! Come sono debole, Signore! Sono la più
debole di tutte. Vorrei che ciascuno mi riconoscesse come tale, che le mie
debolezze e le mie negligenze fossero scritte sui muri e sulle porte del
monastero. Quale vergogna per me andare a ricevere la S. Comunione e
accogliere
Gesù in uno stato tanto meschino.
L'ESEMPIO
DI GESÙ
GESÙ
NASCE SEMPRE NELLE GROTTE (Estasi)
Chiesi
all'Altissimo: «Dove abiti?» Mi rispose: «Ogni giorno nasco di nuovo in
una grotta. Sono felice in un'anima umile, in un presepio».
Domandai
ancora una volta a Gesù dove abitasse. «In una grotta», rispose. «Lo sai
come ho annientato il nemico? Con la mia nascita cosi umile».
LA VIOLETTA DEL CAMPO (Estasi)
Mio
Dio e mio tutto, destati! Dimmi ciò che desideri trovare nei cuori.
«La
violetta del campo».
DURANTE LA TENTAZIONE (Estasi)
Se
sei fedele e fai qualche cosa per Dio, verrà il nemico e ti vorrà persuadere
che sei inverosimilmente importante, che fai tutto bene, sì, che vivi come
una santa. Sarai tentata di abbandonare tutto, per il timore di cadere
nell'orgoglio. Satana in questo modo vuole impedirti di fare del bene, di
sforzarti per la perfezione, di compiere grandi opere per Dio. Non dargli
ascolto, disprezzalo! Lavora, il tempo è breve!
NELLE MANCANZE (Estasi)
Ci sono molti santi che si servirono del loro orgoglio come di una strada
per andare a Dio; perché lo combatterono per tutt'intera la vita e operarono
esattamente il contrario di quanto l'orgoglio loro suggeriva. Quando li
costringeva ad andare avanti, essi indietreggiavano; ad innalzarsi, essi si
abbassavano; a spalancare gli occhi, essi li chiudevano; a parlare, essi
tacevano.
Tutto
quanto è negativo ha la sua radice nell'orgoglio. Ma è molto vantaggioso
dover lottare contro una mancanza; è una grande grazia.
Vidi
alcuni verdi alberelli di rose in fiore. Vicino c'era un roseto ancora più
bello, più verde, in fiore. Giunse un uomo, sembrava il padrone. Egli prese
questo roseto pieno di rose e lo piantò in un luogo molto buio. Non poté più
ricevere né sole né pioggia e neppure gioia.
I
suoi rami si piegarono, le sue foglie ingiallirono, il roseto appassì: era
quasi morto.
Gli
altri alberelli di rose, che si rallegravano al fresco, alla rugiada, al
calore e alla luce del sole, dissero: «Questo roseto è liquidato. Gli manca
la pioggia e il sole. Sradicatelo, sradicatelo!».
Il
proprietario del giardino rispose loro: «Voi mi dite che devo sradicare
questo roseto perché i suoi fiori sono appassiti. Non vedete che anche voi
morireste e diventereste polvere se non vi fosse data l'acqua e il calore del
sole? Aspettate e vedrete».
Dopo
qualche tempo il proprietario tolse il roseto dal luogo buio e lo annaffiò.
Il roseto crebbe più bello di prima; sbocciarono i fiori e il loro profumo
rallegrava tutti quelli che gli si avvicinavano. Essi lodavano il Signore.
NEL DISPREZZO (Estasi)
È
una buona cosa l'essere disprezzati, non essere nulla. È una cosa buona
vivere nella tristezza interiore, per essere glorificati in cielo. Ogni anima
che cerca il disprezzo sulla terra sarà ricolma di gioia in cielo. Non sarai
sempre disprezzato, sempre sofferente e povero. La prova non dura in eterno.
Cerca le umiliazioni. Se qualcuno ti respinge, quando hai fatto tutto il
possibile, sii riconoscente. Tutto quanto è terreno passa. Non sei creato per
rimanere sempre sulla terra. Ogni giorno raccogli il merito. Ogni volta, che
sei disprezzato, che hai qualche cosa da soffrire, che la tua volontà teme,
sii felice. Tutto ciò giova per il cielo.
Lascia
parlare la gente. Rimani umile. Rallegrati quando sei disprezzato.
Rallegrati, poiché vivi sotto il mantello del Signore. Se invece tu fossi
molto considerato e onorato, piangi lacrime di sangue, poiché il nemico avrà
tutto calcolato per scalzarti.
Il
tuo cuore deve sprizzare gioia, quando sei disprezzato. Che ti valgono tutti
gli onori del mondo se, nello stesso tempo, il nemico ti si avvicina e ti
trascina via come suo bottino? I ladri non entrano dai poveri, ma dai ricchi.
RAGGIUNGERE L'UMILTÁ DEL CUORE (Estasi)
Pratica
l'umiltà, ma l'umiltà del cuore. Se un'anima perde la calma, quando le
viene rimproverato qualche cosa, dà prova della sua presuntuosità. Invece di
scoraggiarti e dire: «Non posso più perseverare; Dio non mi ama per niente»,
umiliati e pensa che proprio nel suo amore Egli ti manda quest'umiliazione.
LA RICOMPENSA DELL'UMILTÀ
PERDONO DELLE COLPE (Estasi)
Ad
un'anima che possiede l'umiltà, Dio perdona tutte le sue colpe.
La terra nelle vallate riceve tutta l'acqua dei monti e così diventa feconda. I monti lasciano scorrere l'acqua, senza trarne profitto. Le valli si dissetano delle proprie acque e di quelle dei monti.
Non
temere nulla, piccolo gregge. Il giorno del Signore verrà come il sole di
mezzogiorno. Cammina sotto terra. Non temere nulla. Il Signore, che passa
nella pioggia, sarà il tuo sostegno. Né il tuono, né la pioggia, né i
monti possono procurare sofferenza agli eletti.
CAMMINARE SOTTO TERRA (Estasi)
Se
vuoi essere grande, fatti piccolo. Non desiderare la grandezza umana. Colui
che oggi viene innalzato al cielo, sarà lasciato cadere domani.
RIMANETE COME PULCINI (Estasi)
Siate
piccole e rimanete poco appariscenti, perché la madre vi possa custodire
sotto le sue ali. La chioccia custodisce i suoi nati quando sono piccoli, e li
scaccia appena sanno volare.
Siate
piccole, proprio piccole, e Gesù vi proteggerà e vi accoglierà. Osservate
la gallina e i suoi pulcini: finché sono piccoli, li nutre con il suo becco e
li protegge sotto le sue ali. Essi ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno.
Siate piccole. Il Signore vi custodirà e vi darà da mangiare. Quando i
pulcini sono grandi, la gallina li allontana con colpi di becco. Non li nutre
più.
Fin
tanto che sono piccoli, li raccoglie con richiami quando il nemico si
avvicina. Li copre con le sue ali e alza con furore le ali per opporsi
all'attacco. Ma, se sono grandi, e il nemico si avvicina, non se ne cura.
Devono pensarci da sé. Non se ne preoccupa, neppure se venissero divorati.
Siate
piccole come i vermi della terra. Se voi siete sotto terra e qualcuno vi passa
sopra, non sarete danneggiate. Ma se vi portate in superficie, sarete
calpestate.
NASCONDERSI COME UN SEME DI GRANO (Estasi)
Quando
il seme di grano viene sparso, non bisogna lasciarlo sopra il terreno. Di
sicuro gli andrà bene per un poco; ma appena giungerà il gelo e il caldo,
sarà bruciato o seccherà. La minima difficoltà lo farà morire. Esso deve
essere affondato nella terra ed esserne ricoperto. Siate piccole! L'umiltà è
la vostra salvezza.
FELICITA’ (Estasi)
L'umiltà
è gioire di essere disprezzate, d'essere un nulla. L'umiltà non si irrita di
nulla. L'umiltà è felice e gioiosa in ogni situazione, si contenta di tutto.
Porta sempre il Signore nel cuore.
La
presuntuosità si erge contro tutto, tutto le è contrario, tutto la irrita,
tutto la indebolisce. Si ribella a tutto, si scoraggia di tutto. La persona
presuntuosa soffre in questo e nell'altro mondo. L'umile sperimenta gioia in
questo e nell'altro mondo.
Il
Signore dice: «Osserva il verme della terra. Quanto più profondamente
scava nella terra, tanto più è sicuro. Invece l'anatra nell'aria corre il
pericolo dell'abbattimento. Quando giunge il freddo, la terra dona calore al
verme; quando splende il sole, gli dona frescura».
L'umiltà
è il regno del cuore di Dio. Per raggiungere l'umiltà dobbiamo faticare.
Allora Dio ce la dona. È troppo poco, quando affermiamo: «Dammela, Signore».
No, dobbiamo seminare e lavorare. Seminate, lavorate e raccoglierete.
Raccoglierai
sempre quello che hai piantato. Pianti rovi, raccoglierai rovi; pianti rose,
raccoglierai rose; semini grano, raccoglierai grano.
BENEDETTI I PICCOLI (Estasi)
Felici
i piccoli. Per essi c'è sempre un posto. I grandi si trovano in imbarazzo
dovunque vadano.
LA SANTITA’ (Estasi)
Oggi
la santità non significa lunghe preghiere, visioni o rivelazioni. Non
consiste nella capacità di formulare grandi discorsi, né nei cilici, né
nelle penitenze. Santità significa umiltà. E la fede pura, è l'umiltà che
conduce al servizio.
Il
Signore disse: «Questo è il secolo in cui il serpente è diventato uccello.
Per questo motivo io sono qui a purificare la terra». «Allora chi può
essere salvo?» «L'anima che chiede l'umiltà e la pratica».
L'umiltà
è pace. L'anima umile è una regina ed è sempre felice. Nella battaglia e
nella sofferenza si umilia. Crede di meritare prove ancor più grandi. Non ne
chiede di più. È sempre in pace. La presuntuosità porta il turbamento.
Il
cuore umile è come un calice che contiene Dio. «Un'anima realmente umile -
dice il Signore - opererà più prodigi degli antichi profeti».
In
paradiso, le anime più belle sono quelle che più hanno peccato, ma, nel
contempo, si sono servite della loro miseria, come di un concime, che
circonda le radici del tronco, per produrre più frutti.
IL VELO DELL'UMILTA' (Estasi)
Fra
Gesù e le anime che confidano in se stesse, c'è come un massiccio
montagnoso. Fra Gesù e le anime umili si trova solo un sottile velo.
LA GLORIA DEL PARADISO (Estasi)
Chi
accetta le offese, si prepara pietre preziose per la corona. Nell'inferno ci
sono tutti i tipi di virtù, manca solo l'umiltà; in cielo ci sono tutti i
tipi di peccato, manca solo l'orgoglio.
Vedo che si prepara un trono fastoso per un piccolo nulla. Un piccolo granello di polvere lo occuperà. La grandezza umana non ha significato. La grandezza di Dio si fa palese in tutto ciò che ha fatto per il suo piccolo granello di polvere, e la mia anima intona un cantico di ringraziamento.
GIOVANNI, IL PREDILETTO (Estasi)
Pensa sempre: se Gesù mi lasciasse, sarei peggiore di Giuda. Ma se Gesù mi protegge, sarò come il discepolo prediletto Giovanni.
L'ALBERO
DELL'UMILTÀ E
L'ALBERO DELL'ORGOGLIO (Estasi)
Ci
sono due tipi di alberi. Quello del Signore proviene da un piccolo seme di
grano, dal più piccolo fra i semi di grano. Quest'albero però diviene più
forte del cedro. Esso sostiene ogni urto. Nessuna tempesta lo spezza; nulla
può farlo cadere. Le sue foglie sono ampie quanto quelle del banano; i suoi
fiori sono simili alle violette. Esso espande il profumo dell'Altissimo. I
suoi frutti sono come olive, e producono olio per la lampada. La sua chioma è
così ampia da nascondere il nido degli uccellini davanti agli occhi del
nemico.
L'albero
del nemico nasce da un grande seme di grano, dal più grande fra tutti i semi.
Lo tocchi ed ecco ti pungi. Lo tocchi e ti si spezza fra le mani. Nella sua
apparenza esterna è simile, in tutto, all'albero del Signore. Ma le sue
foglie e i suoi frutti esalano veleno, quando li tocchi. Il suo frutto ti
rende cieco, invece di donarti la luce. È tanto ampio e alto da oscurare
tutto intorno a sé.
L'albero del Signore è piantato in una valle d'acqua feconda. Sembra piccola, ma in verità è molto grande. L'albero del nemico appare grande. Si trova su di un'altura. Talora gli cade sopra troppa neve; troppo sole gli arde sopra. Allontana tutti gli altri alberi; mentre l'albero del Signore porta tutti e li protegge; sopporta il freddo, il gelo e il calore del sole per proteggere gli altri.
Se
vuoi piantare l'albero del Signore nel tuo cuore, preparagli un terreno in
basso, ben situato in basso, e umido. Se lo pianti su di un'altura, non
getterà radici, poiché là il terreno è molto sassoso. Il Signore desidera
ardentemente piantarvi il seme. Ma spesso il seme muore, perché il luogo è
situato troppo in alto. È il Signore che concede prosperità. La prima
cosa, che tu puoi fare, è quella di preparare un terreno ben situato in
basso. «Signore - devi dire - abbi compassione del tuo mendicante». «Anche
se tu guardi gli uomini - dice il Signore - riponi sempre lo sguardo in me,
altrimenti cadrai in una fossa profonda. Non guardare il tuo prossimo senza
guardare il Signore, o cadrai in una buca molto profonda».
Santa
Veronica mi diede 4 punti per l'umiltà:
1.
La persona orgogliosa è come un chicco di grano, gettato nell'acqua: si
gonfia, ingrossa. Esponi questo chicco al sole o al fuoco: si secca o brucia.
L'umile è come un chicco di grano che viene gettato in terra. Cade fra le
zolle, sparisce e muore. Ma in Paradiso rinverdisce.
2.
Quando si bacchiano le olive, si usa la maggior attenzione possibile. Tutte
quelle che cadono per terra si raccolgono per estrarre l'olio. Comportati con
pari cura, dovunque, nel cercare le occasioni per praticare l'umiltà. L'olio
dà luce. L'umiltà ha la luce di Dio in sé, fa vedere Dio.
3.
Considera le api. Volano di fiore in fiore. Poi ritornano all'alveare, per
preparare il miele. Imitale. Cogli dovunque il polline dell'umiltà. Il
miele è dolce. L'umiltà ha il sapore di Dio, fa gustare Dio.
4.
Adoperati ogni giorno per acquistare l'umiltà. Quando ti dimentichi di
innaffiare le nuove pianticelle degli alberi, queste muoiono. Se ti scordi
l'esercizio quotidiano dell'umiltà, l'albero della tua anima si inaridisce.
GUAI AGLI ORGOGLIOSI (Estasi)
Guai,
guai, guai a coloro che si ribellano all'autorità.
DARE PER GESU’ (Estasi)
Se
fai il bene, se dai, dà per Gesù. Una paglia data per Gesù è di
incalcolabile valore. Invece, anche se tu dessi tutto l'universo, ma non per
amore di Gesù, non avrebbe nessun valore.
SPESE NECESSARIE E SPESE SUPERFLUE (Estasi)
Il
Signore si attende che in monastero si pratichi la povertà. Quando è
necessaria una riparazione, dovesse costare anche un milione, il Signore vi
provvederà. Ma egli si irriterebbe anche di una paglia inutilmente
dissipata. Per un buco turato senza necessità urgente, egli ne saprebbe
aprire altri dieci altrove.
Molto
tempo fa - ero ancora nel mondo - vidi Nostro Signore stare in riva al mare.
«Vedi quest'oceano immenso? - mi disse - prendi tanta acqua quanta ti è
necessaria. Benché il mare sia inesauribile, prendine solo secondo la tua
necessità. Ciò è per darti un esempio di come vivere la povertà».
AMARE E LAVORARE (Estasi)
Amare
non è sufficiente. L'amare deve essere completato con il lavorare. L'amore è
il seme; il lavorare è il germogliare, lo spuntare, il portare frutti.
A UNA SUORA DELLA CUCINA (Estasi)
Tu
non sei fedele alla santa povertà. Stai attenta! Usa la stessa cura nella tua
cucina e nella tua preghiera. Se tu vi prestassi più attenzione, ti
risparmieresti molti brutti momenti.
L'AIUOLA (Estasi)
Una
sorella non dovrebbe essere incaricata in esclusiva di un'aiuola, così da
avere solo lei il diritto di coglierne i fiori. Ciò l'allontanerà da Dio e
la renderà proprietaria. Piuttosto tutto deve essere in comune. La sorella,
incaricata di un'aiuola, dovrebbe essere felice quando un'altra passa e vi
raccoglie i fiori, poiché allora ella dona a Gesù un doppio numero di
fiori.
SPIRITO DI PROPRIETA’ (Estasi)
«Se
una novizia fa miracoli, ma non pratica l'ubbidienza, se ha portato un
milione, ma poi vuole disporre anche solo di una piccola immagine, perché il
suo cuore vi si è affezionato, mandatela via - dice santa Teresa - con tutto
ciò che ha portato».
L'anima che non ha dato interamente, assolutamente la sua volontà a Dio, non ha dato nulla.
LE
ALI DELL'ANIMA
L'obbedienza è per l'anima, quello che le ali sono per l'uccello.
Oggi
dinanzi al SS. Sacramento compresi che l'anima obbediente a Dio pratica
anche l'obbedienza alle sue superiore. È motivo di pace e di gioia. Ma
l'anima, che non obbedisce a Dio, non obbedisce neppure alle sue superiore. Ed
è causa di disturbo e di confusione.
LA REGOLA (Estasi)
La
regola è il denaro; è il miracolo, è il martirio; è la rosa; è la vita;
è il cielo; è tutto...
La
regola è più di tutte le cose straordinarie. Essa vale più che possedere le
stigmate. La SS. Vergine e santa Teresa dicono di coloro che osservano la
regola: «Queste sono le mie figlie predilette». Pratica soprattutto
l'obbedienza! Ogni volta che manchi contro la regola, perdi la verginità
della regola!
La
regola, la regola, la regola! Molte persone vogliono fare grandi cose, e
trascurano le piccole. Inizia con le piccole cose. Talune vorrebbero
raccogliere i frutti acerbi dalla cima dell'albero, e trascurano quelli
maturi, posti in basso. Il Signore dice loro: «Inizia con le piccole cose!»
Agnellini
siate fedeli. Se non siete fedeli, Satana danzerà. La più piccola mancanza
in voi gli darà tanto piacere quanto un grave peccato in un'altra anima.
LO SPIRITO DELLA REGOLA È LO SPIRITO DELLA CROCE (Estasi)
La
santa madre Teresa era fedele nelle piccole cose. Spesso le anime
s'ingannano, quando cercano grandi penitenze. Tutto ciò non ha alcun valore,
se non sono fedeli alla regola.
La
regola della madre Teresa è così sapiente! Si rivolge tutta contro la
natura corrotta! La regola è la nostra madre. Talvolta possiamo avere
l'impressione, che se non facciamo più di quello che richiede, non ci
salveremo. È un errore.
Ascolta
quello che dice la SS. Vergine: «Se una suora vive bene tutti i punti della
regola, senza aggiungervi nulla, va diretta in cielo. Se una suora fa più di
quanto la regola richiede, ma non possiede il vero spirito della regola, non
andrà diretta in cielo».
Pratichiamo la regola, tutt'intera, con il vero spirito. Allora otterremo tutto da Dio. Lo spirito della regola è tutto lo spirito della croce.
FEDELE
ALLE PICCOLE ISPIRAZIONI
Mio Dio, rendimi fedele alle piccole ispirazioni, ai piccoli lumi, così non cadrò nell'inferno.
FEDELE NEL POCO (Estasi)
Se
sei fedele, il Signore nella tua vita ti colmerà di grazie, pienamente, non
in uno o due giorni di festa, ma ogni giorno. Se invece non sei fedele,
sperimenterai la pena, in questo e nell'altro mondo.
Attenta
alle piccole cose. Tutto è grande agli occhi di Dio. Dio non ama i sacrifici
fatti a metà. Dagli tutto!
FEDELE ALLA VITA COMUNITARIA (Estasi)
Agnellini,
siate fedeli. Seguite la regola e l'obbedienza. Non allontanatevi, senza
permesso, dalla vita comune. Se seguite la regola e la comunità, la
benedizione di Gesù è su di voi. Se non potete prendere parte agli esercizi
comuni, per un motivo valido, avete ugualmente la sua benedizione. Chi deve
assentarsi a motivo del suo ufficio, come l'infermiera o la portinaia, non
perde la sua benedizione.
DISPENSE PARTICOLARI (Estasi)
Il
Signore proverà duramente le comunità religiose, poiché ci sono delle
religiose che chiedono dispense generali senza spiegarne i motivi. Costoro
poi se ne servono e fanno cose che richiedono un permesso particolare.
Dovranno risponderne a Dio.
La
priora deve rispondere solo di quanto espressamente ha permesso. C'è
qualcuna che chiede il permesso di tagliare un filo, e ne taglia poi un
rocchetto.
Non
fate nulla senza permesso. Piuttosto chiedete per ogni singola cosa; non
chiedete permessi generali, facendo sì che la superiora non conosca ciò che
voi volete. Con il permesso avete la benedizione e il merito dell'obbedienza.
OBBEDIENZA CIECA (Estasi)
Per
una religiosa l'obbedienza alla volontà di Dio è l'obbedienza alla sua
superiora contro tutto quanto può sentire. Io sono pronta, mio Dio. Non sono
degna di vederti o di parlarti. Ma tu mi parli, e mi comandi attraverso la mia
superiora. Io ho fede e obbedisco.
Obbedienza
cieca. L'obbedienza cieca conduce direttamente a Gesù. Il giardiniere dice:
«La prima parola della superiora è la mia volontà. Se ella, per la vostra
irresolutezza e riflessione, deve ripetere, la cosa sarà umana, sarà la
vostra volontà. E se ella, per la vostra incertezza, deve ripetere ancora una
volta, la vostra obbedienza è per Satana». Non cercate grandi penitenze. Non
è la penitenza che soprattutto piace a Dio, ma la morte alla nostra volontà.
PREFERIRE LA VOCE DELLA SUPERIORA ALLA VOCE DELL'ANGELO (Estasi)
Se un angelo viene e ti dice di fare qualche cosa, e la superiora t'incarica di qualche cosa d'altro, esegui l'incarico della superiora.
NON GUARDATE ALLE CREATURE (Estasi)
Perché
osservate il dolore che Dio vi manda? Non lamentatevi di quanto il Signore fa.
Non siate cieche e senza riconoscenza!
Se
hai un boccone salato in bocca, non gridare ad alta voce «E troppo salato!».
Inghiotti il boccone troppo salato per tutte le cose dolci che hai ricevuto!
OBBEDIRE È PIÙ FACILE CHE COMANDARE (Estasi)
Se
siamo fedeli, pronte all'obbedienza, senza seguire la natura umana, allora
difenderemo tutta la città. Quando le responsabili desiderano qualche cosa
che non è troppo ragionevole, la responsabilità non cade su di voi, ma su di
loro. Il cammino della suora è facile; senza lacci è il suo sentiero. Il
cammino delle responsabili è più difficile. Chi esercita l'autorità,
dovrebbe ogni giorno invocare lo Spirito Santo. Se cercate un posto
d'autorità, cercate un cammino difficile: non sapete che cosa cercate.
Un
prete senza superiore è simile a un uomo che cammina su di una corda tesa a
200 o 300 metri da terra. Corre sempre il pericolo di precipitare e di
uccidersi. Chi ha un superiore è come un uomo che cammina sulla roccia. Non
può essere scosso. Se cade, è come se finisse sull'erba: non si fa male.
DIGNITA' DELL'OBBEDIENZA (Estasi)
Povertà,
castità ed obbedienza. Queste tre armi saranno scritte con diamanti sulla
fronte; il resto della formula dei voti con l'oro. L'obbedienza in mezzo
alla fronte: Dio infatti non gradisce nulla più dell'obbedienza; anche il
Figlio di Dio ha obbedito. La castità non ha tanto valore quanto
l'obbedienza. Che cosa ha fatto il Signore da piccolo? Ha obbedito. Che cosa
ha fatto crescendo? Ha obbedito. E le sue ultime parole? «Tutto è compiuto».
Ciò significa: Io ho adempiuto il tuo comando, ho obbedito. Perché gli
angeli sono caduti cosi in basso? Non a motivo della castità, ma per
l'obbedienza. La presunzione non obbedisce.
L'OBBEDIENZA CONDUCE DIRETTAMENTE A GESÙ (Estasi)
L'obbedienza
è il binario per Gesù. Se ti preparassi per un viaggio, se montassi su di un
treno, avresti una meta davanti gli occhi. Viaggeresti verso una specifica
città o verso uno specifico luogo. Sfioreresti diverse città, vedresti molte
cose. Non penseresti però ininterrottamente alla meta del viaggio. Tuttavia vi
giungeresti. Allo stesso modo l'obbedienza ti conduce a Gesù.
GUAI A CHI NON OBBEDISCE (Estasi)
Guai
alla persona che non offre tutto in sacrificio attraverso l'obbedienza: i
suoi desideri, la sua volontà, tutto quanto piace alla sua natura. Se esita
ad offrire questo sacrificio, non vedrà Dio.
GERARCHIA DELL'OBBEDIENZA (Estasi)
Sottomissione e obbedienza sono due candele accese che donano luce all'anima nelle tenebre. Soprattutto nei momenti bui e spaventosi dobbiamo lasciarci guidare dall'obbedienza. L'agnellino (la religiosa) deve obbedire al pastore (la superiora). Il pastore obbedisce al superiore ecclesiastico, questi al vescovo, il vescovo al Papa. Anche il Papa ha sopra di sé un'autorità nascosta, segreta che deve seguire.
ESERCIZIO
DELL' AUTORITA' (Estasi)
(Diceva
ad una superiora): Talvolta provate timore dinanzi alle creature e non osate
dire la verità. A che cosa serve il pastore? Egli deve curare il gregge; deve
curare le pecore e riportarle indietro quando cadono nell'errore. Dio è con
il pastore e gli infonde, quando le circostanze lo richiedono, un'ispirazione
interiore. Ma il pastore non deve lasciarsi guidare dal rispetto umano. Dite
ciò che pensate, con mitezza o umiltà. Quando le suore lo prendono male o
non ne fanno caso, almeno voi avete fatto il vostro dovere.
Siete
responsabili solo delle anime che, spontaneamente, si aprono e vi chiedono
consiglio. Se non vi chiedono consiglio, non sarà vostra la responsabilità,
se cadono in colpa. Fra i dodici c'era un Giuda. Egli non era aperto e
sincero. Anche se il Signore rimprovera le anime che vengono a lui nei loro
superiori, egli le ama e le guida. Perché il Signore ha amato Pietro,
malgrado tutti i suoi errori? Perché Pietro era franco e aperto, e chiedeva
continuamente: «Signore che cosa debbo fare?»
ESORTAZIONI
(Estasi)
Qui
sulla terra siete fuori, in cielo sarete con gli agnelli che vivono
all'interno del monastero. Se siete fedeli, potete perfino salire più in alto
di loro. La. SS. Vergine vi dice che siete sue figlie e predilette figlie di
Gesù.
Maria
vi benedice. Ella vi raccomanda di essere soprattutto modeste. Dovete
rimanere salde nel raccoglimento interiore. Sopportate in silenzio ogni
contrarietà. Siate delicate fra di voi e con chiunque. Siate sempre
obbedienti. Dovete essere un solo corpo. Fate tutto ciò che vi si richiede,
senza ribattere; se sarete fedeli, andrete direttamente da Gesù.
Approfittate
bene del tempo! Tutto sulla terra passa e il tempo è così breve. Praticate
la perfezione.
Portate
frutti per Gesù. Siate come i rami di un solo albero, come quelli che
sporgono in fuori di più. Gesù ama ogni ramo. Ma egli guarda con particolare
amore quelli che portano i frutti migliori. Se sarete fedeli, in cielo sarete
più in alto degli agnelli che stanno in clausura, poiché vi siete esposte a
più occasioni. Le sorelle là dentro pregano e fanno penitenza senza essere
disturbate, mentre voi così spesso lo siete anche nella preghiera, proprio
quando desiderereste pregare.
Se
vi si chiama, lasciate tutto anche la preghiera. Andate subito dove vi si
chiama. Fate tutto con spirito di interiorità ed amore. Questo atto di
abnegazione piacerà a Gesù più di tutto il resto.
Soprattutto
dovete evitare che gli estranei abbiano l'impressione che siete contrariate.
Quindi dovete edificare e dare buon esempio, perché la gente giudicherà il
monastero dagli agnelli che stanno al di fuori. Siate buone, raccolte
internamente e perfette: e il vostro esempio opererà tanto bene.
Soprattutto
siate modeste. Non scoraggiatevi mai. Il nostro padre Elia vi donerà silenzio
e amore. Dovete vivere per Gesù e in Gesù, in Maria e per Maria.
Voi
lavorate per gli agnelli in clausura, essi lavorano per voi. Così formate un
solo corpo. Mentre voi vi preoccupate per i bisogni degli agnelli di dentro,
siete come Giovanni, il prediletto. Quando Gesù era nella prigione di Caifa,
Giovanni sarebbe entrato volentieri per prendersi cura del suo maestro. Ma
egli non poté far nulla. Obbligato a rimanere fuori, egli si trattenne quanto
più possibile vicino alla prigione. Fece tutto ciò che poteva per Gesù.
Imitate Giovanni, e fate del vostro meglio per gli agnelli di dentro.
O
amore, o calice, o sacrificio! Gesù, pietà di me. Tutto per amore, tutto per
amore!
Dio
è amore e io sono nulla.
Mio
Dio, occupati solo che io giunga a te. Io sono pronta a passare per l'acqua,
il fuoco, anche per l'inferno, se questa è la tua volontà. Solo fa che io
trovi te!
Se
cerchi il riposo, devi prima lavorare. Se cerchi la beatitudine, prima devi
soffrire. Mio Dio, voglio soffrire tanto, sempre, se ciò ti è gradito.
Soffrire
fino alla fine del mondo, mio Dio, se questa è la tua volontà. Soffrire
sempre ciò che tu vuoi. Il mio unico desiderio consiste in ciò che piace a
te, Gesù. Fammi fare la tua volontà! È una gioia trovarsi nella sofferenza,
quando si pensa alla felicità eterna. Felice, tre volte felice, l'anima
sofferente!
Il
tempo è breve, molto breve. Dopo un momento di sofferenza sulla terra,
l'anima riposerà per sempre con il Figlio sul petto del Padre celeste.
Io
ho sete, sete di Gesù. Felice l'amore che soffre nel nascondimento, e che Dio
solo conosce.
Come
ama un'anima che soffre con pazienza, nascosta con Dio solo!
Quando
hai donato a Dio qualche cosa, non devi riprendertela!
Ecco
ciò che Gesù vuole che dica: Non credi tu forse che una gallina, vedendo
l'aquila arrivare, non nasconda sotto le ali i suoi pulcini? Credi tu forse
che Gesù farà meno della gallina? Che non possa nascondere i suoi piccoli
sotto il suo mantello e proteggerli dal nemico? Perché allora temi così
tanto?
A
chi ti attacchi di più, alle creature o a me? A te, Signore, a te solo!
Non
preoccuparti affatto di ciò che fa la creatura.
Anche
se qualcuno si sollevasse contro di te, io sarò sempre con te. Non devi
proprio aver paura.
Signore
che cosa potrebbe intraprendere un piccolo bambino, se sua madre lo
abbandonasse? Non avrebbe nessuno che si prenda cura di lui. Non potrebbe
proteggersi dalla puntura delle mosche, delle vespe e dei serpenti.
Morirebbe di fame e di sete. Signore, i miei peccati sono il motivo primo dei
miei mali.
Io
sono come questo piccolo bambino. Ma tu sei mio Padre. Abbi pietà di me,
poiché io sono opera delle tue mani.
Ti
ringrazio, mio Dio, perché mi hai mostrato chi sono. Preferisco conoscere le
mie debolezze che fare miracoli. Se la gente vede i miei errori, il mio
orgoglio non riceve alcun impulso. E questo è vantaggioso per me. Così
fammi conoscere le mie debolezze. Tu sei la mia sola forza. È preferibile per
me cadere mille volte, se posso dirti duemila volte «Io confido in te,
Signore».
Ti
ringrazio, Signore
Ho
peccato tanto! Come posso sperare nel cielo? Ma, mio Dio, proprio perché mi
sono caricata di tante colpe, mi anima una grande speranza. In cielo si vedrà
che la misericordia del Signore nei miei riguardi è più grande di quella
verso le mie sorelle.
Nel
profondo del mio cuore io avverto una certezza; so che mi è stata data per
pura grazia di Dio e che è vera.
Ho
commesso ogni tipo di colpe e di infedeltà. Nessuno su questa terra è
cattivo come me. Io non ho visto nessuna sorella con più peccati di me, e
che sia divenuta più infedele di me.
Tuttavia
sperimento in me una certezza che nessuno può togliermi: Dio mi salverà per
la sua misericordia.
CANTO DELLA DEBOLEZZA (Estasi)
Il
Diletto mi precede; il mio cuore e la mia anima sono colmi di gioia.
O
fonte piena di tutto ciò che è; il tuo sguardo mi consuma.
O
terra, spalancati e inghiottimi; il mio cuore arde e desidera abbandonare
quest'esilio, per lodarti, altissima Divinità.
Scioglimi
da queste catene che mi avvincono. Quando la mia natura s'impenna, il
Signore mi rimprovera.
La
Chiesa afferma: «Felice colpa che ci ha meritato un tale Redentore!».
Anch'io posso dire: «Felice colpa, poiché quando cado vedo i frutti del mio
albero».
SPERARE MALGRADO OGNI ABBANDONO (Estasi)
Signore,
visita la tua casa. Getta sopra di essa uno sguardo d'amore. Guarda quanti
animali vi entrano e come la mettono a soqquadro! Vieni, Signore, vieni nella
tua casa!
Gesù,
visita il tuo giardino! Senza la tua presenza, domina l'inverno e non c'è
alcun frutto. Sii, o Signore, come un giardiniere, che lavora la terra e la
concima, la semina, la sarchia e tutto custodisce. Il tuo giardino, Signore,
è la mia anima. Essa è arida; nessuno vi porta una goccia d'acqua. Vieni,
Signore Gesù! Senza di te avvizziscono i miei fiori e le loro foglie cadono.
Tu solo sei la mia forza. Tu solo la mia gioia.
Signore,
nessuna creatura può consolarmi quaggiù: né il cielo, né la terra, né gli
uomini, né gli angeli. Nulla può darmi la gioia e la pace che io ho perdute,
perdendo te, mio Dio.
Abbi
pietà della tua figlia. Io spero nella tua misericordia, Signore; non posso
vivere senza di Te.
UNA PREGHIERA PER IL TEMPO DELL'ABBANDONO (Estasi)
Tu
vorresti da me, Signore, che io non avverta più la tua presenza. Ma io ti
voglio dire: fammi soffrire ciò che vuoi, ma non togliermi la tua vicinanza.
Vedi, Signore, io sono sull'orlo della morte. Vieni, Signore Gesù: senza di
te non posso esistere. Tu sei la mia vita.
Senza
di te sono come un morto, ammuffito, imputridito, che ritorna alla polvere.
Sono solo un granello di polvere. Ma questo piccolo granello di polvere ti
chiama continuamente. Esaudiscilo, Signore; vieni, raccoglilo, dagli vita!
Tu,
mia salvezza, vieni e sciogli il ghiaccio del mio cuore. D'inverno, quando
il sole non possiede più nessuna forza, il ghiaccio è duro come una pietra.
Ma, quando il sole di nuovo splende con forza, lo scioglie. Così l'anima mia,
ogni volta che l'abbandoni, si irrigidisce, diviene come il ghiaccio.
Se
l'anima si separa dal corpo, esso muore. Si raffredda, diviene verde e infine
tutto nero. I vermi lo mangiano e cade in polvere. Così l'anima mia, Signore:
se tu la lasci, diviene fredda, dura come la pietra e inaridisce.
Vieni,
vieni, mia vita. Vieni presto e risveglia in me la vita. Io sto per morire,
cado nella polvere. E la polvere non ti può più lodare, né servire.
Signore, risveglia di nuovo la mia anima alla vita; allora essa ti loderà e
ti servirà.
Il
pesce fuori dall'acqua muore. Si dibatte, forse per una o due ore, poi muore.
Ma se nel frattempo lo rimetti nel suo elemento, riprende vita. Così la mia
anima.
A
chi mi paragonerò? Sono come gli uccellini nel loro nido. Se il padre e la
madre non portano loro il cibo, muoiono di fame. Così è anche con me,
Signore: senza di te, la mia anima non trova nutrimento, non può vivere.
A
chi mi paragonerò? A un chicco di grano caduto in terra. Se le nubi non fanno
cadere la pioggia, se il sole non splende, esso muore.
Senza
i raggi del sole e senza la pioggia della tua grazia la mia anima muore.
Con
essi il piccolo chicco avrà sufficiente umidità e calore, getterà radici,
crescerà e porterà molto frutto.
Se
l'albero si strappa dalle radici, secca e muore. Non è più buono, e non
serve che per il fuoco. Ma se tu lasci anche solo una piccola radice in terra,
allora all'albero rimane la vita, produce foglie, fiori e frutti. La mia
anima, Signore, senza di te è senza radici; non può portare frutti; è
inutile.
Un
ramo tagliato si secca. I frutti verdi, che vi sono attaccati, non giungono a
maturazione, si seccano e imputridiscono. Se rimane attaccato all'albero,
conserva la sua bellezza e porta molti frutti. Così è della mia anima,
Signore!
C'è
un tempo per tutto. Quando c'è il freddo e il gelo, là linfa non sale più
nell'albero. Ma in primavera, con la pioggia e lo splendore del sole, l'albero
ritorna ad essere verde, e si ricopre di foglie, fiori e frutti. C'è anche il
tempo della potatura.
In
questo momento la mia anima è simile a un pezzo di legno secco. Se tu lo
lasci là, rimane inutile, forse marcisce e va anche in polvere. Ma se getti
questo piccolo legno nel fuoco, brucerà e diventerà carbone; con esso si
accenderà l'incenso a tua gloria. Getta, Signore, questo legnetto nella tua
stufa. Fallo diventare una brace; ed essa farà bruciare l'incenso davanti a
te.
Desideri
da me tre sacrifici, Signore? Non tre, ma sei, se tu lo vuoi. Tu sai che
voglio compiacerti in tutto.
Se
tu mi chiedessi gli occhi, me li strapperei; se tu volessi le mie orecchie, me
le taglierei; prendi la mia lingua, la mia bocca, il mio naso, tutto ciò che
tu vuoi. Solo una cosa non posso tollerare: che io abbia un cuore freddo per
te, Signore. Gettami nella tua stufa, Signore, perché io bruci al tuo
cospetto, come incenso.
A
chi mi paragonerò? A una rosa, che si coglie, si secca e perde il suo
profumo. Ma se rimane sul rosaio resta fresca e bella, e conserva tutto il suo
profumo.
Sono
come una lampada senza olio. Il lucignolo non può bruciare senza olio. Se si
vuole accenderla, il vetro si rompe ed essa si spegne. Così la mia anima
senza di te, Signore. Tu, Signore, sei l'olio della mia anima. Senza la tua
vicinanza si spegne e non può più bruciare. Versa l'olio della tua grazia
nella tua lampada e io brucerò dinanzi al tuo volto.
A
chi mi paragonerò? Alla colomba che dà da mangiare ai suoi piccoli; ad una
tenera madre che nutre il suo bambino.
A
chi mi paragonerò, Signore? Non c'è nulla che sia simile a te. Svelati a me,
mio Dio. Tira quella coltrina che ti copre, perché io ti possa vedere. Leva
quel velo che ti copre. Io non posso più vivere, senza vederti! Vieni presto,
Signore, mostra te stesso.
Vedendo
me stessa come un nulla disseccato, gridai al Signore e gli dissi:
La
mia terra è arida e bruciata; ricoprila con la tua rugiada. La mia carne cade
in corruzione; i miei piedi non possono più sorreggermi, le mie mani si
sono rattrappite, i miei muscoli contratti, le mie ossa senza midollo.
I
capelli del mio capo induriti. Mi pungono come aghi. Le mie orecchie sono
chiuse, i miei occhi non possono più vedere. Ardono come fuoco. Il mio naso
è stretto, la mia lingua attaccata al palato. Non sono più capace di
pronunciare una parola, per gridare a te.
I
miei denti sono tanto serrati che non posso più respirare. Le mie labbra sono
inaridite e non possono muoversi per gridare a te. Signore, manda la tua
rugiada a questa terra arida, ed essa riprenderà vita.
Dopo
aver ricevuto l'Eucaristia, Gesù visitò questa sua terra ed ho cantato:
Il
Signore ha visitato la sua terra, ha ricoperto la sua sterilità con la sua
pienezza. La rugiada di Dio cadde e dei germogli spuntarono dalla terra.
L'albero a cui mi appoggiavo è divenuto bello come una palma.
Le
mie forze sono tornate; di nuovo posso muovere le mani e i piedi. La mia carne
è come quella di un bambino. I miei muscoli non sono più rattrappiti. Tutte
le mie ossa sono fortificate. I miei capelli di nuovo sfiorano il mio capo; i
miei orecchi percepiscono le parole consolatrici del Signore.
La
mia lingua si è sciolta e annunzia la sua lode; la mia bocca non è più
disseccata. Io respiro di nuovo facilmente; i miei denti non sono più
serrati. Il mio naso si è aperto, e aspira il dolce profumo del mio Diletto.
Tutto il mio corpo è riposato e rinfrescato.
L'anima
che ripone la sua speranza in Dio, verrà trasformata dalla sua misericordia
in una splendida pietra preziosa.
Soffro
perché non so se mi salverò. Tuttavia nel profondo del mio cuore una voce mi
dice: «Sì, io vedrò Dio; io troverò in lui ogni gioia».
IL CANTO DELLE ALI (Estasi)
Prendo
le ali del mio Salvatore. Vedo che tutta la terra mi chiama beata. Com'è
meraviglioso essere tutta tua, o Salvatore. La grandezza del tuo nome riempie
il cielo. Ogni creatura lo loda; alla sua presenza tutto giubila.
Il
mio Salvatore mi ha dato le ali per innalzarmi nell'aria. Vide la mia anima ed
ebbe pietà di me. Perciò mi diede le ali. Profondo era l'abisso da cui mi
trasse.
Da
quel giorno io riposo solo sul suo petto. Felicissimo giorno, non aver mai
fine! Il Signore mi conduce nella sua patria.
Che
ne dite, voi abitanti della terra? Egli mi dà ali per innalzarmi. Mi dà
innumerevoli fiori e io li spargo sulla strada su cui lo seguo. Mi ha messo
fra le mani un cestino di fiori. Tutti i miei amici possono prenderne. Lungo
tutto il mio cammino li ho sparsi. Amici e nemici si sono affrettati a
raccoglierli.
Il
Signore mi diede le ali per innalzarmi e mise sulle mie ginocchia un cestino
pieno di fiori. Cielo e terra e tutto ciò che in essi si trova sorridevano
con un sorriso trasparente.